Fox, fox, please, grant my wish... Let me win just this once.
Il terzo film della saga arriva nel 2003, e questa volta il timone passa alla regista Yun Jae-yeon. “Yeogo goedam 3: Yeowoo gyedan”, il cui titolo internazionale è “Whispering corridors 3: Wishing stairs” o più semplicemente “Wishing stairs”, non è solo la solita storia sovrannaturale ad ambientazione scolastica, ma segna anche una felice seppur minima incursione nel folclore coreano. Ingranaggio della vicenda è infatti una scalinata di 28 gradini che porta al dormitorio della scuola, la cosiddetta “scala dei desideri”: se qualcuno la sale contando i gradini, esiste la possibilità che, in particolari circostanze, possa contarne 29. Colui o colei che riesce a calpestare il fantomatico ventinovesimo gradino potrà chiedere a uno spirito-volpe di esaudire un suo desiderio, senza immaginare che per ogni desiderio realizzato ci sarà un prezzo da pagare…
Ricordate quando le volte precedenti parlammo di quelle risatine e di quei bisbigli, reali o soltanto immaginati, che si potevano sentire ovunque tra i corridoi scolastici? Quei nemmeno tanto vaghi segnali di disapprovazione o di derisione che sono stati la colonna sonora più classica dell’insicurezza degli adolescenti di tutto il mondo? Ebbene, una delle protagoniste di questo terzo episodio è una ragazza obesa vittima dello scherno delle compagne. Non c’è bisogno che sia io a ricordarvi quanto crudele possa essere l’adolescenza per chi si ritrova addosso qualche chilo di troppo, giusto? Sono certo che chiunque di noi, di voi, aveva un tempo nella propria classe un compagno o una compagna che, più di chiunque altro, veniva preso di mira per un banale discorso estetico.