mercoledì 21 gennaio 2015

Ore d'orrore: il lupo mannaro (Pt.1)

Superata indenne la boa del nuovo anno, il piccolo chimico torinese torna ad essere protagonista sulle pagine di Obsidian Mirror con il terzo appuntamento con l'attesissima rubrica "Ore d'orrore" che, se non vi dice nulla, vi invito a recuperare cliccando sull'etichetta omonima.
Dove eravamo rimasti? Avevamo incrociato la spada prima con il conte Dracula, il principe dei vampiri, e in seconda battuta avevamo fatto i conti con il mostro di Frankenstein. Entrambi brillantemente sconfitti grazie alla magiche arti oratorie del nostro fiero alleato. Ma ora? Cosa ci aspetta questa volta? Forse un nuovo pericolo sta avvicinandosi a noi comuni mortali? Oggi è una notte di luna piena, lo avevate notato? E lo sentite anche voi questo pungente profumo di fiori d'aconito? Se due indizi fanno una prova allora i nostri dubbi non possono che lasciare spazio alle certezze: questa volta il nostro blogger senza blog dovrà combattere contro un temutissimo lupo mannaro, un avversario il cui morso non lascia scampo. Finora abbiamo scherzato, ma questa volta speriamo davvero che chi si è fatto carico della nostra difesa abbia davvero considerato la devastante ferocia del nostro avversario. I proiettili d'argento? Sono stati preparati? Tutto a posto? No, era solo per chiedere, non è che non ci fidiamo.....

Ore d’Orrore, a cura di Marco Lazzara
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“Ci ha aggrediti un lupo mannaro nella brughiera, siamo stati assaliti da un lupo mannaro, da un licantropo! Io sono morto, una morte anormale, e sono costretto a vagare su questa terra finché la maledizione graverà su di me!” (dal film Un Lupo Mannaro Americano a Londra)

Licantropia

Secondo la leggenda, la licantropia è una maledizione che porta chi ne viene colpito a trasformarsi, volontariamente o meno, in animale, tipicamente in lupo. Esistono però anche casi inversi, ovvero di animali che si trasformano in uomini.
Nell’immaginario collettivo è però proprio il lupo l’animale a cui viene associata più di frequente la licantropia. Il termine stesso viene dal greco e vuol dire “uomo-lupo”. Sinonimo è lupo mannaro, dal latino volgare lupus hominarius, cioè “lupo simile all’uomo”. In francese è loup garou, mentre in tedesco werwulf e in inglese werewolf. È detto wilkolak in Polonia, vulkolak in Bulgaria, varcolac in Romania. Notare l’assonanza coi nomi di alcuni vampiri dell’est europeo, vrykolaka e wurdulak, un primo indizio che leggende su vampiri e licantropi sono correlate.

È inoltre da notare che lupo mannaro e licantropo non sempre sono sinonimi: infatti nelle leggende popolari il lupo mannaro è talvolta semplicemente un grosso lupo antropofago, a volte di natura mostruosa, e talvolta chiamato semplicemente mannaro. Si può allora distinguere tra lupo mannaro, che si trasforma contro la propria volontà, e licantropo, che si può trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la componente umana della ragione.

Folklore in giro per il mondo

Nella mitologia di diverse parti del mondo molte divinità, oltre che indovini, sciamani, streghe e stregoni, sono in grado di trasformarsi in animali, lupi compresi. Spesso le leggende sono sovrapposte a quelle sui vampiri, in quanto anch’essi possono trasformarsi in diversi animali, tra cui lupi.
Il primo licantropo di cui si narra è il malvagio re Licaone. Nelle Metamorfosi Ovidio racconta che Zeus andò da lui travestito, in modo da accertarsi della sua empietà, e Licaone, per sapere se l'ospite fosse davvero una divinità, fece servire al banchetto carne umana. Per punizione Zeus lo trasformò in un feroce lupo, destinato a cibarsi di carne umana.
Nell’antica Roma il lupo mannaro veniva chiamato versipellis, in quanto si credeva che la pelliccia del lupo rimanesse nascosta all'interno del corpo dell’uomo, che poi si rivoltava nella trasformazione.
In Scandinavia il folklore parla delle mara: se una donna a mezzanotte compie un preciso rituale, partorirà i propri figli senza alcun dolore; ma tutti i maschi saranno degli sciamani, mentre tutte le femmine delle mara, donne che possono assumere l’aspetto di mostri metà umani e metà lupi.

