martedì 30 marzo 2021

Confessioni di una maschera #8 (Storie di calcio, Pt.1)

Ennesimo tuffo negli anni Ottanta per questo nuovo episodio della serie “Confessioni di una Maschera”. Un episodio che immagino sorprenderà tutti, visto che in questa sede non ho mai parlato di sport (in generale), di calcio (in particolare) e nemmeno mi sono espresso su quale siano i colori societari a cui sono legato sin da ragazzino. Non lo dichiarerò espressamente nemmeno stavolta, ma al termine di questo post (e del successivo) lo capirete, credo, per esclusione. Premetto che del calcio non ci ho mai fatto una malattia, nel senso che dormo benissimo quando la mia squadra perde e non espongo bandiere quando invece vince. Mi piace e mi è sempre piaciuto, molto più del calcio in sé, il contorno di reciproci sfottò del lunedì mattina con i compagni di classe (prima) e con i colleghi di lavoro (dopo), per cui cerco di farmi trovare sempre un minimo preparato su ciò che è successo nel corso della domenica di campionato (non occorre una grande preparazione, in realtà: basta improvvisare e il giochino funziona anche non conoscendo i risultati del weekend). Ma il discorso di oggi parte da molto più lontano...  

Ho iniziato a interessarmi di calcio nel corso della seconda metà del campionato 1981-82, quello che vide un testa a testa incredibile tra Juventus e Fiorentina e che si risolse solo all'ultima giornata a favore della prima. In quella stessa ultima giornata, qualcuno forse se lo ricorderà, il Milan fu condannato alla retrocessione dopo un'allucinante altalena di risultati che si interruppe solo quando tutte le partite in programma terminarono. Fu quella l'estate dei mondiali di Spagna, che si concluse con il trionfo della nostra nazionale dopo una serie irripetibile di partite al cardiopalma. Fu anche l'anno in cui uscì al cinema "Eccezzziunale... veramente" che, vi verrà da sorridere, giocò un ruolo importante nella mia formazione calcistica. L'autunno successivo decisi così che era giunto per me il momento di andare allo stadio. Volevo capire se il calcio era davvero così emozionante come mi era parso di capire dalla mia breve esperienza pregressa. 

C'era un amico interista che già da tempo insisteva perché andassi con lui a vedere l'Inter. In parte credo perché era stufo di andarci con suo padre, in parte perché (come fanno tutti gli interisti, l'ho capito successivamente) cercava di convertirmi al nerazzurro. Impresa disperata la sua (ovviamente non glielo dissi), ma alla fine accettai l'ennesimo invito e il 17 ottobre 1982 i miei occhi si posarono per la prima volta sul prato di San Siro in occasione di un Inter-Napoli di campionato. La partita in generale fu abbastanza noiosa, ma io mi divertivo comunque a guardarmi in giro, osservavo i volti dei tifosi, le scenografie della curva, il tipo che vendeva le bibite. L'Inter vinceva 2-0 (Oriali, Altobelli) e a un quarto d'ora dalla fine il mio amico mi disse "Andiamo!" (Ma come andiamo? Mica è finita!). Imparai col tempo che il tifoso interista medio esce sempre dallo stadio un quarto d'ora prima per evitare il traffico. Rassegnato (anche perché guidava lui) mi avviai verso le scale. Un boato fece tremare i muri al gol del 2-1 di Criscimanni. Peccato non averlo visto, ma mancavano quattro minuti alla fine: che altro poteva succedere? 

