mercoledì 18 novembre 2020

Orizzonti del reale (Pt.28)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Se si eccettua una piccola parentesi letteraria e cinematografica che è già scritta e pronta per essere pubblicata, il mio omaggio a Leary doveva terminare la volta scorsa. Tuttavia, tempo fa il buon Etrusco mi ha fatto riflettere sul fatto che ad alcuni di voi potrebbe interessare sapere qualcosa di più sulla sua dipartita. La sua morte annunciata fu un vero e proprio avvenimento mediatico, l’ennesimo della sua vita: attesa, strombazzata, e infine falsata e usata per fare sensazionalismo. Ma andiamo con ordine.
Come detto la scorsa volta, Leary fu testimone della nascita della cultura cibernetica e ne fu entusiasta (il suo libro “Caos e cibercultura” del 1994 è piuttosto famoso); ciò che forse non tutti sanno è che egli non solo si interessò di realtà virtuale fondando una Software House (la Software House Futique Inc., che sviluppò tra gli altri il videogame Mind Mirror, oggi di pubblico dominio), ma fu uno dei promotori della fantascienza Cyberpunk e socio, dal 1988, di due organizzazioni criogeniche: fu la prima celebrità ad aderire alla Alcor (Alcor Life Extension Foundation), fondata nel 1972 e tuttora in attività, per poi passare alla CryoCare.
Non è un mistero che in passato la fantascienza abbia ispirato gli scienziati, i tecnici e gli ingegneri a sviluppare nuove tecnologie (tanto che si dice, senza andare troppo lontano dalla verità, che la fantascienza di oggi sarà la realtà di domani). Non è un mistero neppure che la cibercultura fu influenzata dalla controcultura; alla base di questo movimento c’è evidentemente una buona dose di fiducia nelle possibilità umane e nel progresso, perciò non deve stupire che il suo nucleo sia nato in seno alla controcultura, nel periodo storico (gli anni '60) che più di tutti fu caratterizzato da un estremo ottimismo, in cui si vedevano gli psichedelici e gli stati alterati di coscienza che questi innescano come mezzi per elevare l’uomo dalla sua attuale condizione a una condizione transumana, che comprende il viaggio e la colonizzazione dello spazio, lo sviluppo di intelligenze artificiali e la fusione con (e in) esse. 

L’importanza di Leary non è però legata solo al suo ruolo di guru della psichedelia. Secondo R.U. Sirius (*), scrittore e primo caporedattore della rivista “Mondo 2000” (di cui lo stesso Leary fu co-editore per un certo periodo), ma soprattutto personalità di spicco della cibercultura, quando Leary coniò il famoso acronimo SMI2LE (Space Migration Intelligence Increase and Life Extension) a metà degli anni ’70 non fece altro che definire il transumanesimo (**): sebbene le idee transumaniste fossero state presentate per la prima volta già negli anni '60 alla New School of Social Research di New York dall'autore FM-2030, ad oggi sono ancora Leary e Terence McKenna (di cui parlerò in seguito) a venire indicati come i veri padri spirituali di questa filosofia.
Il transumanesimo, in sintesi, riguarda l'applicazione della scienza e della tecnologia per migliorare la condizione umana, per far sì che possiamo essere più sani e più in forma, sia nel corpo che nella mente, più a lungo: insomma, per ottenere la longevità se non addirittura (per alcuni) l’immortalità. Se il miglioramento e l’estensione della vita sono concetti che possono incontrare l’approvazione di tutti, a parte qualche riserva sulla maniera in cui sia lecito ottenerli (oltre che sulle trasformazioni e “innesti” che ognuno di noi sarebbe disposto ad accettare, perché il corpo umano del futuro è visto nella migliore delle ipotesi (***) come un ibrido di organico e sintetico), è quello di immortalità a causare scetticismo e scalpore. Società come la Al-cor usano i fondi messi a disposizione dai propri membri per la ricerca sulla conservazione dei corpi dopo la morte, nella speranza che in futuro la tecnologia possa invertire il processo criogenico e riportarli in vita e in piena salute, nel caso la persona (o gli animali: vengono conservati anche gli animali domestici dei membri) sia morta per malattia. Dopo che ne viene decretata la morte legale, le persone vengono ibernate nell’azoto liquido a -196° C, ma ultimamente si sta sperimentando con la vetrificazione e i risultati, a detta degli sperimentatori, sono incoraggianti (i nematodi, piccoli vermi sottoposti al processo, sembrano aver conservato le proprie capacità cerebrali dopo essere stati “resuscitati”). 

