domenica 12 ottobre 2014

Ore d'orrore: il vampiro (Pt.1)

È giunto finalmente il grande giorno. Il momento in cui si scoperchiano le tombe e i passi pesanti di una moltitudine di creature della notte, assetate di sangue, percuotono la terra in cerca di coloro che temono il buio. E voi? Avete paura del buio? Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio, recitava tanti anni fa una celebre commedia horror. 
Ma oggi siamo qui per fare luce su quel buio, siamo qui per allontanare quelle arcane fobie che attanagliano il nostro riposo notturno. Si alza il sipario di "Ore d'orrore", signore e signori! 
Come promesso qualche giorno fa, oggi parte una nuova rubrica curata da un ospite d'eccezione, un ospite il cui nome è rimasto sino ad ora nascosto nell'ombra ma che, finalmente,  verrà rivelato.
Un ospite che vi prenderà per mano e vi porterà in quei territori inesplorati dove i vostri incubi si confondono con la realtà. Un mostro di scienza che cercherà di contrapporsi ai mostri classici della tradizione, portandone alla luce i punti deboli e affondando i propri colpi con la sola forza della ragione. Riuscirà nel suo intento? Non ci è dato di saperlo..... ma voi siete pronti a combattere le vostre paure? Siete curiosi di sapere come andrà a finire? Non vi tedierò oltre, quindi. Anche perché vedo già avvicinarsi il primo nemico... e di conseguenza per me è ora di fuggire in un posto più sicuro. Tornerò quando tutto sarà finito, se ci sarete ancora. In bocca al... vampiro!

Ore d'orrore, a cura di Marco Lazzara
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”


“Esistono creature particolari, chiamate vampiri. Qualcuno di noi ha prove della loro esistenza. Nonostante noi non abbiamo assoluta certezza riguardo alla nostra triste esperienza, gli insegnamenti e le testimonianze del passato sono prova sufficiente per persone con occhi ben aperti.” (Bram Stoker, Dracula)

È di origine serba la parola vampir, di etimologia incerta, documentata per la prima volta nel 1732, in note che descrivevano la caccia a creature che succhiavano il sangue dei viventi. Fu infatti in quel periodo che storie di vampiri cominciarono a circolare per tutta l’Europa, creando un’autentica isteria collettiva. Ma leggende su malefiche creature che si nutrono dei viventi, in particolare del loro sangue, erano presenti già da millenni nel folklore popolare in diverse parti del mondo. La figura del vampiro come la conosciamo oggi è il risultato del miscuglio di più leggende di varia provenienza, rimaneggiate dalla letteratura gotica e ulteriormente definite dal cinema.

Tra folklore e mitologia in giro per il mondo

Leggende relative ai vampiri si ritrovano in tutto il mondo in centinaia di esempi. Spesso però si tratta di esseri più simili a licantropi, streghe o ghouls. Mi limito perciò a fare alcuni esempi per tracciare una base comune della mitologia.
Molte teorie propendono per una nascita asiatica della cultura odierna. L'India ha una mitologia molto antica e gli studiosi ritengono che i miti indiani siano quelli originali, anche nel caso dei vampiri. Il più temibile e antico di essi è il rakshasa, in grado di diventare lupo o anche bellissima donna, ma la cui forma originaria è una pallida creatura luminosa con il corpo perennemente macchiato di sangue, un alone azzurro intorno alla gola e una cintura di campanelle alla vita. Il bhuta appare invece di notte sotto forma di ombra, luce scintillante o nebbia; può trasformarsi in gufo o pipistrello e attacca i neonati appena allattati, perché ama il latte.
Secondo una credenza cinese, il p'o, il livello più basso dell’anima, resta nel cadavere, che se viene esposto ai raggi della luna o entra a contatto col sangue di qualche animale, origina un chiang-shi, uno spirito in grado di rianimare cadaveri o di costruirsi un corpo da materia putrescente. Ha occhi rossi, artigli affilati e una folta peluria; può volare, tramutarsi in nebbia e rendersi invisibile.
In Giappone i gaki sono cadaveri viventi assetati di sangue; sono in grado di trasformarsi in animali ma possono anche prendere l’aspetto di esseri umani. Quando invece una bellissima donna diviene pazza, può venire posseduta da un demone; diventa allora una hanya, una creatura che si nutre di sangue e che mangia i bambini.
Il talamaur delle Isole Banks può assoggettare al proprio volere i fantasmi dei morti, mentre il tarunga si appropria dell'essenza vitale di chi è appena morto, alla cui tomba si avvicina con un suono simile a quello che si fa grattando su una porta di legno.
In Australia si trovano i mrart, che infestano i deserti e hanno molto più potere nelle tenebre, quando cercano di strappare altre vittime ai cimiteri. Lo yara-ma-yha-who ha invece l’aspetto di un piccolo uomo di colore rosso o verde; non avendo denti succhia il sangue delle sue vittime con ventose poste alle estremità delle dita.

