venerdì 25 novembre 2011

Morire di esorcismo

Oggi non è fiction l'argomento di cui scriverò. Non è la mia solita recensione di un film o di un libro, non è un post incentrato su un mito o di una leggenda. non è nulla di tutto questo. Quello che riporterò, per quanto incredibile, è un fatto di cronaca avvenuto in Giappone lo scorso agosto. Ho deciso di catalogare l'argomento di oggi sotto l'etichetta "Crimini", perché è di questo esattamente ciò di cui stiamo parlando, più che di "Follia" come si potrebbe pensare in prima istanza. Il fatto è avvenuto nella prefettura di Kumamoto, un'isola meridionale del Kyushu, ed è stato riportato sul sito internet del quotidiano locale Yomiuri Shimbun. Protagonisti della vicenda una ragazzina di 13 anni, Tomomi, e i suoi due carnefici, il cinquantenne Atsushi Maishgi, padre della stessa, e il cinquantaseienne Kazuaki Kinoshita, monaco di una setta pseudo-buddista conosciuta col nome di Nakayama Shingo-Shoushuu.
Il fenomeno "Nakayama Shingo-Shoushuu" è tutt'altro che trascurabile considerato che, secondo il Cultural Affairs Agency, la sua storia risale al 1952, quando fu riconosciuta come associazione religiosa ufficiale. Attualmente può vantare circa 350 tra chiese e templi in tutto il paese, con 305.555 affiliati censiti alla fine del dicembre 2008.

Tomomo soffriva di disturbi fisici e mentali. Dopo aver portato la figlia da numerosi medici, senza successo, i genitori si sono affidati al monaco, che dopo aver guardato la piccola ha fatto la terribile diagnosi: la bambina era posseduta da spiriti maligni. Per liberarla, il monaco aveva suggerito di sottoporla ad un rito di purificazione, di derivazione shintoista, basato sull'uso dell'acqua. I due avrebbero praticato alla ragazzina il cosiddetto "trattamento della cascata", cioè l'avrebbero legata a una sedia con delle cinture e avrebbero effettuato delle aspersioni con acqua, non limitandosi però ad immergere la giovane nell'acqua benedetta (come avviene per esempio nel rito cattolico del battesimo). La pratica, per inciso, consiste nel pompare acqua dal sottosuolo, spingerla fino a un’altezza di circa due metri e mezzo, e lasciarla ricadere sul volto della persona che si trova seduta sotto. Secondo il quotidiano Yomiuri, il trattamento si sarebbe ripetuto per un centinaio di volte a partire da marzo (i registri della scuola di Kumamoto certificherebbero che la giovane mise di frequentare le lezioni già dallo scorso aprile).

Alle 9 di sera dello scorso 27 agosto, i due "esorcisti" avrebbero ripetuto per l'ennesima volta la "cerimonia", gettandole sul volto acqua per circa cinque minuti. Nel corso della "seduta", mentre il padre tratteneva il volto della giovane sotto il violento getto, il monaco in trance ipnotica, recitava la Sutra, testo sacro delle religioni buddiste e induiste. In quelle circostanze, Tomomi avrebbe perso conoscenza. Portata d'urgenza in ospedale, la ragazza è morta nella notte per soffocamento. "Mia figlia era posseduta da uno spirito maligno. Le abbiamo praticato il trattamento della cascata per farla guarire. Dal momento che non voleva, l'abbiamo legata con la forza alla sedia", ha affermato il padre. "Non si tratta - ha protestato - di violenza".

Leggo su altri blog o siti di news-online titoli sul genere "Morta a 13 anni per un esorcismo finito in tragedia". Sono molto perplesso. Un "esorcismo finito in tragedia" è una contraddizione di termini. Un esorcismo non è qualcosa di concreto che può andare a buon fine oppure no. Un esorcismo è una boiata. Una pratica ottusa che pseudo-sacerdoti di qualunque confessione (non è ahimè un'abitudine esclusivamente cattolica), riescono a mettere in pratica solo perché c'è qualche tordo che si lascia intortare. Il sito del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) riporta quanto segue: "Il fenomeno di possessione è solo la conseguenza di una credenza religiosa è non ha alcun fondamento in ambito scientifico; in ogni tradizione religiosa il fenomeno si esprime diversamente seguendo le regole della propria cultura. Un cristiano può ritenere di essere posseduto dal demonio, mentre uno sciamano può affermare di ospitare gli spiriti appartenenti alla sua tradizione (spirito del mare, della foresta ecc.). Nonostante la teologia tenti di definire criteri precisi grazie ai quali si possa diagnosticare una possessione, quali avversione al sacro, linguaggio incomprensibile, cambiamento di personalità ecc., non esistono dati oggettivi e i suddetti criteri sono perfettamente inquadrabili nell'ambito di varie forme di disturbi psicopatologici ben conosciuti."

Che dire quindi? Perché, mi chiedo io, nessuno dice le cose come stanno? Perché continuiamo a permettere a questi stregoni legalizzati di usare violenza psicologica (e non solo) nei confronti dei più deboli? Perchè, come riporta il Corriere Veneto, nella sola Diocesi di Verona ci sono addirittura 13 esorcisti (anzi, "ministri della consolazione", come si definicono loro). Sono davvero necessari? Dove diavolo sono tutti questi indemoniati? O forse, al giorno d'oggi, è la paura del demonio ad essere in aumento? Se è così perchè fare intervenire uno che si definisce esorcista? Sarebbe come curare le scottature con un accendino. Mandateci uno psicologo. E da dove deriva. mi chiedo, tutta questa paura del demonio? La risposta è che alcune Diocesi hanno sviluppato negli ultimi tempi un davvero efficace piano di marketing. Quelli della Apple hanno tracciato il solco. Il prodotto non si vende? Smettiamo di creare prodotti e cominciamo a creare bisogni. Bisogni che la gente non sa di avere. Una volta creato il bisogno, ecco che arriva il prodotto che soddisfa il bisogno. Il prodotto che la religione vende meglio è la paura. E questo lo sa bene chi fa della paura il proprio strumento di lavoro. Vero?

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