domenica 20 dicembre 2015

Arriving Somewhere...

Siamo giunti così anche all’ultimo post del 2015 per Obsidian Mirror, l’ultimo prima della tradizionale sosta natalizia. Ancora poche righe e ci scambieremo gli auguri e ci diremo arrivederci al 2016, ma prima di farlo ci tengo a scambiare le consuete quattro chiacchere con voi.
Oddio, in questo momento mi sento un po’ come il Presidente della Repubblica in procinto di fare il suo discorso di Capodanno. Starò mica dando questa impressione? Forse conviene che mi fermi un attimo, che mi prenda un bel respiro, magari che mi faccia un giro nell’altra stanza, mi spalpotti un po’ la Piera dopo averla strappata dal suo termosifone rovente (immagine a lato), e poi che ricominci da capo.
Ecco fatto. Spalpottamento completato.
Dicevamo? Dicevamo di Obsidian Mirror e del suo post del cazzeggio prenatalizio… Ah, le chiacchiere! C’è bisogno di una sana dose di quelle chiacchiere che, me ne sto rendendo conto proprio di questi tempi, mancano da un bel po’ da queste parti. Mesi e mesi impegnato a parlare di Yellow Mythos e di Orizzonti del reale e mai, dico mai, una sana chiacchiera degna di un sano Bar Sport. Starò mica diventando noioso? Ditemelo! Perché alla soglia dei cinquant’anni la trasformazione in un bipede barboso potrebbe anche essere una conseguenza naturale del mio ciclo vitale. Dite di no? Eppure sento che c’è qualcosa che non funziona come dovrebbe. Percepisco una strana sensazione che non saprei definire a parole. Il sottoscritto blogger, che si sta avvicinando lentamente al suo quinto anno di attività, non sta rispondendo come vorrebbe alle sollecitazioni esterne. Colpa mia, che per qualche ragione sto vivendo non troppo bene un periodo non esattamente esaltante.

martedì 15 dicembre 2015

Lo strano caso di Elisa Lam (Pt.3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Elisa Lam era sola quel giorno? Da chi si nascondeva? Stava fuggendo da qualcuno? Che ne è stato di lei quando è sparita dal campo visivo della telecamera? E soprattutto, quali sono state esattamente le circostanze che l’avrebbero portata in quella maledetta cisterna sul tetto dell’edificio? 
A tutte queste domande tenteremo oggi di dare una risposta. 
Abbiamo visto, nei giorni precedenti, di quanti e quali indizi si siano arricchite le speculazioni di chi ha cercato a ogni costo di trovare una soluzione all’enigma del video registrato dalla telecamera di sorveglianza. Su alcuni di questi vale la pena soffermarsi; altri particolari sono invece più che altro il frutto della follia paranoica dei tanti piccoli Dylan Dog che infestano la rete. Tra questi, la pretesa di voler vedere in quella “strana nebbiolina” visibile al minuto 3:05 i contorni di un volto demoniaco e, giusto per non farsi mancare nulla, il volto di uno dei serial killer che anni prima avevano alloggiato al Cecil Hotel. In questo caso siamo ben oltre un semplice fenomeno di pareidolia, ma siamo anche davvero oltre la soglia del ridicolo. Molto più significativa è invece l’evidenza del taglio apportato al video di Elisa prima che questo venisse diffuso in rete.

giovedì 10 dicembre 2015

Lo strano caso di Elisa Lam (Pt.2)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Come aveva potuto Elisa Lam recarsi non vista sul tetto dell’hotel dato che tutti gli accessi, porte e scale, risultavano chiusi a chiave? Come aveva potuto gettarsi dentro un serbatoio praticamente inaccessibile? Ma soprattutto, cosa si nasconde dietro quel video ripreso dalla telecamera interna a circuito chiuso?
Considerato il fatto che quel video è l’unica cosa che abbiamo, proviamo a riguardarlo, analizzarlo un pezzetto alla volta e vediamo cosa riusciamo a cavarne fuori (per il video tenete sottomano il mio post precedente).
Il video mostra le porte dell’ascensore che si aprono e pochi istanti dopo appare Elisa Lam (minuto 0:04). Gli abiti che le vediamo indossare, per inciso, sono gli stessi che saranno ritrovati galleggiare nell'acqua della cisterna accanto al suo cadavere, il che suggerisce l’ipotesi che il video possa risalire al giorno stesso della sua morte. La osserviamo entrare nell’ascensore, voltarsi verso la pulsantiera e (minuto 0:09) mettersi a pigiare furiosamente diversi tasti (ne conto almeno cinque o sei): Elisa si porta quindi sul fondo della cabina, mentre le porte dell’ascensore sembra che accennino a chiudersi (0:13), senza però riuscirci. In questi primi 13 secondi abbiamo già assistito a due episodi inspiegabili che possibilmente, prima della fine di questo post, dovranno essere chiariti: 1) perché Elisa preme tutti quei pulsanti? 2) perché le porte non si chiudono?

sabato 5 dicembre 2015

Lo strano caso di Elisa Lam (Pt.1)

Sembra quasi strano come taluni argomenti a volte sembrino reclamare il loro spazio sul blog in maniera così prepotente. Non capita più così spesso come all’inizio, ma ancora oggi succede che mi imbatto in una notizia, ne rimango folgorato e leggo voracemente tutto quello che c’è da leggere in giro; poi inizio a rimuginarci sopra la notte prima di addormentarmi e, quasi in automatico, la mattina successiva mi metto davanti alla tastiera e finisce che ne vengono fuori cinque o sei pagine ricolme di pensieri e riflessioni. È il caso della vicenda di Elisa Lam, o meglio delle misteriose circostanze che portarono alla morte di una ragazza ventunenne, tra le mura di un hotel di Los Angeles, nel febbraio di due anni fa. Ammetto, tra le altre cose, che non avevo mai sentito il nome di Elisa Lam fino a poche settimane fa, quando una visitatrice anonima di Obsidian Mirror la nominò in un commento, altrettanto anonimo, a un mio vecchissimo post. È proprio grazie a tale imbeccata che oggi sono qui a cercare di ricostruirne la vicenda. 
Tutto ebbe inizio in un giorno d’inverno come tanti altri e, se non fosse per un particolare agghiacciante, che di lì a poco avrebbe innescato la miccia mediatica, la vicenda di Elisa Lam si sarebbe rapidamente spenta nel silenzio come migliaia di altri casi di cronaca, uno dei tanti casi che inondano quotidianamente la stampa locale e che spesso si risolvono nel nulla. Quella volta però andò diversamente.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...