martedì 20 marzo 2012

The Human Centipede

Era lì da un po’ tra i titoli da vedere, ma per qualche motivo non mi decidevo a guardarlo. Forse sapevo che la mia fidanzata non avrebbe gradito molto e temevo di dovermelo vedere da solo. Forse avevo paura che fosse una boiata incredibile oppure che, al contrario, ne sarei uscito devastato. Ora posso confermarlo: la visione del film è sicuramente disturbante ma lo trovo meno stupido di quello che potrebbe sembrare.
Diretto dall’olandese Tom Six (autore di boiate quali "Gay in Amsterdam" del 2004), questo "The Human Centipede (First Sequence)" era già considerato un cult prim’ancora della sua uscita, grazie alle anticipazioni e al passaparola mediatico tra gli appassionati.
Protagonista indiscusso del film è l'attore tedesco Dieter Laser che, proprio grazie a questa pellicola, fu meritatamente insignito del premio come miglior attore protagonista nell'edizione 2009 dell'Austin Fantastic Fest. Dieter Laser interpreta qui la parte di un ex chirurgo tedesco di fama internazionale, divenuto famoso in carriera per interventi di separazione sui gemelli siamesi. Il nostro "eroe", oggi in pensione, coltiva un folle e macabro sogno: compiere il processo inverso, unendo insieme i corpi, attraverso gli orifizi bocca-ano, di tre malcapitate vittime, con il fine ultimo di creare un mostruoso centopiedi umano (tecnica che ha già sperimentato sui suoi tre cani, anzi sul suo tricane… ahah). I prescelti sono due turiste americane e, per par condicio, un giapponese.

L'idea del film, ci racconta in un'intervista lo stesso Tom Six, nasce da una commento fatto anni prima, tra amici, guardando un notiziario che raccontava una brutta faccenda di pedofilia. Qualcuno disse: "Bisognerebbe prendere questi porci e, per punizione, cucire loro la bocca al culo di un camionista obeso". Tutti in quel momento pensarono che si trattasse di un'immagine orribile. Ed effettivamente come concetto non è proprio una roba all'acqua di rose. Tuttavia avrebbe potuto essere un fantastico soggetto per un film horror. E così fu. Lo stesso regista ci racconta, in un'intervista, di come l'idea prese forma: "Volevo realizzare un centipede umano che fosse assolutamente realistico dal punto di vista medico, così contattai un vero chirurgo qui in Olanda e gli esposi la mia idea. All'inizio, naturalmente, mi prese per un pazzo scatenato ma poi, essendo lui un accanito cinefilo, decise di aiutarmi nel mio progetto. Si mise a progettare l'operazione proprio così come verrà rappresentata nel film. Sarabbe stato davvero in grado di creare il suo centipede umano ma, ovviamente, bisognerebbe essere malati per farlo davvero. Per quanto riguarda il casting, la scelta di Dieter Laser fu facile. Lo avevo visto in altre pellicole e, per la parte del Dr. Heiter, non mi veniva in mente un volto più appropriato. Difficile è stato invece trovare le ragazze: la maggior parte di loro fuggiva a metà audizione. Alcune decisero di provare, ma cedettero di fronte all'ostacolo più duro: quello di girare quasi tutto il tempo in ginocchio con il naso attaccato al sedere di un altro attore. Alla fine si presentarono Ashley Williams e Ashlynn Yennie che sono poi le ragazze che potete ammirare nel film."

L’originalità non è il piatto forte di questo film, si sprecano infatti i soliti luoghi comuni: si parte da due ragazze in un bosco di notte che forano una gomma. Naturalmente dove capita? In un punto dove i loro cellulari (ma che sorpresa) non ricevono. Le due stordite decideranno saggiamente di lasciare la loro macchina sicura e di mettersi a vagare nella foresta: si perderanno quasi istantaneamente e, com'è logico, inizierà ad  infuriare un temporale come mai si era visto negli ultimi 20 anni.
Quand'ecco che, improvvisamente, si ritroveranno di fronte alla casa del dottore tedesco cattivo, che si intiusce subito che è un maniaco ma chissà perché le uniche che non se ne accorgono subito sono proprio le due ragazze.
Però il mad-doctor di questo film non è il solito mostro che con la scusa dell’operazione chirurgica si diverte a macellare le sue vittime senza arte né parte: no, lui cerca in quest’operazione uno sfogo per il suo immenso ego (lo si capisce bene quando descrive con orgoglio alle tre vittime che cosa sta per fargli, con tanto di dettagliata presentazione powerpoint) e si diverte poi ad educare il suo nuovo “animale domestico”. Tutto sommato, però, diverte.

Comunque, abituato come sono a film sempre più estremi, visivamente parlando, non mi stupisco più nel constatare che alla fine quelli che mi restano più impressi non sono necessariamente quelli con più sbudellamenti, ma anzi quelli che riescono ad essere cattivi senza mostrare granché, dal punto di vista del gore, ma fanno leva più sulla degradazione morale (del cattivo) e fisica (dei poveracci che diventano le sue vittime). Nel caso in questione anche sullo schifo, perché ciò che implica la pratica chirurgica a cui i tre malcapitati protagonisti vengono sottoposti è davvero rivoltante...

Forse l’idea alla base del film è stata concepita solo per dare una parvenza di originalità ad un film che altrimenti sarebbe nella media dei prodotti del genere. Eppure, aldilà di tutto ci sono dei momenti anche commoventi, come quando il ragazzo asiatico si scusa perché deve cag... ehm... defecare. Ci sono dei momenti di pura poesia, cosa che non sempre mi capita di vedere nel file dell’orrore: quando le due amiche, che non possono parlare, si stringono le mani per consolarsi della comune sventura. Ci sono poi dei momenti strazianti, mi viene in mente la scena delle tre vittime che si scorgono nello specchio e soprattutto le scene finali, quando una delle due ragazze rimane sola e si dispera, il sipario cala e noi non possiamo fare a meno di domandarci se arriveranno i soccorsi e quando, e se per allora lei sarà ancora sana di mente (il pensiero che possa sopravvivere neppure ci sfiora e comunque la pietà ci impedisce di sperare che sia così).
Ho letto che questo titolo farà parte di una trilogia e, pur senza aver visto il secondo capitolo (The Human centipede 2: Full Sequence), che è già uscito in America, mi auguro che finisca qui. Spero non diventi un franchise perché la cosa mi dispiacerebbe, secondo me era un esperimento che non andava ripetuto, ma tant’è. Nel frattempo, per le menti più ciniche, è sato realizzato il videogame e, per le menti più distorte, la versione x-rated. Per stomaci forti.

2 commenti:

  1. Non ho il coraggio di guardarlo. Ne resterei turbata, lo so. Più che altro temo si tratti della squallida rappresentazione della degradazione umana. Purtroppo il cinema ce ne ha mostrate di altre. Opere del genere non hanno il mio apprezzamento (chiedo scusa virtualmente a Pasolini ma anche Salò o le 120 giornate di Sodoma sono tra quelle), ma mi colpisce che sul post scrivi che lo hai trovato meno stupido dell'idea che si può avere inizialmente. MI fido del tuo parere ma credo che non lo guarderò.

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    1. Ci sono delle immagini di Salò che forse sono ancora più disgustose di quelle viste in questo film. Capisco benissimo le tue perplessità: è un film che richiede una certa preparazione psicologica...

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