Kenneth Anger, al secolo Kenneth Wilbur Anglemyer, è stato (*) uno dei pionieri del cinema underground e della Controcultura, ma sono abbastanza certo che il suo nome dica poco o nulla perfino ai cinefili più incalliti e ciò nonostante il fatto che la sua tecnica di montaggio e l’uso del suono, che spazia dalla musica classica a quella pop, siano stati di ispirazione a numerosi registi ben più famosi.
Anger però mi interessa non solo nella veste di regista, ma anche in quella di esoterista e membro dell’Ordo Templi Orientis (OTO), l'organizzazione religiosa iniziatica fondata da Aleister Crowley attorno al 1895. La figura e le idee di Crowley hanno influenzato così profondamente l’uomo e l’artista che, nel 1955, Anger si recò perfino a Cefalù, in Sicilia, presso l’Abbazia di Thélema, dove restaurò i dipinti e le scenografie utilizzate da Crowley durante i riti che vi si svolgevano prima che le autorità italiane non decidessero di “sfrattare” il loro illustre inquilino. Il materiale fotografico gli servì per realizzare un documentario su Thélema per la televisione britannica che purtroppo in seguito andò perduto.
Già in passato avrei voluto dedicare spazio a Kenneth Anger nell’ambito di una serie di post più ampia riguardante proprio la Grande Bestia. Un progetto che poi è stato rimandato più volte e che probabilmente, visto come procedono a rilento le mie serie già in corso, non vedrà mai la luce. Questo sarà quindi un excursus piuttosto limitato, ma la vita mi ha insegnato che anche una piccola cosa, a volte, è meglio di niente.
Il cinema di Kenneth Anger era, per quei tempi, molto trasgressivo, e si attirava spesso l'accusa di oscenità; specie ai suoi esordi, Anger venne accostato ad artisti come Jean Cocteau, con il quale condivide i temi dell’omosessualità e dell’esplorazione del desiderio; ma in effetti, volendo fare una premessa più generale, quest’ultima affermazione può essere fatta a proposito di gran parte del cinema underground, la prima incarnazione di quello che oggi chiamiamo cinema indipendente.
Eppure, a me pare che in qualche modo il cinema indipendente abbia in sé una connotazione “alta” che il cinema underground ha perso, o che non ha mai avuto, e non ho mai capito se questo dipende dal fatto che la stessa parola “indipendente” è più neutrale, meno caratterizzante, dal fatto che sottintende una più diretta dichiarazione d’intenti rispetto ai meccanismi di produzione del cinema tradizionale, o da qualche altro motivo.
Comunque, parlare di cinema underground non è mai facile; a livello contenutistico, perché suo territorio d’elezione è spesso la nostra parte oscura, cioè il desiderio e l’inconscio, ma anche a livello formale, perché si tratta di un cinema realizzato con pochi mezzi. Il che non significa per forza che trascuri l’aspetto narrativo o sia privo di valore estetico, anzi: tra gli eccessi, anche visivi, e opere molto raffinate, ci sono numerosi stadi intermedi.
Molti dei film di Anger, in particolare, presentano un notevole lavoro di costruzione dell'immagine, anche se il risultato non è per forza allineato ai gusti o alle tecniche dell’epoca. Non sono in pochi a dire che Anger, in questo senso, è stato un precursore. Mi viene spontanea anche un’altra considerazione: forse oggi siamo così distanti, storicamente e mentalmente, dall’epoca in cui questo tipo di cinema fiorì che non riusciamo neppure a trovargli un senso. Se solo tenessimo a mente che la libertà di espressione ha sempre un contraltare, forse ci riusciremmo.
Anger gira il suo primo film alla tenera età di 9 anni, ma bisogna attendere qualche altro anno perché i suoi lavori comincino a mostrare i tratti caratteristici del suo cinema: esoterismo e magia. Vi si trovano anche, dispensati a piene mani, erotismo e violenza, ma le eccezioni non mancano, come l’onirico Eaux d’artifice (1953) e Hollywood Babylon, il documentario del 2000 che porta lo stesso nome dei due libri (“Hollywood Babylon” e “Hollywood Babylon II”,) in cui Anger svela il lato oscuro della Mecca del cinema.
