martedì 25 dicembre 2012

Tarli Natalizi (senza cornici)

E’ Nato! E’ nato! Proprio pochi secondi fa, a mezzanotte in punto di oggi 25 dicembre, Gesù Bambino è venuto alla luce dal ventre di Maria. A quest’ora i suoi primi inconfondibili vagiti staranno già rompendo il silenzio di quell’ormai leggendaria grotta in Betlemme, nella Giudea. Di questo bambino si farà un gran parlare nei duemila (e più) anni successivi. Si parlerà del suo ministero, dei suoi miracoli e delle sue battaglie. Si parlerà della sua vita e della sua morte. Si parlerà ampiamente anche di tutti i personaggi che incroceranno il suo cammino, amici e nemici, a partire dalla Vergine che lo concepì, fino ad arrivare a Pilato che ne sentenziò la morte. In mezzo a loro una quantità impressionante di personaggi, più o meno importanti, che non starò qui a citare, visto che non è di questo che volevo parlare oggi. Per una volta lasciate che in questo Natale si possa spezzare una lancia per una figura che è stata troppe volte, ingiustamente, dimenticata dai vangeli canonici: quella di Giuseppe, il falegname, sposo di Maria e padre putativo di Gesù. Un personaggio di cui ci ricordiamo solo a Natale, quando sistemiamo la sua statuina in un angolo di seconda fila dei nostri presepi, rilevante nella scena né più né meno di un bue o di un asinello. Giuseppe: lontano anni luce dall’immensità della gloria che sarà concessa all’altro genitore. Giuseppe: sovrastato dalla potenza simbolica della Vergine Maria. Giuseppe: dimenticato in quella grotta, come una statuina non più necessaria, quando tutti se ne saranno andati. Dimenticato nello stesso modo in cui un orribile incubo viene scacciato dalla nostra mente al sorgere del sole.

mercoledì 19 dicembre 2012

L’invisibile potere del suono (Pt.2)

"La concezione fondamentale dell'universo è la forza che si manifesta nelle relazioni ritmiche [...] Non vi è alcuna divisione tra materia e forza in due termini distinti, in quanto entrambi sono la stessa cosa. La forza è la materia liberata. La materia è la forza in schiavitù. La materia è energia legata e l'energia è materia liberata”. (J. Keely).  Quando Keely annunciò al mondo di aver scoperto un principio per la produzione di energia in base alle vibrazioni musicali di diapason, affermò in pratica che la musica potesse entrare in risonanza con gli atomi o con l'etere. Egli riteneva però che non fosse il suono di per sé, ma le frequenze dissonanti a disturbare o alterare l’equilibrio armonico delle masse. Egli inoltre era convinto che il suono potesse essere usato per curare il corpo. Niente di tutto ciò è sua invenzione, si tratta anzi di concetti antichi, antichissimi.
Gli antichi possedevano una conoscenza del potere delle frequenze e delle forme che è stata messa da parte, dimenticata, per lunghissimo tempo. In tutte le culture antiche, e non soltanto nelle più famose come quella greca, indiana o egizia, il mondo era concepito come luogo essenzialmente acustico da cui solo in seguito si era sviluppata la luce; in pratica la luce derivava dal suono, e la parola o la voce erano attributi del suono, mentre gli strumenti musicali erano un veicolo per esso e come tali simboleggiavano la creazione, ed è per questo che molte divinità venivano associate alla musica o addirittura raffigurate nell’atto di suonare uno strumento, o comunque con uno strumento musicale vicino a sé (vedesi la dea indù Sarasvati oppure Apollo, il dio greco del sole e della musica, tra le altre cose).

venerdì 14 dicembre 2012

L’invisibile potere del suono (Pt.1)

Un tuono può squassare il cielo, un urlo rompere il cristallo: ecco l’invisibile potere del suono (S.B.) - Il progresso (o ciò che definiamo tale) ha avuto tra i suoi effetti collaterali un eccessivo razionalismo che ha portato molti a credere solo a ciò che si può toccare con mano, o quasi. Tuttavia, in prossimità della fine dell’attuale era, complici le scoperte della scienza moderna, molti sono riusciti a uscire da questo circolo vizioso, recuperando concetti vecchi di millenni come la vera essenza del suono.Si tratta di scienziati, filosofi, musicisti e liberi pensatori che hanno compreso che in natura il silenzio non esiste, che ogni essere vivente emette vibrazioni tramite le proprie parole, azioni, persino tramite i propri pensieri e sentimenti. E stanno cercando di esplorare l’essenza, l’armonia del suono, quella che viene detta eufonia, come chiave di conoscenza della realtà, incluso il proprio microcosmo fisico e psichico, del divino e della spiritualità. I fisici, in particolare, stanno cercando di ascoltare i rumori dei corpi celesti, delle galassie, dell’universo, per cercare di scoprirne la storia e, con essa, il segreto delle nostre origini. È nata la “cosmologia acustica”. Ma prima di parlare di tutto questo, vorrei spiegare brevemente la ragione di questo post ed esporre l’argomento che ne è stata la genesi.

