Ho sempre creduto che gli specchi racchiudessero in sé qualcosa di misterioso, di trascendentale, che non fossero semplicemente dei cristalli di materiale riflettente o dei semplici pezzi di arredamento al pari di sedie e tavoli. Gli specchi, secondo il mio modo di vedere, rappresentano dei passaggi, delle porte, e se noi non siamo in grado di attraversarli, o semplicemente non siamo in grado di vedere oltre la banale immagine riflessa di noi stessi, è solo perché abbiamo dei limiti. Non siamo capaci, in altre parole, di superare la barriera che separa il mondo terreno da quello, come dire, ultraterreno. E tutto sommato questa potrebbe essere una fortuna. Vi sono però delle sporadiche eccezioni, alcune scientificamente documentate, altre rimaste allo stadio di leggende metropolitane, che dovrebbero farci riflettere (il gioco di parole, giuro, è involontario). Una di queste eccezioni ha avuto come protagonista una mia cara amica, che mi ha scritto qualche giorno fa pregandomi di prestarle aiuto. Giulia, la chiamerò così, è oggi una splendida quarantenne, ma aveva sì e no otto anni quando si trasferì con la sua famiglia nel condominio alla periferia nord di Milano dove abitavo: uno di quei casermoni mezzi fatiscenti dove tutti conoscevano tutti, ma nessuno si fidava di nessuno. Giulia invece era simpatica ed estroversa. Tutt’altro che una bella bambina, per la verità, con quegli occhialoni troppo grandi per il suo viso e quella pettinatura da maschiaccio. Ad ogni modo facemmo subito amicizia.
In realtà, al di là dell’apparente grande affiatamento e serenità che dimostriamo, il tempo trascorso ha eroso la spensieratezza della fanciullezza per lasciare il posto ad una poco più che semplice cordialità. In altre parole di quell’amicizia lontana è rimasto solo un vago sapore, che la maturità ci ha portato via inesorabilmente. Ci si raccontano tante cose, ma mai nessuna veramente personale, mai nessuna veramente intima. (Scusa Giulia, spero tu non ti offenda, ma la verità è questa...) Non sapevo nemmeno conoscesse questo blog, visto che io personalmente non gliene ho mai parlato. Viceversa l’ho scoperta solo adesso essere una mia fedele e silenziosa lettrice, chissà da quanto tempo.
È stata pertanto una vera sorpresa quando, come detto, qualche giorno fa ricevetti una sua e-mail che riporterò qui integralmente. Non so cosa l’abbia spinta ad aprirsi con me in questo modo. Sarà un po’ per via della nostra amicizia di vecchia data, e un po’ per via del riferimento allo specchio che ho inserito nel nome del mio blog, ma quello che ho letto è qualcosa che mi ha lasciato senza parole. Una storia a cui faccio ancora fatica a credere. Incredibile, inquietante, terrificante, scegliete voi l’aggettivo. Io mi limiterò ad un copia/incolla qui di seguito. Naturalmente non è mia abitudine urlare ai quattro venti i fatti degli altri, specialmente se si tratta di cose intime. Se lo faccio è solo perché la mia amica me lo ha chiesto esplicitamente, con la sola preghiera di utilizzare nomi di fantasia al posto di quelli veri.
