venerdì 5 maggio 2017

Traditi dalla fretta #2

Lasciato rapidamente alle spalle il mese di aprile, con tutto ciò che esso ha portato e comportato, è giunto finalmente il momento di ripristinare il blog alla sua forma più consona, quella abituale che voi tutti conoscete e alla quale, consentitemi di ammetterlo, io sono più affezionato.
D'ora in avanti la frequenza di pubblicazione dei post tornerà a un livello più gestibile, sia per chi scrive sia (soprattutto) per chi legge, e troverò di conseguenza anche il tempo di dedicarmi ad attività diverse, non necessariamente legate al blog.
Non è un caso se poco fa ho scritto "finalmente": mettere in pratica un progetto del genere porta via una quantità impressionante di tempo e di risorse, specialmente quando si hanno da mettere in conto anche le insidie della vita che, neanche a farlo apposta, sembrano concentrarsi ogni anno nel mese di aprile. Il risultato di tutto ciò è che ancora una volta ho dovuto sacrificare quell'aspetto del blogging che ritengo essere tra i più importanti, vale a dire la comunicazione bidirezionale con i miei vicini di blog, la presenza nei social e tutte quelle cose che rendono questa avventura più divertente.
Quale miglior momento quindi per uscire con una nuova puntata di "Traditi dalla fretta"? A beneficio di coloro che non sanno ancora di cosa si tratta, posso semplificare il tutto dicendo che questa rubrica è una sorta di nodo al fazzoletto digitale, nella pratica la macchina del tempo che spero mi aiuti a recuperare il tempo perduto. L'idea di base l'ho ampiamente descritta nel "numero zero" introduttivo, mente la sua intelaiatura l'ho illustrata nel "numero uno". Non ci resta che procedere.

Articoli che vorrei/potrei/dovrei scrivere sul blog ma che ancora non ho scritto
CONFESSIONI DI UNA MASCHERA

Tu non sei umano. Sei un essere incapace di rapportarti col prossimo. Non sei nient'altro che un animale, inumano e in certo qual modo stranamente patetico. (Mishima)
Sono anni ormai che ho preso a prestito il volto di Yukio Mishima per realizzare quello che alcuni chiamano "Avatàr" (si dice ancora così?), ma nonostante ciò mi sono reso conto di non aver mai scritto molto sul celebre autore giapponese. Solo una volta, addirittura agli albori del blog, trovai la maniera di omaggiare colui da cui credo sia partita la mia passione per la letteratura giapponese, e lo feci con una grezza recensione di uno dei suoi racconti "minori" (Una stanza chiusa a chiave, ndr). Oggi, sei anni più tardi, mi chiedo se non sia il caso di dedicare un po' di spazio allo scrittore che, perlomeno in Occidente, è oggi più famoso per il suo seppuku che per le sue opere.
La domanda sembra banale, ma in questo caso è necessaria: come fare? Mettermi a scrivere recensioni dei suoi libri mi pare quasi una inutile forzatura. A chi può davvero interessare? Molto più interessante è forse partire dal personaggio Mishima, un uomo difficile e complesso, ossessionato dall'idea della morte, sia a livello personale che artistico, fino a giungere al sottoscritto blogger, anch'egli travolto da ossessioni di ogni tipo. Confessioni di una maschera potrebbe quindi diventare il titolo di una rubrica, nella quale la penna di Obsidian Mirror potrebbe tentare di scavare dentro di sé, alla ricerca del non detto, del non confessato. L'occasione dell'imminente cinquantesimo compleanno potrebbe essere la chiave.

