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sabato 30 gennaio 2021

Lampadedromie

Apocalisse (o apocalissi) s. f. [dal lat. apocalypsis, gr. ἀποκάλυψις «rivelazione»]. – 1. Titolo o designazione di scritti, canonici o apocrifi, contenenti rivelazioni relative ai destini ultimi dell’umanità e del mondo: l’A. di Abramo, di Mosé, di Paolo, di Pietro, ecc. In partic., il libro che ha questo titolo, accolto nel canone del Nuovo Testamento, attribuito tradizionalmente a s. Giovanni Evangelista. 2. fig. Come termine di riferimento o di confronto, catastrofe, rovina totale, fine del mondo, in frasi quali: visione d’a.; una notte da a.; sembrava venuto il tempo dell’apocalisse, e sim. (Treccani).
In questi ultimi tempi si parla di apocalisse un po' a sproposito. Viene facilmente da pensare, e questo lo ammetto, che la fine dell'umanità, contrariamente a quanto si pensava, stia avvenendo gradualmente attraverso una non meglio identificata pandemia, che ci spinge un giorno dopo l'altro verso un baratro di disperazione economica e sanitaria davanti al quale abbiamo già ampiamente dimostrato la nostra pochezza. Un'apocalisse come questa in realtà l'abbiamo già vissuta infinite volte e ogni volta in qualche modo ci siamo risollevati, perdendo magari qualche anno di vita, sacrificato in nome di un ideale che non sempre è stato il nostro. Penso alle guerre, alle carestie, alle grandi pestilenze del passato, in un arco di tempo che va dalle piaghe d'Egitto di quattromila anni fa ai più recenti genocidi in Ruanda o nella ex-Jugoslavia, ma più che altro penso a emergenze "minori" come, per chi se la ricorda (io avevo sei anni), la famosa austerity che fu imposta al nostro paese nel 1973, nel corso della quale, allora come oggi, furono penalizzati trasporti, cinema e ristoranti (della serie "il lupo perde il pelo")...

mercoledì 6 gennaio 2021

Traditi dalla fretta #22

Apriamo gli occhi e ci ritroviamo catapultati nel 2021, l'anno, secondo l'opinione generale, del sospirato ritorno alla normalità. Mentre aspettiamo che questa presunta normalità magicamente si realizzi, continuiamo il nostro percorso sul blog provando a far finta che il mondo là fuori non sia andato in malora. 
Avrete forse notato che, per la prima volta nella sua storia, The Obsidian Mirror non ha rispettato la sua tradizionale pausa natalizia. Ciò è dovuto più al caso che a una vera intenzione: l'ultimo post dell'anno sarebbe dovuto uscire la vigilia di Natale, ma vista la gustosa occasione, giunta improvvisamente, di poter presentare il più recente corto di Luigi Parisi, ho fatto slittare la scaletta arrivando in tal modo a ridosso del Capodanno. A questo punto, mi sono detto, tanto valeva proseguire senza interruzioni. In fondo, considerata la frequenza di pubblicazione che mi sono imposto, interrompere avrebbe significato far saltare un unico post, il che non avrebbe poi fatto molta differenza. Tanto vale uscire ora con una nuova puntata di "Traditi dalla fretta", che, come ho già detto altre volte, a livello di impegno personale porta via davvero molto poco. Anche perché, detto tra noi, negli ultimi mesi del 2020 ho annotato davvero un sacco di novità da segnalare e attendere ancora sarebbe stato stupido. E poi, stanotte dovrebbe essere arrivata la Befana! Chissà mai che nella sua calza non ci sia almeno una tra le cosettine elencate qui di seguito...

