giovedì 6 marzo 2014

I fantasmi di Fyvie

Fyvie, Fyvie, thou’se never thrive, as lang’s there’s in thee stanis three.There’s ane intill the oldest tower, there’s ane intill the ladye’s bower,there’s one aneath the water-yett, and thir three stanes ye’se never get.

Il racconto che avete letto solo qualche giorno fa è frutto della fantasia del blogger qui presente, ma i personaggi descritti, con la sola eccezione della voce narrante, sono realmente esistiti e proprio di essi e delle loro vicende vi narrerò oggi. La leggenda alla quale mi sono ispirato è una delle più note nella contea dell’Aberdeenshire (Scozia orientale) e lo scenario in cui avvengono i fatti è il medievale castello di Fyvie, nei pressi dell’omonimo villaggio.
Due parole sul castello vale la pena spenderle, visto che si tratta di uno dei più belli di tutta la Scozia. La storia del Fyvie Castle risale al 1200, quando venne posata la prima pietra, ma i lavori di costruzione continuarono per oltre tre secoli, grazie agli sforzi congiunti di cinque famiglie, i Gordon, i Leith, i Meldrum, i Preston e i Seaton, ognuna delle quali, nel tempo, si occupò della realizzazione di una delle cinque torri oggi visibili. ll castello, nel corso dei secoli, è passato da una famiglia all'altra, e dal 1984 è di proprietà del National Trust for Scotland che lo rende visitabile al pubblico, assieme ai magnifici giardini circostanti, nel corso dei mesi estivi. Caratterizzato da una vasta collezione di armi, ritratti e armature, il Fyive Castle è soprattutto famoso per una bellissima scala a chiocciola in pietra, oltre che naturalmente per i suoi fantasmi e per la maledizione che grava sui suoi abitanti.

Ma prima di narrare i fatti relativi a Lady Drummond, avvenuti nel tardo 1500, è necessario fare un salto indietro di ben tre secoli. In quegli anni un temutissimo mago, profeta e negromante di nome Thomas the Rhymer, famoso per il suo pessimo carattere, manifestò il suo interesse per il castello e annunciò la sua intenzione di visitarlo. Inviò quindi un messaggio ai residenti chiedendo loro di tenere le porte del castello sempre aperte sino al suo arrivo. Terrorizzati dalle conseguenze che la mancata osservanza di tale richiesta avrebbe potuto comportare, gli abitanti del castello aprirono le porte e le mantennero spalancate fino all’arrivo del mago, che avvenne, bontà sua, solo sette anni e mezzo più tardi!
Ma quel giorno tanto atteso successe un fatto imprevedibile: mentre il temuto ospite era ormai giunto in prossimità del cancello principale, un’improvvisa folata di vento fece sbattere le grandi porte del castello, che si chiusero praticamente in faccia al visitatore. Il mago interpretò l’episodio come un insulto alla sua persona e, infuriato, lanciò una maledizione contro il castello.
Fyvie, Fyvie, thou’se never thrive, as lang’s there’s in thee stanis three.There’s ane intill the oldest tower, there’s ane intill the ladye’s bower,there’s one aneath the water-yett, and thir three stanes ye’se never get! (Fyvie, Fyvie, tu mai prospererai, finché ci saranno quelle tre pietre in te. Una è nella torre antica, una nel salottino della signora, una sotto la chiusa per l’acqua. E quelle tre pietre non le troverai mai).

Il mago faceva riferimento ad una diceria popolare secondo la quale tre pietre usate per la costruzione del castello sarebbero state rubate dalla vicina chiesa. La maledizione dunque avrà fine quando tutte e tre le pietre saranno tornate al loro posto originale. Una di essere pare sia stata identificata e si trova oggi in bella mostra sotto una teca. Ma delle altre, soprattutto della terza, presumibilmente trascinata lontano dalla corrente del fiume, non c’è nessuna traccia. Il che equivale a dire che la maledizione non potrà mai essere vanificata (come d’altra parte lo stesso mago aveva predetto). Ma in cosa consisteva questa maledizione? Il significato delle parole “tu mai prospererai” è stato compreso solo con il trascorrere del tempo, quando ci si è resi conto che nessuna donna, tra le tante signore del castello che si sono succedute, è mai stata in grado di generare un figlio maschio. E così accade da ormai otto secoli.