6 marzo 1983, Inter-Pisa 0-1: un contrasto tra Giampiero Marini (autore dell'autogol decisivo)
e il danese Klaus Berggreen (non chiedetemi chi sia il tipo sulla destra: non sono così esperto)
Successe che udimmo un altro boato mentre salivamo in macchina. Era il definitivo 2-2 del Napoli. In quel preciso momento capii che una delle cose più divertenti del calcio è guardare il volto affranto di un interista. In un certo senso quel mio amico ottenne il risultato opposto a quello che si era prefisso. Il 21 novembre di quello stesso anno provai a ripetere l'esperienza: a San Siro si incontravano Inter e Genoa. Nonostante le premesse, per un attimo ebbi la sensazione di una partita fotocopia: i liguri pareggiarono a 6 minuti dalla fine l'iniziale gol di Altobelli, ma furono così fessi da pigliarne un secondo immediatamente dopo per il definitivo 2-1 (ecco altri due gol di cui ho un ricordo solo uditivo). Viste le premesse non so come mi feci convincere ad andare a vedere Inter-Pisa del 6 marzo 1983: solito copione con l'Inter che attaccava e gli avversari che spazzavano via la palla. Un unico guizzo a quindici minuti dalla fine consegnò però ai neopromossi toscani la vittoria per 1-0 e agli interisti una domenica da dimenticare.

Non ho conservato tutti i biglietti, ma se non mi sbaglio in quella stagione dovrei aver visto allo stadio anche un Inter-Avellino (2-0) e un Inter-Roma (0-0) di cui non ricordo praticamente nulla. Lasciai quindi perdere e smisi di accompagnare quel mio amico allo stadio, anche perché, come detto, il copione era sempre identico e iniziavo seriamente a rompermi le balle. In quel campionato, per la cronaca, l'Inter finì terza alle spalle di Roma e Juventus. L'anno successivo iniziai elegantemente a declinare ulteriori inviti, accampando scuse sempre più improbabili. Feci una sola eccezione il 29 aprile 1984 per un Inter-Juventus 1-2 (CabriniPlatiniAltobelli), ma ammetto di essere dovuto ricorrere a Wikipedia per ricordare il risultato. Ad ogni modo, quello che il mio amico in quei giorni non sapeva è che un altro amico (comune) aveva iniziato a farmi pressione per andare con lui a vedere il Milan. Ma questa è una storia che vi racconterò tra qualche giorno... 
CONTINUA

Ecco i biglietti che sono riuscito a ripescare dai miei cassetti di ricordi. Il misterioso biglietto in alto
a destra potrebbe essere quello di Inter-Pisa 3-2, gara d'andata dei quarti di finale di Coppa Italia.


18 commenti:

  1. Fantastico questo tuo racconto delle prime esperienze da tifoso!
    Il campionato 1981-82 per noi milanisti è stato davvero l'inferno...Ieri invece cercavo immagini per un post futuro dell'amico D'Aleo, su Oriali..mi son rivisto un sacco di immagini dell'Inter 1979-80!
    ps
    Bellissima la maglia del pisa gialla-nero-blu! Comunque neppure io so dirti il tipo..sulla destra :D

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    1. Vista con gli occhi dello spettatore neutrale, la stagione 1981-82 fu una delle più belle di sempre. Non me ne vengono in mentre altre dove, sia in testa che in coda, tutto si risolse nell'ultimo quarto d'ora.
      Il Milan di quegli anni fu un'anomalia incomprensibile. Leggendo la formazione chiunque all'inizio avrebbe potuto scommettere che quella fosse una squadra da quarto o quinto posto. E probabilmente lo era se non le fosse andato tutto di sfiga (a memoria il Milan riuscì a prendere gli schiaffi anche dal Como, fanalino di coda). Certo, probabilmente, oltre alla sfiga c'erano forse altre dinamiche che noi umili mortali non potevamo vedere, ma resta il fatto che fu tutto molto strano...

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  2. Bella questa storia! Ho riso molto su "una delle cose più divertenti del calcio è guardare il volto affranto di un interista"! X--D

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    1. I tifosi interisti sono esseri curiosi: li vedi raccogliersi in gruppo sin da agosto a pianificare grandi trionfi che poi puntualmente si infrangono di fronte al primo Sassuolo che gli attraversa la strada. Sarebbero anche simpatici, se non fosse che quando vincono qualcosa poi ti scassano il ca##o per dieci anni...