Articoli sui blog degli altri che meritano attenzione
LA FEBBRE DEL NERO D'ANNATA

Tra le iniziative più interessanti sorte sui blog nelle ultime settimane spicca  nettamente quella dedicata al nero francese di inizio Novecento, ennesima proposta dell'instancabile Lucius Etruscus. Come scrive lo stesso Etruscus nel post introduttivo, "riviste economiche con narrativa d’intrattenimento sono sempre esistite, cambiano solo i nomi: dal penny dreadful e dime novel ottocenteschi si è passati al pulp di inizio Novecento, che ha un nome decisamente più d’effetto dello storico feuilleton francese, ma tutti questi sono semplici nomi di un’unica realtà: la voglia di milioni di lettori di essere intrattenuti con storie di ampio respiro e possibilmente a tinte forti. [...] Tutti i grandi scrittori che noi oggi chiamiamo “maestri” in realtà hanno scritto le loro opere pensando all’uscita a puntate e ad un pubblico di lettori che volevano essere intrattenuti, ma al fianco di opere ambiziose, che guardavano “in alto”, c’erano anche storie che guardavano “in basso”. Molto in basso."
Dopo una prima parentesi dedicata a L’étrange voyage!, ovvero a un viaggio avvincente attraverso gli avvenimenti che portarono Maurice Leblanc a far scontrare il suo alter ego criminale Arsenio Lupin con il re degli investigatori Sherlock Holmes (con buona pace di Conan Doyle e di tutti i sudditi della corona inglese), il buon Etrusco è partito con un'operazione di recupero di vecchi titoli che, seppur sporadicamente apparsi sulle colonne di vecchi quotidiani di inizio secolo, sono finiti seppelliti dietro la porta del dimenticatoio, evidentemente incapaci di destare interesse negli addetti ai lavori. "Scopo di questa rubrica - continua Lucius - è di presentare principalmente le storie dei neri signori del crimine che sono arrivati anche in Italia, agli inizi del Novecento, ma non mancheranno appuntamenti con una narrativa a puntate più “leggera”: sarà un’occasione per ricordare autori e personaggi ormai condannati all’oblio, autori che hanno tenuto con il fiato sospeso gli italiani del secolo scorso e che oggi rimangono giusto nelle citazioni di pochi appassionati." Il percorso, iniziato a fine marzo con un rarissimo Gaston Leroux, continua ogni venerdì su Non quel Marlowe sotto l'etichetta Pulp.

Film che ho visto e i cui contenuti vorrei/potrei/dovrei condividere sul blog
L'ONDA (DIE WELLE)

Una generazione dopo l'altra si daranno il cambio nello svolgimento dei compiti, e ci sarà sempre una nuova gioventù ad affacciarsi alla ribalta di questa città e di questo paese. E sarà una gioventù sempre più forte, più robusta e più sana, capace di dare a quelle che l'hanno preceduta e che sono ancora in vita speranze sempre maggiori. (Adolf Hitler, 1936)
Stupiti della citazione che avete letto? State pensando forse che io sia impazzito? Nulla di tutto ciò, non vi preoccupate. E allora perché?
Sarà forse per via della ricorrenza del 25 aprile appena trascorsa che si è portata ancora una volta appresso le solite polemiche e le classiche manifestazioni e contromanifestazioni, provocazioni e controprovocazioni. Qui a Milano sono stati un migliaio i militanti di destra che si sono dati appuntamento al cimitero di Musocco, rievocando gesti e gesta sulle tombe dei morti della RSI. Non voglio entrare nel merito, essendo questo blog dichiaratamente apartitico e apolitico, ma bisognerebbe forse tenerne conto.
Non è nemmeno un caso che in questi ultimi giorni lo schermo del mio televisore abbia lasciato scorrere le immagini di questo piccolo ma geniale film di Dennis Gansel. La domanda che si pone questo film tedesco di una decina di anni fa è molto semplice: dopo aver sperimentato gli orrori del nazismo, è possibile ipotizzare che una nuova dittatura possa instaurarsi, ancora oggi, nella moderna Germania? Questa umanità riesce a far tesoro del proprio passato oppure gli eventi storici sono destinati ciclicamente a ripetersi? Tratto dal romanzo omonimo di Todd Strasser, a sua volta basato su un esperimento sociale avvenuto nel 1967 in California, L'onda (Die Welle, 2008) consente molto più di una riflessione e credo che tra non molto finiremo per parlarne. Voi intanto pensateci sopra e provate a darvi una risposta.

