"...ero a caccia di storie, di creepy-pasta, di spunti e ispirazioni sugli specchi. E guarda cosa capita? Una bella storiellina che si basa su un’ antica credenza popolare americana [...]. Il titolo è tutto un programma: “On Halloween look in the glass”! È la storia di una ragazza che prova a mettere in pratica questa vecchia leggenda: se allo scoccare della mezzanotte, nella notte di Halloween, si accende una candela e si cammina all’indietro fino ad arrivare di spalle ad uno specchio, voltandosi si dovrebbe distinguere nel riflesso, proprio sopra la spalla sinistra il volto della persona che si amerà per tutta la vita..."
Quanti di voi si ricordano di queste parole che, giusto un anno fa, furono lasciate qui sul blog da Luigi Parisi, graditissimo ospite con il pallino della macchina da presa?
Se la memoria non dovesse essere la virtù di cui andate più fieri, non preoccupatevi: anch'io, lo ammetto, sono dovuto andare a rileggere ciò che avevo scritto in quell'occasione per poter riprendere il filo del discorso lasciato interrotto. Se avete un po' di tempo e non sapete come spenderlo vi invito quindi ad andare a rileggere "L'uomo dello specchio", un post in due parti dove il sottoscritto ebbe il privilegio di intervistare il sopra citato Luigi Parisi (qui la prima parte, qui la seconda), un personaggio che è ben più di un semplice appassionato "col pallino della macchina da presa", come scherzosamente l'ho definito poc'anzi.
Luigi Parisi, mi ripeto nell'improbabile eventualità che non siate tornati a rileggere i post che vi ho linkato, è un regista professionista coi controca##i. Non sarà Scorsese, non sarà Kubrick, ma non è nemmeno uno di primo pelo. Riporto brevemente qualche passo dalla sia biografia...
Più di un anno è trascorso da quel giorno e, lo avrete ormai capito, se siamo qui a parlarne (passo decisamente al plurale) è perché quel cortometraggio è diventato una realtà.
Non ci è possibile presentarvelo integralmente, per motivi che lo stesso Luigi Parisi, ancora una volta ospite del blog, vi illustrerà a breve. Siamo comunque voluti uscire con un trailer che, ne siamo certi, non mancherà di sorprendervi e ingolosirvi. La promessa è ovviamente quella di ritornare a offrirvi il resto. Altrimenti che senso avrebbe?
T.O.M.: Ciao Luigi, e bentornato su Obsidian Mirror. Pare che il grande momento sia arrivato, no? Quella che sembrava essere un'idea buttata lì senza troppa convinzione si è infine materializzata. Ricordo però che, quando ne parlavamo tempo fa, il progetto era un pelino diverso. Si pensava di sostituire lo specchio con un quadro, per esempio, e c'era già anche un titolo provvisorio ("Lysa Comes", ndr) che è stato scartato in favore di questo "Mirror Midnight", decisamente più efficace. Vuoi raccontarci qualcosa di questa evoluzione?
L.P.: Innanzitutto, un caloroso saluto a te e a tutti gli “affezionatissimi” di The Obsidian Mirror e un “grazie” per avermi ospitato nuovamente su questo mitico blog! Che dire? Sì, ricordo benissimo le anticipazioni e il progetto “Lysa Comes”. Un progetto in cui Darkside Entertainment (la mia casa di produzione amatoriale) era intenzionata a non starsene con le mani in mano, senza sfornare nulla in vista dell'estate.
E in effetti, qualche ripresina e un montaggino iniziale in realtà c'è stato. Ma ahimè, la piccola opera non è stata mai terminata, forse anche perché nelle vesti di protagonista, non mi sono dato troppo credito. Non che mi dispiacesse interpretare personalmente qualcosa (ho fatto più di un cammeo in svariati lavori professionali da me diretti) ma la verità è che facendolo in completa solitudine, ho perso lo stimolo e l'interesse…
Quindi dopo un'estate afosa, mi sono scrollato di dosso tutti gli orpelli e sono ripartito con un nuovo spirito. Tra festival vari, docenze, appuntamenti di lavoro e script, parlando con l'amica casting director Ilaria Quaglieri, un giorno, disquisendo della mia passione per l'horror, mi informa che la figlia di appena dodici anni è una vera e propria patita del genere. Mi mostra una foto dal cellulare. Dopo aver notato la sua fotogenia, le prometto un provino… Sembrano quelle frasi fatte, frasi di circostanza che si dicono perché in quel momento ci si crede e che invece non vedranno mai luce. Ma il Fato stava sorridendo, appollaiato dietro l'angolo, era pronto a smentirmi. Quante volte mi sono detto di abolire la parola MAI dal vocabolario?