Il primo dei due fu pubblicato nel 1958 in Francia, dove l’Autore all’epoca risiedeva, ma edito negli Stati Uniti solo molto più tardi, nel 1966, e pesantemente censurato. Il secondo risale invece al 1984. A quanto pare era previsto anche un terzo capitolo che però non ha mai visto la luce.
Anger ammise di aver pubblicato questi libri per motivi “alimentari” mettendo insieme del gossip “di seconda mano”, ma evidentemente Hollywood non era ancora pronta a tirare fuori i propri scheletri dagli armadi.
La maggior parte dei suoi film, a dire il vero, fanno fatica a incasellarsi in una definizione precisa. Drammatico? Fantastico? Horror? Spesso tutte queste cose insieme, e molte altre ancora. Non sono quasi mai semplici da decifrare, perché parlano al nostro subconscio molto più che alla nostra parte razionale. Se però dovessi cercare di trovare un fil rouge dal punto di vista tematico, direi che molte di esse mostrano più o meno esplicitamente scenari mitico-rituali che sembrano voler rappresentare la contrapposizione di forze spesso opposte, anche se complementari, in una sorta di ritorno, o meglio di rivisitazione, della teoria o mistica della coincidenza degli opposti.
Nei prossimi giorni elencherò solo alcune delle più famose, in rigoroso ordine cronologico, perché non tutto nella sua filmografia è facilmente reperibile (senza contare i suoi film perduti, distrutti o abbandonati). Se amate il cinema sperimentale o ne siete incuriositi e ne avete la possibilità, vi suggerisco di dare un’occhiata ai suoi lavori con i vostri occhi (ne trovate diversi anche sul tubo e hanno tutti una durata limitata, che mediamente si aggira sui 30-35 minuti).
Forse è superfluo ribadirlo, ma si tratta di film a budget ridotto, quasi tutti girati in 16 mm e privi di dialoghi. Il regista vi compare spesso, in veste di attore o nei panni di se stesso. Con il tempo, tuttavia, Anger divenne molto noto e così ben introdotto nell'ambiente artistico losangelino da non faticare a ottenere la collaborazione di diversi personaggi famosi, anche se non necessariamente per meriti artistici, come per esempio Bobby Beausoleil, membro della Famiglia di Charles Manson e musicista di dubbio talento. Talento che invece non mancava alla pittrice Marjorie Cameron, attrice del giro di Dennis Hopper e Dean Stockwell ed esoterista, che oggi tutti ricordano per la sua partecipazione al cult “Night Tide” del 1963 non meno che per essere stata, come Anger, un membro dell’OTO.
Seguendo il procedimento descritto da Crowley nel suo romanzo “La figlia della luna” (1929), la Cameron, il noto occultista e suo futuro marito John W. Parsons e lo scrittore L. Ron Hubbard si impegnarono, nel 1946, nel concepimento di una bambina “magica” – ma questa è un’altra storia.
Nonostante il cinema di Anger sia ricco di sinceri omaggi al cinema, hollywoodiano e non (ad esempio, il nostro mostra una venerazione per le dive dell’era del muto), le collaborazioni con personaggi più o meno controversi possono di certo essere state dettate dalla volontà di stupire o scioccare, ma anche da una buona dose di ironia. È come se Anger si vantasse di flirtare col Diavolo mentre ai suoi occhi, al contrario, il Diavolo è incarnato dal circuito di produzione artistica convenzionale, che opera e ragiona in base alle leggi di domanda e offerta del mercato, e pertanto manipola e vincola gli artisti. Un meccanismo oppressivo che è la manifestazione di una società, nel suo complesso, altrettanto oppressiva.
Anger però mi interessa non solo nella veste di regista, ma anche in quella di esoterista e membro dell’Ordo Templi Orientis (OTO), l'organizzazione religiosa iniziatica fondata da Aleister Crowley attorno al 1895. La figura e le idee di Crowley hanno influenzato così profondamente l’uomo e l’artista che, nel 1955, Anger si recò perfino a Cefalù, in Sicilia, presso l’Abbazia di Thélema, dove restaurò i dipinti e le scenografie utilizzate da Crowley durante i riti che vi si svolgevano prima che le autorità italiane non decidessero di “sfrattare” il loro illustre inquilino. Il materiale fotografico gli servì per realizzare un documentario su Thélema per la televisione britannica che purtroppo in seguito andò perduto.