Gli indiani Pawnee si ritenevano imparentati coi lupi e usavano anche ricoprirsi delle loro pelli per andare a caccia, col valore simbolico di impadronirsi delle doti del predatore. Dopo la scoperta delle Americhe, i coloni europei sostenevano che la licantropia fosse una maledizione dei pellerossa, dovuta all'incrocio di sangue dovuto ai matrimoni misti o agli stupri da loro compiuti nei confronti degli indiani, mentre altri sostenevano fosse la punizione divina per aver accettato scambi con loro. I nativi americani credevano invece che la licantropia fosse una malattia o una maledizione portata dall’uomo bianco.

In Argentina e Paraguay esiste la leggenda del lobizon, in cui si narra che il settimo figlio maschio di un settimo figlio maschio nascerà uomo-lupo. A questo proposito, molto interessante è il mito di Luison, settimo e ultimo figlio di Tau (spirito maligno della mitologia Guaranì), il più maledetto dei suoi orribili figli. Era di aspetto orrendo, metà cane, ed era sempre accompagnato dall’odore di morte e decomposizione. Era chiamato “il signore della notte” e il suo habitat erano cimiteri e altri luoghi legati alla morte, in quanto la sua fonte di cibo erano cadaveri e carne in putrefazione. Si diceva che il tocco della sua mano fredda e umida era segno certo che i propri giorni erano contati: Luison aveva in poche parole la stessa funzione della Morte Personificata del folklore europeo. Inoltre se Luison passava attraverso le gambe di una persona, questa si trasformava in un essere dall’aspetto simile a lui. Con l'arrivo dei coloni europei il mito di Luison cominciò a mescolarsi con la leggenda del lupo mannaro, al punto che perse le sue associazioni con la morte e il suo aspetto cambiò somigliando a quello del licantropo. Nei racconti più moderni Luison caccia vittime alla luce della luna per cibarsene e la sua maledizione può essere trasferita ad altri tramite il morso.

Come diventare lupi mannari

Le leggende sono spesso concordi nell’affermare l’origine diabolica del licantropo, che viene spesso associato con streghe ed eretici, ma non è l’unica.
Per tutto il Medioevo si ritiene che per trasformarsi volontariamente in lupi si debba ricorrere alla magia. Si deve indossare una pelle di lupo, e l’importante è che la testa sia intatta, se possibile con ancora il cranio inserito a supporto dei denti. La pelle non è quella di un comune lupo, ma deve essere una veste maledetta, consegnata da Satana, spesso in cambio dell'anima. A volte può però bastare anche solo una cintura confezionata con la pelle.
Si possono anche usare unguenti o filtri magici. Uno dei componenti fondamentali è quasi sempre il grasso di lupo, a volte mescolato con sostanze tossiche o dagli effetti psicotropi (come estratti di belladonna). Uno dei più noti filtri magici conteneva cicuta, semi di papavero, oppio, zafferano, assafetida, solano, prezzemolo e giusquiamo, e andava in parte spalmato sul corpo e in parte bevuto. Non è difficile immaginare che l’assunzione di un simile intruglio potesse portare alla psicosi e ad assumere un comportamento animalesco.
Ulteriore sistema è bere "acqua licantropica", cioè raccolta nelle impronte lasciate da un uomo-lupo.

