lunedì 1 marzo 2021

Traditi dalla fretta #23

Non ero del tutto convinto di essere pronto oggi per una nuova puntata di "Traditi dalla fretta", sebbene ormai i tempi fossero maturi. Pensavo anzi alla possibilità di modificarne la formula in modo tale da rendere il tutto più efficace, ma poi, mentre mi affannavo a cercare delle soluzioni convincenti che non mi convincevano del tutto, le settimane sono passate e gli appunti raccolti per strada iniziavano a diventare di nuovo troppo numerosi. Rimanderò quindi a tempi più favorevoli i miei propositi di rivoluzione, anche perché una delle novità che andrò a presentarvi oggi, la prima in elenco per la precisione,  aveva la precedenza su qualsiasi altra questione. Non capita tutti i giorni di veder pubblicato un saggio in italiano su uno degli argomenti che hanno fatto, nel corso degli anni, la fortuna di questo blog. 
Sto parlando ovviamente degli Yellow Mythos, un percorso che sto portando avanti, tra una pausa e l'altra, navigando a vista come un dilettante. Non è certamente un dilettante Marco Maculotti, fondatore del web magazine AXIS mundi che campeggia da diversi anni nel blogroll qui a lato, e lo prova l'uscita del saggio Carcosa Svelata, nel quale il nostro si getta a capofitto nei meandri dei "miti in giallo" partendo dai simbolismi da lui scovati nella serie televisiva True Detective. Nessuna invidia naturalmente, se è a questo che state pensando, perché è chiaro che io e Marco Maculotti giochiamo in due campionati diversi, così come è chiaro (ed è la risposta che in passato ho dato a chi me lo ha suggerito) che l'ipotesi di trasformare il mio lavoro in un saggio su carta non è mai stata nella lista delle mie priorità. Mi fa al contrario estremamente piacere, conoscendo anche lo spessore dell'autore, poter finalmente leggere qualcosa in italiano sui Mythos che non sia stato scritto da me. Senza contare che "The Obsidian Mirror" è stato citato più di una volta come fonte tra le pagine di Carcosa Svelata, a riprova che, tutto sommato, in questi otto anni non s'è lavorato invano... 

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
 CARCOSA SVELATA

Ciò che distingue True Detective da grandissima parte delle serie televisive si può individuare nella sua caratteristica di basarsi più sul non detto che sul detto, di sfruttare più le atmosfere create e i simbolismi sapientemente velati che non ciò che accade effettivamente, a livello di azione, nei frangenti narrativi. Se questa sua peculiarità da una parte è lodevole, proprio per la sua capacità di calare lo spettatore in una dimensione quasi a-temporale, caratterizzata dall’onirismo più bizzarro e permeata dall’azione delle ineludibili forze del destino, dall’altra rende molto complicato decifrare i suoi significati più reconditi, cosa che noi in questa sede ci proponiamo di fare. Nondimeno, se sviscerare la serie nel suo complesso può sembrare un’operazione quasi impossibile, proprio per la sua caratteristica di non dire, nessuno vieta di provare a gettare luce su alcuni elementi chiave della storia, analizzabili per esempio con gli strumenti dell’antropologia del sacro e della storia delle religioni. 
Marco Maculotti, editore e scrittore, è nato a Cremona nel 1988 e si è laureato a Milano. È il fondatore e direttore di “AXIS mundi”, rivista online di cultura, antropologia del sacro, storia delle religioni, esoterismo, folklore, letteratura del fantastico. Ha pubblicato su diverse riviste di studi tradizionali e letterari, sia cartacee (“Atrium”, “Arthos”, “Studi Lovecraftiani”, “Zothique”, “Dimensione Cosmica”, “Il Corriere Metapolitico”) sia digitali. Ultimamente si è concentrato sull’opera dello scrittore gallese Arthur Machen, pubblicando tre saggi: I Fair Ones, l’atavismo e la «regressione protoplasmatica»: la mitopoiesi panica di Arthur Machen (in Oltre il reale, GOG Edizioni, 2020), Le fate, le streghe e la porta per l’Altro Mondo: rilievi folklorici ed etnografici sull’opera di Arthur Machen (in “Zothique. Rivista di narrativa e cultura fantastica”, n. 4/2020) e Arthur Machen, profeta dell’Avvento del Grande Dio Pan (in Arthur Machen. L’apprendista stregone, Edizioni Bietti, 2020). Nel tempo libero si diletta nella scrittura di racconti dell’orrore sovrannaturale, due dei quali, Allegato al testamento di Ölver Huldurr McGrain e Tumpek Wayang, sono stati pubblicati rispettivamente nelle antologie Un penny dall’inferno (SensoInverso Edizioni, 2017) e Sguardi sull’Ignoto. Decamerone del Mistero (Bietti Edizioni, 2020). Un terzo racconto, L’Uomo del Ghiaccio, ha ricevuto la menzione speciale del prestigioso “Premio Hypnos 2020”. 
Un paio di link che mi sento di suggerirvi sono il blog dell'autore (tassativo) e la pagina facebook dell'opera, Carcosa Svelata è acquistabile sulle maggiori piattaforme di e-commerce, come Amazon o IBS, oppure direttamente sul sito dell'editore.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
 LA CITTÀ DELLA PAURA INDICIBILE

