mercoledì 30 aprile 2014

Phantasm Exhumed

Ebbene sì, l’ultimo giorno di aprile è ormai arrivato e con esso arriva il momento di calare il sipario su questo “Speciale Phantasm”. È stato un mese faticoso, non lo nascondo. L’idea di dedicare un intero mese ad un singolo argomento mi era balenata in testa proprio negli ultimi giorni di marzo e, per poterla mettere in pratica nel modo esatto in cui l’avevo immaginata, ho dovuto iniziare a pedalare fin da subito. La creazione dell’header, il post introduttivo e un tentativo di scaletta degli argomenti da trattare sono stati solo il punto di partenza, dopodiché è stata una maratona ininterrotta fino ad oggi. Avevo innanzitutto da riguardarmi  tutti i film, dovevo scrivere almeno cinque recensioni obbligatorie (quelle dei cinque film) più vari altri articoli “di contorno”. Alcuni, non programmati, sono stati scritti nell’entusiasmo del momento, altri invece, che forse avrei dovuto scrivere, non sono nemmeno stati abbozzati. 
Succede sempre così, quando si fanno le cose all’ultimo minuto. Sembra banale dirlo, ma è stata davvero una battaglia contro il tempo e, in più di un’occasione, ho rischiato di soccombere. Ammetto di essere andato in crisi nella prima metà del mio percorso e, di questo, ne è testimone quel post intitolato “intermezzo cosmogonico”, che è stato più che altro un metodo per ristabilire i miei equilibri e poter ripartire. Lo avevate capito, no? Non è difficile notare che quel post rappresenta un’anomalia nel quadro generale. 

lunedì 28 aprile 2014

L'opinione di Director's cult

...et voilà, gli incubi giovanili di Coscarelli si materializzano nelle ansie di questo ragazzino. E se il buon Wes aveva dato la "gatta da pelare", ovvero Freddy Kruger a Nancy, una ragazza sui 17 anni che si stava affacciando al mondo degli adulti, il buon Don decide di affidare la sua nemesi a un ragazzino di 13 anni, uno che fino a ora probabilmente lottava solo contro i brufoli e la voce che stava per cambiare. Insicuro per di più orfano. E ha una paura f****a di questo uomo alto alto alto. Altro che uomo nero....

Oggi (e solo per oggi) le celebrazioni per il 35' anniversario di Phantasm si spostano sul blog di Alessandra Muroni, alias DIRECTOR'S CULT, una cara amica che oggi ha deciso di farmi un grande regalo: quello di partecipare con un post allo speciale dedicato alla saga coscarelliana.
Alessandra nel suo articolo parte da molto lontano, raccontandoci alcuni aneddoti interessanti sul regista di origini libiche che qui sul blog, per mancanza di tempo e di spazio, non sono riuscito a sviscerare. Vi invito pertanto a fare un salto su Director's Cult e a lasciare i vostri eventuali commenti da lei. Noi ci ritroviamo poi qui tra due giorni (il 30 aprile) per il gran finale di questo Speciale Phantasm (nota: se questa fosse un'olimpiade si potrebbe organizzare una cerimonia di chiusura in grande stile, con tanto di fuochi d'artificio, ma ho paura che dovrete accontentarvi di un post lacrimoso). A presto!