Già in passato avrei voluto dedicare spazio a Kenneth Anger nell’ambito di una serie di post più ampia riguardante proprio la Grande Bestia. Un progetto che poi è stato rimandato più volte e che probabilmente, visto come procedono a rilento le mie serie già in corso, non vedrà mai la luce. Questo sarà quindi un excursus piuttosto limitato, ma la vita mi ha insegnato che anche una piccola cosa, a volte, è meglio di niente.
Il cinema di Kenneth Anger era, per quei tempi, molto trasgressivo, e si attirava spesso l'accusa di oscenità; specie ai suoi esordi, Anger venne accostato ad artisti come Jean Cocteau, con il quale condivide i temi dell’omosessualità e dell’esplorazione del desiderio; ma in effetti, volendo fare una premessa più generale, quest’ultima affermazione può essere fatta a proposito di gran parte del cinema underground, la prima incarnazione di quello che oggi chiamiamo cinema indipendente.
Eppure, a me pare che in qualche modo il cinema indipendente abbia in sé una connotazione “alta” che il cinema underground ha perso, o che non ha mai avuto, e non ho mai capito se questo dipende dal fatto che la stessa parola “indipendente” è più neutrale, meno caratterizzante, dal fatto che sottintende una più diretta dichiarazione d’intenti rispetto ai meccanismi di produzione del cinema tradizionale, o da qualche altro motivo.
Comunque, parlare di cinema underground non è mai facile; a livello contenutistico, perché suo territorio d’elezione è spesso la nostra parte oscura, cioè il desiderio e l’inconscio, ma anche a livello formale, perché si tratta di un cinema realizzato con pochi mezzi. Il che non significa per forza che trascuri l’aspetto narrativo o sia privo di valore estetico, anzi: tra gli eccessi, anche visivi, e opere molto raffinate, ci sono numerosi stadi intermedi.
Molti dei film di Anger, in particolare, presentano un notevole lavoro di costruzione dell'immagine, anche se il risultato non è per forza allineato ai gusti o alle tecniche dell’epoca. Non sono in pochi a dire che Anger, in questo senso, è stato un precursore. Mi viene spontanea anche un’altra considerazione: forse oggi siamo così distanti, storicamente e mentalmente, dall’epoca in cui questo tipo di cinema fiorì che non riusciamo neppure a trovargli un senso. Se solo tenessimo a mente che la libertà di espressione ha sempre un contraltare, forse ci riusciremmo.
Anger gira il suo primo film alla tenera età di 9 anni, ma bisogna attendere qualche altro anno perché i suoi lavori comincino a mostrare i tratti caratteristici del suo cinema: esoterismo e magia. Vi si trovano anche, dispensati a piene mani, erotismo e violenza, ma le eccezioni non mancano, come l’onirico Eaux d’artifice (1953) e Hollywood Babylon, il documentario del 2000 che porta lo stesso nome dei due libri (“Hollywood Babylon” e “Hollywood Babylon II”,) in cui Anger svela il lato oscuro della Mecca del cinema.
Il primo dei due fu pubblicato nel 1958 in Francia, dove l’Autore all’epoca risiedeva, ma edito negli Stati Uniti solo molto più tardi, nel 1966, e pesantemente censurato. Il secondo risale invece al 1984. A quanto pare era previsto anche un terzo capitolo che però non ha mai visto la luce.
Anger ammise di aver pubblicato questi libri per motivi “alimentari” mettendo insieme del gossip “di seconda mano”, ma evidentemente Hollywood non era ancora pronta a tirare fuori i propri scheletri dagli armadi.