Credo che Jean Ray, una vera istituzione della narrativa fantastica e horror, non abbia bisogno di presentazioni. In parte, quella particolare aura mitologica che lo circonda è dovuta, almeno nel nostro paese, alla limitata attenzione che le case editrici hanno dedicato al “Poe belga": oltre al capolavoro assoluto Malpertuis, solo qualche raccolta di racconti è stata infatti riesumata negli scorsi anni da Hypnos. Ma non può essere solo questo: la più recente edizione dello stesso Malpertuis, uscita nella collana Urania Mondadori pochi anni fa, ha raggiunto rapidamente cifre sconsiderate anche sul mercato dell'usato, andando ad affiancarsi a quelle astronomiche già presenti per le edizioni vintage anni Sessanta e Novanta. Ecco perché forse varrebbe la pena assicurarsi al più presto una copia di questa proposta inedita della collana Bizarre di Agenzia Alcatraz.
Ingersham è un placido, piccolo borgo della profonda Inghilterra, dove le giornate si impilano come posta inevasa e i cittadini passano le loro grigie esistenze regolate dallo scandire delle ore. Ma con l’arrivo del pensionato Sidney Terence Triggs, veterano della polizia londinese, questo luogo calmo e tranquillo si trasforma all’improvviso in una città dominata da una paura ancestrale.
Gli abitanti iniziano a morire uno dopo l’altro, vittime di una sarabanda funebre che pare scatenata da mostri scaturiti dalle profondità infernali. Tra manichini mossi da forze demoniache e creature dalla testa di toro che errano per le lande maledette di Ingersham, sarà compito di Triggs entrare in campo per risolvere il mistero, sfiorando la follia e mettendo in gioco la propria vita.
Pubblicato nel 1943, La città della paura indicibile è considerato, assieme a Malpertuis, il capolavoro di Jean Ray. Romanzo poliziesco o romanzo dell’orrore? Come in un ipotetico ménage tra H.P. Lovecraft e Agatha Christie, qui il maestro belga del fantastico mescola le carte e mette tutto il proprio genio al servizio di una storia retta da una scrittura brillante e carnale, ammantata di spaventoso realismo. 
Disponibile a fine aprile 2021. Tenete d'occhio il sito dell'editore!

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
 PUPILLE

Idrasca, provincia profonda. Un signore di polvere e solitudine, più antico dell’Uomo, scrive una favola di cataclismi inevitabili, un libro da leggere 
ai bambini, per spalancare loro gli occhi sulle tenebre del futuro.
I bambini ascoltano, apprendono, reagiscono, sconvolgendo la routine della placida comunità.
Luigi Musolino ci accompagna per le strade di un paese travolto da un’oscura rivelazione che colpisce i bambini per poi proliferare nel mondo degli adulti, raccontandoci una fiaba horror il cui epilogo è già scritto nelle apocalissi dei giorni a venire.
Mi sono reso conto, inserendo il suo nome nelle "etichette" di questo post, che non ho mai dedicato in passato alcun articolo a Luigi Musolino, autore che nonostante ciò apprezzo moltissimo sin dai tempi i cui scoprii alcuni dei suoi primi racconti postati in rete. Da quella vecchia uscita per i tipi di RiLL (Oscure regioni, ndr), in cui il nostro ci aveva intrattenuto con venti micidiali racconti nati dal folklore regionale italiano (venti racconti, uno per regione), la mia adorazione per Luigi Musolino è diventata patologica ed è quindi con grande piacere che applaudo a questa nuova uscita, esordio del nostro nella neonata collana "42Nodi" della "fantascientifica" Zona 42, collana che, uscendo dagli schermi, ci sorprende con qualcosa di non espressamente legato al suo genere di riferimento. 
Pupille è acquistabile sulle maggiori piattaforme di e-commerce, come Amazon e IBS, oppure direttamente sul sito dell'editore.
Luigi Musolino nasce nel 1982 in provincia di Torino, dove risiede e lavora. Specializzato in folklore italiano, è autore di varie raccolte di racconti di gotico rurale. Le sue storie sono state pubblicate in Italia, Stati Uniti, Irlanda e Sudafrica.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
ANDROMEDA