Musica, mostre, spettacoli, eventi, concorsi e tutto ciò che è condivisibile sul blog
LA COSA MARRONE CHIARO

Ero indeciso sotto quale categoria inserire questo paragrafo, ma alla fine la mia scelta è ricaduta su "Eventi". Da una parte perché esattamente una settimana fa è andata in scena la presentazione di questo libro (presso la ormai nota sede reggiana della Miskatonic University, ndr), dall'altra perché non può che definirsi evento la pubblicazione in cartaceo di uno dei testi che davvero hanno fatto la storia della letteratura horror. Pubblicato originariamente nel febbraio 1971 tra le pagine della rivista The Magazine of Fantasy and Science Fiction, "The Pale Brown Thing" è nella pratica la prima stesura di uno dei romanzi più celebri dello scrittore statunitense, "Nostra signora delle tenebre" (Our Lady of Darkness, 1977).
Per merito della casa editrice Cliquot, di cui abbiamo parlato ampiamente tempo fa con uno dei suoi ideatori, tornano quindi a terrorizzarci su carta i "paramentali", esseri mostruosi e infidi il cui habitat naturale sono le moderne megalopoli come San Francisco, tra i cui grattacieli è ambientato il romanzo. Stabilire a priori se sia meglio "La cosa marrone chiaro" o la sua versione estesa è un argomento di discussione affascinante, ma direi che, considerando che "Nostra signora delle tenebre" non viene ristampato in Italia ormai da quasi quarant'anni, forse la risposta è già servita. L'antologia include però anche sette racconti di Fritz Leiber assolutamente inediti in Italia: “La villa del ragno” (“Spider Mansion”, Weird Tales 1942); “Il signor Bauer e gli atomi” (“Mr Bauer and the Atoms”, Weird Tales, 1946); “Qualcuno urlò: strega!” (“Cry Witch!”, 10 Story Fantasy, 1951); “Il demone del cofanetto” (“The Casket-Demon”, Fantastic Stories of Imagination, 1963); “Richmond, fine settembre, 1849” (“Richmond, late September, 1849″, Fantastic, 1969); “Fantasie paurose” (“Horrible Imaginings”, Death, 1982) e “Il nero ha il suo fascino” (“Black has its Charms”, Whispers, 1984).

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
IL RACCONTO COLLETTIVO DI RiLL

Dopo quasi 25 anni passati a cercare nuovi (e bravi) autori che scrivono letteratura fantastica, i tipi di RiLL (Riflessi di Luce Lunare) hanno pensato di farli lavorare assieme per scrivere una storia collettiva, che verrà diffusa gratuitamente a puntate, con cadenza settimanale, da oggi 5 maggio sino a metà giugno. Il progetto parte dai primi tre capitoli del racconto di fantascienza "Corrispondenze", di Massimiliano Malerba, pubblicato nella sua personale antologia "L'ostinato silenzio delle stelle", un racconto che è stato proposto di continuare ad alcuni autori (scelti fra quelli che più spesso sono stati premiati in passato nei concorsi RiLL). Hanno risposto all'invito in sei: Francesca Garello, Luigina Sgarro, Emiliano Angelini, Davide Camparsi, Enrico Di Addario e Andrea Viscusi.
Gli autori partecipanti sono stati disposti in sequenza, e chiamati a scrivere uno dopo l'altro i capitoli dal 4 al 9 del racconto collettivo. La cura generale dell'esperimento è stata affidata ai RiLLini Alberto Panicucci e Francesco Ruffino e a Massimiliano Malerba, che ha poi tirato le fila e concluso la storia, scrivendo il capitolo 10. Il risultato è un racconto del tutto diverso dall'originale, che RiLL propone in questi giorni, poco dopo il “lancio” del nuovo sito di RiLL, inviandolo a puntate agli interessati. Tutti i dettagli sull'iniziativa sono qui, mentre i primi tre capitoli si possono leggere qui. Chi fosse curioso potrà iscriversi gratuitamente alla mailing list Racconto Collettivo (si fa dal sito, con form in home page; e/o scrivendo a info@rill.it e richiedendolo). Gli iscritti riceveranno gratuitamente un capitolo della storia (in formato PDF ed epub) su base settimanale.