La maggior parte dei suoi film, a dire il vero, fanno fatica a incasellarsi in una definizione precisa. Drammatico? Fantastico? Horror? Spesso tutte queste cose insieme, e molte altre ancora. Non sono quasi mai semplici da decifrare, perché parlano al nostro subconscio molto più che alla nostra parte razionale. Se però dovessi cercare di trovare un fil rouge dal punto di vista tematico, direi che molte di esse mostrano più o meno esplicitamente scenari mitico-rituali che sembrano voler rappresentare la contrapposizione di forze spesso opposte, anche se complementari, in una sorta di ritorno, o meglio di rivisitazione, della teoria o mistica della coincidenza degli opposti.
Nei prossimi giorni elencherò solo alcune delle più famose, in rigoroso ordine cronologico, perché non tutto nella sua filmografia è facilmente reperibile (senza contare i suoi film perduti, distrutti o abbandonati). Se amate il cinema sperimentale o ne siete incuriositi e ne avete la possibilità, vi suggerisco di dare un’occhiata ai suoi lavori con i vostri occhi (ne trovate diversi anche sul tubo e hanno tutti una durata limitata, che mediamente si aggira sui 30-35 minuti).
Forse è superfluo ribadirlo, ma si tratta di film a budget ridotto, quasi tutti girati in 16 mm e privi di dialoghi. Il regista vi compare spesso, in veste di attore o nei panni di se stesso. Con il tempo, tuttavia, Anger divenne molto noto e così ben introdotto nell'ambiente artistico losangelino da non faticare a ottenere la collaborazione di diversi personaggi famosi, anche se non necessariamente per meriti artistici, come per esempio Bobby Beausoleil, membro della Famiglia di Charles Manson e musicista di dubbio talento. Talento che invece non mancava alla pittrice Marjorie Cameron, attrice del giro di Dennis Hopper e Dean Stockwell ed esoterista, che oggi tutti ricordano per la sua partecipazione al cult “Night Tide” del 1963 non meno che per essere stata, come Anger, un membro dell’OTO.
Seguendo il procedimento descritto da Crowley nel suo romanzo “La figlia della luna” (1929), la Cameron, il noto occultista e suo futuro marito John W. Parsons e lo scrittore L. Ron Hubbard si impegnarono, nel 1946, nel concepimento di una bambina “magica” – ma questa è un’altra storia.
Nonostante il cinema di Anger sia ricco di sinceri omaggi al cinema, hollywoodiano e non (ad esempio, il nostro mostra una venerazione per le dive dell’era del muto), le collaborazioni con personaggi più o meno controversi possono di certo essere state dettate dalla volontà di stupire o scioccare, ma anche da una buona dose di ironia. È come se Anger si vantasse di flirtare col Diavolo mentre ai suoi occhi, al contrario, il Diavolo è incarnato dal circuito di produzione artistica convenzionale, che opera e ragiona in base alle leggi di domanda e offerta del mercato, e pertanto manipola e vincola gli artisti. Un meccanismo oppressivo che è la manifestazione di una società, nel suo complesso, altrettanto oppressiva.
CONTINUA
(*) È, dovrei dire. Per fortuna Mr. Anger, alla veneranda età di 93 anni, è ancora in questo mondo.
"sono abbastanza certo che il suo nome dica poco o nulla perfino ai cinefili più incalliti", ecco, mi hai inquadrato subito (peraltro io non sono neppure un cinefilo incallito).
RispondiEliminaMa sono sempre interessato a scoprire cose nuove, autori che non conoscevo, visioni artistiche anti-convenzionali. Resto sintonizzato.
Questo ti fa onore, Ariano. Se non avessi uno speciale interesse per Aleister Crowley, come per altri personaggi dell’ambiente esoterico, magari neanch’io avrei mai saputo chi è Kenneth Anger.
EliminaMai sentito ovviamente, allora attendo di leggere qualcosa sulle sue opere, senza andare a curiosare sulla Wikipedia
RispondiEliminaIn effetti molti fatti li si può ricavare tranquillamente da Wikipedia, ma spero di essere riuscito ad aggiungere un tocco più personale alla descrizione dei suoi lavori. ^_^
EliminaNon lo conosco, ma ha uno sguardo che mi inquieta un botto.