martedì 9 luglio 2019

Traditi dalla fretta #14

Nonostante non sia passato poi così tanto tempo dalla precedente, la pubblicazione di una nuova puntata di "Traditi dalla fretta" era necessaria in questa seconda settimana di luglio. Le cose da presentare sono ancora una volta numerosissime, ma fondamentalmente non sono solo quelle il motivo.
C'è innanzitutto da precisare che vi sto scrivendo da una spiaggia, quella che mi sono scelto per trascorrere in assoluto relax queste vacanze estive 2019. E su tale spiaggia mi tratterrò per un'intera settimana ancora.
Ovviamente non è vero che mi sono portato un computer sotto l'ombrellone: fortunatamente esiste un concetto che si chiama "programmazione" e che ho ignobilmente utilizzato per simulare la mia presenza in rete quando, al contrario, mi sto facendo allegramente i fatti miei.
Era comunque necessario farsi vivi anche solo per annunciare che il blog, nonostante il parere contrario del suo amministratore, avrà presto intenzione di prendersi una vacanza ancora più lunga, tipo fino alla fine di agosto. Tanto sappiamo tutti bene quanto desolata sia la blogosfera in questo periodo.
Una pausa quindi servirà per mettersi a produrre nuovo materiale per la nuova stagione senza l'angoscia di dover per forza pubblicare qualcosa il giorno dopo. Ci saranno solo un paio di eccezioni a questa pianificazione (un paio di post da qui a fine luglio, già scritti e programmati), ma giusto per onorare degli impegni che mi ero preso precedentemente. Verso i primi di settembre ci sarà poi anche qui il tradizionale appuntamento con la Notte Horror...

lunedì 3 settembre 2018

Traditi dalla fretta #8

Lasciatoci alle spalle anche il mese di agosto, è tempo di un nuovo episodio di Traditi dalla fretta, la nostra ormai classica rubrica di segnalazioni il cui scopo è quello di fare il punto su tutto ciò che è stato detto e fatto mentre l'autore di questo blog si faceva i fatti suoi altrove.
Con il mese di agosto si è concluso anche quel piccolo esperimento di riproposizione di materiale già apparso anni fa nel vecchio e ormai abbandonato blog Obsploitation. Non resta a questo punto che l'ardua domanda: com'è andata? Difficile dirlo. Se dovessi guardare solo alle statistiche di blogger, dovrei dire che è stato un disturbo che mi sarei tranquillamente potuto evitare.
In realtà, non avendo una pietra di paragone (ad agosto, gli anni passati, questo blog ha sempre chiuso per ferie) non saprei dire se i risultati siano quelli tipici del mese più fiacco dell'anno oppure se siano maggiormente dovuti alla noia di ritrovarsi davanti a delle repliche, seppur riproposte a distanza di tempo dalla loro prima pubblicazione.
Comunque siano andate le cose, a questo punto poco importa andare a scervellarsi con i dettagli. Era in ogni caso un'operazione necessaria per poter rilanciare adeguatamente Obsploitation, nella nuova forma che andremo insieme a scoprire nel tempo che manca alla fine di questo 2018. Nel frattempo lasciatemi mettere da parte il cinema, che ultimamente ha fin troppo monopolizzato il blog e che, non posso che ammetterlo, sta iniziando a provocarmi un rigetto da sovradosaggio. Discorso accantonato, passiamo oltre.

mercoledì 6 giugno 2018

Traditi dalla fretta #6

Lasciato alle spalle lo speciale collettivo "Pleasure of Pain", con tutto il clamore che da esso è derivato, è tempo di riprendere il filo del discorso lasciato interrotto mesi fa per i motivi che ormai anche i sassi conoscono.
Una nuova puntata di "Traditi dalla fretta" è a questo punto necessaria (e oserei dire anche prevedibile), sebbene mi ci voglia un pochino più di impegno per riuscire a stilare una lista delle cose interessanti che mi sono perso dall'ultima volta.
Ma prima di arrivare al dunque lasciatemi spendere due parole sulla famigerata GDPR che, immagino, avrà colto di sorpresa la maggior parte di noi dilettanti del blogging.
In realtà sono due anni che nell'azienda dove lavoro si sente parlare della nuova normativa. Inizialmente solo piccoli sussurri di una cosa remota e di conseguenza evanescente; poi, con il passare dei mesi, i sussurri hanno lasciato spazio a voci sempre più moleste, con tanto di leggende metropolitane che avrebbero dipinto la GDPR come il male assoluto, l'inizio della fine dei giorni terreni di tutti noi, catturati, legati e imbavagliati da una normativa talmente rigida da non lasciare più spazio nemmeno a un respiro. Oggi che ho le idee un po' più chiare posso finalmente affermare che l'inizio della fine non era poi un concetto del tutto campato per aria.

lunedì 16 ottobre 2017

Quella diabolica Hollywood...