Forse sarai stupito nel sapere che so del tuo blog e che leggo con interesse tutti i tuoi post. Non perderò tempo a spiegarti come faccio a conoscerlo, perché adesso ho troppa fretta di arrivare al punto... Ti scrivo per parlarti di una cosa che non posso raccontare a nessun altro. Intanto scusami se mi appoggio a te, ma ho visto che il tuo blog contiene spesso riferimenti a fatti strani e inspiegabili e ho pensato quindi che magari tu potevi ascoltarmi senza ridere. Magari tu (o qualcuno dei lettori del tuo blog) potrai trovare una spiegazione per quello che mi è successo (magari la stessa che mi sono data io) e dirmi che cosa devo fare adesso, o se non è così dirmi sinceramente se pensi invece che sono una povera pazza visionaria. Da te, potrei anche accettarlo… Di sicuro non posso chiedere aiuto a Carlo né fidarmi di lui, e andando avanti a leggere capirai il perché…
Urlai. Carlo accese la luce e solo allora io aprii gli occhi. Accanto al letto non c’era nessun altro, solo Carlo che mi chiamava: Giulia! Giulia! Che cavolo succede?!? Gli ho raccontato tutto. Dovevo sembrargli mezza matta in quel momento, e lui aveva la faccia perplessa, all’inizio, eppure… eppure anche lui in qualche modo sembrava scosso, e pensieroso. Mi disse solo che lui non aveva sentito i passi né la voce, e mi chiese se fossi proprio sicura che quei rumori non venissero dall’appartamento di sopra. Ca..o, sì che ero sicura!!! Naturalmente nessuno dei due quella notte riuscì più a dormire. Alla fine ci alzammo prestissimo e prima dell’alba eravamo già fuori casa. Trovammo un bar aperto e facemmo colazione in silenzio, ognuno perso nei suoi pensieri. Poi lui dovette andare in ufficio e io pure. La sera lo attesi davanti alla porta di casa. Non volevo entrare da sola, così preferii attendere il suo rientro.
Il terzo episodio è stato giusto ieri. Ora sono davvero terrorizzata, non so più cosa fare... Ho paura anche della mia ombra. Perché ho capito che là fuori c’è qualcuno che mi odia, che vuole farmi del male, lo so… e forse mi sta osservando anche in questo momento...
Ieri sera, ti dicevo, ero a casa da sola ad attendere il ritorno di mio marito. Avevo fatto scongelare due bistecche e stavo per preparare la tavola. Erano già le sette e mezza quando suonò il telefono, era Carlo, c’erano stati non so quali problemi con non so quale cliente e mi diceva che sarebbe rientrato tardi. Non era la prima volta che accadeva, specialmente negli ultimi tempi rientrava spesso più tardi del solito, ma non me ne ero mai preoccupata. Una volta non era così. Nonostante Carlo occupi un posto di responsabilità nella sua azienda mi sono sempre stupita del fatto che, non so come, non abbia mai avuto bisogno di fermarsi nemmeno un’ora per un po’ di straordinari. Ogni sera era sempre puntuale a casa. Ogni sera fino a qualche mese fa, perlomeno. Cose che capitano, mi dissi. Buttai una delle due bistecche nella padella, mangiai rapidamente, poi feci sparire piatto e pentola in lavastoviglie e mi misi sul divano a leggere mentre attendevo il suo ritorno. Verso le undici ancora non era rientrato. Si sarà fermato in giro a mangiare qualcosa o a bere una birra con qualche collega, pensai. Ero leggermente irritata, perché non mi aveva detto che avrebbe cenato fuori casa, ma non ci pensai più di tanto. Ho sparecchiato la tavola, fatto una doccia veloce e, raccogliendo tutto il mio coraggio, sono andata a letto. Non so che ora fosse quando l’ho sentito entrare in camera a passo felpato. Ero talmente stanca che l’ho sentito appena infilarsi sotto le lenzuola e girarsi dall’altra parte.
Poi è successo di nuovo. Un rumore. Dapprima indistinto, poi ancora quel rumore di tacchi, tac-tac, sempre più vicini, e un tonfo. Ho acceso immediatamente l’abatjour. Ho visto Carlo in piedi oltre la porta della camera da letto, probabilmente stava andando in bagno. Non appena accesi la luce lui si voltò e guardò verso di me. Ma non guardava me, no. Guardava qualcosa alle mie spalle. Feci per voltarmi, ma una forza sovrumana mi spinse di lato. Caddi giù dal letto, per terra. Un dolore improvviso. Come se due mani mi avessero afferrato per i capelli. Li sentivo tirare verso l’alto. “Puttana!” La voce che pronunciò quella parola era la stessa di una settimana fa, ma questa volta era ancora più nitida. Ma non c’era nessun altro nella stanza oltre a me!! Improvvisamente l’anta dell’armadio si aprì. Si aprì di colpo e fu in quel preciso istante che la vidi. Fu solo una frazione di secondo, nell’attimo preciso in cui lo specchio all’interno dell’anta si trovò nell’angolazione corretta per permettermi di vedermi riflessa. Alle mie spalle c’era una figura femminile. Indossava una vestaglia bianca, e lunghi capelli neri le coprivano solo parzialmente il viso. Mi teneva per i capelli. Vidi i suoi occhi… Non li dimenticherò mai. Erano grandi e neri, come quelli di un demone, e cattivi, pieni di rabbia, anzi odio. Fu solo un istante. L’anta dell’armadio completò la sua corsa, andò a sbattere contro la sedia accanto all’armadio e in quel preciso momento lo specchio andò in mille pezzi. Carlo sobbalzò violentemente e io invece urlai come non avevo mai urlato prima. Urlai a squarciagola, come in un film dell’orrore. Non so per quanto tempo urlai.