La storia del “nostro” TOM intanto, era lì ad un passo per ri-uscire allo scoperto, accantonata in uno scomparto cerebrale di qualche area di memoria adibita a “progetti da rivalutare”. Ero in realtà in preparazione di un altro lavoretto nel quale -guarda tu il caso!- serviva proprio una bambina. Mi viene in mente Ilaria e Ginevra (questo il nome della ragazzina). Serviva un semplice screen-test, pensavo. Sua mamma mi aveva messo sull'avviso: “Luigi, guarda che Ginevra non ha mai fatto niente, però penso abbia una predisposizione...”. E dopo un primo screen-test dove la timidezza si scioglie, capisco di avere di fronte una piccola star, brava, intelligente e persino attenta. Cosa rara per quell'età.
Ed è qui, che la seconda giornata di provini si trasforma in un cortometraggio. Con la piccola macchina da presa che fremeva nelle mani, mi chiesi se fosse il caso di girare un piccolo cortometraggio invece di un provino, per vedere come Ginevra se la fosse cavata anche sul set, di fronte al mezzo tecnico. Certamente, mi serviva una storia semplice, da fare in un unico ambiente, in interni. Una cosa veloce. Veloce però non vuol dire sciatta. Vuol dire solo di breve durata. Cinque minuti al massimo.
Poi, all'improvviso la scintilla: vedo delle candele, un orologio e uno specchio antico. Tutti elementi scenografici che ho sempre amato. Compro un vestitino per bambina alla Upim sotto casa. Gli abiti sono perfetti. Non ho più dubbi su cosa girerò: tutto è pronto per portare sullo schermo una storia che mi era rimasta appigliata nel cuore e nella memoria: “On Halloween look in the glass”, trovata un anno prima proprio qui, su questo blog.
Ciak pronto, candela accesa e un piccolo allestimento fatto al volo (aiutato dalla mia fedele compagna Cecilia e sua mamma Mimma!) per simulare scenograficamente Halloween. Una sceneggiatura e qualche fabbisogno scenico (il libro) a suo tempo era già stato realizzato nel corso dell'anno e, ladies 'n gentlemen, ecco a voi servito... MIRROR MIDNIGHT (!).
T.O.M.: La giovane attrice protagonista infatti, e lo si capisce anche solo guardando il trailer, è stata una piacevolissima sorpresa. Ancora di più se pensiamo che questa è la sua prima esperienza davanti alla macchina da presa. Raccontaci qualcosa di più su di lei...
L.P.: Come accennavo prima, Ginevra è una ragazzina intelligentissima. Quello che è davvero sbalorditivo, come detto, è che ha recitato per la prima volta davanti ad una MdP come fosse un'esperta professionista. E il risultato è stato ben oltre le mie iniziali aspettative.
È fotogenica, bionda con due occhioni azzurri. Il suo sorriso, nonostante la sua età stia per spiccare il volo verso l'adolescenza, è ancora puro, il volto quello di una bambina che può credere ancora alle favole, alle leggende…
Ho lavorato con molti bambini e teen-ager: la cosa che li salva dagli attori veri e propri con una formazione alle spalle è proprio la loro spontaneità. Non hanno costruzioni nella testa, non hanno malizia, non si fanno troppe congetture sul personaggio. Ma fanno una cosa meravigliosa: seguono ciecamente il regista. Credono in lui. Eseguono quello che gli viene detto o gli viene mostrato. Senza obiettare. Con loro si lavora senza quelle sovrastrutture che a volte si mantengono per favorire le star. Si gira nella serenità e nell'armonia totale. È un piacere assoluto. Con Ginevra è stato esattamente così. Devo ringraziare ovviamente Ilaria, sua mamma, che comunque ha posto una fiducia estrema sul mio lavoro, pur sapendo si trattasse di un horror (e lei non ama particolarmente il genere.).
