Ci sarebbero svariati motivi per cui potrei consigliarvi di correre in edicola a comprare il numero di luglio 2020 di "Urania Collezione" prima che vada esaurito. Il primo ovvio motivo è che stiamo parlando di Robert Anson Heinlein, uno dei massimi protagonisti dell'età d'oro della fantascienza, vincitore di ben sette Premi Hugo con romanzi ormai divenuti classici del genere, quali "Stella doppia" (1956), "Fanteria dello spazio" (1959), "Straniero in terra straniera" (1961), e "La Luna è una severa maestra" (1966), titoli che qualsiasi appassionato di fantascienza dovrebbe, almeno teoricamente, aver letto e imparato a memoria.
Il secondo motivo è che questa non solo è una nuova traduzione, ma (a quanto pare) è la prima tanto attesa edizione integrale che arriva in Italia, a quarant'anni di distanza da quell'ultima, ennesima versione sforbiciata del 1982. Non posso garantirvi che sia effettivamente così, non avendo ancora letto il mio ultimo acquisto, ma confrontandolo rapidamente con la mia vecchia storica copia dei "Classici della fantascienza", non posso fare a meno di notare quella trentina di pagine in più che, unite ad altri fattori quali il formato della pagina, diventano almeno il doppio (e lasciatemi dire che una sessantina di pagine su duecento sono davvero un bel po'). Prematuro è giudicare la nuova traduzione, quella che spazza via la traduzione storica di Beata Della Frattina, che, dalla fine degli anni Cinquanta a oggi, Mondadori ha riciclato almeno tre o quattro volte.