Il transumanesimo si è parecchio diffuso dalla fine degli anni ’80, primi anni ’90. Due esponenti di spicco sono il filosofo Max More e sua moglie Natasha Vita-More, ricercatrice indipendente e per la Alcor. Max More creò l'Extropian Institute negli anni '80 proprio sulla base della filosofia estropica transumanista, dando una spinta alla diffusione delle idee transumaniste. Da giovane, Natasha Vita-More aderì al Flower Power: era una hippie e un’artista che a un certo punto subì il fascino del mito della longevità e ne divenne ossessionata, facendone il fulcro della sua esistenza. La sua frequentazione con Leary, avvenuta quando questi era ormai alla fine della sua vita, fu breve ma intensa: una volta Leary ebbe a definirla “un catalizzatore, un agente culturale nel salone virtuale delle idee”.

Leary era stato un sostenitore della realtà virtuale (che, ricordiamolo, nacque attorno al 1984) in quanto tec-nica di incremento cognitivo (***), e alla fine degli anni ’80, primi anni ’90 divenne un sostenitore della sospensione criogenica: sebbene dubitasse di poter tornare in vita in futuro, riteneva suo preciso dovere, come visionario evocatore del futuro progresso, sottoporsi al trattamento. Tuttavia, poco prima della morte inter-ruppe i rapporti con la CryoCare. Natasha Vita-More dichiarò in seguito che, a suo parere, Leary fosse molto impressionabile nell’ultima fase della sua vita e alcune delle persone che lo circondavano erano religiose e potrebbero averlo influenzato, magari in buona fede, mentre lei e altri sostenitori della criogenica erano stati rispettosi della sua privacy e non avevano fatto nulla per fargli cambiare di nuovo idea, rispettando la sua decisione. 
Comunque, Leary decise di far cremare il proprio corpo per distribuirne le ceneri alla famiglia e agli amici, uno dei quali ne spedì 7 grammi nello spazio sullo stesso razzo che trasportava, tra le altre, le ceneri di Gene Roddenberry, il “papà” di Star Trek. Filmati come questo, che trovate in rete, quindi, in cui si vede la sua testa che viene separata dal corpo per essere congelata (***), sono un falso.
La sua morte fu registrata su nastro e la inserirono in un documentario, “Timothy Leary’s Last Trip”, ancora oggi reperibile sul tubo: si vede Leary nel letto circondato dai suoi famigliari, si sentono le sue ultime parole e poi lo si vede scivolare nel sonno e poi dal sonno alla morte. Purtroppo, anche se Leary aveva sconfessato la criogenica, qualcuno pensò bene di aggiungere in fondo la finta scena della decapitazione, senza il consenso suo o dei congiunti; la morbosità, si sa, è un morbo diffuso, e forse i produttori pensavano che quella scena gli avrebbe fatto vendere qualche biglietto in più.