La cura e l'attenzione della piccola attrice nel voler dare il meglio, si è visto fin dal primo ciak. Si divertiva, era cosciente dei movimenti della MdP senza mostrare disagi di distrazione o percezione del mezzo, era perfino una perfetta segretaria di edizione: si ricordava dove stessero esattamente più di trenta oggetti sparsi sul letto. Sempre sorridente, gentilissima, volenterosa, mai stanca. Insomma, il sogno di ogni regista. Cos'altro volere di più? What else, domanderebbe Clooney sorseggiando un caffè.
T.O.M.: Veniamo ora al film. La prima cosa che mi salta in mente di chiederti è come mai la scelta del bianco e nero?
L.P.: Sono stato sempre un appassionato delle prime serie “Hitchcock presents” e “l'Ora di Hitchcock” (dove ricordo ancora con orrore un episodio con una bambina e una bambola nera che mi colpì profondamente – Where the Woodbine Twineth, dove s'arrampica il caprifoglio – ma titolato in Italia con Gli Amici Invisibili). Recentemente poi, il mio produttore Alberto Tarallo mi fece conoscere un film del '56 “Il Giglio Nero” con la piccola Patty McCormack, in cui una bambina bionda interpretò un terrificante personaggio che all'epoca fece davvero scalpore. Tutte pellicole in bianco e nero.
I film girati senza il colore assumono stranamente una dimensione più profonda e diretta poiché il cervello non è costretto ad acquisire informazioni in più e i chiaroscuri “disegnano” forme nette, suggestive, efficaci. Un fascino che non lascia spazio a distrazioni, capace di emulare la realtà attraverso stimoli emozionali più semplici. Mirror Midnight, ti trasporta per questo in un mondo onirico, simulato, quasi grafico, dove si respira un'aria più austera, pur strizzando un occhio verso un genere quasi fumettistico alla “Creep-show” con un pizzico di Hammer style… Tutti generi che comunque in passato mi hanno lasciato un piacevole “quid” formativo.
T.O.M.: Vogliamo infine spiegare il motivo per cui oggi non possiamo offrire altro che un trailer di pochi secondi?
L.P.: E si, caro TOM, il motivo è presto detto: il tema è Halloween. Perché non sfruttare i migliori festival su Halloween per farlo uscire in anteprima mondiale proprio la notte del 31 ottobre? Ci pensate? Mentre voi ve lo state vedendo, ci saranno intere platee d'oltreoceano a gustarsi MIRROR MIDNIGHT, un vero sballo! Certo, non mi aspetto nulla: magari ho messo in piedi tutto questo amba aradam e poi magari non piace. Tuttavia, ritengo che il corto sia godibile e che lascerà negli appassionati un piccolo sorriso divertito sui loro volti, complici anche i final-credits musicati dal grande Marco Werba (Globo d'Oro per Giallo di Dario Argento). Come sempre, lo spettatore è sovrano e ha lo scettro del giudizio.
Ora mi congedo, l'ora è tarda. Devo rientrare a casa e dalle mie parti, non è consigliabile farlo dopo il tramonto, per via dei numerosi Wurdalak che infestano la zona. Quindi… un saluto a tutti e un arrivederci all'anteprima del 31 ottobre.
Stay tuned! E come disse Boris Karloff congedandosi sul finale di Black Sabbath (I tre volti della Paura)… “Sognatemi…!!! AH! AH! AH! AH!”.
Se la memoria non dovesse essere la virtù di cui andate più fieri, non preoccupatevi: anch'io, lo ammetto, sono dovuto andare a rileggere ciò che avevo scritto in quell'occasione per poter riprendere il filo del discorso lasciato interrotto. Se avete un po' di tempo e non sapete come spenderlo vi invito quindi ad andare a rileggere "L'uomo dello specchio", un post in due parti dove il sottoscritto ebbe il privilegio di intervistare il sopra citato Luigi Parisi (qui la prima parte, qui la seconda), un personaggio che è ben più di un semplice appassionato "col pallino della macchina da presa", come scherzosamente l'ho definito poc'anzi.