Devo essere svenuta, visto che quando riaprii gli occhi ero in soggiorno, sdraiata sul divano. Carlo accanto a me mi accarezzava la fronte. Lo guardai, ma non dissi nulla. Soprattutto non gli dissi che credevo di aver riconosciuto quella figura femminile nello specchio. Sembrava proprio Monica, la nuova segretaria di Carlo, una giovane che mio marito aveva assunto in prova un paio di mesi prima. Era la sua prima segretaria in assoluto da quando lavorava lì e Carlo me l’aveva presentata il mese prima, una volta che ero passata da lui in ufficio a portargli il portafoglio (con annessa patente) che aveva sbadatamente lasciato a casa... Una ragazza molto giovane e attraente, non c’è che dire, ma che a me istintivamente non è piaciuta fin dal primo momento. So cosa starai pensando adesso, ma ti assicuro che il suo aspetto non c’entra. Non l’ho presa in antipatia perché è molto carina (e obiettivamente lo è), anche se la trovo troppo vistosa (quando l’ho vista io aveva una scollatura abissale, secondo me anche fuori luogo nell’ambiente un po’ “ingessato” dove lavora Carlo), ma perché è scostante e insolente. Quando mi ha vista mi ha squadrata da capo a piedi, e quando ci siamo presentate mi ha guardata appena e mi ha stretto la mano con la punta delle dita, come se le desse fastidio afferrarmi la mano. La cosa mi ha imbarazzata parecchio e una volta a casa l’avevo anche detto a Carlo: Ma quanto se la tira la tua nuova segretaria!! Già, Monica non è un mostro di simpatia, ma comunque cosa ci faceva nel mio incubo?? Per un attimo ho pensato di aver avuto un’allucinazione, che forse il mio subconscio avesse lavorato troppo, ma ho abbandonato immediatamente quest’idea. Perché vedi, come tu sai io sono sempre stata una persona razionale, ma ti posso assicurare che quello che ho avuto non era affatto un incubo. Ma quale incubo!!! Lo specchio è ancora là in mille pezzi. Mille frantumi sparpagliati per tutta la camera. E a me faceva male la cute. No, non è stato un incubo, questo è certo. Ma perché ho visto LEI?
Sfinita, mi riaddormentai per breve tempo. All’alba, stamattina, mi sono alzata e ho buttato due fette di pane nel fornetto. Ho preparato il caffè. Con la luce del sole tutto mi sembrava diverso, mi sentivo anche un po’ stupida. Ero contenta che i nostri vicini non si fossero accorti di nulla e non fossero venuti a bussare alla porta di casa per insultarmi – forse avranno pensato che fosse la tv.
Io e Carlo abbiamo cominciato a parlare del più e del meno, evitando accuratamente ogni riferimento a quanto successo. Le notizie del TG. Due commenti sulla tizia del piano di sopra. Poi gli ho chiesto a che ora fosse tornato la sera prima. Come risposta ha farfugliato qualcosa, ma era evidente che non aveva voglia di parlarne e difatti ha cambiato rapidamente discorso. “Hai visto le previsioni? Dicono che nel week-end pioverà…”. Io odio questi discorsi da ascensore, e soprattutto odio che me li faccia mio marito, ma non ho voluto insistere. Dal canto mio, mi sono ben guardata dall’accennargli quello che mi sembra di aver visto (che ho visto) ieri notte nello specchio. Gli ho chiesto invece, più per rompere il silenzio che per vero interesse: “Ehi, a proposito, come va la tua nuova segretaria?”. Dopo qualche interminabile secondo di silenzio, senza guardami, lui ha risposto: “L’ho licenziata proprio ieri. Non andava bene”.