Non faccio fatica ad ammettere che sono stato attirato da questo libro principalmente per il titolo, che mi riporta alla mente ricordi dal sapore sci-fi anni Sessanta. Siamo in realtà da tutt'altra parte, visto che questo romanzo a firma Gianluca Morozzi si può definire un giallo, o un thriller se preferite, visto che talvolta i due generi si confondono e si accavallano.
Bologna, 2019. Nel salone insonorizzato di una villa sui colli c'è un uomo legato a una croce di sant'Andrea. Si chiama Dimitri. Di fronte a lui c'è Borg, come il tennista. Borg ha con sé una motosega e dei secchi di cemento. Quel che dice a Dimitri è semplice e terribile: "Io ti libererò senza farti niente, se solo ti ricorderai il mio vero nome. Pronuncialo, e non ti accadrà nulla. Altrimenti, ti farò a pezzi poco alla volta"... Per aiutare la memoria del terrorizzato Dimitri, l'uomo chiamato Borg comincia a raccontare.
Una situazione non piacevole, quella del protagonista, ma fondamentale per dare il via a una carrellata di orrori che si protrarrà per duecentocinquanta pagine dense di emozioni. Andromeda è acquistabile sulle maggiori piattaforme di e-commerce, come Amazon e IBS, oppure direttamente sul sito dell'editore.
Gianluca Morozzi è nato a Bologna nel 1971. Ha esordito nel 2001 con Despero (Fernandel), al quale hanno fatto seguito 34 romanzi e più di duecentocinquanta racconti. Tra le sue uscite Blackout, (Guanda), dal quale è stato tratto il film omonimo. Gli ultimi titoli sono la graphic novel Il vangelo del coyote (Mondadori) e i romanzi Gli annientatori, Dracula ed io (TEA), L’ultima notte del carnevale estivo (Bacchilega).

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali  
SPAZIO: IL VUOTO DAVANTI

“Universo”, “spazio”, “cosmo”… le definizioni stesse che oggi abbiamo di questi concetti, rapportati ai nostri sensi e in continuo mutamento, vanificano immancabilmente ogni tentativo di appropriarsi adeguatamente della materia in oggetto. Com’è possibile confrontarsi con qualcosa che ha un diametro di 92 miliardi di anni luce ed è “nato” più o meno 13 miliardi di anni fa da un’inconcepibile esplosione progressiva, ancora oggi in fase di espansione? Tali grandezze sfuggono a ogni tentativo di reale comprensione della mente umana, che è costretta ad addomesticare, ridurre e comprimere una realtà altrimenti così “oltre” ogni parametro di umana consapevolezza da risultare alla fine illeggibile, estranea e aliena.
A nostra disposizione abbiamo due soli strumenti per azzardare timide esplorazioni al di là della nostra realtà terrena: la scienza e la fantasia. Tali strumenti rappresentano una bussola utile per non perderci nel gran mare di soli che, dagli inizi dei tempi, ci attira così prepotentemente, quasi a vantare un misterioso e ineffabile legame pulsante con le stelle e il vuoto, un richiamo insistente da parte delle nebulose stellari che riempiono di meraviglia e terrore l’animo umano.
In questo libro si evidenzia come l’uomo sia stato in grado (se poi lo è stato davvero) di “appropriarsi” del cosmo, dello spazio interstellare, dell’Universo infinito attraverso il mito, le visioni prescientifiche, l’arte, la scienza, l’esplorazione spaziale, la narrativa, l’illustrazione, il cinema e l’arte.
Tentare di comprendere lo spazio è forse il più alto momento di gloria concesso all’essere umano, e le insondabili distese cosmiche sono il definitivo attrattore del nostro pensiero. 
"Spazio: il vuoto davanti" lo trovate sulle maggiori piattaforme di e-commerce, come Amazon e IBS, oppure direttamente sul sito di Odoya.

16 commenti:

  1. Complimenti! Anche per me Axis Mundi è da sempre uno dei blog di riferimento.
    Molto, molto interessanti anche le altre segnalazioni: attendo finalmente di poter leggere per la prima volta il citatissimo Malpertuis (il cui titolo mi fa venire alla mente tristi ricordi, ma questo è un altro discorso...).

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    1. Eh lo so, il caro Elvezio ha davvero lasciato un vuoto incolmabile.