Luigi Parisi, mi ripeto nell'improbabile eventualità che non siate tornati a rileggere i post che vi ho linkato, è un regista professionista coi controca##i. Non sarà Scorsese, non sarà Kubrick, ma non è nemmeno uno di primo pelo. Riporto brevemente qualche passo dalla sia biografia...
Luigi Parisi è un regista con esperienza pluridecennale con lavori realizzati e distribuiti attraverso i principali network-broadcaster italiani ed esteri. È film-director, storyboard artist e know-hower di effetti speciali scenici, ottici e digitali. Ha lavorato nel campo musicale, nella moda, nei commercials, in filmTV e serie di successo. Ha maturato considerazione come professionista per RTI-MEDIASET, TMC, RAI. È il regista della saga “L’Onore e il Rispetto” venduto in oltre settanta paesi nel mondo, delle serie “Il Bello delle Donne” (co-diretta con M.Ponzi e G.Soldati) premiata con il Telegatto, regista delle serie “Il Peccato e la Vergogna” menzionata al Roma Fiction Festival di Roma e di “Caterina e le sue Figlie”, acquistato come format in Francia. Attraverso le sue opere ha diretto diversi artisti di calibro nazionale ed internazionale: Paul Sorvino, Ben Gazzara, Angela Molina, Tony Musante, Maria Schneider, Hanna Shygulla, Eric Roberts, Carol Alt, Marisa Berenson, Burt Young, Patricia Millardet, Florinda Bolkan, Virna Lisi, Giuliana De Sio, Giancarlo Giannini, Lina Sastri, Stefania Sandrelli. Ha sostenuto docenze di tecnica e grammatica della Regia presso CINEMALAB ideato e prodotto con Cecilia C. Maesano Monorchio e dell’accademia Action Academy di N. Moscariello e M. Grazia Cucinotta e presso il Conservatorio Teatrale del Maestro G.B. Diotaiuti. Attualmente è impegnato nella messa a punto di un film per il cinema.Adesso che vi siete fatti un'idea veniamo al punto: perché sono ancora qui a parlarne? Il motivo è uno di quelli succosissimi, una cosa sulla quale da tempo favoleggiavo ma che, razionalmente, mai avrei potuto arrivare a credere che si potesse davvero realizzare. Avete letto la frase di apertura di questo post, nel quale, riportando uno stralcio di quella famosa intervista a Luigi Parisi, viene citata una "bella storiellina" dal titolo On Halloween look in the glass? Quella storiellina altro non è che un breve racconto che ebbi modo di scrivere e pubblicare qui sul blog molto tempo fa, in occasione della notte di Halloween del 2013. Ai quei tempi mai avrei pensato che qualcuno potesse dedicare un po' del suo tempo a leggerlo, a parte forse qualche vicino di blog particolarmente affiatato. Potete quindi immaginare la mia sorpresa quando, la scorsa primavera, ricevetti una email da Luigi Parisi il quale, oltre a spendersi in complimenti per quel mio vecchio racconto, mi chiese se sarei stato interessato a trasformarlo in un film. Nella fattispecie un cortometraggio, visto che una trasposizione di due ore di un racconto così breve non avrebbe potuto essere altrettanto efficace.
Più di un anno è trascorso da quel giorno e, lo avrete ormai capito, se siamo qui a parlarne (passo decisamente al plurale) è perché quel cortometraggio è diventato una realtà.
Non ci è possibile presentarvelo integralmente, per motivi che lo stesso Luigi Parisi, ancora una volta ospite del blog, vi illustrerà a breve. Siamo comunque voluti uscire con un trailer che, ne siamo certi, non mancherà di sorprendervi e ingolosirvi. La promessa è ovviamente quella di ritornare a offrirvi il resto. Altrimenti che senso avrebbe?