24 commenti:

  1. Son di fretta XD Ho letto l'introduzione al post, passo per un saluto e per dirti che recupererò lo speciale - coi miei tempi random ma lo faccio, sicuro!
    E ripasso pure qui :D Ciao TOM!!!

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    1. Grazie per il passaggio e il saluto, Glò. Non c'è fretta di recuperare lo speciale... e comunque si può sopravvivere anche senza.

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  2. Bentornato alle amate sponde ^_^
    Concordo sul fatto che l'iniziativa di Lucius sia formidabile ed encomiabile.

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    1. Grazie per il bentornato. Adesso, e per almeno un anno, dovrei rimanere da queste parti. Il prossimo aprile.. chissà!

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  3. Splendido assaggio di "things to come" e sono onorato di essere stato segnalato ^_^ Purtroppo avviene proprio il primo venerdì che mi sono ritrovato a saltare l'appuntamento (il brano Pulp apparirà domani!) perché il solo primo capitolo che avevo scelto era troppo poco. Anticipo che di nuovo sarà un autore completamente dimenticato dall'Italia con un testo mai raccolto in volume, che quindi riporterò alla luce dopo cento anni di oblio!
    Per Mishima non posso che applaudirti le mani. Sono fortemente intrigato dalla sua figura e conservo gelosamente quell'edizione SE con in copertina la foto che hai scelto per Avatar. Temo sia stato un uomo non pienamente compreso neanche dai suoi conterranei. Molti anni fa ho conosciuto un ragazzo giapponese e quando gli ho chiesto che ne pensasse di Mishima lui ci ha pensato qualche secondo, come a cercare le parole in italiano, poi ha risposto: "Hitler!" Mi sembra un giudizio onestamente esagerato ed ingiusto...

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    1. Oggi sono le immagini quelle che contano, e non mi stupisce se molti associano quelle dell'ultimo proclama di Mishima, sul terrazzo del Ministero della Difesa, con quello di Hitler ai membri del partito dopo la vittoria nelle elezioni. Mi pare talmente ovvio che si tratti di due epidosi talmente diversi tra loro che non è nemmeno il caso di stare qui a discuterne. Entrambi erano fermamente nazionalisti, d'accordo, ma chi di noi non lo è almeno un pochino? E poi basta guardare l'ultima foto di quel tragico giorno di novembre del 1970, dove si vede la testa di Mishima sistemata sul tappeto accanto a quella del suo amico Masakatsu Morita, perché sia evidente la questione.

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    2. PS.: Quel libro della SE che citi immagino sia "La spada", giusto? Avrai quindi anche letto, in appendice, il commovente estratto del saggio che la Yourcenar dedicò a Mishima....

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  4. Ho letto il libro Confessioni di una maschera e ho visto il film L'onda. L'iniziativa del blogger Lucius Etruscus mi attira moltissimo, andrò a fare una capatina dalle sue parti. Per quanto riguarda l'antologia di racconti di Fritz Leiber, quello che mi ispira più spavento pur senza conoscerne il contenuto è l demone del cofanetto, forse perché ha a che fare con un oggetto d'uso quotidiano...

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    1. Questo tuo commento mi fa venire in mente che ho ancora in sospeso la mia risposta al tuo ultimo pezzo sui "vasi comunicanti", dal quale sono trascorsi ormai mesi. Non mi sono dimenticato, è solo che il tema è molto più difficile dei precedenti...

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  5. Combinazione la settimana scorsa al gruppo di lettura della biblioteca della mia città una dei partecipanti ha proprio portato un passaggio del romanzo L'Onda.
    Di Mishima mi è capitato di leggere un suo racconto qualche tempo fa in un'antologia veramente curata male.