La volontarietà di queste trasformazioni fa sì che possano avvenire in ogni ora del giorno o della notte. Il plenilunio assume invece importanza nelle trasformazioni involontarie. Questa idea è stata poi ripresa e ritenuta fondamentale nella maggior parte delle leggende, ma vi sono tradizioni (ad esempio in Calabria) secondo cui il licantropo si può trasformare anche durante il novilunio.
Secondo le leggende della Barbagia (regione della Sardegna), un uomo che ha commesso una grave colpa si può invece trasformare nelle notti di luna piena, in un erchitu, un bue bianco con due grosse corna d'acciaio. Questa creatura vaga per le strade del paese, scortata da un corteo di diavoli; quando si ferma di fronte a una casa muggisce per tre volte: secondo la tradizione, il padrone di quella casa è condannato a morire entro l'anno.
La tradizione molisana indica che sia lupo mannaro colui che nasce la notte di Natale a cavallo della mezzanotte o il giorno dell’Epifania: si tratterebbe di una sorta di maledizione divina per punire un gesto quasi blasfemo. Per impedire ciò, il padre deve incidere una croce sotto la pianta del piede del bambino per i tre Natali successivi, utilizzando un ferro rovente.
Nella tradizione abruzzese chi si addormenta rivolgendo il viso scoperto alla luna piena può diventare licantropo.
Venire maledetti da una strega, come anche da un santo o da una persona venerabile, può portare alla licantropia.
La maledizione può essere dovuta anche a piante velenose. La tradizione dell'est Europa avverte di stare lontani dai fiori neri, che, secondo la versione moldava, crescerebbero di preferenza vicino a cimiteri: il nero è un colore che le infiorescenze in natura non assumono (non attira gli insetti impollinatori), indica quindi origine diabolica.
Molti sono dunque i modi per diventare licantropi, ma l'unico che non figura nella tradizione è il morso: chi viene morso da un lupo mannaro non diventa a sua volta lupo mannaro. Si tratta di una trovata piuttosto moderna, dovuta a una contaminazione con le storie sul vampirismo, ulteriore conferma che i due miti sono più correlati di quanto si creda.

Caratteristiche

Le leggende concordano sul fatto che il lupo mannaro è dotato di forza e ferocia spaventose. Alcuni conservano la possibilità di parlare e ragionare come normali esseri umani, altri la perdono.
Normalmente è rappresentato sotto forma di lupo, ma può assumere diversi aspetti e dimensioni: dal normale lupo, da cui si distingue solo per la maggiore intelligenza, a una mostruosità grossa come una vacca. Alcuni affermano che il licantropo è privo di coda, perché le creazioni del diavolo sono imperfette, altri che sia necessariamente di colore nero. In alcune leggende il lupo mannaro lascia a terra il segno di cinque unghie (i canidi ne lasciano solo quattro, in quanto il pollice è atrofizzato e non tocca il terreno), rivelando in questo modo la sua nascosta natura umana.

Raramente vengono rappresentati come ibridi tra l’uomo e la bestia. A volte il lupo mannaro sembra poter procedere su due zampe, o conservare una certa prensilità degli arti anteriori, cosa che gli consente, all'occorrenza, di intrufolarsi nelle case scassinando le porte chiuse.
Tra le loro capacità c’è quella di comandare un branco di normali lupi; inoltre le leggende riportano anche che essi si prestano spesso a fare da cavalcatura alle streghe per portarle ai sabba.