L.P.: Innanzitutto, un caloroso saluto a te e a tutti gli “affezionatissimi” di The Obsidian Mirror e un “grazie” per avermi ospitato nuovamente su questo mitico blog! Che dire? Sì, ricordo benissimo le anticipazioni e il progetto “Lysa Comes”. Un progetto in cui Darkside Entertainment (la mia casa di produzione amatoriale) era intenzionata a non starsene con le mani in mano, senza sfornare nulla in vista dell'estate.
E in effetti, qualche ripresina e un montaggino iniziale in realtà c'è stato. Ma ahimè, la piccola opera non è stata mai terminata, forse anche perché nelle vesti di protagonista, non mi sono dato troppo credito. Non che mi dispiacesse interpretare personalmente qualcosa (ho fatto più di un cammeo in svariati lavori professionali da me diretti) ma la verità è che facendolo in completa solitudine, ho perso lo stimolo e l'interesse…
Quindi dopo un'estate afosa, mi sono scrollato di dosso tutti gli orpelli e sono ripartito con un nuovo spirito. Tra festival vari, docenze, appuntamenti di lavoro e script, parlando con l'amica casting director Ilaria Quaglieri, un giorno, disquisendo della mia passione per l'horror, mi informa che la figlia di appena dodici anni è una vera e propria patita del genere. Mi mostra una foto dal cellulare. Dopo aver notato la sua fotogenia, le prometto un provino… Sembrano quelle frasi fatte, frasi di circostanza che si dicono perché in quel momento ci si crede e che invece non vedranno mai luce. Ma il Fato stava sorridendo, appollaiato dietro l'angolo, era pronto a smentirmi. Quante volte mi sono detto di abolire la parola MAI dal vocabolario?
Ed è qui, che la seconda giornata di provini si trasforma in un cortometraggio. Con la piccola macchina da presa che fremeva nelle mani, mi chiesi se fosse il caso di girare un piccolo cortometraggio invece di un provino, per vedere come Ginevra se la fosse cavata anche sul set, di fronte al mezzo tecnico. Certamente, mi serviva una storia semplice, da fare in un unico ambiente, in interni. Una cosa veloce. Veloce però non vuol dire sciatta. Vuol dire solo di breve durata. Cinque minuti al massimo.
Poi, all'improvviso la scintilla: vedo delle candele, un orologio e uno specchio antico. Tutti elementi scenografici che ho sempre amato. Compro un vestitino per bambina alla Upim sotto casa. Gli abiti sono perfetti. Non ho più dubbi su cosa girerò: tutto è pronto per portare sullo schermo una storia che mi era rimasta appigliata nel cuore e nella memoria: “On Halloween look in the glass”, trovata un anno prima proprio qui, su questo blog.
Ciak pronto, candela accesa e un piccolo allestimento fatto al volo (aiutato dalla mia fedele compagna Cecilia e sua mamma Mimma!) per simulare scenograficamente Halloween. Una sceneggiatura e qualche fabbisogno scenico (il libro) a suo tempo era già stato realizzato nel corso dell'anno e, ladies 'n gentlemen, ecco a voi servito... MIRROR MIDNIGHT (!).
L.P.: Come accennavo prima, Ginevra è una ragazzina intelligentissima. Quello che è davvero sbalorditivo, come detto, è che ha recitato per la prima volta davanti ad una MdP come fosse un'esperta professionista. E il risultato è stato ben oltre le mie iniziali aspettative.
È fotogenica, bionda con due occhioni azzurri. Il suo sorriso, nonostante la sua età stia per spiccare il volo verso l'adolescenza, è ancora puro, il volto quello di una bambina che può credere ancora alle favole, alle leggende…
Ho lavorato con molti bambini e teen-ager: la cosa che li salva dagli attori veri e propri con una formazione alle spalle è proprio la loro spontaneità. Non hanno costruzioni nella testa, non hanno malizia, non si fanno troppe congetture sul personaggio. Ma fanno una cosa meravigliosa: seguono ciecamente il regista. Credono in lui. Eseguono quello che gli viene detto o gli viene mostrato. Senza obiettare. Con loro si lavora senza quelle sovrastrutture che a volte si mantengono per favorire le star. Si gira nella serenità e nell'armonia totale. È un piacere assoluto. Con Ginevra è stato esattamente così. Devo ringraziare ovviamente Ilaria, sua mamma, che comunque ha posto una fiducia estrema sul mio lavoro, pur sapendo si trattasse di un horror (e lei non ama particolarmente il genere.).
