domenica 21 agosto 2011

Hwaseong Murders

Tra le migliaia di serial killers che si sono avvicendati su questo mondo, spargendo sangue e terrore un po' ovunque nei cinque continenti, le imprese di uno in particolare sono ancora avvolte nel mistero. Non solo perché lo stesso caso è rimasto irrisolto ma anche perché sul web non vi si trovano che pochi brevi accenni.

Il "Thursday Night Killer", anche conosciuto come "Rainy Night Killer", (proprio perché colpiva solo di giovedì, e solo nelle notti di pioggia) iniziò la sua carriera omicida nell'ottobre del 1986 e proseguì indisturbato il suo macabro lavoro fino all'aprile del 1991, lasciando dietro di sè 9 vittime, tutte donne, scegliendole apparentemente a caso (spaziava dalle adolescenti alle anziane). L'unico collegamento tra le vittime sembra fosse il loro abbigliamento: si dice che tutte indossassero qualcosa di rosso (ma forse questo particolare è più una leggenda metropolitana che un fatto documentato).

Il Thursday Night Killer ha messo in scena tutti i suoi omicidi nella città di Hwaseong, nella provincia sudcoreana del Gyeonggi (non lontano da Seoul). Trecentomila agenti furono coinvolti nelle indagini e oltre tremila sospetti vennero interrogati e rilasciati. Tutto questo inutilmente: il killer continuò imperterrito a farsi beffe della polizia. Le vittime furono aggredite, immobilizzate, stuprate e infine soffocate con la loro stessa biancheria intima. Solo dopo la nona vittima si prese la decisione di sottoporre i fluidi organici trovati sulle vittime (saliva, sperma) al test del DNA. Il materiale fu inviato in Giappone, unitamenbte ad alcuni campioni prelevati dai principali indiziati.
In Korea, negli anni Ottanta, così come quasi dappertutto (con l'eccezione di USA, Inghilterra e Giappone) non si aveva a disposizione la tecnologia necessaria per effettuare tali test. Ai nostri giorni il mostro di Hwaseong non avrebbe probabilmente alcuna opportunità di farla franca.
Inutile dire che il test del DNA non ebbe successo: il confronto dei liquidi biologici rinvenuti sui cadaveri non trovarono alcun riscontro nei campioni forniti.
Il killer nel frattempo sparì dalla circolazione. I delitti terminarono fino all'Aprile del 2004, quando una nuova vittima, uccisa con le stesse modalità utilizzate dal Thursday Night Killer, fu rinvenuta in città. Questo nuovo delitto, tuttora insoluto, fu attribuito allo stesso esecutore.

In realtà probabilmente si trattò di un episodio isolato, da attribuirsi ad un copycat (un imitatore), visto che proprio l'anno precedente i delitti del mostro di Hwaseong tornarono agli onori della cronaca grazie al film "Memories of Murder". Magistralmente diretto da Bong Joon-ho (The Host, Barking Dogs Never Bite) ed interpetato da Song Kang-ho, una delle figure più carismatiche del modermo cinema coreano (Sympathy for Mr. Vengeance, Antarctic Journal), la pellicola affronta nei minimi dettagli il caso del dal Thursday Night Killer, lasciando comunque un po' di spazio alla fantasia, più che altro nel tentativo, perfettamente riuscito, di rendere più drammatico il finale.
Quello che più volte viene sottolineato dal "Memories of Murder" è l'approccio colpevole della polizia al caso: la polizia è impreparata, non ha né le risorse umane né i mezzi tecnici per affrontare delitti di tale gravità. Il detective Park, che conduce l'indagine, si affida a logiche di investigazione discutibili e a brutali metodi di interrogatorio.
Il messaggio che filtra è che, per la polizia, non importa catturare IL colpevole: bisogna catturare UN colpevole (sperando che i delitti cessino per chissà quale inspiegabile coincidenza). Il film attribuisce inoltre l'insuccesso del test del DNA ad una maldestra manipolazione delle prove da parte degli inquirenti. Il killer fu probabilmente identificato ma non vi furono elementi sufficenti per trattenerlo. Su un forum studentesco, un locale afferma che "they never caught him, but everyone knows who he is". Non mi stupisce.
Oggi i delitti, tranne quello del 2004, sono caduti in prescrizione. Sono sufficienti 15 anni, secondo la legge coreana, affinché il colpevole non sia più imputabile (anche nell'ipotesi che spunti fuori dal nulla, confessando i delitti compiuti).


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