Mettiamola così: nessuna delle sostanze che smerciavano veniva considerata da Leary pericolosa per la salute. Tuttavia, l’illegalità richiama altra illegalità, perché il denaro proveniente da attività illecite dev’essere “ripulito” prima di poter essere speso, il che in seno al gruppo costituiva la principale occupazione di Bill Hitchcock. Hitchcock riciclò gran parte dei fondi trasferendoli prima nel paradiso fiscale delle Bahamas e poi in Svizzera e nel Liechtenstein, ma a partire dal 1969 alcuni gravi avvenimenti concorsero ad allontanarlo dal gruppo.
Innanzitutto, la dogana statunitense fermò un commesso viaggiatore che trasportava denaro riciclato dalla Svizzera e questi, in preda al panico, fece il nome di Hitchcock; in seguito, Hitchcock e lo stesso proprietario della banca persero molto denaro in operazioni finanziare dubbie, e a quel punto a Bill non restò che tornare a Millbrook e trovarsi un legale per difendersi dalle accuse di evasione fiscale, frode e illeciti vari.
Ma nel 1969 la Confraternita aveva già perso un altro dei suoi elementi principali, quel John Griggs che aveva invitato Leary e i suoi seguaci a Laguna beach e che li aveva poi seguiti a Idylwild. Quando Griggs morì, si disse che aveva sbagliato a calcolare la sua dose di pillole di psilocibina; Leary, invece, sostenne che Griggs avesse comprato quelle pillole sul mercato nero di Los Angeles e si disse certo che ci fossero agenti federali pagati per smerciare di nascosto droghe adulterate con veleno nell’ambiente della Controcultura e incolpare i suoi membri di queste attività.
La realtà era se possibile ancora più assurda: la Cia (assieme, forse, all’FBI) aveva ideato una vera e propria operazione segreta, il cui nome in codice era “Blue Moon”, per diffondere l’LSD e altre droghe fra i membri dei movimenti giovanili di protesta mentre ufficialmente fingeva di contrastarne lo spaccio. Una sorta di contro-rivoluzione per annebbiare le menti e smorzare le proteste sociali; con gli allucinogeni, in particolare, si mirava a rendere le menti dei giovani malleabili e influenzabili, anche se tutto questo non trapelò che dopo la morte (o presunta tale) del principale agente sul campo, avvenuta nel 1985: Ronald Stark. È impossibile raccontare le vicende di Leary senza accennare anche al “padrino dell’LSD” Ron Stark, ma non perdete tempo a cercare notizie su di lui su Wikipedia, perché ad oggi non esiste una pagina a lui dedicata né in inglese né in italiano, sebbene qualche notizia su di lui, a cercar bene, sia comunque reperibile.
Proprio quando gli affari della Confraternita rischiavano seriamente di naufragare, comparve un misterioso personaggio che si offrì di rifornire il gruppo di acido proveniente da alcuni laboratori situati in Francia: un acido di ottima qualità, del tutto indistinguibile dal famosissimo Orange Sunshine. In quel momento difficile, dunque, un aiuto piovve dal cielo in maniera alquanto provvidenziale. L’uomo disse di agire per conto di un certo Ron Stark, che di lì a poco a sua volta fece la sua comparsa a Idylwild.
Presto fu chiaro che Stark non era solo un abile trafficante interessato al denaro, ma che aveva ben altri fini. A chi lo conobbe all’epoca disse che il suo scopo era di diffondere gli allucinogeni il più possibile, indurre uno stato alterato di coscienza in milioni di persone e approfittare del caos che ne sarebbe derivato per rovesciare tanto il sistema capitalistico occidentale che quello comunista (!). Già ben introdotto in America e in Europa, i suoi agganci nella politica “occulta” agli avrebbero consentito di penetrare in Medio Oriente, e dal Nepal e dal Tibet in tutto il resto dell’Asia.