La cura e l'attenzione della piccola attrice nel voler dare il meglio, si è visto fin dal primo ciak. Si divertiva, era cosciente dei movimenti della MdP senza mostrare disagi di distrazione o percezione del mezzo, era perfino una perfetta segretaria di edizione: si ricordava dove stessero esattamente più di trenta oggetti sparsi sul letto. Sempre sorridente, gentilissima, volenterosa, mai stanca. Insomma, il sogno di ogni regista. Cos'altro volere di più? What else, domanderebbe Clooney sorseggiando un caffè.
L.P.: Sono stato sempre un appassionato delle prime serie “Hitchcock presents” e “l'Ora di Hitchcock” (dove ricordo ancora con orrore un episodio con una bambina e una bambola nera che mi colpì profondamente – Where the Woodbine Twineth, dove s'arrampica il caprifoglio – ma titolato in Italia con Gli Amici Invisibili). Recentemente poi, il mio produttore Alberto Tarallo mi fece conoscere un film del '56 “Il Giglio Nero” con la piccola Patty McCormack, in cui una bambina bionda interpretò un terrificante personaggio che all'epoca fece davvero scalpore. Tutte pellicole in bianco e nero.
I film girati senza il colore assumono stranamente una dimensione più profonda e diretta poiché il cervello non è costretto ad acquisire informazioni in più e i chiaroscuri “disegnano” forme nette, suggestive, efficaci. Un fascino che non lascia spazio a distrazioni, capace di emulare la realtà attraverso stimoli emozionali più semplici. Mirror Midnight, ti trasporta per questo in un mondo onirico, simulato, quasi grafico, dove si respira un'aria più austera, pur strizzando un occhio verso un genere quasi fumettistico alla “Creep-show” con un pizzico di Hammer style… Tutti generi che comunque in passato mi hanno lasciato un piacevole “quid” formativo.
T.O.M.: Vogliamo infine spiegare il motivo per cui oggi non possiamo offrire altro che un trailer di pochi secondi?
L.P.: E si, caro TOM, il motivo è presto detto: il tema è Halloween. Perché non sfruttare i migliori festival su Halloween per farlo uscire in anteprima mondiale proprio la notte del 31 ottobre? Ci pensate? Mentre voi ve lo state vedendo, ci saranno intere platee d'oltreoceano a gustarsi MIRROR MIDNIGHT, un vero sballo! Certo, non mi aspetto nulla: magari ho messo in piedi tutto questo amba aradam e poi magari non piace. Tuttavia, ritengo che il corto sia godibile e che lascerà negli appassionati un piccolo sorriso divertito sui loro volti, complici anche i final-credits musicati dal grande Marco Werba (Globo d'Oro per Giallo di Dario Argento). Come sempre, lo spettatore è sovrano e ha lo scettro del giudizio.
Ora mi congedo, l'ora è tarda. Devo rientrare a casa e dalle mie parti, non è consigliabile farlo dopo il tramonto, per via dei numerosi Wurdalak che infestano la zona. Quindi… un saluto a tutti e un arrivederci all'anteprima del 31 ottobre.
Stay tuned! E come disse Boris Karloff congedandosi sul finale di Black Sabbath (I tre volti della Paura)… “Sognatemi…!!! AH! AH! AH! AH!”.
Luigi Parisi.
Ipercomplimenti al quadrato, queste sì che sono soddisfazioni! Il 31 ottobre saremo tutti connessi per vedere il cortometraggio di Luigi Parisi.
RispondiEliminaVero, son soddisfazioni. Tanto più che ormai non ci stavo pensando quasi più...
EliminaMa esiste THE OBSIDIAN MIRROR STUDIOS?
RispondiEliminaComplimentissimi!
Aspetterò il 31 ottobre per gustarlo tutto il cortometraggio.
Solo una cosa ma la zucca nella scena finale del trailer è in plastica?
Pura plastica! Scelta forse poco ecologica ma più pratica. Anche perché svuotarne una vera significa poi dover mangiare risotti alla zucca per due mesi...
