lunedì 20 aprile 2020

Look Back In Anger (Pt.2)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Fireworks (1949) venne girato nell’arco di un solo fine settimana e fu il primo dei suoi film a godere di una vera distribuzione: Anger interpreta un ragazzo che, una notte, viene aggredito da un gruppo di marinai in licenza incontrati in un bar (nella realtà amici di Anger dei tempi in cui era arruolato in Marina) in quella che comincia come una brutale e degradante iniziazione al sesso e degenera in un efferato omicidio. 
La scena inizia in modo abbastanza rassicurante proprio all’interno del bar, dove è il protagonista ad abbordare un marinaio, ma una volta fuori di lì gli aggressori spuntano fuori dal buio. Il mattino dopo, il giovane si ritrova nel letto proprio il marinaio che aveva sognato, e resta quindi il dubbio di cosa sia successo in realtà.
Il film è pieno di furia iconoclasta, perché prende di mira i più sacri valori americani, ma lo fa con intelligenza: non c’è nulla di esplicito, anzi lo scenario è apertamente onirico e surreale. Nei momenti clou l’inquadratura è quasi sempre fissa sul volto della vittima, o su dettagli del suo corpo, o riprende gli aggressori dall’alto. Ciò che si coglie non è solo sofferenza e impotenza, ma anche desiderio, urgenza: questa condizione erompe dal corpo e brucia (i fuochi d’artificio, tipico simbolo della festa del 4 luglio), incendiando tutto ciò che tocca, incluse la tradizione e le convenzioni sociali (l’albero di Natale che prende fuoco). 
Il regista costruisce una realtà onirica in cui la contrapposizione è esclusivamente tra conscio e inconscio, paura e brama, perché quelli che vengono messi in scena sono i più inconfessabili desideri di un giovane alla scoperta della propria identità sessuale; desideri che la mente censura e quindi è impossibile esprimere alla luce del giorno (difatti, la scena avviene di notte), desideri cui ci si deve assoggettare (la violenza come punizione fisica e morale). Come quando ci si ama a luce spenta per vergogna non tanto della propria nudità, ma di una passione giudicata indecente e riprovevole. 
Nell’era del Codice Hays, questo coming out pubblico di Anger fu davvero notevole, ma ancora oggi il film è in grado di provocare un sottile disagio. Forse perché anche noi ci siamo sentiti (magari da giovanissimi) come Anger e il suo alter ego filmico, ma siamo consapevoli che la vita è fatta di antitesi, e il buio tornerà a oscurare la luce. 
Notte dopo notte. 

Fireworks (1949)
Per Rabbit's moon (cominciato attorno al 1950, ma terminato molti anni più tardi) ho una vera predilezione: questo film è un gioiello per l’estetica e il contenuto. Guardatelo e ditemi cosa ne pensate. Nei fotogrammi iniziali, Pierrot è attirato dalla luna, a cui anela disperatamente. In seguito, il crudele Arlecchino lo inganna con un’immagine di Colombina che proietta con l’ausilio di uno specchio. Pierrot corteggia Colombina, ma lei è inafferrabile come i raggi della luna di cui è l'epifania, la sua danza una pallida eco di quella delle stelle, delle costellazioni e dei pianeti nel teatro primordiale del Creato. Metafisicamente, è la danza che ci accosta al sovrannaturale, ed è così che, errando, Pierrot riesce infine a raggiungere proprio il regno lunare. Ma la luna è una dimensione nella quale è impossibile restare vivi (*); difatti, Pierrot viene scagliato indietro, morto. Pierrot è il solito ingenuo sognatore, triste e solo. Arlecchino è gaudente, pieno di vita e di malizia. La luna si staglia sulla scena e tutto è ammantato di blu, il colore della calma, dei sentimenti più profondi e della spiritualità, ma anche della malinconia, della tristezza e della solitudine. 
I personaggi sono quelli della Commedia dell'Arte, ma è noto che Arlecchino è un’evoluzione di Harlechinus o Hellequin, una sorta di uomo selvatico o personificazione dello spirito della vegetazione che conduceva la Caccia Selvaggia, divinità “infera” collegata a Odino e a Diana, la divinità lunare alla quale era dedicata una processione che finì per essere indentificata proprio nella Caccia Selvaggia
Nel mito, la Caccia Selvaggia è formata da coloro che sono morti prima del tempo, per esempio in battaglia; qui abbiamo, anche lui morto prima del tempo, Pierrot, anche se di certo non è un guerriero, a meno che non vogliamo considerarlo un combattente nella più importante delle battaglie, quella amorosa. Questa battaglia persa in partenza, perché illusoria, non poteva che avvenire alla luce della luna. 
Non serve poi che ricordi il ruolo dello specchio, oggetto “magico” che fa da tramite per la dimensione ultraterrena, l’Aldilà. Ma il titolo del corto rimanda anche alla famosa leggenda del Coniglio lunare (anche lui assurto alla luna da morto) che, per chi non la conoscesse, è possibile leggere qui.