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  3. É una malattia comune a molti maschi italici (e non solo) quella del calcio. Io non ne sono immune, e d'altronde so già che frequentiamo la stessa "parrocchia". Io da ragazzino e adolescente ero molto più "assatanato", però il mio target principale erano i romanisti (per motivi geografici, ovvio).
    Da qualche anno ho proprio mollato. Seguo in modo un po' distaccato, sono comunque informato sui risultati, ma sono ben lontani i tempi in cui potevo partecipare a un torneo di fantacalcio sul web e vincere il mio girone... in questo momento non so neppure chi gioca con chi e se è titolare fisso o panchinaro. Ormai il calcio italiano e europeo delle leghe più importanti mi pare sempre più simile alla NFL americana: "leisure and entertainment" (e una quantità esagerata di quattrini); la parola "sport" praticamente è diventata di troppo.

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    1. Quelli sono stati anni gloriosi anche per i giallorossi, quando c'era Falcao re di Roma, quando c'era Venditti che cantava allo stadio, e quando bene o male se la giocavano sempre fino alla fine. Poi è passato il Liverpool e ha spazzato via tutto. Peccato. Sono sincero, mi è dispiaciuto.
      Oggi il calcio ha perso il fascino che aveva proprio per il "leisure and entertainment" che citi: le televisioni ne hanno preso possesso e l'hanno fatto a pezzi, sparpagliando le partite nell'arco della settimana secondo i loro bisogni. Vuoi mettere quando tutte le partite si giocavano la domenica pomeriggio alla stessa ora? E quando avevi una sola e unica occasione per vedere i gol la domenica sera (che se la perdevi era la fine)?

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  4. Come ben sai le mie simpatie vanno al Napoli, ma non sono mai stato nemmeno iouno di quelli che muore davanti ad una sconfitta o s'infervora troppo davanti ad una vittoria. Venusia è già molto più sfegatata di me. Comunque credo di aver indovinato la squadra per cui tifi. Diciamo solo che il suo simbolo ha a che fare con lo zolfo e con un certo posto caldo, chiuso e profondo dove si puniscono i peccatori, ma di più non aggiungo. Sono uno che si fa i fatti suoi, io. XD XD XD

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    1. Se ti riferisci ai Red Devils del Manchester Utd, posso dirti subito che sei fuori strada! Ahahah!
      Davvero Venusia è tifosa di calcio? Guarda quante cose si scoprono...

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  5. Gli anni '80 sono un po' la golden age del nostro campionato.
    Anni in cui al vertice c'era un ricambio continuo ed in cui potevi vedere grandi campioni anche in squadre minori come l'Udinese o il Verona.
    Beato te che hai potuto vedere dal vivo alcuni di essi. La squadra della mia città all'epoca era nell'inferno delle categorie minori con la lettera C.
    Io sono stato sempre tifoso Juventino un po' per Platini ed un po' perché trascinato dagli amici dell'infanzia che mi hanno trasmesso la malattia, ma confesso che mi sto raffreddando ogni anno che passa.
    Anzi direi che quest'anno sono quasi in criogenesi. :-P

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    1. Si, erano anche in cui sembrava quasi normale vedere Zico giocare nell'Udinese. Sarebbe come se domani vedessimo Messi sbarcare a Cagliari...
      La squadra della tua città (credo sia la Reggina, giusto?) qualche soddisfazione però se l'è presa anni dopo con Walter Mazzarri, no?. Certo non ha vinto lo scudetto, ma per una squadra storicamente lontana dai palcoscenici tradizionali, arrivare ad essere competitivi negli anni 2000 è stata davvero tanta roba.

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    2. Sì, bene o male ci siamo fatti nove anni di serie A, ed il nostro manto erboso è stato calcato anche da Totti, Baggio, Del Piero, Zidane, ecc.ecc.
      Zidane proprio qui a Reggio credo che fece il suo più bel gol in Italia.

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    3. Tra l'altro leggo su Wikipedia che la maglia della Reggina è stata indossata da gente come Andrea Pirlo e Franco Causio, che non sono certo gli ultimi della fila...