EliminaGli Studios? Esistono nel senso che mi sono inventato un logo e un animazione e ho costretto il regista a usarlo, sia nel trailer che nel film! Ahaaha
Ma complimenti!
RispondiEliminaIo non uso asterischi, lo sai bene, quindi posso dire ESTICAZZI?!
Sono felicissima che Luigi ti abbia notato ed abbia scelto di realizzare questo cortometraggio. Scommetto che sarà un successo e, come gli altri, attendo di poterlo guardare.
Un abbraccio e bravi a entrambi.
Stavolta gli asterischi sono giustificati, vai serena! Non so se sarà un successo universale, ma per me già lo è! Grazie!
EliminaTOM, cazzarola... tutto questo è FANTASTICO.
RispondiEliminaMa quindi complimentissimi a te, che onore! **
Scelta del b/n azzeccatissima, mood molto vintage e sì, fumettistico, a giudicare dalle foto. Già, purtroppo non riesco a vedere il video, né da qui né dal sito Vimeo. Non so perché, ci sto provando da tempo.
Ti farò sapere... :o
Intanto, ancora SUPERCOMPLIMENTI e un saluto al regista!
Moz-
Il risultato finale sarà ancora più "fumettistico", se ho compreso esattamente cosa intendi... Ti piacerà di di sicuro. Grazie per i complimenti, li giro in blocco al regista che ha fatto praticamente tutto.
EliminaUna piacevole sorpresa che fa venire piccoli brividi in questo caldo infernale :)
RispondiEliminaPuò essere in effetti un buon metodo per vincere la calura estiva. IL consiglio è comunque quello di attendere dopo il tramonto per gustarselo...
EliminaChe bella sorpresa! Ho aperto l'articolo credendo di trovarmi davanti a una nuova rubrica del blog e invece... Molto efficace il trailer!
RispondiEliminaAdesso si tratta solo di aver pazienza quattro mesi.... ma vedrai che voleranno via in un attimo!
EliminaContinuo a non riuscire a vederlo...
RispondiEliminaMoz-
Stranissimo. Io lo vedo benissimo anche su smartphone. Hai provato a vederlo su un telefono o un tablet? Magari direttamente su Vimeo... https://vimeo.com/344287010
EliminaPurtroppo anche da lì niente: è tutta ieri che provo, ho tolto i blocchi e via dicendo.
EliminaOggi provo dal pc dell'ufficio e ti dico.
Moz-
Sono riuscito a vederloooo. Figo, molto sceneggiato anni '60. Love.
EliminaMoz-
Il motivo per cui Vimeo ti odia, l'hai poi capito?
EliminaVolevo ringraziare tutti per il calore dimostrato. Sono sinceramente onorato di presentare Mirror Midnight qui (anche se per ora soltanto il trailer). Mi sembrava doveroso, dato che tutto è partito proprio dall'autore di questo Blog. "Special Thanks" quindi a TOM per avermi ispirato e un arrivederci per la notte di Halloween!!! L.P.
RispondiElimina...e io ringrazio te, Luigi. Ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto e e anche per aver lasciato traccia del tuo passaggio qui in un commento.
Eliminame lo segno :)
RispondiEliminaIl calendario di outlook è un ottimo nodo al fazzoletto, in casi come questi! ^_^
EliminaAccipicchia! Comunque dal trailer non è affatto male ;)
RispondiEliminaNo, non è affatto male. Anzi...
EliminaIo dico solo "wow", il resto lo sai! Complimenti!
RispondiEliminaCi siamo già detti tutto, Romina. Non serve aggiungere altro.
EliminaVogliamo anzi ricordare che tu, già in tempi non sospetti, fosti la prima a interpretare la parte che oggi è della piccola Ginevra?
Ecco, ho avuto le risposte che volevo sulla scelta del bianco e il nero e sulla leggenda dello specchio.
RispondiEliminaRinnovo i complimenti a Tom (anzi T.O.M.) e vado a leggermi il racconto. Non posso non togliermi questa curiosità :)
Non sarei mai stato capace di spiegare la scelta del bianco e nero con parole mie. Meno male che avevo già preventivamente pensato di chiederlo io al regista.
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