Rabbit's Moon (1950)
In Inauguration of the Pleasure Dome (1954) il simbolismo è molto più evidente. Si entra di diritto nella mitologia, ma anche nella cabala e nell’occulto, soprattutto grazie alla rappresentazione di Aleister Crowley. Crowley, è risaputo, praticava una forma di magia sessuale e non è un caso che il titolo del corto menzioni una “cupola del piacere” che è un rimando al palazzo di Xanadu, la capitale del regno descritto da Samuel T. Coleridge nel famosissimo poema “Kubla Khan”. 
Il poema, ispirato a Coleridge da un sogno visionario indotto dall’oppio, non fornisce al film di Anger soltanto il contesto ma anche, con il suo stile onirico e le vette immaginifiche, la cifra stilistica. Nella cupola si susseguono, impersonate da una manciata di attori, figure storiche, bibliche o mitologiche che rappresentano diversi archetipi, talora ricollegabili al concetto di lussuria, da Nerone a Lilith, Afrodite e Pan, solo per citarne alcune, fino allo stesso Crowley e alla Donna Scarlatta (la già citata Marjorie Cameron, che interpreta anche Kali), sua musa (**) e compagna di pratiche magiche. 
Visivamente il film è molto curato, un caleidoscopio di immagini coloratissime in rapida successione, spesso sovrapposte, che rendono la visione un’esperienza molto suggestiva: 38 minuti ad alta intensità che vanno a colpire ogni parte del nostro essere, cuore viscere e cervello, e del nostro sistema cognitivo, proprio come in un’allucinazione provocata chimicamente. 
Tuttavia il montaggio non è solo un vezzo, ma una metafora dei meccanismi di imitazione dell’uomo moderno, che tende a riproporre modelli di comportamento precedenti, ancorché sbagliati, conformandovisi. 
L’umanità, insomma, è incapace di seguire un percorso di evoluzione e non fa che ripetere all’infinito schemi prefissati; in tal senso, la profusione di simboli religiosi e magico-esoterici non fa che reiterare il concetto che questa ritualità preordinata (il simbolo di un percorso di vita predeterminato?) insita nei comportamenti umani non è meno “diabolica” di un vero rituale di evocazione. 
Anche Crowley professava un’idea simile: che la personalità ordinaria di un individuo fosse un assemblaggio di gusti e opinioni plasmabili su un dato modello o a piacimento, senza effetto sulla sua coscienza profonda. Inauguration of the Pleasure Dome è una prigione dei sensi che dà assuefazione e lo stesso Anger sembrò non riuscire a far pace con questo film per diverso tempo, al punto da rivederlo e rielaborarlo più volte fino all’ultima versione del 1978. 

