Con questo inizio di febbraio parte oggi sul blog una nuova rubrica che ci terrà compagnia per un tempo indeterminato e presumibilmente infinito. Era già da molto tempo che questa cosa mi ronzava nella testa, addirittura da anni, che ci crediate o no. Tecnicamente il primo abbozzo di questa rubrica risale a trent'anni fa, molto prima che questo blog facesse la sua comparsa sul web, molto tempo prima che il web stesso facesse la sua comparsa nella nostra vita di tutti i giorni. Ovviamente, a quei tempi non avevo la minima idea di come avrei mai potuto servirmi di quello spunto, ma l'ho conservato comunque in un cassetto della memoria in attesa di maturazione.
Il titolo "Traditi dalla fretta" risale alla fine degli anni Ottanta e deriva da una rubrica radiofonica che ascoltavo nei weekend, nell'ambito della quale veniva riproposto in pillole tutto quanto era stato detto e fatto nel corso della settimana appena trascorsa. Momenti di indubbio interesse che gli ascoltatori di quell'emittente radiofonica, a causa dei loro impegni, non avevano modo di seguire.
Ecco quindi il punto al quale volevo arrivare. Già allora sentivo dentro di me quella strana sensazione di perdermi dei pezzi per strada, ma quel periodo così lontano nel passato era nulla se confrontato con il presente. Milioni di stimoli si avvicendano sotto i miei occhi, rapidi, sfuggenti, eterei come fantasmi. Stimoli che passano e se ne vanno, lasciandomi netta una sensazione di irrisolto, una nemmeno troppo vaga angoscia legata a una vita che procede su binari diritti verso un orizzonte apparentemente infinito, binari dai quali non riesco o non posso sganciarmi; proprio come un treno, che non può permettersi di svoltare a destra o a sinistra quando gli pare, ma che può solo proseguire dritto per la sua strada e al massimo concedersi qualche fermata per lasciar salire o scendere occasionali passeggeri.
Questa nuova rubrica intende quindi rompere gli schemi. Non del tutto, naturalmente, perché la mia strada in fondo non può che essere quella che mi viene indicata da quei binari. Un giorno essi mi porteranno inevitabilmente al capolinea, spero il più lontano possibile. Quello che mi serve adesso è riprendere il controllo di questo blog, ma in generale della mia vita, applicando un componente di retroazione che notoriamente, in un circuito amplificatore, ha degli effetti stabilizzatori. Senza voler scomodare troppo i miei ormai vaghi ricordi di quando studiavo da perito elettronico, potremmo semplicemente dire che c'è la necessità di fare un po' d'ordine e di ricucire gli strappi.
Cosa significa? In realtà non lo so bene neanch'io. Immagino che lo scoprirò strada facendo, una volta che questa rubrica avrà trovato la sua giusta forma e il suo spazio all'interno di questo blog. Per il momento vedo "Traditi dalla fretta" come un'occasione per recuperare il tempo perduto e, su questo principio, inizio questo numero zero. È tuttavia importante chiarire che, a differenza di quell'omonima trasmissione radiofonica, questo "Traditi dalla fretta" non intende essere una sorta di "best of" di quanto accaduto sul blog (pensato e scritto per i lettori più distratti). Non credo nemmeno abbia senso immaginarlo in questa forma visto che, a differenza di altre forme di comunicazione, ciò che è scritto sul blog rimane a disposizione di tutti e se ne può usufruire in qualsiasi momento.
Diciamo piuttosto che "Traditi dalla fretta" vuol essere una sorta di contenitore di tutto ciò che il il blog avrebbe potuto esprimere ma che, per un motivo o per l'altro, non è stato in grado di fare. È questo, se vogliamo, anche il significato del sottotitolo "The Obsidian Time Machine" che si può appena percepire nell'immagine di apertura. Una sorta di macchina del tempo, il cui scopo dovrebbe essere quello di procedere lungo quei famosi binari senza doversi trascinare dietro l'amarezza di aver lasciato qualcosa di intentato. O di insoluto.
Il blog è solo una scusa: il discorso è in realtà molto più ampio e potrebbe accogliere dentro di sé anche altri aspetti della mia vita ma, se è vero che il blog è fondamentalmente un diario di viaggio (web-log), allora perché non utilizzarlo davvero per quello che è?
