venerdì 26 settembre 2025

Traditi dalla fretta #47

Sembra ieri che iniziava l’estate e ci troviamo già con tutti e due i piedi in autunno. Si, avete ragione, lo so che ultimamente inizio spesso questa rubrica con le previsioni meteo, ma se preferite un incipit che copra un argomento diverso, tipo, che ne so, il campionato di calcio, non dovete fare altro che dirmelo e sarete accontentati. 
Il tempo d’altra parte (nel senso del suo trascorrere) è l’aspetto che più si adatta a una rubrica a cadenza periodica, una rubrica che negli ultimi mesi ha diradato la sua frequenza, così come si è diradata la frequenza di pubblicazione del blog in generale. Non mi è dispiaciuto, lo ammetto, approcciare i mesi estivi (settembre incluso) con post sporadici la maggior parte dei quali nati da ispirazione del momento. Non escludo che questo nuovo approccio, decisamente più rilassante non diventi la regola, anche perché sono arrivato a un punto della vita in cui vorrei dedicarmi anche ad altro, a qualcosa magari di più “reale”, tipo uscire di casa, trascorrere qualche ora in più all’aperto, in un parco, in un bar, anche su un terrazzo, con un buon libro e una birra gelata, o magari fare qualche viaggio, anche se per viaggiare scarseggia la materia prima, ovvero il denaro. Non mi dispiacerebbe spegnere il telefono, o lanciarlo dalla finestra, ma questa è ovviamente un’opzione ormai inconciliabile con le basi stesse della sopravvivenza. 
La verità è che sto invecchiando, ho ormai sulle spalle 58 primavere, e la smania che avevo anche solo pochi anni fa sta lentamente venendo meno, così come credo sia biologicamente normale. L’appuntamento, ormai prossimo, con il quindicesimo compleanno del blog potrebbe essere l’occasione giusta per tirare ancor più i remi in barca, magari non definitivamente (non me la sento di assassinare una creatura che ho curato per tanto tempo), ma quasi. Nel frattempo vi lascio con un nuovo capitolo di "Traditi dalla fretta", periodico più o meno bimestrale con le figate di cui ho preso nota quest'estate tra una bibita e l'altra.  

giovedì 18 settembre 2025

Libro Vs. Film: Pedro Páramo

Prima di quest’anno non avevo mai veramente esplorato il realismo magico in letteratura. Voglio dire, negli anni ho letto qualcosa qua, qualcosa là (Kafka, Márquez, Borges, Murakami... le solite cose, insomma), ma in modo del tutto casuale e disordinato. Non mi era mai passato per la testa di seguire un ordine preciso, e men che meno di risalire alle origini del genere. Oggi sono ancora molto lontano dall’averlo fatto, ma ho colmato in parte questa lacuna recuperando un classico della letteratura messicana che risponde al nome di “Pedro Páramo” (1955) di Juan Rulfo (1917-1986), che è uno dei capostipiti di questo genere e nella cultura latino-americana è considerato un libro di culto. Era un po’ che adocchiavo l’edizione Einaudi in libreria, finché un giorno non mi è capitata in mano una copia usata e l’ho comprata di getto, leggendola quasi subito. In seguito ho recuperato anche due delle trasposizioni per il cinema (ben quattro*) che ne sono state tratte: la più vecchia, del 1967, e la più recente, uscita appena l’anno scorso. Cercherò di non raccontare troppo, ma qualche piccolo spoiler sarà inevitabile. 

martedì 9 settembre 2025

Nero veneziano

Dodici mesi fa, in occasione della precedente edizione dell’iniziativa “Notte Horror”, mi trovai a giurare che mai più mi sarei impegnato con così largo anticipo a recensire un film che, al momento della decisione, non avevo ancora mai visto. Il rischio, è ovvio, era quello di trovarsi di fronte a qualcosa di non recensibile, vuoi perché privo di spunti da sviluppare, vuoi perché talmente brutto e noioso da rendermi impossibile sopportarne la visione. Eccomi invece qua con lo stesso problema. Ci sono ricascato con tutte e due le scarpe e adesso mi trovo nella condizione di dover scrivere un articolo lungo quanto basti per sembrare il post di un blog. 
Non che manchino gli spunti, quelli magari riesco anche a trovarli, ma “Nero veneziano”, film del 1978 diretto da Ugo Liberatore, è una di quelle esperienze che hanno messo a dura prova le mie palpebre, palpebre che hanno iniziato a cascare dopo pochi minuti, anche in una sera di piena estate, in vacanza, dove la stanchezza di una giornata di lavoro non poteva essere chiamata in causa. Se quindi state cercando una valida alternativa al valium, che magari non volete assumere perché non avete un buon rapporto con la chimica, eccovi servita la soluzione. 
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