Inauguration of the Pleasure Dome (1954)
Scorpio rising (1963) è dedicato al mondo dei biker americani, una realtà che proprio in quegli anni si andava affermando come una vera e propria sottocultura, con delle regole e un immaginario ben preciso. È probabilmente il suo film più importante e molti non esitano a definirlo il manifesto di una generazione non meno delle opere di Ginsberg, Kerouac e Burroughs, un’orgia di eccessi che in qualche modo anticipa opere ben più famose come "Easy rider" (1969) e a dispetto di ciò (o forse grazie a questo) è anche il suo film più accessibile. 
Il contrasto fra la sua anima pop e quella feticista è però straniante: da un lato la colonna sonora rassicurante composta dalle hit più famose dei primi anni Sessanta (tra cui quella "Blue Velvet" di Bobby Vinton che più tardi sarà resa immortale da David Lynch), dall’altro la messa in scena del culto della mascolinità attraverso gli oggetti simbolo dei biker (motociclette, pelle e cuoio, ma con un armamentario di borchie e metallo esagerato per qualsiasi motociclista). 
L’utilizzo della musica per ribaltare o comunque alterare il significato della scena, molto comune nel cinema moderno, per l’epoca era decisamente innovativo. Anger filma l’amico Richard McAuley (poi divenuto noto come “Scorpio”) e altri componenti del suo gruppo mentre scherzano fra loro e assumono droghe in preparazione della Walpurgisnacht, l'antica celebrazione pagana della primavera, tipica dell'Europa centro-settentrionale, nota come “Notte di Valpurga”. Ma il film include anche scene di nudo e di sesso, immagini di Gesù Cristo tratte dal film "The Living Bible: Last Journey to Jerusalem" e riferimenti a due icone del cinema come Marlon Brando e James Dean (e non è forse un caso che anche la loro ultima corsa sarà fatale), che suggeriscono un parallelismo tra questi miti del cinema e Cristo, e simboli nazisti (la svastica, che tuttavia ha anche un arcaico e primigenio significato esoterico di cui Anger era certo ben consapevole). 
Anger fu uno dei primi a collegare il nazismo con le pratiche BDSM, e opere più tarde come "Il Portiere di notte" (1974) gli sono certamente debitrici. L’aspetto che più mi intriga è però ancora una volta quello occulto, ben rappresentato dal titolo che, in italiano, possiamo tradurre più o meno con “l’ascesa dello scorpione”. Lo scorpione rappresenta il Male, pertanto definisce il film come un’evocazione demoniaca, il che sono certo fosse esattamente l’intenzione del suo Autore. 
Non dobbiamo tuttavia dimenticare il suo significato esoterico di rinascita attraverso la sofferenza e la morte, cioè di evoluzione spirituale. In quest’ottica, l’accostamento di questo simbolo ai motociclisti che correndo in velocità sfidano la morte non pare più tanto campato per aria.


(*) Il Libro tibetano dei morti parla di una luce che appare al morente (abitatore delle Tenebre) nel momento del trapasso;  una luce chiara, simile alla luce lunare, che precede quella del sole. Dopo la morte fisica il Sé del trapassato si libera dalla sua personalità psichica, cosa che avviene nel campo di influenza della luna. D'altra parte, è credenza antichissima che la luna sia l'elemento costitutivo dell'anima.
(**) Forse musa non è la parola adatta, però è indubbio che Crowley vedesse nell’interazione con il principio femminile la chiave per la realizzazione della Profezia. Che poi la Donna Scarlatta fosse una sola, ma mai la stessa, non sposta di molto il discorso (Crowley non era monogamo e non esitava ad abbandonare la sua compagna quando si invaghiva di una nuova donna, pertanto ci furono molte Donne Scarlatte al suo fianco). La Donna Scarlatta è la Meretrice di Babilonia, la donna che si prostituiva negli antichi templi pagani e lì veniva venerata perché consacrata al dio. Crowley voleva correggere la visione cristiana che condanna la libertà sessuale, che tanta parte ha e ha avuto nella limitata libertà sociale femminile, e nonostante la sua concezione della donna non fosse affatto paritetica nel senso moderno nel termine, non era neppure del tutto ipocrita: il suo famosissimo precetto "Fa' ciò che vuoi sarà tutta la legge", che ha che fare con il vivere la propria vera volontà, era destinato anche alle donne, e non solo agli uomini.