RispondiEliminaCredo proprio che lo sguardo inquietante faccia parte del suo “personaggio”…
EliminaLo adoro da decenni - da quando cioè circolavano le prime vhs e degli amici milanesi erano riusciti ad avere delle duplicazioni di Scorpio Rising, Invocation My Demon Brother e Lucifer Rising più acuni dei primi corti. Poi in uno dei primi Torino Film Festival, quando forse non si chiamava ancora così, l'ho conosciuto di persona e ho chiacchierato un po' con lui, che era adorabile e persino pacioccoso, nel suo maglione arancione fosforescente e con quegli occhietti, va da sé, "satanici" :) Abbiamo visto, seduti fianco a fianco, alcuni dei suoi corti (una mini-retrospettiva, diciamo). Da qualche anni i suoi film principali si trovano senza problemi in dvd. Grazie al "cielo", aggiungo :))
RispondiEliminaSono felice di risentirti qui, Orlando, dato che il tuo blog è ancora chiuso ai commenti... :-)
EliminaSì, so che esiste almeno un DVD con le sue opere ma, chissà perché, ero convinto che non fosse in un formato compatibile in Europa, e solo di recente, proprio scrivendo questi post, ho scoperto che mi sbagliavo. Dubito comunque che il mio lettore "medio" lo possieda, o voglia acquistarlo, quindi mi sono limitato a parlare dei suoi film più famosi, che si trovano facilmente anche su Youtube. Dato che già lo conosci, temo che per te il proseguo di questo mini-speciale sarà ben poco interessante. Ti ringrazio comunque per aver condiviso il tuo ricordo: è anche l'incontro con persone così eccezionali che rende la vita interessante. ^_^
Di Kenneth Anger avevo parlato nei primi tempi del mio blog, quando scrissi dei post sulle cavolate che Anger mise in giro riguardo alla morte dell'attore di film horror George Zucco, Anger aveva scritto che Zucco era morto a causa delle sue ricerche del Necronomicon, cosa totalmente inventata da Anger. Possiedo anche una copia del suo "Hollywood Babylon" regalatami da Lucrezia Symmons e prima o poi scriverò in proposito. Personaggio interessante Anger, su di lui circolano diverse voci, sarei interessato ed incuriosito su una in particolare: su quando si dice abbia presentato Anton LaVey a Betty Page, chi sa se è vera la cosa o se si tratta di una delle tante inventate dal "nostro".... ;)
RispondiEliminaDiciamo che quanto fatto da Anger con Zucco (e altri) non è molto diverso da quanto fanno (più o meno "bonariamente") ogni giorno i giornali specializzati in gossip. A prescindere che le invenzioni siano sue o di altri, certo non gli fa onore averci lucrato sopra, ma c'è da dire che, purtroppo, la triste realtà è che finché esisterà un pubblico disposto a pagare per sentire certe storie, queste continueranno ad essere raccontate. Personalmente, ho conosciuto l'Anger regista in tempi relativamente recenti e un paio di suoi lavori (come Rabbit's Moon e Lucifer Rising) mi hanno veramente folgorato, e un po' per questo e un po' perché credo che la maggior parte degli artisti abbia un lato oscuro, preferisco concentrarmi sul suo lavoro piuttosto che sull'uomo e la sua discutibile personalità.
EliminaUna personcina delicattisima, con un tatuaggio proprio discreto!!! Curiosissimo di leggere questo nuovo viaggio ;-)
RispondiEliminaBeh, ma lì basta che ti metti una maglietta o una camicia e il problema è risolto: puoi fare cose normalissime come andare al supermercato.
EliminaPiù coraggiosa invece la scelta che fece Glen Benton, il cantante dei Deicide, di marchiarsi a fuoco sulla fronte una croce rovesciata... (googlare per credere)
Ma solo a me il titolo dell'articolo mi sembra un omaggio agli Oasis..a Bowie mi pare troppo esplicito?
RispondiEliminaEsplicito omaggio a Bowie! Apprezzo gli Oasis, ma non avrebbe senso omaggiare una canzone che già di suo è un palese omaggio a un'altra.
EliminaGallagher non ha mai nascosto di essere un superfan del Duca Bianco, arrivando anche ad ammettere di aver spesso trovato ispirazione nelle sue canzoni.