domenica 9 dicembre 2012

Tears of Kali

Quando guardiamo un film, talvolta esso ci colpisce per la sua qualità intrinseca: la scenografia, la luce, la musica, perfino (inutile negarlo) la bellezza degli attori… Talvolta, invece, è la storia che prevale: tecnicamente il film ha dei difetti, ma la trama è così avvincente che tutto il resto rimane in secondo piano. Quando la messa in scena e la storia sono ottime e ottengono esattamente il risultato che ci si era prefissati, ecco che abbiamo un prodotto superiore alla media (un film dell’orrore che non fa paura non può dirsi riuscito, così come un film drammatico che non fa piangere, ecc.). Se poi a tutto questo, al posto della filosofia spicciola che purtroppo quasi sempre impera, si aggiungono riflessioni profonde sul mondo, sulla vita e sull’animo umano, allora parliamo di capolavoro. Poi ci sono quei film che toccano determinate corde dentro di noi, o che semplicemente ci fanno vedere le cose in una luce diversa dal solito. È per questo principalmente che mi è piaciuto “Tears of Kali” (Lacrime di Kali), film indipendente del 2004 del regista tedesco Andreas Marschall. Spiegherò qui per quali motivi questo film, non un capolavoro assoluto, si è conquistato un posto permanente nella mia memoria. La prima ragione è che contiene immagini di rara crudezza, perlomeno al di fuori del genere splatter o torture (si vede poco, ma anche quel che si intuisce soltanto è difficile da sostenere). La seconda è che parla sì di fantasmi, ma di fantasmi “carnali”, sanguigni, non solo agli antipodi rispetto alle eteree e decadenti apparizioni occidentali, ma anche da quelle canoniche della cinematografia asiatica; sono spiriti che ti possiedono e ti fanno marcire dentro, oppure ti uccidono… e non per la paura, o sottraendoti la tua energia vitale (anche…), ma nutrendosi della tua carne con denti e artigli affilati. Sono come belve feroci, ma molto peggio: non hanno requie né pietà, non gli puoi sfuggire. La terza e più importante è il formarsi e svilupparsi della trama da premesse del tutto originali, ovvero la religiosità indiana con il suo pantheon di divinità e tutto ciò che vi gira intorno, dai culti autoctoni alle sette fondate da occidentali con la presuntuosa ambizione di poterla padroneggiare senza comprenderne anche il potenziale negativo e distruttivo. Il risultato è qualcosa che mischia le atmosfere dei film giapponesi di fantasmi alla saga di “Hellraiser” senza però somigliare davvero a nessuno dei due. 

martedì 4 dicembre 2012

Un premietto di inizio dicembre


Solo pochi giorni dopo aver ricevuto il premio UNIA ecco di nuovo bussare alla mia porta un’ennesima testimonianza di apprezzamento per questo blog. Questa volta devo ringraziare Lady Ghost di Pensiero Spensierato, che mi ha insignito del tanto bramato premio I LOVE YOUR BLOG, con la seguente motivazione: “perché le tematiche che tratta sono davvero belle ed è un blog completo, sotto molti aspetti”.
Sono davvero commosso. Quando ho iniziato a scribacchiare qui sopra non avrei mai pensato che così tante belle parole si sarebbero un giorno sprecate per questo mio piccolo “passatempo”. Tra l’altro una delle clausole citate nel regolamento per poter rientrare tra i candidati al premio così recita: “essere dei blog che, oltre ad essere interessanti e ricchi di spunti creativi, sono anche racconti di vita di belle persone, piacevoli e divertenti da leggere".
Sono particolarmente felice di essere considerato una bella persona, se questo era l’intento. Essere blogger mi porta inevitabilmente a parlare di me stesso, al di là delle tematiche affrontate nei post, ma solo chi  mi segue assiduamente può cogliere quelle sfumature che ai visitatori occasionali sono precluse. Di conseguenza ringrazio doppiamente Lady Ghost che, oltre ad essere una delle mie prime storiche follower, ha più volte dimostrato attenzione per quello che scrivo.
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