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    2. Malpertuis (il romanzo) e Malpertuis (il blog) hanno fatto entrambi epoca per motivi diversi. Dal primo è stato realizzato un lungometraggio con Orson Welles che ti consiglierei, ma non prima di aver letto il libro perché Malpertuis va assaporato a piccoli sorsi.
      Su Axim Mundi non ho molto da aggiungere: è davvero avanti anni luce!

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  2. Stavolta non saprei quale scegliere tra le opdierne proposte, però il Jean Ray mi stuzzica molto. tra parentesi ho visto- come dicevi tu- che l'edizione Urania di Malpertuis che possiedo ha raggiunto cifre sui 25 euro a copia. Non lo venderei mai però. ;)Preferisco tenermelo stretto.

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    1. Ho visto anche una copia di quell'Urania sopra i 100 euro su eBay, ma sappiamo bene che su eBay i prezzi vengono spesso gonfiati apposta per questioni tattiche che ho ben capito...

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  3. Dunque, Andromeda l'ha letto un mio caro amico e me ne ha parlato in termini entusiastici. A me non ha dato grande entusiasmo forse perché, pensando a una trasposizione cinematografica, ho fatto pensiero a un torture porn e mi è passata la voglia...

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    1. In effetti l'impressione che da è quella ma, per quanto crude, sulla carta stampata certe situazioni non sono mai così terribili come sullo schermo di un cinema...

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  4. I primi due titoli sono davvero molto, molto attraenti... ma gli ostacoli da superare non sono pochi: avere in casa già di che leggere e rileggere per i prossimi vent'anni; la precedenza data al percorso autobiobibliografico; il recente acquisto dell'e-reader con l'aggiunta alle letture degli e-book dei compagni di cordata. Aiut!

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    1. Sto maturando una soluzione per tutto questo: i libri che sono in casa da più di vent'anni e non hanno mai avuto l'onore di essere letti devono essere sacrificati all'altare del bookcrossing...

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    2. Sì, lo faccio anch'io. Ogni sabato mattina. Infatti sto finendo di liberarmi di tutti i libri gialli che avevo accumulato. Ma in questo caso parlo di libri che mi interessano e che non ho nessuna intenzione di dar via.

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    3. Poi c'è da considerare che alla fine il bookcrossing è uno scambio. Porto sì libri che non mi interessano, ma ritorno quasi sempre a casa con qualcosa che invece mi interessa e che va a finire tra le cose da leggere nei prossimi vent'anni.

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    4. Si, tecnicamente è uno scambio, ma il più delle volte ciò che si trova è fuffa buona per il cassonetto, qualche "Segretissimo" quando va bene, alcuni cloni di Sveva Casati Modigliani, biografie di sindacalisti, studi statistici sul degrado urbano e, immancabili, tonnellate di enciclopedie assolutamente inutili...

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    5. Non hai idea dei tesori che ho trovato invece... tipo i Racconti di Poe con tutte le illustrazioni di Alberto Martini. Cose che probabilmente se le cercavo apposta non trovavo.
      Ah, quasi dimenticavo: Complimenti per le citazioni nel libro su Carcosa.

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    6. Uomo fortunato! A me colpi di fortuna sono capitati giusto un paio di volte in anni di frequentazioni, tipo quella pregevole edizione del Vathek di Beckford (che però già possedevo in altra versione)...

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  5. Mi sono incantata dinanzi al primo titolo. Complimenti all'autore, e a te per essere stato citato in questo lavoro.
    Purtroppo mi sono arenata alla prima puntata di Tre Detective, a proposito dell'opera su cui è stato curato questo interessantissimo focus. Rimasi stregata dai dialoghi, colsi subito un che di diverso nel tipo di racconto. Ma proprio tutto questo, non so come, mi impressionò troppo. Era troppo perfettamente congegnato per non restarne turbati, almeno un tipo come me. Rimpiango di non avere avuto il "coraggio" di continuare, perché davvero era straniante a dir poco.

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    1. True Detective (mi riferisco alla prima stagione, che è l'unica che o visto) mi ha incantato subito. Principalmente per la recitazione, considerato che non capita tutti i giorni di incappare in una serie che riesca a distinguersi sotto questo aspetto, e in seconda battuta per la faccenda degli Yellow Mythos, argomenti di cui a quei tempi avevo già iniziato ad occuparmi. Molti aspetti, un certo tipo di simbologia, mi erano ovviamente sfuggiti ed è per questo che leggerò con piacere il lavoro di Marco Maculotti. Inevitabilmente ne avrà da guadagnare anche il blog...

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