Come proteggersi e fermare un lupo mannaro

Il folklore prescrive di guardarsi da chi ha sopracciglia troppo folte e unite al centro, oppure il volto ferino, i canini troppo affilati, pelo sia sul dorso che sul palmo delle mani. Il dito indice più lungo del medio è sicuro indizio di licantropia, così come un insano appetito per la carne cruda. Bisogna anche sospettare di chi sia troppo in forze senza che lo si veda mai mangiare: quasi di sicuro è un lupo mannaro che uccide persone la notte per divorarle.
Come misura protettiva si può usare dello zolfo messo sulla soglia di casa. Molto efficaci venivano anche ritenute le piante appartenenti alla famiglia dell'aconito, che sono estremamente velenose.
Nella tradizione siciliana, l'uomo-lupo non è in grado di salire le scale, che costituiscono un sicuro riparo, e per curare chi è affetto da licantropia bisogna colpirgli la testa in modo da far zampillare fuori un quantitativo sufficiente di sangue malato. Nella tradizione abruzzese si può fermare la trasformazione se gli si lascia a disposizione un recipiente con acqua pura nel quale si possa bagnare oppure si può indurre il licantropo a riassumere forma umana spillandogli tre gocce di sangue dalla fronte o facendolo ferire da un suo familiare con un forcone, oppure ancora colpendolo con una chiave priva di buchi. 
Per sconfiggere quelli che usano una pelle per trasformarsi, si può distruggere la pelle stessa. Secondo la tradizione slava, dopo aver ucciso l'uomo-lupo nella sua forma umana, è bene procedere al taglio della testa prima del seppellimento: eviterà che risorga come vampiro.
La migliore arma contro il lupo mannaro è l'argento. Bisogna trafiggerlo con una lama o sparargli con una pallottola di questo metallo. Secondo alcune versioni, l'arma deve anche essere benedetta o ancora fusa da un crocifisso d'argento. La versione piemontese dice che l’argento deve provenire da un crocifisso benedetto e deve essere realizzata la notte di Natale. La versione francese della Saintogne non prevede l'argento, ma le pallottole devono essere benedette in particolari ore della notte in una cappella dedicata a Sant'Uberto.
La credenza dell’argento si deve alla sua efficacia come disinfettante, nota fin dall'epoca greca: l’argento è infatti un’efficace antibiotico (oggigiorno non più usato perché il suo utilizzo sistemico causa avvelenamento da metalli pesanti) e in fondo la licantropia è una sorta di malattia. Inoltre c’è anche una correlazione indiretta: la luna è anche il simbolo alchemico dell’argento.

Per oggi è tutto, spaventose creature. Nella seconda parte dell’articolo parleremo dei terrificanti guerrieri mannari della tradizione nordica.

22 commenti:

  1. Il lupo mannaro è una figura che non mi ha mai affascinata, chissà perché. Però ho adorato L'uomo lupo, Un lupo mannaro americano a Londra e anche L'ululato.
    Interessantissimo articolo comunque, come sempre!! :D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il vampiro, lo zombie, la mummia, Frankenstein sono affascinanti perchè sono figure malinconiche, ma il lupo mannaro è pura bestialità. Se ne possono trarre notevoli riflessioni psicologiche (e lo farò a breve...) su questa componente "maschile", feroce e brutale. Non a caso il cattivo di Cappuccetto Rosso (rosso, che richiama il giungere della pubertà) è proprio il lupo, ovvero l'uomo che la vuole prendere e mangiare. Precorro un po' i post successivi così, ma tanto non mi ero soffermato a discutere su Cappuccetto Rosso. :)
      L'unico dei tre film che hai citato che non ho visto è L'Uomo Lupo del '41. Dovrò rimediare prima o poi...

      Elimina
  2. Io direi a questo punto che sarebbe ora che il blogger senza blog si aprisse un suo blog, perché la sua bravura lo merita.
    Detto questo, direi che anche questo excursus sui licantropi è fantastico!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questa rubrica non sarebbe mai nata se facessi semplicemente le cose per conto mio. :)
      Comunque questo excursus sarà più ampio rispetto ai precedenti e toccherà ambiti che non avevo ancora esplorato.