domenica 27 aprile 2014

Phantasm V: ravager

Chi è il Tall Man? Quali sono i suoi obiettivi? Qual è il legame che sembra legarlo così strettamente a Mike? Esistono altri poteri latenti in Mike e avranno un loro peso nella storia? Qual è il ruolo di Reggie in tutto ciò? Queste sono solo alcune delle domande che Phantasm Oblivion, il quarto capitolo della serie, aveva lasciato in sospeso. Da allora sono passati sedici anni. Sedici lunghi anni che, con il loro lento trascorrere, hanno gettato nello sconforto milioni di fans in tutto il mondo. Quante cose sono accadute in questi sedici anni? Provate per un attimo a pensare a come eravate nel 1998. C’era ancora la lira, ricordate? E c’era ancora Wojtyla, come dimenticarlo? Di papi in sedici anni ce n’è stato un altro e un altro ancora. Il 1998 è stato l’anno dei mondiali di calcio francesi e ci sarebbero voluti altri due mondiali per quelli tedeschi che videro l’Italia trionfare (sembra passata un’eternità). Nel 1998 il nostro Pantani vinceva Giro e Tour e al cinema davano "Titanic" di James Cameron. Negli Stati Uniti Larry Page e Sergey Brin fondavano Google, senza la quale non ci sarebbe stato nemmeno questo blog. Quante cose sono successe in sedici anni! Ma a questo punto la domanda è: cosa ha fatto Don Coscarelli in tutto questo tempo? Se proviamo a cercare la risposta nella sua filmografia ci sale la depressione: in sedici anni ha diretto solo “Bubba Ho-tep” (2002), un episodio della serie “Masters of horror” (2005) e “John dies at the end” (2013). Vi sembra poco? Sì, in generale forse è un po’ pochino, ma un film ogni sette anni è più o meno la media che Coscarelli ha sempre mantenuto, no? La domanda quindi è un’altra: in tutti questi anni Coscarelli ha mai pensato ad un quinto capitolo? La risposta non può essere che “sì”, anche perché, volente o nolente, là fuori c’erano quei soliti milioni di fans che in sedici anni lo hanno ripetutamente pressato affinché si decidesse a portare avanti la saga (e magari a darle la parola fine).

venerdì 25 aprile 2014

Phans collection

Il mese di Aprile sta ormai volgendo al termine, e con esso si avvicina alla conclusione questo “curioso” esperimento che, senza un eccessivo sforzo di fantasia, ho voluto intitolare “Speciale Phantasm”. Ma c’è ancora tanto da scrivere e il limite che mi ero dato in origine (ahimè) è ormai dietro l’angolo. Molte cose, già lo so, non riuscirò a dirle ma… beh, non è ancora il momento della malinconia. La corsa continua!
Nelle scorse settimane abbiamo parlato del passato e nei prossimi giorni qualche parola la spenderemo sul futuro della saga più fantasmatica di sempre. Oggi, giusto per passare in casa questo XXV Aprile, usciamo dalla porta e andiamo a sbirciare un po’ le recensioni degli altri, cercando di capire se Phantasm ha fatto su altri blogger lo stesso effetto che ha fatto al sottoscritto. Riporterò quindi qui di seguito le parti salienti dei post degli altri, sperando che nessuno se la prenda a male.
Naturalmente, essendo migliaia i blog che parlano delle vicende del Tall Man, non posso che fare delle scelte, restringendo il campo ai soli blog italiani e, tra questi, scegliendo quei blog che per un motivo o per l’altro mi è già capitato di visitare altre volte, talvolta saltuariamente, più spesso assiduamente. È possibile che alcuni rimangano esclusi ma, si sa, sono cose che capitano.
Anche applicando la più impietosa selezione, i blog sono comunque molti per cui direi che conviene chiudere qui questa introduzione e lasciare la voce agli altri. L’ordine con cui trovate citati i blog qui di seguito è democraticamente cronologico: chi prima ha scritto di Phantasm, viene semplicemente citato per primo.

lunedì 21 aprile 2014

Phantasm IV: oblivion

Oblio [o-blì-o] - raro obblio - s.m. (pl. Oblii) - lat. oblīvĭum (sost. nt. II decl.) - Dimenticanza prolungata, completa; perdita di ogni memoria, cancellazione del ricordo: cadere nell'oblio, venir dimenticato. - Sottrarre all'oblio, richiamare alla memoria - Il fiume dell'oblio, il mitico Lete, bagnandosi nelle cui acque si perdeva la memoria.