Le streghe del folklore africano durante la notte si siedono sul tetto delle capanne delle loro vittime per succhiarne via il cuore, e la obayifo assume la forma di un globo di luce per succhiare il sangue dei bambini. In Suriname si racconta dell’axeman, una donna che di notte si trasforma in pipistrello e in questa forma succhia il sangue della sua preda dall’alluce. Cosa che fa anche il loango, uno stregone che diviene un non-morto e rimane a occhi aperti nella propria bara.
In Malesia si racconta delle langsuir, donne morte di parto divenute non-morti; hanno le sembianze di bellissime fanciulle con unghie e capelli lunghissimi, sono in grado di volare e succhiano il sangue dei bambini.

In Messico la mitologia parla della ciuateteo, una donna morta durante il suo primo parto, che lancia malefici dai crocicchi, e delle civitateo, vecchie streghe vestite di stracci che assalgono i bambini agli incroci.
Tra gli indiani d’America era diffusa la leggenda del wendigo, uno spirito maligno raffigurato con un lungo naso che, introdotto nell'orecchio della vittima, usava per succhiarne via il cervello.
In Portogallo si credeva nell’esistenza della bruxa, donna di giorno, uccello succhiasangue di notte. Durante l’Inquisizione molte donne sono state accusate di essere delle bruxa e condannate a morte.
Il blautsauger, comune a molti popoli dell’Europa Centrale, ha lunghi capelli e grandi occhi, ma è privo di scheletro, può trasformarsi in ratto o lupo e succhia il sangue delle sue vittime.
Le popolazioni del Baltico ritenevano che streghe e stregoni, una volta morti, divenissero wieszczy, dalla faccia rossa e l'occhio sinistro spalancato. Nutrendosi del proprio corpo riacquistavano le forze, quindi sterminavano il bestiame, la famiglia e poi tutti gli abitanti della regione, succhiando loro il sangue dal cuore.

Il vampiro russo per eccellenza è l'upyr, dotato di lunghe e mostruose zanne. Il wurdulac invece può nutrirsi e poi uccidere solo quelli che ama, causando la trasformazione della intera propria famiglia in esseri come lui. Altra figura è il vrykolaka, comune anche al folklore di Grecia e Macedonia, un non-morto che gira per i villaggi chiamando per nome le vittime designate o bussando alle porte delle case, ma in cui può entrare solo se invitato espressamente da chi vi si trova all'interno.
Il folklore germanico parla anche del nachzehrer, il masticatore di sudari: un non-morto che non si è trasformato completamente in vampiro e rimane nella tomba a masticare in eterno il proprio sudario. È in grado di suggere l’energia vitale dello sventurato che si avvicina alla sua tomba, ed emette allora urla spaventose come avvertimento per chi intenda disturbarlo. Il suo sudario avrebbe poteri in grado di guarire ogni malattia e questo, secondo la leggenda, ne avrebbe portato alla caccia da parte dei tombaroli. Una volta rubatone il sudario, il nachzehrer uscirebbe per dare la caccia ai responsabili, ma se non riuscisse a trovarli, sarebbe costretto a vagare in eterno alla sua ricerca.