Questo personaggio che parlava almeno dieci lingue diverse, che aveva almeno quattro passaporti e millantava decine di altre identità, che faceva affari indifferentemente con i signori della guerra e con i bancari, con i mafiosi e con gli agenti dell’intelligence, con i terroristi e con gli scienziati, e che da ex galeotto divenne in breve tempo milionario, fu così singolare che meriterebbe un approfondimento a parte, ma anche se in origine la mia intenzione era questa non so se mi sarà possibile, visto lo strambo corso che ha preso Orizzonti del Reale. Vedremo. Sappiate solo che la storia personale di Stark si intreccia anche con la Storia italiana…
Ma torniamo a Leary, perché ci siamo così focalizzati sulle sue alterne vicende da accennare solo di sfuggita all’evolversi della sua vita interiore. Abbiamo visto che nel tempo il suo pensiero aveva preso le distanze da quello di Alpert e ancor prima da quello di Aldous Huxley, che prima di lui aveva intuito le complicazioni politiche e l’opposizione che l’uso degli psichedelici avrebbe generato da parte delle autorità (una convinzione che sarebbe stata alla base della trama de “L’isola”, il suo romanzo del 1962).
Lo stesso Leary, durante l'esperimento Concord, era giunto alla conclusione che né le persone che gestivano la riabilitazione, né i direttori delle carceri (né, se è per quello, le autorità sopra di loro, e in definitiva lo Stato) desideravano davvero trovare una soluzione per il reintegro degli ex detenuti nella società; e questo benché egli, per evitare pregiudizi, avesse indicato come fine dei suoi esperimenti soltanto quel cambiamento comportamentale da cui la società avrebbe tratto beneficio, senza menzionare che il fulcro dell’esperienza psichedelica fosse principalmente l’unione con il divino, perché nessuno si sarebbe mai impegnato per qualcosa di così “futile”.
Chi lavorava nelle carceri non era che l’ingranaggio di una catena di montaggio, convinto che la repressione e la punizione fossero necessarie perché, semplicemente, i delinquenti non sarebbero mai cambiati e prima o poi avrebbero finito per delinquere di nuovo. Chi occupava posizioni di responsabilità era anche peggio: burocrati ebbri del controllo e del potere basati su un sistema di condizionamento pavloviano, gli unici valori che la società gli concedesse di esercitare, a cui non interessava affatto dimezzare l’indice di recidività, ma soltanto progettare prigioni più grandi, con uffici e scrivanie più grandi a testimonianza del proprio crescente successo.
Eppure, l’LSD diede a Leary nuovi stimoli, restituendogli in parte la fiducia nell’umanità ma soprattutto stimolando la sua spiritualità. Quando si avvicinò alle filosofie orientali, gli fu chiesto di tenere delle sedute con l’LSD unite alla meditazione e al canto nel Centro che frequentava. Molto probabilmente fu allora che cominciò a considerare l’LSD come un Sacramento. In seguito tenne analoghe funzioni religiose nella cappella dell’università di Boston per degli studenti di teologia e l’affluenza fu alta, ma i sacerdoti e i teologi cristiani e di altre confessioni che vi assistettero si dimostravano scettici o indifferenti. Ancora una volta, chi era interessato solo all’aspetto religioso dell’esperienza ne fu entusiasta, mentre le élite religiose e accademiche restavano arroccate nelle proprie posizioni.
In molti lo consideravano ormai un guru, ma lui sentiva che avrebbe dovuto riaffidare alle persone la responsabilità della propria vita interiore, come già aveva fatto come terapeuta nei confronti dei pazienti alle prese con i loro disturbi e disagi mentali. Ci sarebbe stato sempre chi non riusciva a “sintonizzarsi” o a ottenere la consapevolezza, ma lui avrebbe potuto quantomeno aiutarlo a porsi le domande giuste. Affidò a un libro questo compito, e quel libro era “The Politics of Ecstasy”.
Innanzitutto, la dogana statunitense fermò un commesso viaggiatore che trasportava denaro riciclato dalla Svizzera e questi, in preda al panico, fece il nome di Hitchcock; in seguito, Hitchcock e lo stesso proprietario della banca persero molto denaro in operazioni finanziare dubbie, e a quel punto a Bill non restò che tornare a Millbrook e trovarsi un legale per difendersi dalle accuse di evasione fiscale, frode e illeciti vari.