Se la visione dei primi due sequel ci aveva quasi fatto dimenticare le decadenti atmosfere del capostipite, questo Phantasm IV sottrae definitivamente all’oblio le ragioni della nostra incrollabile fede per una saga horror che ormai possiamo tranquillamente definire leggendaria.
Erano trascorsi diversi anni dal deludente “Lord of the dead” e Don Coscarelli si era ormai del tutto convinto che quei toni da commedia umoristica che avevano fatto imbufalire gran parte dei suoi fans erano stati un errore. Solleticato dall’atmosfera post-apocalittica che lo script di Roger Avery gli aveva suggerito per un possibile (e mai realizzato) sequel, il nostro aveva iniziato a riflettere sull’opportunità di riportare Phantasm alle sue origini. La sceneggiatura di Roger Avery, come ho detto nel mio post precedente, avrebbe richiesto qualcosa come dieci milioni di dollari per essere realizzata, una somma non impossibile per l’epoca, ma decisamente ragguardevole per un film che ormai interessava solamente pochi incrollabili ammiratori. In mancanza di adeguati finanziamenti, a Don Coscarelli non rimase che tentare nuovamente la strada che era stata seguita vent’anni prima, vale a dire la “strada dell’arrangiarsi”. Con un cast ridotto al minimo (solo i personaggi “storici” avevano accettato un ruolo in Phantasm IV), una buona dose di materiale di recupero e innumerevoli mezzi di fortuna, Don Coscarelli riuscì a completare il lavoro in soli 23 giorni e con un budget di soli 650.000 dollari.

sabato 19 aprile 2014

Il capitolo fantasma

Il terzo capitolo di Phantasm, pur con tutte le sue pecche, aveva lasciato i fans in un punto maledettamente cruciale. Mike aveva abbandonato Reggie nel timore che qualcosa dentro di lui stesse cambiando, una sensazione che era nettamente molto più di una sensazione, viste le trasformazioni anche fisiche che egli aveva cominciato a notare sul suo corpo. Reggie, dal canto suo, era ancora una volta alla prese con il Tall Man e le con le sue terrificanti sfere metalliche, quando…. i titoli di coda interruppero improvvisamente la narrazione. Don Coscarelli aveva elargito nuovi ed entusiasmanti spunti alla saga di Phantasm, ma sul più bello aveva deciso di rimandare la conclusione ad un eventuale capitolo successivo. Gli anni però intanto passavano uno dopo l’altro inesorabili. Quasi venti ne erano ormai trascorsi dal primo episodio e i fans erano sempre più impazienti. Il silenzio più completo tuttavia non faceva presagire nulla di buono, anzi si andava diffondendo sempre di più la voce che il terzo capitolo fosse destinato a rimanere l’ultimo della serie. Don Coscarelli si diceva fosse caduto in depressione a causa delle pesanti critiche piovutegli addosso a causa della scelta di inserire elementi umoristici nel terzo capitolo e che, per tale motivo, avesse voluto mollare tutto. Una voce ritenuta inaccettabile dai fans i quali, se si fosse rivelata vera, si sarebbero trovati di fronte a un numero spropositato di questioni irrisolte (una voce probabilmente infondata, visto che basterebbe dare un’occhiata alla filmografia di Coscarelli per rendersi conto che il regista di origini libiche preferisce di solito far trascorrere non meno di sei o sette anni tra un film e l’altro).
Fu così che un imprecisato giorno, tra il 1995 e il 1996, uno dei fans più accaniti di Phantasm telefonò a Coscarelli e gli disse: “Ehi Don! Mi chiamo Roger Avery. Ho qui pronta una sceneggiatura per te. Ci sto lavorando da tempo, spesso tralasciando i miei tanti impegni di lavoro, ma ho deciso che dovevo portarla a termine nonostante tutto, perché credo più al mio cuore che alla mia testa. Questa è la sceneggiatura di Phantasm IV. Quando cominciamo a girare?”.