Questo numero zero termina qui. Sicuramente la maggior parte di voi avrà delle perplessità su tutto questo delirio che ho prodotto oggi, ma spero che con l'andare del tempo la logica riuscirà a prevalere.
La periodicità di "Traditi dalla fretta"? Grosso modo direi bimestrale, anche se non credo di riuscire a garantire una cadenza rigorosa (nessuno dei miei progetti, d'altra parte, è stato mai legato a un calendario rigido). Il numero uno invece dovrebbe arrivare un po' prima, magari tra qualche giorno o poche settimane al massimo. Stay tuned.
Il titolo "Traditi dalla fretta" risale alla fine degli anni Ottanta e deriva da una rubrica radiofonica che ascoltavo nei weekend, nell'ambito della quale veniva riproposto in pillole tutto quanto era stato detto e fatto nel corso della settimana appena trascorsa. Momenti di indubbio interesse che gli ascoltatori di quell'emittente radiofonica, a causa dei loro impegni, non avevano modo di seguire.
Ecco quindi il punto al quale volevo arrivare. Già allora sentivo dentro di me quella strana sensazione di perdermi dei pezzi per strada, ma quel periodo così lontano nel passato era nulla se confrontato con il presente. Milioni di stimoli si avvicendano sotto i miei occhi, rapidi, sfuggenti, eterei come fantasmi. Stimoli che passano e se ne vanno, lasciandomi netta una sensazione di irrisolto, una nemmeno troppo vaga angoscia legata a una vita che procede su binari diritti verso un orizzonte apparentemente infinito, binari dai quali non riesco o non posso sganciarmi; proprio come un treno, che non può permettersi di svoltare a destra o a sinistra quando gli pare, ma che può solo proseguire dritto per la sua strada e al massimo concedersi qualche fermata per lasciar salire o scendere occasionali passeggeri.
Questa nuova rubrica intende quindi rompere gli schemi. Non del tutto, naturalmente, perché la mia strada in fondo non può che essere quella che mi viene indicata da quei binari. Un giorno essi mi porteranno inevitabilmente al capolinea, spero il più lontano possibile. Quello che mi serve adesso è riprendere il controllo di questo blog, ma in generale della mia vita, applicando un componente di retroazione che notoriamente, in un circuito amplificatore, ha degli effetti stabilizzatori. Senza voler scomodare troppo i miei ormai vaghi ricordi di quando studiavo da perito elettronico, potremmo semplicemente dire che c'è la necessità di fare un po' d'ordine e di ricucire gli strappi.
Cosa significa? In realtà non lo so bene neanch'io. Immagino che lo scoprirò strada facendo, una volta che questa rubrica avrà trovato la sua giusta forma e il suo spazio all'interno di questo blog. Per il momento vedo "Traditi dalla fretta" come un'occasione per recuperare il tempo perduto e, su questo principio, inizio questo numero zero. È tuttavia importante chiarire che, a differenza di quell'omonima trasmissione radiofonica, questo "Traditi dalla fretta" non intende essere una sorta di "best of" di quanto accaduto sul blog (pensato e scritto per i lettori più distratti). Non credo nemmeno abbia senso immaginarlo in questa forma visto che, a differenza di altre forme di comunicazione, ciò che è scritto sul blog rimane a disposizione di tutti e se ne può usufruire in qualsiasi momento.
Diciamo piuttosto che "Traditi dalla fretta" vuol essere una sorta di contenitore di tutto ciò che il il blog avrebbe potuto esprimere ma che, per un motivo o per l'altro, non è stato in grado di fare. È questo, se vogliamo, anche il significato del sottotitolo "The Obsidian Time Machine" che si può appena percepire nell'immagine di apertura. Una sorta di macchina del tempo, il cui scopo dovrebbe essere quello di procedere lungo quei famosi binari senza doversi trascinare dietro l'amarezza di aver lasciato qualcosa di intentato. O di insoluto.
Il blog è solo una scusa: il discorso è in realtà molto più ampio e potrebbe accogliere dentro di sé anche altri aspetti della mia vita ma, se è vero che il blog è fondamentalmente un diario di viaggio (web-log), allora perché non utilizzarlo davvero per quello che è?
Questo numero zero termina qui. Sicuramente la maggior parte di voi avrà delle perplessità su tutto questo delirio che ho prodotto oggi, ma spero che con l'andare del tempo la logica riuscirà a prevalere.