Facciamo nuovamente un salto in avanti nel tempo e torniamo alla già accennata leggenda legata alla figura di Lady Drummond. Poco più che ventenne, Lilias Drummond andò in sposa ad Alexander Seaton, signore di Fyvie e conte di Dumferline, nel 1592. Nel corso degli anni la coppia mise al mondo cinque bebè, ma inevitabilmente furono tutte femmine.
Dopo nove anni di matrimonio, la notte dell’8 maggio 1601 Lilias Drummond morì in circostanze mai chiarite. Oggi si è concordi nel ritenere che la donna venne assassinata dal suo stesso marito il quale, sentendosi privato del tanto auspicato erede maschio, ormai da tempo dedicava le proprie attenzioni a Lady Grizel Leslie, una giovinetta conosciuta in una contea non molto distante. Non ci è dato sapere se la giovane amante sia stata a conoscenza, o addirittura complice, dell’omicidio della rivale, ma è singolare il fatto che i due convolarono a nozze il 27 ottobre dello stesso anno, solo pochi mesi dopo il delitto.

Una targa posta in quella che oggi viene ricordata come la “Drummond Room” ricorda gli avvenimenti e accenna alle circostanze che sarebbero all’origine della singolare scritta incisa sul davanzale della finestra di quella stessa stanza, una scritta ancora oggi ben visibile ai visitatori del castello. Ho usato l’aggettivo “singolare” perché il modo in cui quell’incisione venne realizzata resta tutt’oggi avvolto nel mistero. La scritta riporta il nome della defunta, D. LILIEN DRVMMOND, dove D. significherebbe “Dame” e Lilien, anziché Lilias, sarebbe  semplicemente una storpiatura dialettale del nome di battesimo della donna. Tale scritta è rivolta verso l’interno, su un davanzale posto a 15 metri di altezza, lungo una parete priva di appigli. Di conseguenza, chiunque abbia inciso quel nome o era un fenomenale equilibrista, oppure era in grado di volare. Oppure, era uno spettro.

Successe la prima notte dopo le nozze della nuova coppia, proprio in quella camera sulla quale i due avevano ripiegato a causa di lavori in corso nella torre. I due sposi si congedarono dai propri ospiti e si prepararono a  trascorrere nell’intimità le ore successive. Le cronache riportano che fu per entrambi una notte da incubo: singhiozzi e lamenti si udivano provenire dall’esterno, da un punto oltre la finestra, pianti che proseguirono per tutta la notte, senza che se ne riuscisse ad identificare la causa. Si udivano anche altri strani rumori, quasi dei graffi, come se qualcuno o qualcosa di invisibile stesse grattando contro i vetri. Ma la cosa più terrificante sarebbe apparsa agli occhi dei due sposi soltanto la mattina successiva quando, affacciatisi alla finestra, avrebbero visto il nome di Lady Drummond inciso nella pietra.

Un fantasma pazzo di gelosia che non tollerava la nuova situazione? Un fantasma vendicativo o semplicemente un fantasma innamorato? Ancora oggi, quattro secoli dopo, numerosi testimoni affermano che il fantasma di Lady Drummond, nelle spoglie di una misteriosa ed eterea figura femminile in abito verde, continua ad aggirarsi tra le sale del castello, in particolar modo nelle settimane a cavallo tra settembre ed ottobre.
Ma Lady Drummond, la cosiddetta “dama verde”, non è l’unico fantasma ad infestare il Fyvie Castle: ci sarebbe anche una misteriosa “dama grigia”….
Successe negli anni venti del secolo scorso. Alcuni operai, addetti alla ristrutturazione del castello, scoprirono dei resti umani occultati dietro un muro. Nessuno fu in grado di identificare quei miseri resti che, da un esame sommario, risultarono appartenere ad una giovane donna la cui identità si è persa col trascorrere dei secoli. Le cronache del tempo ci raccontano che a quelle povere ossa fu impartita benedizione e sepoltura nel vicino cimitero. Se fossimo in un film horror, probabilmente la questione si sarebbe risolta così, tutti allegri, felici e contenti. Ma qui le cose andarono esattamente nella maniera opposta: dopo la sepoltura strani fenomeni cominciarono a turbare la serenità dei visitatori del castello. Un fantasma di donna, di grigio vestita, avrebbe iniziato ad apparire quasi tutte le notti nei corridoi, nella sala da pranzo, oltre le finestre. L’impressionante serie di episodi ebbe termine solo quando venne deciso di riesumare lo scheletro e di riposizionarlo nel luogo dove era stato per secoli, dietro una parete che oggi, per volere della proprietà, non è più possibile identificare.