Ma nel 1969 la Confraternita aveva già perso un altro dei suoi elementi principali, quel John Griggs che aveva invitato Leary e i suoi seguaci a Laguna beach e che li aveva poi seguiti a Idylwild. Quando Griggs morì, si disse che aveva sbagliato a calcolare la sua dose di pillole di psilocibina; Leary, invece, sostenne che Griggs avesse comprato quelle pillole sul mercato nero di Los Angeles e si disse certo che ci fossero agenti federali pagati per smerciare di nascosto droghe adulterate con veleno nell’ambiente della Controcultura e incolpare i suoi membri di queste attività.
La realtà era se possibile ancora più assurda: la Cia (assieme, forse, all’FBI) aveva ideato una vera e propria operazione segreta, il cui nome in codice era “Blue Moon”, per diffondere l’LSD e altre droghe fra i membri dei movimenti giovanili di protesta mentre ufficialmente fingeva di contrastarne lo spaccio. Una sorta di contro-rivoluzione per annebbiare le menti e smorzare le proteste sociali; con gli allucinogeni, in particolare, si mirava a rendere le menti dei giovani malleabili e influenzabili, anche se tutto questo non trapelò che dopo la morte (o presunta tale) del principale agente sul campo, avvenuta nel 1985: Ronald Stark. È impossibile raccontare le vicende di Leary senza accennare anche al “padrino dell’LSD” Ron Stark, ma non perdete tempo a cercare notizie su di lui su Wikipedia, perché ad oggi non esiste una pagina a lui dedicata né in inglese né in italiano, sebbene qualche notizia su di lui, a cercar bene, sia comunque reperibile.
Proprio quando gli affari della Confraternita rischiavano seriamente di naufragare, comparve un misterioso personaggio che si offrì di rifornire il gruppo di acido proveniente da alcuni laboratori situati in Francia: un acido di ottima qualità, del tutto indistinguibile dal famosissimo Orange Sunshine. In quel momento difficile, dunque, un aiuto piovve dal cielo in maniera alquanto provvidenziale. L’uomo disse di agire per conto di un certo Ron Stark, che di lì a poco a sua volta fece la sua comparsa a Idylwild.
Presto fu chiaro che Stark non era solo un abile trafficante interessato al denaro, ma che aveva ben altri fini. A chi lo conobbe all’epoca disse che il suo scopo era di diffondere gli allucinogeni il più possibile, indurre uno stato alterato di coscienza in milioni di persone e approfittare del caos che ne sarebbe derivato per rovesciare tanto il sistema capitalistico occidentale che quello comunista (!). Già ben introdotto in America e in Europa, i suoi agganci nella politica “occulta” agli avrebbero consentito di penetrare in Medio Oriente, e dal Nepal e dal Tibet in tutto il resto dell’Asia.
Questo personaggio che parlava almeno dieci lingue diverse, che aveva almeno quattro passaporti e millantava decine di altre identità, che faceva affari indifferentemente con i signori della guerra e con i bancari, con i mafiosi e con gli agenti dell’intelligence, con i terroristi e con gli scienziati, e che da ex galeotto divenne in breve tempo milionario, fu così singolare che meriterebbe un approfondimento a parte, ma anche se in origine la mia intenzione era questa non so se mi sarà possibile, visto lo strambo corso che ha preso Orizzonti del Reale. Vedremo. Sappiate solo che la storia personale di Stark si intreccia anche con la Storia italiana…
Ma torniamo a Leary, perché ci siamo così focalizzati sulle sue alterne vicende da accennare solo di sfuggita all’evolversi della sua vita interiore. Abbiamo visto che nel tempo il suo pensiero aveva preso le distanze da quello di Alpert e ancor prima da quello di Aldous Huxley, che prima di lui aveva intuito le complicazioni politiche e l’opposizione che l’uso degli psichedelici avrebbe generato da parte delle autorità (una convinzione che sarebbe stata alla base della trama de “L’isola”, il suo romanzo del 1962).