La periodicità di "Traditi dalla fretta"? Grosso modo direi bimestrale, anche se non credo di riuscire a garantire una cadenza rigorosa (nessuno dei miei progetti, d'altra parte, è stato mai legato a un calendario rigido). Il numero uno invece dovrebbe arrivare un po' prima, magari tra qualche giorno o poche settimane al massimo. Stay tuned.
La premessa è interessante. Attendo gli sviluppi.
RispondiEliminaIl problema adesso sono proprio gli sviluppi... mi sta già venendo l'ansia...
EliminaUn riassunto dei potenziali inespressi di un blog, sì, decisamente interessante. E magari potrebbe diventare spunto per materializzare uno di quei potenziali, no?
RispondiEliminaL'idea sarebbe proprio quella: inserire dei promemoria per le cose da fare... e poi farle.
EliminaHo letto di fretta. :-P
RispondiEliminaScherzi a parte, sono curioso sulla prosecuzione quindi aspetto gli altri tuoi post sull'argomento.
Questi sono appunto post da leggere in fretta, altrimenti finisci impantanato...
EliminaSono curiosissimo di scoprire cosa uscirà fuori ^_^
RispondiEliminaMagari finirà tutto in niente, come al mio solito. Boh?!?
EliminaLe premesse sono davvero interessanti, aspetterò quindi il primo numero con trepidazione ;)
RispondiEliminaA questo punto ho paura che devo proprio mettermi a scrivere....
EliminaBeh, da amante del tempo (gli ho dedicato il blog, sin da titolo), non posso che essere contento di questa rubrica. Contento ma soprattutto, adesso, CURIOSO.
RispondiEliminaMoz-
Eh già.. non avevi mica un copyright, vero?
EliminaAssolutamente no, e comunque ti avrei dato la gentile concessione ;)
EliminaMoz-
Scrivo di fretta..... :P
RispondiEliminaIn realtà sono molto curioso, non vedo l'ora di leggere il primo numero della nuova rubrica.
C'è chi legge in fretta e c'è chi scrive in fretta. Non fatevi tradire!
EliminaCi ho capito poco anch'io. Non drammatizzare.
RispondiEliminaIo invece mi lagno del tempo, ne ho poco. Sono allergica alla fretta :O E sono anche assai curiosa di capire che succederà qui...
RispondiEliminaSei allergica alla fretta forse proprio perché sei anche tu sempre di fretta. Questo spazio può fare al caso tuo...
EliminaEsattamente! XD Allora ci conto... e sono ancora più incuriosita :O
EliminaAffare fatto!
EliminaNon ho capito granché, ma... seguirò con interesse e curiosità, come sempre! ;)
RispondiEliminaUn carissimo saluto.
Sono stato confusionario di proposito, non è colpa tua ^_^
EliminaEro convinta di avere già commentato questo post, ma non mi avrà funzionato la connessione. Direi che la curiosità è stata ampiamente suscitata e che ti leggerò volentieri. :)
RispondiEliminaOgni tanto è blogger che perde qualche colpo. Non è la prima volta che sento di commenti scomparsi come imbarcazioni nel triangolo delle Bermuda.... A presto!
EliminaOvviamwente in ritardo, ma posso assicurarti che leggerò volentieri le tue follie, i tuoi momenti perduti, le intenzioni tradite. A presto.
RispondiEliminaUn ritardo di tre giorni non è un ritardo. Quando mai io ho commentato da qualcuno il giorno stesso? Credo poche volte.
EliminaCi si ritrova alla prossima puntata, allora!
Intendi dire che saranno post di un blog proveniente da un mondo parallelo e alternativo?
RispondiEliminaStai stuzzicando la mia fantasia....
EliminaBello, io salgo a bordo! :)
RispondiEliminaAccomodati, c'è un sacco di spazio... ^_^
EliminaHo letto negli scorsi giorni questo tuo post, ma arrivo a commentare solo ora. L'ansietà rispetto al tempo che fugge è una cosa che ci accomuna. Mi dicono tutti che svolgo una quantità di cose pazzesca, eppure mi sento sempre lenta come un bradipo e indietro rispetto a quanto vorrei fare e a tutte le idee che mi frullano per la testa. Rimango allora in attesa di come si svilupperà questa nuova rubrica, e ovviamente tale attesa sarà ansiosa... ;-)
RispondiEliminaTroppe cose da fare, troppo poco tempo per farle. Ma io non m'arrendo. Non ancora, perlomeno...
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