      Elimina
    2. Il blogger senza blog non apre un suo blog perché è troppo pigro. ^_^

      Elimina
    3. Lo ammetto... è l'accidia il mio peccato capitale ;)

      Elimina
  3. Ottimo come sempre il dossier di Marco, nonostante come per la cuginastra devo dire che né il lupo mannaro né il vampiro tout-court mi abbiano mai affascinato.

    E' vero, anche in Puglia si crede che è destinato a diventare lupo mannaro chi nasce il 25 dicembre, ma non conoscevo i metodi per evitare questo casino XD

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho idea che, conoscendoti, la seconda parte del post ti interesserà particolarmente.

      Elimina
    2. Mmhh... com'è ambigua 'sta frase! :P

      Elimina
  4. Chissà perché mi hai fatto tornare in mente Cappuccetto Rosso Sangue (film piuttosto carino, nonostante mi avessero già spoilerato il finale). Mi pareva che anche lì usassero altri metodi oltre al classico proiettile d'argento, ma non ricordo più quali...
    Ok, lascia perdere la mia memoria bacata ^^" Interessanti le tue ricerche sui lupi mannari, comunque!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Già, un paio di cose le ho scoperto anche io. Non sapevo dello zolfo e dell'aconito.

      Elimina
    2. Prima ancora de "L'uomo Lupo" di Waggner ci fu un altro pioneristico film dal titolo "Il segreto del Tibet" (in originale "Werewolf of London"). Era il 1935 e tutta la trama era incentrata sulla ricerca di una particolare pianta che avrebbe avuto la capacità di fungere da antidoto per la licantropia. Tale pianta si sarebbe chiamata "marifasa lupina lumina": ovviamente si tratta una pianta inesistente (a differenza dell'aconito), ma se vuoi approfondire c'è questo interessante PDF

      Elimina
  5. Ma, quasi quasi ci provo! XD Non mi dispiacerebbe affatto "licantropizzarmi" :P
    Cit.: "Nella tradizione abruzzese chi si addormenta rivolgendo il viso scoperto alla luna piena può diventare licantropo."
    Ci provoooo! :D

    Complimenti per il post: adoro Ore d'orrore!!! ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Però funziona solo se stai in Abruzzo! ;)

      Elimina
    2. Mi trasferisco! :P
      E attendo la continuazione, eh! ^^

      Elimina
  6. Il Macalupo calabrese! :°D
    Ho un amico cosentino che ci ha fatto scoprire questa leggenda!
    Noi siciliani siamo sempre fantasiosi e pratici allo stesso tempo, nei detti popolari è presente uno che dice:'viri ca ti fazzu nesciri u sangu pazzu' = guarda che ti faccio uscire il sangue pazzo; il che mi riporta a quello che hai narrato tu e soprattutto alla credenza medievale che la follia si potesse curare facendo delle incisioni sulla testa per liberarla dal sangue malato!
    I guerrieri del Nord? *_* Voglio questo pooosstt!!

    Ciao Marcoo e complimenti sempre a te ed Obs per questa rubrica!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' il "sangu malatu", come dite dalle vostre parti. :)
      Brrr... la trapanazione nella medicina medievale...

      Elimina
  7. Arrivo qui su segnalazione di Marco, ora blogger con il suo blog! ;-) Posso soltanto immaginare che cosa succedesse nel Medioevo dove penso che fossero comuni le sopracciglia troppo folte e unite al centro, e il pelo sia sul dorso che sul palmo delle mani. Bastava pochissimo e venivi subito sospettato!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho conosciuto gente con sopracciglia folte e pelo sul dorso delle mani, ma sui palmi ancora non mi è capitato. Esistono davvero?

      Elimina
    2. Io ne conoscevo uno che abitava nel paese di mia mamma in Trentino. In effetti penso che siano casi rari.

      Elimina
    3. Sono esempi di un lieve ipertricosi. Rari, per l'appunto. Io in un video della Gialappa's a Mai dire Tv avevo visto un tipo che sfoggiava una specie di pizzetto sulla punta del naso (bleah!)

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...