Lo stesso Leary, durante l'esperimento Concord, era giunto alla conclusione che né le persone che gestivano la riabilitazione, né i direttori delle carceri (né, se è per quello, le autorità sopra di loro, e in definitiva lo Stato) desideravano davvero trovare una soluzione per il reintegro degli ex detenuti nella società; e questo benché egli, per evitare pregiudizi, avesse indicato come fine dei suoi esperimenti soltanto quel cambiamento comportamentale da cui la società avrebbe tratto beneficio, senza menzionare che il fulcro dell’esperienza psichedelica fosse principalmente l’unione con il divino, perché nessuno si sarebbe mai impegnato per qualcosa di così “futile”.
Chi lavorava nelle carceri non era che l’ingranaggio di una catena di montaggio, convinto che la repressione e la punizione fossero necessarie perché, semplicemente, i delinquenti non sarebbero mai cambiati e prima o poi avrebbero finito per delinquere di nuovo. Chi occupava posizioni di responsabilità era anche peggio: burocrati ebbri del controllo e del potere basati su un sistema di condizionamento pavloviano, gli unici valori che la società gli concedesse di esercitare, a cui non interessava affatto dimezzare l’indice di recidività, ma soltanto progettare prigioni più grandi, con uffici e scrivanie più grandi a testimonianza del proprio crescente successo.
Eppure, l’LSD diede a Leary nuovi stimoli, restituendogli in parte la fiducia nell’umanità ma soprattutto stimolando la sua spiritualità. Quando si avvicinò alle filosofie orientali, gli fu chiesto di tenere delle sedute con l’LSD unite alla meditazione e al canto nel Centro che frequentava. Molto probabilmente fu allora che cominciò a considerare l’LSD come un Sacramento. In seguito tenne analoghe funzioni religiose nella cappella dell’università di Boston per degli studenti di teologia e l’affluenza fu alta, ma i sacerdoti e i teologi cristiani e di altre confessioni che vi assistettero si dimostravano scettici o indifferenti. Ancora una volta, chi era interessato solo all’aspetto religioso dell’esperienza ne fu entusiasta, mentre le élite religiose e accademiche restavano arroccate nelle proprie posizioni.
In molti lo consideravano ormai un guru, ma lui sentiva che avrebbe dovuto riaffidare alle persone la responsabilità della propria vita interiore, come già aveva fatto come terapeuta nei confronti dei pazienti alle prese con i loro disturbi e disagi mentali. Ci sarebbe stato sempre chi non riusciva a “sintonizzarsi” o a ottenere la consapevolezza, ma lui avrebbe potuto quantomeno aiutarlo a porsi le domande giuste. Affidò a un libro questo compito, e quel libro era “The Politics of Ecstasy”.
Oddio, l'idea di usare le droghe per sconvolgere un paese l'ho vista una volta in un episodio de "Il Santo" (la serie vecchia, quella con Roger Moore). Diciamo che suona molto complottista.
RispondiEliminaSicuramente alcuni dettagli saranno state impreziositi, ma quel Ronald Stark è stato senza dubbio uno dei personaggi più ambigui del secolo scorso. Il suo nome appare, a volte in primo piano, a volte defilato, in tutte le grandi porcherie della storia occidentale...
EliminaIn un mondo in cui tutto è incerto e fluttuante, c'è un punto fermo su cui puoi sempre contare al 100%: la CIA come causa di casini vari ;-D
RispondiElimina...e non serve essere complottisti per affermarlo.
EliminaIn questo caso no, anzi, in un certo senso è un'accusa che - seppur negata ufficialmente - in realtà inorgoglisce e rende fieri di se i dirigenti dell'agenzia americana.
EliminaDici? Qualcuno può davvero inorgoglirsi di venire additato come burattinaio dell'assassinio di JFK o di aver manipolato l'11 settembre?
Eliminamamma mia ma questo stark sembra un personaggio da fumetti di supereroi! Sai quante storie che ne verrebbero fuori con lui come villain!
RispondiEliminaIn effetti, se fossimo nell'universo Marvel, quel tizio sarebbe l'equivalente del Dottor Destino o del Teschio Rosso (sono sempre e solo loro a manipolare porcherie nelle storie dei Fantastici Quattro e di Capitan America)...
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