A questo punto è giunto il momento di riepilogare cosa sappiamo di Odino. Primo, Odino è un dio che presiede alla guerra e alla caccia ma, poiché come detto sopra padroneggia i segreti delle rune, non deve sorprendere che sia associato anche alla poesia, alla magia e alla divinazione; è saggio e onnisciente e inoltre – questo è particolarmente interessante - viene considerato uno psicopompo, avrebbe cioè la funzione (propria ad esempo di Hermes/Mercurio e di Osiride) di transitare i defunti nella residenza ultraterrena – il Valhalla, per l'appunto. (Le analogie fra i due dei non finiscono qui, ma non voglio andare troppo fuori tema.)
Torniamo ora al nostro film. Il viaggio di One-Eye, Are e dei vichinghi, nella nebbia e tra gli stenti, ha tutte le caratteristiche della sovrannaturalità. È possibile che tutti i personaggi - tranne, forse, Are - siano deceduti durante la traversata e che all'approdo si trovino non in un luogo reale, ma nell'aldilà. Un aldilà che ognuno di loro interpreta come può, in base all'evoluzione spirituale raggiunta in vita, un aldilà che sconcerta e spaventa: i guerrieri cristiani sono terrorizzati dall'inferno, mentre One-Eye accetta il proprio ruolo di demiurgo e si autoimmola. Wrath, ira, era una caratteristica di Odino, ed è anche il sentimento che inizialmente guida tutte le azioni di One-Eye. Il sentimento che lo tiene in vita. Poi però qualcosa cambia, e l'intravedersi di uno scopo nella sua esistenza stempera quest'ira, la annichila. Se One-Eye è Odino o una reincarnazione di Odino, allora quelle all'inizio del film sono premonizioni di qualcosa che gli accadrà poi ed ecco perché alla fine soccombe senza combattere: la lotta non ha senso perché lui non esiste più, è già morto. Al contrario di alcuni degli altri che continuano a brancolare nel buio, ne è consapevole. Intraprendendo quel viaggio ha già determinato il suo destino.
Certo, se penso che inizialmente il regista aveva pianificato di far terminare il film con la scomparsa di One-Eye a bordo di un'astronave dopo un’epica battaglia con i nativi, ne devo dedurre che forse il simbolismo e le idee che Winding Refn aveva in mente erano ben altre...
Ma la storia offre altre chiavi di lettura, per molti versi anche opposte. Da un lato c’è chi pensa che questo sia innanzitutto un film antireligioso e anticristiano (i personaggi cristiani non sono “evoluti” e le loro azioni sono guidate dalla sete di gloria e di potere, mentre One-Eye il pagano è l’unico a conservare la lucidità e a comportarsi altruisticamente anche se questo significa, per lui, non poter entrare nel Valhalla, dal momento che rifugge la battaglia; la natura scatena paure e fobie che il dio dei cristiani non è in grado di combattere, in buona sostanza un dio pagano è più utile del dio cristiano in certi frangenti; ecc. ecc.).
Un’altra ipotesi vedrebbe il film come il resoconto di una sorta di percorso iniziatico; in questa visione cristologica, One-Eye sarebbe l’agnello di Dio che nei simbolici panni della sua primigenia incarnazione (il pesce) attraversa il mare per rinascere morendo nell’altro mondo (d’altronde il film si svolge durante quella che secondo la concezione gioachimita delle “tre Età” della storia sarebbe già l’Era del Figlio, ovvero l’Era dei Pesci, che precede la famosa Era dell’Acquario…). Questo sarebbe avallato dalle scene (nella prima parte e alla fine del film) in cui One-Eye viene ripreso sott'acqua, come in una sorta di battesimo (che quindi servirà a liberarlo, e non solo metaforicamente: è quando si immerge la prima volta che l'uomo trova la punta di lancia che gli servirà per liberarsi dai suoi carcerieri). Col suo sacrificio finale – sacrificio significa appunto "rendere sacro" – One-Eye riesce nell’intento di portare con sé dall’altra parte anche i suoi compagni di avventura (anticamente distruggere il corpo fisico di un individuo equivaleva a fargli intraprendere un viaggio spirituale verso l’aldilà per riunirsi agli dei e agli spiriti dei loro antenati. Siccome quegli uomini sono cristiani, entrano in una sorta di purgatorio nel quale purificarsi prima di poter procedere oltre).