giovedì 17 aprile 2014

Phantasm III: lord of the dead

Nonostante la lunga attesa e il palpabile entusiasmo per il ritorno del Tall Man sul grande schermo, il secondo capitolo di Phantasm non ebbe un eccellente riscontro al botteghino. Perlomeno il riscontro non fu quello che la Universal si attendeva, così quando sei anni più tardi venne alla luce il terzo capitolo la voce “spese” era ritornata ad essere praticamente tutta sulle spalle di Don Coscarelli, che dovette mettere mano a tutti i suoi precedenti guadagni per poter regalare ai fans una nuova “fantasmatica” avventura.
Sebbene il budget fosse comunque nettamente superiore a quello del primo capitolo, gli spettatori più attenti non poterono fare a meno di notare gli innumerevoli stratagemmi messi in atto per risparmiare qualche soldo qua e là: la colonna sonora, per dirne una, non cambiò di una virgola (mentre, come succede abitualmente, anche se il tema rimane sempre uguale, nuovi arrangiamenti vengono introdotti di capitolo in capitolo).
Phantasm III: lord of the dead”, lo diciamo subito a scanso di equivoci, per chi scrive rappresenta il punto più basso della saga. E non solo: se già “Phantasm II” aveva fatto storcere il naso a qualcuno, questo “Phantasm III” riuscì a far imbestialire anche molti dei fans più accaniti. Una sceneggiatura inverosimile, dei dialoghi imbarazzanti, l’introduzione di nuovi personaggi fuori da ogni grazia di Dio avrebbero davvero potuto decretare la definitiva morte della serie. Fortunatamente non andò così e quattro anni più tardi, con “Phantasm Oblivion”, Coscarelli sarebbe tornato (quasi) agli entusiasmanti livelli del 1979. 
Ma questa è una storia di cui parleremo nei prossimi giorni qui sul blog. Oggi è il giorno in cui si parla di “Phantasm III” e, dannazione, qualcosa di buono riuscirò pure a farlo saltare fuori alla fine, no?

lunedì 14 aprile 2014

Phantasm II: the ball is back

Otto anni fa ebbero inizio le mie visioni. Straordinarie rappresentazioni di quanto accadrà. Visioni che mi riempiono sempre di sgomento ma che mi hanno permesso di entrare in contato con te, Mike, e di conoscere il tuo amico Reg. Purtroppo ho trovato anche lui: lo spirito del male. Non so da dove questo essere demoniaco sia venuto. Forse da un'altra dimensione. Con il suo esercito di creature mostruose distrugge le città e profana le tombe, porta via i morti e li rende suoi schiavi. Ogni giorno lo sento avvicinarsi sempre più. Lui sa che io lo vedo e so cosa ha intenzione di fare.
Otto anni dopo il clamoroso successo di Phantasm, il regista Don Coscarelli ci riprova e mette in cantiere il seguito della fortunata pellicola che lo aveva reso celebre. Lo scenario ora è completamente cambiato: la Universal Picture, avendo fiutato il business, mette a disposizione di Coscarelli tre milioni di dollari per la produzione, una somma di denaro spropositata se pensiamo a quanto poco era bastato per realizzare il primo Phantasm. Talmente grande è la voglia di ritornare a fare horror, dopo una sfortunata parentesi fantasy (Kaan, il principe guerriero, 1982), che Coscarelli infine accetta, pur nella consapevolezza di mettersi nelle mani di personaggi che finiranno per snaturare completamente l’idea originale. Quell’atmosfera onirica, cupa e angosciante che, oggi possiamo affermarlo senza ombra di dubbio, aveva trasformato Phantasm in un capolavoro, non poteva essere accettata dai nuovi finanziatori. Un cambio completo di stile era quindi necessario: non più sogni e visioni, non più illusionismi di sorta. La trama del sequel doveva essere lineare (pur introducendo alcuni accenni di novità) e non concedere il minimo spazio a possibili diverse interpretazioni (che però, nel corso della saga, continuarono ad attecchire nell’immaginario dei fan grazie agli indizi disseminati qua e là dalla sapiente mano del regista).