Scorpio rising (1963)

8 commenti:

  1. É possibile reperire qualche spezzone di film in rete?

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    1. I fili sono tutti disponili integralmente su Youtube. Basta digitare, per esempio, "Kenneth Anger Fireworks" oppure "Kenneth Anger Rabbit's Moon" e troverai subito ciò che cerchi.

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  2. Sia "Scorpio" che "Lucifer Rising" sono diventati dei piccoli cult della controcultura americana in questa sede mi preme però ricordare sopratutto come in una certa maniera i film di Anger abbiano poi influenzato anche il Clive Barker regista (di cui abbiamo parlato a suo tempo proprio sul tuo blog)

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    1. Non sorprende, dato che a quanto pare Barker si è dichiarato influenzato da Aleister Crowley, che è anche la principale influenza di Anger. Ricordo perfettamente gli strali che il mondo cristiano gli ha riservato negli anni (sia per il livello di gore che c'è nelle sue opere, ma anche per l'aspetto magico) in quanto attentatore della vita spirituale e morale dei suoi lettori e dei suoi spettatori… naturalmente, Barker farebbe parte di un nutrito gruppo di artisti che cerca di manipolare le persone per conto di una non meglio specificata regia occulta. ^_^

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  3. Li ho visti sul tubo per farmi un idea dell’autore visto che prima di adesso non lo conoscevo.
    Non so che intendi con cinema underground o controcultura riferito a Kennet Anger.
    Probabilmente un cinema nascosto , visto le tematiche gay che affronta mi pare abbastanza logico che abbia fatto quella “ fine”.
    Già è difficile continuare ad affrontare l’omosessualità esplicita senza cadere nel porno ai giorni nostri nel cinema figuriamoci ai tempi di Anger.
    Sul primo corto cinematografico Fireworks mi vien da chiedetemi se Anger avesse letto Querelle de Brest di Jean Genet e ne avesse tratto ispirazione per il suo film, vista l’ambientazione marinara , l’omicidio...che poi va beh si risolve nella dimensione onirica come scrivi te .
    Mi piace un sacco Rabbit’s Moon , sul tubo ho trovato una versione di 6 minuti che preferisco all’originale .
    Ha il tema musicale diverso...in pratica la stessa canzone si ripete due volte e il film gli è cucito addosso in maniera ottimale.
    https://youtu.be/gIyxIhpLGQk ( questo è il link).
    Su Skorpio rising non capisco l’uso delle svastiche e i rischiami ai Nazi che significato esoterico hanno?
    Anche il mix con il film “biblico”e le immagini di sesso anche qua gay friendly ..non ci capisco una mazza.-:)
    Forse un richiamo al fatto che Gesù e apostoli eran maschi ...o che la religione sia comunque un orgia animalesca di buoni intenti?.
    Stupende le musiche che accompagnano il film.
    Su Inaguration of the pleasure dome ( chissà sei FGTH si son ispirati per il loro Welcome to the pleasure dome) le immagini si sposano bene con la lirica della colonna sonora ed effettivamente i rimandi ad echi di lussuria ( potevi parlare di lui per lo speciale sul sadismo - the pleasure of Pain-) ci sono tutti.
    Un calderone di colori e sensazioni.
    È quello che mi è piaciuto di meno .
    L’hai scritto sull’articolo precedente forse ...ma queste opere ti fanno si pensare a un trip di sostanze chimiche che provocano allucinazioni e assuefazione.
    Una droga in parole povere.
    Aspetto il continuato ..ciao
    Anche perché leggendo il commento di Nick ..che me lo dipinge Kennet Anger come un “simpatico “ Liar aspetto con ansia il seguito per vedere se riuscirò ad assolverlo.
    Ciao