(*) Sirius fu il coautore dell’ultimo libro di Leary, “Design for Dying” (1998) e l’autore di “Timothy Leary’s Trip Thru Time”.
(**) Purtroppo, il rapporto fra il transumanesimo e la letteratura fantascientifica è un argomento che non è possibile sviluppare in questa sede, ma su cui potrei tornare in futuro qualora fosse di vostro interesse.
(***) L’intelligenza artificiale è un concetto diverso e per certi versi opposto a quello di realtà virtuale. Se i nostri corpi sono solo involucri, allora non è assurdo pensare che la nostra esistenza in futuro potrebbe essere distribuita in molteplici forme e non sarà necessariamente, o non solo, in un corpo fisico (si potrebbe anche ipotizzare di scaricare la coscienza degli individui nella rete). Dopo il transumano, quindi, ecco il post-umano, qualcuno che ha uno o più corpi composti da substrati biologici, biosintetici o di altro tipo. È il concetto di transumanesimo portato alle estreme conseguenze: l'estensione della vita come esseri non (o non più) esclusivamente biologici.

7 commenti:

  1. Certo che hanno voluto speculare su di lui anche dopo la morte...e mi riferisco al falso filmato della decapitazione.

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    1. Proprio così, eppure hanno ottenuto il risultato che volevano: ancora
      oggi c'è chi crede che le cose siano andate esattamente così!!!

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  2. Qualcosa che si avvicini al cosiddetto cyborg penso che stia pian piano arrivando (il cuore artificiale non è forse già un primo passo?) e probabilmente in futuro gli esseri umani ricorreranno sempre più a organi e protesi artificiali integrate col sistema nervoso dell'organismo.
    Sull'immortalità sono invece scettico, la vedo come qualcosa di materialmente impossibile prescindendo dal livello di sviluppo tecnologico al quale si arriverà.

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    1. Sì, e devo dire che la cosa non mi turba più di tanto, ma forse solo
      perché non ho mai pensato che potesse riguardarmi direttamente. Se
      così fosse... non so. Sull'immortalità, la penso come te. E se anche
      l'uomo ottenesse l'immortalità, l'universo stesso non è immortale...
      insomma, la cosa porrebbe tali e tanti problemi che è difficile anche
      immaginarli. E poi, se fossimo immortali la vita avrebbe ancora
      significato? Quali sarebbero gli impatti dal punto di vista etico ed
      evolutivo in una realtà in cui fosse possibile evitare indefinitamente l'appuntamento con la morte? Quando mi metto a ragionare su queste cose, non ne esco più. ^_^

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  3. Mi sono rimesso in pari giusto in tempo per il capitolo finale. E sì, quello che hai scritto corrisponde pressoché alla lettera a quello che è riportato nel libro "Essere una macchina". Mi sembra solo di ricordare di diverso un po' più di enfasi, nel libro, sulla delusione di Naty Vita-More.
    Mentre leggevo tutta la carrellata di post facevo confronti con il mio punto di riferimento più vicino in materia, che è Carlos Castaneda, e devo dire che tra i due la differenza di approccio agli stati alterati di coscienza è abissale. Castaneda era totalmente scettico sul futuro dell'umanità e in ultima analisi non gliene interessava una cippa. Ricordo che una volta, in un'intervista, a una domanda dell'intervistatore che gli chiedeva se si sentisse un rappresentate del New Age, lui rispose che si sentiva l'esatto contrario, un rappresentante della Old Age.

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    1. Sì, immagino tu abbia ragione su NVM, io ho riportato una sua affermazione presente in alcune interviste dove forse i toni erano smorzati (o magari, chi lo sa, a distanza di anni può aver ridimensionato la cosa). Grazie per il raffronto con Castaneda... come sai non ne so molto. Con lui condivido certamente il disinteresse per il futuro dell'umanità (anche per questo ho deciso di non avere figli).

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  4. Ciao buon giorno. Tutto ok? Sono brasiliano e carioca di Rio de Janeiro. Voglio presentare il mio Blogger su cultura, viaggi e turismo. Vorrei invitarti a seguire il mio Blogger.
    Seguidor 207.
    https://viagenspelobrasilerio.blogspot.com/2020/11/praias-de-vitoria-es.html?m=1

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