L’ha detto con tono che voleva essere neutro, ma involontariamente si è lasciato sfuggire una smorfia. Non saprei dire bene cosa fosse, se tristezza, preoccupazione o sollievo, o magari tutti e tre. Il fatto è che conosco troppo bene Carlo e ho intuito subito il suo disagio.
Allora sono rimasta in silenzio, mentre un terribile dubbio si faceva strada dentro di me e si sedimentava. È solo una coincidenza? Quella tizia viene licenziata e la stessa notte... Poi finalmente ho capito. Era chiaro. Tutto filava. Tutti i tasselli andavano al loro posto, e il comportamento di mio marito in queste ultime settimane trovava finalmente una spiegazione. Ho buttato un po’ di vestiti in valigia e me ne sono andata in fretta e furia. Carlo ha cercato di trattenermi, ma si è beccato due schiaffi. Il bastardo!! Adesso sono provvisoriamente da una mia amica, mi ha detto che posso fermarmi da lei quanto mi pare, ma ho paura, anzi so, che non è finita qui e che non dormirò più sonni sereni.
Alla mia amica per ora non ho raccontato nulla… le ho solo detto che ho bisogno di “staccare” da mio marito per un poco… non so come potrebbe reagire se le dicessi la verità, e adesso non potrei sopportare se non mi credesse, o peggio se ridesse di me.
Capisci ora perché mi sono rivolta a te? Non so davvero che cosa fare. Secondo te sono pazza? Sto sbagliando tutto? Ho forse frainteso? Non credo proprio. Se non fosse stato per quella parola, puttana, forse avrei continuato a non capire, a tenermi su il mio bel paraocchi… Non posso più contare su Carlo. Dovrei essere preoccupata anche per lui, ma sono troppo furiosa per questo adesso. Sono furiosa e spaventata a morte.
Qui (dopo alcune frasi di commiato che vi risparmio) termina il lungo sfogo di Giulia. Sinceramente non so cosa dire. A volte la mente delle donne è davvero insondabile. Giulia ha aggiunto ancora, in un Post Scriptum, di pubblicare tutto questo sul mio blog. Lo faccio nella speranza che qualcuno possa aiutarmi a capire, perché se io stesso non sono in grado di comprendere non posso certo aiutare la mia amica. Cosa è successo realmente in quella stanza? Quali sono le conclusioni a cui è giunta Giulia? Perché dice di non potersi confidare con suo marito? Se qualcuno ha qualche ipotesi da fare, per favore la faccia... Io mi sono fatto un’idea di quello che può esserle passato per la mente, ma non oso metterla nero su bianco.
Storia falsa, esercizio di scrittura creativa oppure fatto “vero”, dove per vero ci sono tante sfumature che non stanno a significare reale, ma solo “soggettivamente” vero?
RispondiEliminaViene da chiedersi come sia finita, se c'è stato un seguito, poi la faccenda dello specchio, conosco persone che provano un certo disagio nel guardare negli specchi, come se intravedessero qualcosa, poi tutto il simbolismo che ruota agli specchi ma, la domanda alla fine è: vero o falso?
Per restare in tema potrei a mia volta citare strani avvistamenti nel cielo, raccontare di quella volta che un mio conoscente fece uno incontro nel suo garage di casa, di come dalla sua descrizione che ancora risentiva del suo panico, panico non paura, trovai molti punti di contatto con qualcosa che io sapevo e lui per sua fortuna no, potrei raccontare di altri bizzarri incontri notturni in strade semi buie, incontri più vicini alla cripto-zoologia che alla demonologia, di fatti accaduti in pieno giorno col sole ben alto, del terrore che ti prende perché di notte puoi accettarlo ma in pieno giorno, allora no è qualcosa che non puoi accettare, sopportare.
Solo un blogger che da spago ad un altro blogger, ci si sta divertendo chi nell'inventare un post chi nell'accennare a cose misteriose nei commenti?