P.S.: Ho scattato personalmente le immagini a corredo di questo post nell'agosto 2013. Altre immagini le trovate su Flickr

21 commenti:

  1. Accidenti! Sono post come questi che mi fanno amare questo blog!

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    1. Come quella pubblicità anni Settanta dei Jesus Jeans? Chi mi ama mi segua! (anche se lì il motivo era un attimino diverso). Grazie.

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  2. Il racconto l'avevo letto, l'altro giorno, ma siccome ero di fretta non l'ho commentato.
    Bellissima questa retrospettiva, amo molto le "maledizioni" o le "profezie". Mi ha ricordato una leggenda di qui, della mia zona. Quando tre chiese si "vedranno" si scatenerà l'apocalisse.
    In questo caso, spero che come per la mattonella trascinata dal fiume, anche qui la profezia sia vanificata dall'impossibilità geofisica XD

    Moz-

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    1. Interessante questa faccenda delle tre chiese! Spero tanto che ci sia una montagna in mezzo... PS: quali sono?

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    2. Sì, c'è parte della catena del Gran Sasso :p
      Sono due eremi e una chiesa vera e propria.

      Moz-

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    3. Il Gran Sasso non sarà l'Everest ma credo che per un po' possiamo stare tranquilli ^_^

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    4. Ahahaha, il problema è che non fa da barriera, semplicemente uno di questi eremi è su, e tra vallate e cazzi vari non dovrebbe guardare una chiesa :p

      Moz-

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  3. Chissà perché il mago attese proprio sette anni e mezzo per presentarsi al castello? Sette anni e mezzo poi è l'età di Alice quando va nel paese delle meraviglie...

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    1. Forse perché i mezzi di trasporto nel 300 non erano efficienti, o forse semplicemente perché il mago era uno str###o che amava farsi desiderare. Personalmente propenderei per la seconda ipotesi.

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  4. Il castello è proprio bello, davvero. Comunque, potrebbero sfruttare questa leggenda: si potrebbe offrire la signoria "ad honorem" del castello per una sola notte a tutte le donne (e rispettivo consorte) che vogliono a ogni costo avere una figlia femmina ;-)

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    1. ll castello è meraviglioso ed è un peccato che, a parte qualche scatto "rubato", non mi sia stato permesso fotografare gli interni. La tua idea non è da scartare: si potrebbero fare buoni affari, specialmente in questo periodo a cavallo dell'otto marzo.

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  5. Che dire, sai sempre come rendere interessanti fantasmi, maledizioni & affini :)

    La storia della Dama Grigia è decisamente curiosa. Chissà per quale motivo questa giovane donna è così legata al castello...
    Tra l'altro, mi piacerebbe un sacco visitarlo, Fyvie. Prima o poi farò un bel viaggio in Scozia.

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    1. Ciò che è davvero strano è che la dama grigia sia legata ad un luogo (un vano nel muro) dove immagino che fu costretta contro la sua volontà.... a meno che.... a meno che non fu una sua precisa scelta, quella di farsi murare.

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  6. Bellissimo post, davvero interessante! Questa è una meta che devo assolutamente aggiungere ai miei giri!

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    1. Lieto di aver suscitato il tuo interesse. Fyvie è sicuramente una meta da includere in un eventuale viaggio in Scozia. Il problema è che, al pari di Fyvie, ci sono decine di altre mete imperdibili e, a meno di non avere un mese di ferie tutto di fila, a qualcosa bisogna per forza rinunciare. Benvenuto sul blog, by the way!

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  7. Certo che il mago avrebbe avuto bisogno di un orologio... ;-) Le tue foto del castello sono molto belle, poi con quel cielo imbronciato sono ancora più suggestive. Dopo aver letto della notte da terrore trascorsa dai due sposini, penso che rinuncerò del tutto alla mia idea di trascorrere la notte nel castello infestato. Ma il davanzale con la scritta rivolta verso l'interno è visibile nelle tue foto?

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    1. Oh sì, la foto del davanzale l'ho pubblicata nel post precedente a questo

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    2. Ah, eccola, ora l'ho vista! Grazie mille. Mi riservo di leggere anche il racconto nella prossima tornata.

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