venerdì 11 aprile 2014

Intermezzo cosmogonico

...imperocché Iddio compose il mondo di tutto il fuoco e acqua e aria e terra, non lasciando fuori niuna parte o valore di niuno di quelli. In prima, perché il mondo fosse, quanto poteva, animale perfetto, e di perfette parti; e, oltre a ciò, perché fosse uno, non essendo lasciata materia donde generare si potesse un altro simigliante: e poi ancora perché egli fosse senza morte e vecchiezza; avvisando bene Iddio, che il caldo, il freddo e tutte l'altre cose che hanno forte possanza, stando di fuori ai corpi e quelli fuori di tempo assalendo, li sciolgono, e, inducendo morte e vecchiezza, sí li fanno venire a corruzione. Per tal cagione e ragione Iddio lo fe' uno e tutto, compiuto e di compiute parti, e perpetuamente sano e giovine; e diedegli figura alla natura di lui assai convenevole. E da poi che all'animale deputato a raccogliere dentro sé tutti gli altri animali quella figura si conveniva, la quale dentro sé raccoglie tutte le figure; per questo lo torniò in forma di SFERA, il mezzo da ogni parte rimoto dagli estremi egualmente, dandogli di tutte le figure quella piú perfetta e simigliante piú a sé medesima (Platone, Timeo)

lunedì 7 aprile 2014

Phantasm, l'origine della specie

Cosa rispondereste, di primo acchito, se qualcuno vi chiedesse il nome di una celebre saga horror? Sono quasi certo che alla maggior parte di voi verrebbe in mente Nightmare, oppure Hellraiser, oppure Halloween, oppure ancora Venerdì 13. Qualcuno forse se ne verrebbe fuori con Scream, e forse alcuni originaloni potrebbero citare addirittura Chucky, la bambola assassina. Sono convinto di non sbagliarmi se azzardo che, su cento persone interpellate, a nessuna di queste verrà in mente “Phantasm” di Coscarelli.
La ragione è forse molto semplice: sebbene con il trascorrere degli anni si sia elevato a stato di cult, perlomeno secondo l’opinione di ristrette schiere di fans, ciò che innegabilmente non possiamo dire di “Phantasm” è che sia, appunto, celebre. Avevo di ciò già un vago sospetto, lo devo ammettere. Sospetto che, nei giorni scorsi, mi si è tramutato in certezza leggendo i commenti che alcuni di voi hanno lasciato ai post precedenti. Le domande a questo punto sono due: 1) Cosa trasforma una serie horror in un cult universale? 2) Cosa è mancato a Phantasm per essere rimasto relegato ai confini dell’olimpo?
Ad entrambe le domande non ho una risposta, anche se è facile notare delle evidenti analogie tra i titoli citati in apertura: saghe horror come Halloween e Nightmare rientrano tutte nel sottogenere horror conosciuto come “slasher”, secondo le cui regole, precise e immodificabili, un inarrestabile villain mascherato (spesso orrendamente sfigurato) si diletta a far strage di adolescenti idioti poco inclini alla sopravvivenza. Gli slasher, per loro stessa natura, nascono già con la prospettiva della serializzazione: come ben sapete, infatti,  il cattivone di turno, anche se ucciso, sbudellato, decapitato, tritato o maciullato, risorge inevitabilmente (e soprattutto inspiegabilmente) nell’ultima scena prima dei titoli di coda, preannunciando il proprio ritorno grossomodo nel giro di un anno (tanto quanto serve per raccogliere quattro soldi e produrre l’ennesimo sequel). È forse questa la chiave del successo? È solo questione di una… come dire… sapiente strategia di marketing?