Chi lo sa, magari è tutta una bufala come il commento che segue, forse sarebbe meglio così.
Dicono che se guardi fisso la tua immagine nello specchio, quest'ultima poco a poco inizia a deformarsi, fino a trasformare il tuo volto in qualcosa di mostruoso. Dicono anche che se continui a guardare ad un certo punto vedrai il volto del Guardiano della Soglia.
EliminaCredo sia meglio non dire questa cosa a Giulia. Adesso che. dopo il divorzio, vive da sola, sarebbe quantomeno inopportuno...
Tante sono le cose che si possono vedere in uno specchio però, questo post potrebbe essere lo spunto interessante per un altro in cui chiedere:
Elimina"Mai accaduto qualcosa di misterioso o strano?"
Sarebbe curioso vedere cosa ne uscirebbe fuori, e anche se della rete (come dicono) c'è poco da fidarsi, se non altro ne verrebbero fuori delle belle bufale.
Comunque indirettamente confermi che è una storia vera?
Beh anche quello che ho accennato è tutto "vero", poi certo di sicuro ci saranno delle spiegazioni razionali, almeno credo...
Lo spunto che hai proposto è ottimo. Non è escluso che uno di questi giorni possa cominciare a ragionarci sopra.
EliminaSe confermo che la storia di Giulia è vera? Diciamo che "qui lo dico e qui lo nego". Potrebbe essere completamente vera, potrebbe esserlo solo in parte o potrebbe essere un completo fake. Mi ero ripromesso, il giorno in cui uscì questo post, che non l'avrei mai rivelato... Davvero vorresti saperlo? Non è più interessante non sapere?
Be'... si potrebbe pensare che Giulia volesse mettere alla prova te!
RispondiEliminaNon so, interpretare determinate situazioni non vissute credo sia impossibile anche ammettendo siano vere (poi, reali, o avvertite dal soggetto come tali, vedi commento di Coriolano, altra cosa...).
Altra ipotesi è che la tipa si aggirasse per casa di Giulia eh :P
A me qualche episodio strano è capitato, in realtà in fase giovanile, ma non mi ha mai provocato terrore o paura, anzi...
L'ipotesi che la tipa si aggirasse per la casa di Giulia, già molto prima dei fatti narrati, mi è subito sembrata l'ipotesi migliore. C'è stato un attimo in cui mi era balenata l'idea di dare un seguito a questo post, ma poi ho ritenuto più opportuno lasciare le cose a metà, affinché chiunque potesse tirare le proprie conclusioni.
EliminaTi sono capitati strani episodi? E mi lasci così senza raccontarmi altro?
Be'... sì XD
EliminaLa maggior parte degli episodi cui alludevo non sono niente di che (da déja vu a piccole premonizioni). Per esempio, una mattina un'amica iniziò a raccontarmi un sogno fatto quella stessa notte... ad un certo punto la interruppi e continuai io a raccontare la sua esperienza :P L'amica sbiancò e per un momento ebbi la sensazione di averla terrorizzata... cioè credo di averlo fatto -_- e insomma anche io ne rimasi un po' turbata, ma per la reazione. (Per essere precisi si trattava di soffocare inghiottiti dalla sabbia, quindi nulla di "banale" o collegabile alla quotidianità :P)
Poi ci sarebbe altro, ma non mi va di raccontare pubblicamente! :D
E alcuni amici - che definirei assolutamente "in loro" - mi hanno riferito fatti inspiegabili o misteriosi, che non sono in grado di definire come "balle".
Preciso che sono alquanto razionale XD
Avresti terrorizzato anche me, garantito! Sull'argomento sogni ci sarebbe da scrivere un libro intero. Qualcuno potrebbe spiegare il fenomeno che hai descritto con il termine "innatismo", qualcosa che non deriva dall'esperienza del singolo ma che fa parte della "memoria collettiva" che già possediamo alla nascita.
EliminaBella questa cosa della "memoria collettiva" *__* Non ci avrei mai pensato!
EliminaComunque, son terrorizzante ^^
Dannatamente terrorizzante!
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