No, non è solo una vostra impressione: ancora una volta, la terza nel giro di un mese, questo blog apre le porte del suo salotto ad un graditissimo ospite.
Lungi da me far concorrenza al monumentale Nick Parisi, il vicino di blog che ha fatto delle sue interviste un marchio di fabbrica, questa recente tendenza a lasciar carta bianca a scrittori ed editori deriva semplicemente dal fatto che, forse come mai prima d'ora, quest'estate ho infilato una fortunatissima serie di letture strepitose.
Il classico progetto di scrivere una relazione "in pillole" di tutte le mie letture da spiaggia (cosa che tra l'altro era sempre stata mia abitudine fare) mi aveva però un po' annoiato e, quest'anno, così tanto per cambiare, ho preferito lasciar perdere e concentrarmi su poche cose, accuratamente selezionate, in maniera più approfondita.
L'estate è finita da un bel pezzo, osserverà giustamente la maggior parte di voi, ma i tempi biblici sono una caratteristica a cui uno "slow blog" come questo non può rinunciare... e per questo motivo eccomi ancora qua.
L'ospite di oggi, come probabilmente avrete intuito, è Fabio Lastrucci, vecchia conoscenza di Obsidian Mirror (ne avevamo parlato qui), scrittore, illustratore e, me ne accorgo solo oggi, anche scultore. Fabio ci racconterà la genesi di uno dei suoi lavori più complessi, quel "L'estate segreta di Babe Hardy" recensita su questo blog solo pochi giorni fa. Nello specifico con Fabio parleremo di quel parterre di personaggi che ne costituisce l'ossatura e di alcuni di quegli inside jokes disseminati nella storia, come omaggi alla cultura e all'immaginario pop. Buona lettura!

venerdì 13 ottobre 2017

L'estate segreta di Babe Hardy

Le labbra di Laurel si deformarono sotto un’incontenibile pressione interna per esplodere infine in una fragorosa risata che lo squassò a lungo. Era una cascata senza freni. L’attore si batteva convulso le mani sulle ginocchia, risucchiava aria con dei ragli asinini, poi riprendeva a ridere con maggiore intensità. Rimasto spiazzato per qualche secondo, Hardy si drizzò in tutta la sua statura, offeso come non mai. «Non vedo proprio cosa ci sia da ridere.»
Sono secoli che non guardo un film comico. Sarà forse che la comicità degli ultimi decenni mi deprime come una riunione di marketing a ferragosto, ma è un dato di fatto che le grasse risate che mi facevo un tempo guardando quei vecchi film con Sordi, Troisi o il principe De Curtis non riesco davvero più a concepirle. 
E pensare che Totò e i suoi compari non avevano nemmeno bisogno di battute: erano capaci di divertire anche solo con la mimica facciale. Ho citato Totò, ma la mia mente inevitabilmente ritorna al cinema dei pionieri, a quelle maschere tragicomiche che erano i Ridolini, i Charlie Chaplin e i Buster Keaton. Ma molto più di questi ultimi, non me ne vogliano i loro eventuali epigoni, da bambino io amavo Stanlio e Ollio e le loro imprese.

giovedì 11 maggio 2017

Da zero a infinito

Tutto iniziò [...] nella biblioteca del professor Kohen, il cuore pulsante della sua casa. La biblioteca era una stanza austera, poco luminosa, foderata da alte scaffalature in noce. [...] Edizioni rare, curiosità del mondo letterario, riviste esaurite in pochi numeri e ignote anche ai lettori più attenti. [...] Tra essi, il pezzo forte erano i libri della collana «Uroboros», la serie di pubblicazioni più interessanti che il professore possedesse nella loro completezza. Si trattava di una sessantina scarsa di titoli, mai più ristampati, usciti a Parigi per i tipi delle scomparse edizioni «Keter» a cavallo tra il 1946 e il 1965. [...] Le pagine di «Uroboros», rappresentavano un laboratorio di idee nel quale la saggistica e la narrativa più eccentrica trovavano un’adeguata cornice. Molto tempo e molto denaro erano occorsi per ricostruire pezzo dopo pezzo, questo arabesco della cultura del Novecento. Lui c’era riuscito e ne andava fiero. Fu una sorpresa tutt’altro che gradita quindi ricevere la notizia portata da Myriam insieme alla dannazione che implicitamente questa accompagnava. Esisteva un numero «0» che aveva preceduto verso la fine del 1945 la serie regolare conosciuta.
Da zero a infinito. Zero come il tempo che mi è bastato per capire che questo testo, recensito in ogni dove sul finire dello scorso anno, faceva al caso mio. Infinito come il tempo che ho impiegato, tra un impegno e l'altro, a intraprendere questa avventura in quindici tappe che Fabio Lastrucci ha pianificato per me e per tutti i suoi lettori.
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