Nessuna di queste interpretazioni è del tutto convincente perché, soprattutto ad una visione ripetuta, ci sono sempre dei particolari che sembrano stonare, contraddire tutto ciò che si è supposto in precedenza. Forse la cosa migliore da fare quando si approccia un film del genere è semplicemente farsi travolgere dalla bellezza delle immagini e non porsi troppe domande? Non so, ma per me il bello del cinema è anche questo. Ci sono film che ti danno tutte le risposte e che addirittura cercano di insegnarti qualcosa, e altri che si accontentano di lasciarti con delle domande aperte, perciò penso che continuerò con le mie indagini da piccolo investigatore cinefilo. Dopotutto il bello del cinema, a volte, è il mal di testa del giorno dopo.
Visto che siamo in argomento: un tuo parere sulla serie "Vikings"?
RispondiEliminaVorrei risponderti ma Vikings è ancora lì in attesa di essere guardata... :(
EliminaA me le prime due stagioni sono piaciute da matti, Nick. Attendo la terza con l'acquolina in bocca ;) A te che impressione ha fatto?
EliminaHo visto la prima stagione e mi è sembrata una delle migliori produzioni di questi ultimi anni!
EliminaMa guardati anche la seconda, Nick!
EliminaMigliora.
questa serie (di recensioni) è stata per me il valhalla rising delle recensioni: tante immagini, tante sensazioni, tanti pensieri, tutto mescolato insieme perfettamente, tutto amalgamato per dare un gustosissimo risultato. Gran bel lavoro
RispondiEliminaIl Valhalla Rising delle recensioni? Wow! Grazie!
Eliminate lo meriti, soprattutto dopo una recenzione tripartita e così ben approfondita! :D
EliminaHa una simbologia molto forte, questo film! Mi hai proprio convinto!
RispondiEliminaMoz-
E cosissia! Attendo un tuo commento post-visione, allora. E se sarà negativo andrà bene lo stesso... ehehe
EliminaBel post davvero, TOM. Questo breve ciclo è stata una progressione in crescendo e sono contento di essere riuscito a trovare il tempo per rimettermi in pari. Sul cinema concordo con te (Truffaut permettendo :D :D): è bello poter scavare.
RispondiEliminaQuesto è un post che in altri tempi avrei pubblicato in un colpo solo o massimo in due. Dividerlo in tre parti è stato un esperimento che pare abbia funzionato. Grazie per esserti messo in pari così alla svelta. Io di solito non sono così bravo con i blog del mio blogroll...
EliminaMa sai amico mio che ero convinta di avere già commentato questo tuo post..
RispondiEliminaSenza dubbio l'ho letto o mi sono scordata di premere il tasto "Pubblica"..
Altro periodo "particolare " per me , devi scusarmi...
Un gran bel post , critica fatta su di un argomento per niente facile...
Non è solo il bello del cinema avere mal di testa il giorno dopo, spesso la vita stessa , ti porta ad averlo tutti i giorni per un motivo o per l'altro!
Un abbraccio forte!
Avevi commentato la seconda parte del post. Può essere che ti ricordi quello? Mah.
EliminaAnyway.. interessante il concetto della vita che "ti porta ad avere il mal di testa il giorno dopo".... mi sa che hai proprio ragione.
Condivido la tua opinione. E' bello darne una lettura che ne esalti certi aspetti, magari offrendo una prospettiva diversa a quella con cui lo si è visto la prima volta. Secondo me un film che come questo fa uso massiccio di simbolismo si può dire riuscito quando si presta a molte interpretazioni, anche imperfette, anziché una sola, perché vuol dire che si instaura uno scambio di idee fra autore e, in questo caso, spettatore. Personalmente, faccio un passo indietro, non essendo certo uno a cui piace scavare, ma apprezzo lo sforzo, quando si parla di un film che ho visto ed emergono tante cose a cui magari non ho fatto caso.
RispondiEliminaNon so se si è capito ciò che ho scritto! :P
Succede spesso nella letteratura. Raramente nel cinema. Ti sei spiegato benissimo.
EliminaIo "Valhalla Rising" non l'ho ancora visto, ma di certo ora ho voglia di guardarlo il prima possibile. Neppure lo conoscevo (il che è strano, perché Mads Mikkelsen è un attore che apprezzo moltissimo e quindi sto cercando di recuperare i film in cui recita).
RispondiEliminaComplimenti davvero anche per questa "trilogia". Gli spunti che porti sono molti, e benché mi abbiano fatto venire in mente un paio di cose, penso di dover prima vedere la fonte (ovvero il film) prima di sbilanciarmi. Comunque - mi ripeto - complimenti davvero.
Grazie. Adesso però sono proprio curioso di saperne di più su "quel paio di cose" a cui accenni.
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