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  6. Non ci ho mai capito niente di calcio, e me ne dispiace - sono serio - perché ho l'impressione di essermi privato di una passione molto bella (almeno tale era un tempo). Non sono portato, ci ho messo anni per capire cos'era il fuorigioco e non potrei mai conoscere formazioni di squadre di decenni fa a memoria. Però, e credo di essere uno dei pochi al mondo, mi dispiace DAVVERO non avere questa passione. Mi piace guardare le partite in tv e guardo sempre la Nazionale, ma non ho le competenze tecniche per capire cosa stia succedendo in campo. Alcuni amici mi dicono "che ti frega? Goditelo così, se ti piace guardalo senza patemi!" e hanno certamente ragione, ma non so, mi sembra come di entrare in una chiesa da non-credente ed essere malguardato dai fedeli. Diversi colleghi - del Toro - mi dicono che sarei un buon tifoso del Toro, ma proveniendo io da famiglia rigorosamente juventina, proprio non potrei :-)
    Comunque devo ammettere che "sentire" TOM parlare di calcio in questo blog è stato un bel po' destabilizzante. Ma d'altronde io credo che tutto ciò che destabilizza sia interessante.
    Saluti.

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    1. Non credere, è stato destabilizzante anche per me, tanto che fino all'ultimo ero indeciso se pubblicare questa cosa o bloccare tutto. Ma alla fine, mi sono detto, ogni tanto ci sta bene anche qualche discorso da bar. Mica possiamo sempre occuparci dei massimi sistemi, no? ^_^
      La rivalità cittadina Juve-Toro mi sarebbe piaciuto viverla, se fossi anch'io cresciuto da quelle parti. Credo, correggimi se sbaglio, che sia una rivalità del tutto diversa da quella milanese, dove gli equilibri si sono spostati spesso da una parte all'altra. Certo, è vero che una volta c'era il Grande Torino, ma è passato troppo tempo e il Toro degli ultimi quarant'anni è sempre stato più o meno quello di oggi, sempre in bilico tra una categoria e l'altra.

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  7. Mi hai sorpreso sì, comunque a quell'Inter-Juve mi sarebbe piaciuto esserci, ma non ero neanche nato :D

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    1. A me invece piacerebbe avere qualche anno in meno! ^_^
      No, a parte gli scherzi, vedere giocare quella Juve, con Platini, Boniek e tutti quei campioni del mondo è stato qualcosa di veramente unico.

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  8. Ciao l’unica partita che ho visto in vita mia è stata Juventus-Padova allo stadio Euganeo di Padova con mio zio ...milanista.
    Penso fosse un amichevole ed erano gli anni 80.
    C’era Zoff in porta.
    Non mi sono mai interessato molto al calcio..non penso riuscirei a improvvisare come fai te con i tuoi colleghi perché in me non c’è un fondo di cultura o interesse calcistico.
    Tranne quando ci sono i mondiali..ma finiti quelli ,addio.
    Più di non seguire il calcio mi spiace di non aver mai imparato a giocarlo molto bene.
    Ma se una cosa non piace , non piace c’è poco da fare.
    Anche per uno come me i mondiali dell’82 e il calcio di quel periodo anni 80 è stato il più bello in assoluto.
    Ah son milanista perché ho sempre amato le televisioni commerciali negli anni del loro massimo splendore e riconosco a Berlusconi il merito di averle fatte esplodere qua in Italia.
    Mi piace il rosso e il nero come colori...mai votato Forza Italia comunque 🤗
    Buona Pasqua a te e famiglia

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    1. Improvvisare è facilissimo. Non serve nemmeno conoscere i risultati. Basta avvicinarsi al collega fanatico di calcio, scuotere la testa e dirgli: "non ci sono parole". Sarà poi lui a girare tutto il film. Se il giorno prima la sua squadra aveva vinto penserà che lo stai accusando di aver rubato la partita, se viceversa aveva perso penserà che lo stai sbeffeggiando. Il pareggio? Non importa: c'è sempre qualche episodio dubbio che lui sa di essere tale.
      Il Padova l'ho visto anch'io un paio di volte per via di un compagno di scuola delle superiori che ne era tifosissimo. Si andava assieme a vedere Monza-Padova e sinceramente mi divertivo più lì che a San Siro...

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