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    1. Non mi stupisce che siano stati in molti a lasciarsi ispirare da "L'onda". Sono anzi sicuro che molti insegnanti lo abbiano portato in classe per raccontare uno dei avvenimenti più tragici della nostra Storia.

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  6. Sono indietrissimo coi tuoi post koreani!! :o
    Cooomunque, L'onda, sì... aspetto il tuo post su questo film :)

    Moz-

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    1. Adesso i miei ritmi sono nettamente più lenti, per cui non te lo aspettare per domani, eh. _^

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  7. Ho letto Mishima e anch'io appassionata di letteratura giapponese ho diversi suoi libri in casa.
    Un bel titolo per un'eventuale tua nuova rubrica.
    Per quanto riguarda il tempo... beh, sappiamo che è il problema di tutti. Io recupero con calma i post del tuo speciale: ho cominciato a seguirlo con interesse, poi non sono riuscita a stare dietro al ritmo di pubblicazione. Ma tanto è lì! ;)

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    1. Il tempo è il problema di tutti, è vero. Non servirebbe nemmeno scriverlo, a meno di non entrare nello specifico e dare un senso a tale affermazione. Una rubrica dal titolo Confessioni di una maschera potrebbe servire anche a quello...

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  8. "Confessioni di una maschera" è un vero capolavoro, una lettura che a suo tempo mi colpì come un pugno allo stomaco. Più in generale, Mishima è un autore da leggere, sebbene la sua produzione sia un po' discontinua e non sempre agli stessi livelli.

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    1. Beh, di quale scrittore non si può dire che la sua produzione è stata discontinua? Forse di Emily Brontë, ma solo perché di libro ne ha scritto uno solo...
      Comunque concordo sul fatto che Mishima va assolutamente letto, magari proprio partendo da questo titolo.

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  9. Ma che bello, grazie per aver menzionato *La cosa marrone chiaro*! E' sempre un piacere leggerti. Peccato che non c'eri alla presentazione. Complimenti anche a Lucius, che sta facendo un lavoro straordinario.

    Federico

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    1. Ti ringrazio, mi prendo con piacere i complimenti ^_^

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    2. Su La cosa marrone chiaro andrebbero spese molte più parole di quante io ne abbia spese qui (e non è detto che presto non succeda). Dispiace anche a me non aver potuto assistere alla presentazione, se non in differita leggendo il report del nostro amico libraio su facebook. Se esistesse il teletrasporto non me ne perderei uno di eventi Miskatonic!

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  10. Come vedi passo di qui quando riesco, e me ne dispiaccio, ma comunque non così raramente da non essere informato. Così plaudo ai tuoi intenti per il futuro, con particolare riferimento a Yukio Mishima - autore che conosco meno di quanto meritebbe - e a Die Welle, film agghiacciante che merita tutta la nostra attenzione. Ovviamente, comunque, sarò attento anche alle altre scelte, confidando nel tuo gusto. Un grosso saluto!

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    1. Die Welle è indubbiamente un ottimo spunto per un blog, specialmente di questi tempi. Il progetto su Mishima è ancora tutto da pensare ma penso che prima o poi vedrà la luce, anche se Mishima ancora una volta sarà una scusa per parlare d'altro. Ci si risente prestissimo: il prossimo post, in particolare, dovrebbe attirare anche la tua attenzione...

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  11. La rubrica ispirata dal Mishima è grandiosa! :O Dunque, attendo con gli altri amici. Non ho letto Confessioni, anzi ho letto troppo poco del "nostro" -_- Annoto anche i titoli che hai proposto (Cliquot: che forza! A parte il lavoro di riproposizione, son proprio belle le copertine!) :D
    L'onda è un film che ho visto "alla cavolo" XD e che devo recuperare, anche in vista di una possibile chiacchierata qui da te, se ho ben capito...

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    1. Il problema adesso è quello di iniziare a fare qualcosa tra tutto questo. Non dovrei fare troppe promesse, soprattutto in un periodo che mi vede, come non mai, così lontano dal blog...

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