giovedì 3 aprile 2014

Un ragazzino e i suoi fantasmi

Questa storia l’ho già raccontata altre volte su questo blog, ma sono passati più di due anni dall’ultima volta e dubito che qualcuno se la ricordi, anzi, dubito addirittura che qualcuno possa averla mai letta. È la storia di un ragazzino delle scuole medie che vedeva nascere dentro di sé una delle passioni che lo avrebbero accompagnato per sempre: quella del cinema. C’era una sala a 100 metri da casa mia dove trascorrevo le domeniche pomeriggio, a volte con qualche amico, più spesso da solo, sgranando gli occhi sognanti di fronte ad inarrivabili eroi. Erano gli anni di Guerre Stellari e della Febbre del Sabato Sera. Allora non era strano che un bambino potesse avventurarsi al cinema da solo. Il mondo non era come oggi, pieno di maniaci assassini e stupratori di bambini (o forse c’erano anche allora, ma noi eravamo più spensierati e incoscienti di quanto siamo oggi), per cui i miei genitori mi permettevano tranquillamente di uscire da solo il pomeriggio e rientrare per l’ora di cena. I soldi della mia misera paghetta settimanale finivano tutti in quella sala cinematografica di paese, che resistette per diversi anni alla crisi del settore (ad un certo punto tentò di salvarsi passando al porno, per poi chiudere definitivamente i battenti alla fine degli anni Ottanta). Oggi credo abbia che in quegli spazi abbia trovato posto una banca, ma non ne sono nemmeno certo. Il cinema di quei tempi era incredibilmente vario: guardavo di tutto, dalle sparatorie dei western agli inseguimenti dei mitici polizieschi all’italiana con Maurizio Merli, dalle scazzottate di Bud Spencer ai gialli di Dario Argento. Se penso che oggi i bambini di 10 anni si impaludano con Harry Potter e i Transformers, ebbene direi che sono davvero contento di essere nato (ben oltre) 40 anni fa.

martedì 1 aprile 2014

La celebrazione di un mito

Aprile è un mese importante per The Obsidian Mirror. Fu proprio nell’aprile di tre anni fa, infatti, che questo spazio aprì i battenti e si affacciò, dapprima timidamente, poi con sempre maggior sicurezza ed entusiasmo nel fantastico mondo del blogging. Solitamente, ve ne sarete accorti, non festeggio i miei compleanni (e d’altra parte non festeggio nemmeno quelli “veri”). Preferisco di gran lunga festeggiare direttamente i “centenari”, così come ho fatto in occasione della pubblicazione del centesimo e del duecentesimo post, perché mi sembra un modo più appropriato di sottolineare un traguardo.
Quest’anno invece avevo voglia di fare qualcosa di diverso, qualcosa che possa rendere questo mese di aprile un mese diverso dagli altri. Lo avrete già intuito, non si tratta di un post auto-celebrativo nel quale vi sciorino addosso risultati e statistiche a nastro. È vero, avrei anche potuto farlo, non ci sarebbe stato forse nulla di male o di insolito ma, vedete, anche la sola idea di mettermi a guardare il numero di visite o il numero di commenti, o cercare di capire quale sia stato il post più letto e il meno letto… insomma, non ne avevo proprio voglia. E se la cosa annoia me, ho pensato, come può anche vagamente interessare qualcuno dei miei amati lettori?
L’idea di questo progettino mi è venuta proprio ieri, ed è per questo che mi trovate qui a battere furiosamente le prime idee su questa tastiera per cercare di arrivare puntuale all’appuntamento del primo di aprile. Quello che inizia oggi, e proseguirà per tutto il mese di aprile, è un enorme speciale dedicato ad una delle saghe horror più importanti del cinema, la saga di PHANTASM, ideata da quel vecchio volpone di Don Coscarelli. Una saga probabilmente meno famosa di altre (come possono essere, per esempio, Halloween o Nightmare), ma senza ombra di dubbio la saga horror preferita da chi scrive. Avrò modo nei prossimi giorni di raccontarvi anche le origini di questa mia passione, ma in questo post introduttivo mi limiterò a spiegare i motivi di questa scelta.
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