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    1. Ciao Max, credo tu abbia centrato il punto, ma la definizione di cinema underground non l’ho inventata io. Ridotta all’osso, la questione è che esiste un cinema che esce dagli schemi e dalle imposizioni del cinema cosiddetto “tradizionale”, ma questa nella maggior parte dei casi è stata una precisa scelta degli autori, una scelta di consapevolezza. Ci piace pensare che il cinema sia pura espressione artistica, eppure un film deve rispettare certi canoni per poter essere distribuito nelle sale e sperare di avere successo e questo era particolarmente vero fino agli anni ‘60. Chissà quanti film avrebbero avuto un finale diverso se il produttore di turno non avesse imposto ai registi il lieto fine con peccatori redenti, coppie riunite e i cattivi in prigione… È ovvio che se si vuole fare un film che tocca argomenti contrari alla morale comune, bisogna rinunciare a grossi finanziamenti ma anche alla visibilità. Anche un film “eterosessuale” all’epoca poteva facilmente incappare in un’accusa di oscenità, figuriamoci un’opera come Fireworks… Non so dirti fino a che punto Anger si sia ispirato a Jean Genet (finora ho evitato accuratamente di leggere qualsiasi commento di Anger sui suoi film, è una cosa che mi riservo di fare in futuro), ma certamente lo conosceva dato che visse per molti anni in Francia e frequentò diversi esponenti dell’ambiente culturale francese.

      Sono contento che ti piaccia Rabbit’s Moon, è il mio preferito. È anche il meno recensito e questo mi ha permesso di volare di più con la fantasia nel descriverlo… anche se la mia interpretazione (ma parlerei piuttosto delle suggestioni che ho avuto nel vederlo…) sono sicuro sia piuttosto opinabile e non sarebbe condivisa dalla maggior parte delle persone. Anche Scorpio Rising mi piace, ma in modo diverso. Gli spezzoni con i nudi e il sesso di certo potrebbero essere poco più di una provocazione, ma molte delle immagini di questo film credo siano state accuratamente scelte per sottolineare la doppia natura della realtà. Per esempio, Gesù è una figura religiosa che dovrebbe essere d’ispirazione, ma allo stesso tempo può essere oggetto dello stesso fanatismo di un divo del cinema come Brando o James Dean. Cioè uno stesso simbolo può diventare positivo o negativo, io l’ho inteso in questo senso. Per la svastica è la stessa cosa. Nel mondo occidentale la associamo al male e alla morte per essere stata scelta dal Nazismo come proprio simbolo, ma in realtà non è altro che una croce uncinata stilizzata, un simbolo religioso antichissimo di buon auspicio (la parola svastika infatti deriva dal sanscrito). Si tratta di un simbolo solare, infatti rappresenta il carro solare, o meglio il moto del sole attorno a un centro fisso e in questo senso è analogo a un altro simbolo molto antico che sicuramente ti sarà già capitato di vedere, il cerchio con un punto al centro. Così come le antiche religioni comprendevano un culto solare, in genere visto come forza attiva creatrice ma anche come principio universale (nello yoga di parla di coscienza cosmica), anche nelle dottrine esoteriche che vi si rifanno questo è un simbolo fondamentale, perché è ad esso che occorre rifarsi per avere un progresso spirituale. Spero a grandi linee di averti risposto, ma il discorso è veramente troppo lungo e complicato da fare qui.

      Ricordi bene, ho parlato proprio qua sopra di allucinazione “provocata chimicamente”, credo sia la migliore descrizione di quello che si può provare vedendo alcuni film di Anger.

      A presto. ^_^

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  4. Ecco, di tutta la produzione di Anger, credo che - leggendo i tuoi post - Fireworks sia il titolo più interessante.
    Mi piace l'idea della "distruzione" e "dissacrazione" dei valori americani (della media borghesia).

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    1. Fare a pezzi i valori americani ha sempre funzionato parecchio al cinema, per cui credo che molti registi, dagli anni Settanta in avanti, abbiano cavalcato l'onda per pura convenienza.
      Decisamente Anger non è tra questi.

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