Come riconoscere e fermare un vampiro

La tradizione dice che i vampiri non riflettono la propria immagine negli specchi, né proiettano alcuna ombra, ma non è universale. Si potrebbe sostenere che si trovino tra due mondi, quello dei vivi e quello dei morti, quindi sfasati rispetto alla nostra realtà. Un'altra loro capacità è quella di trasformarsi in nebbia e in alcuni animali, a seconda del luogo in ratti, lupi, pipistrelli, uccelli.
Il più noto deterrente contro i vampiri è l’aglio, il cui forte odore è dovuto a composti organici dello zolfo. L’origine di questa credenza è dovuto al fatto che il consumo di aglio ha un’azione antibatterica, e viene usato anche come antiparassitario, e in effetti il vampirismo è una forma di parassitismo. Un altro è la rosa canina, che si riteneva efficace contro la rabbia (che come vedremo ha connessioni col vampirismo), e un altro ancora è il biancospino, pianta un tempo usata per delimitare i confini; nel folklore gaelico contrassegnava l’ingesso dell’oltretomba, da qui probabilmente l’idea che possa tenere lontani i vampiri.
Secondo alcune tradizioni, che i vampiri soffrono di una curiosa nevrosi: l’aritmomania, ovvero il bisogno compulsivo di contare le cose. Per evitare che un vampiro esca dalla sua tomba in cerca di vittime, bisogna mettervi dentro dei semi di senape, in modo che passi tutto il tempo a contarli, oppure spargerli sul tetto delle case.
Altra tradizione è quella che un vampiro non possa entrare in un’abitazione a meno che non sia stato invitato dal suo legittimo proprietario, ma non sempre è rispettata.
La tradizione europea, di appartenenza cristiana ha aggiunto poi crocefissi, rosari, acquasanta, ostie. Inoltre i vampiri non possono attraversare terreni consacrati, né acqua corrente (probabilmente perché un tempo i battesimi venivano effettuati nei fiumi). È noto poi che non sopportino la luce del sole, che li distruggerebbe anche. Potremmo sostenere che abbiano una qualche difficoltà con le radiazioni ultraviolette. Non si ritrova in tutte le tradizioni, ma in ogni caso la credenza è di origine cristiana e nasce dal fatto che il sole è il simbolo di Dio.

Una controversa credenza è quella dell’argento, metallo che li ferirebbe fino anche a ucciderli. In realtà è più associata ai lupi mannari e probabilmente deriva dal fatto che anche i vampiri possono assumere forma di lupo.
Il metodo più classico per uccidere un vampiro è quello di bruciarne il corpo o almeno il cuore; altra tecnica è la decapitazione. Ulteriore modo è quello di trafiggerne il cuore con un paletto, di legno di frassino (Russia), biancospino (Serbia) o quercia (Slesia).
Per oggi è tutto, creature della notte. Nel prossimo appuntamento di Ore d’Orrore, vedremo come è nata la leggenda dei vampiri e la analizzeremo da un punto di vista medico e scientifico. Nel frattempo potete leggervi questi miei racconti, che sono sì sui vampiri, ma sono anche più leggeri.

28 commenti:

  1. Un sentito grazie al ronin della blogosfera, Marco Lazzara, per esserci cimentato in questa avventura qui su Obsidian Mirror. Attendiamo il finale di questo articolo vampiresco e magari altri dieci, cento, mille, nuovi capitoli...

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    1. Beh, l'idea era di trattare le quattro figure del banner... ma chissà: potrei anche ampliare la cosa. :)

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  2. Marco complimenti per averci sviscerato tutte queste straordinarie informazioni..ma ti dirò che destreggiandomi con la paura, l'avrebbe sempre vinta lei!
    :::)))

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    1. Grazie molte, Nella. Ma aspetta di leggere la seconda parte... dove capiremo che all'origine di tutti questi miti spaventosi c'è solo la scarsa o nulla conoscenza di fenomeni scientifici perfettamente spiegabili.
      Come diceva Lovecraft: "Il sentimento più antico dell'animo umano è la paura. E la paura più grande è quella dell'ignoto."

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    2. Avendo io avuto il privilegio di leggere tutto in anteprima, non posso che confermare che la seconda parte del post è davvero notevole!

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  3. Come ben sai Marco, dal momento che segui il mio blog, io ho una concezione un po' diversa delle cose e credo, sulla scia della psicologia archetipica, che il mito sia qualcosa perfino più reale di ciò che comunemente intendiamo con realtà. Ma ovviamente ti seguirò con il consueto interesse ed entusiasmo. Anche perché ti dimostri sempre un ottimo narratore.

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    1. In questo post hai letto da cosa nasce per esempio la credenza dell'aglio. Nel secondo vedrai che questi miti hanno un fondamento concreto, una serie di fenomeni che oggi con la scienza moderna non abbiamo difficoltà a capire, ma secoli fa apparivano misteriosi.

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    2. Scienza e mito appartengono a due sfere d'interpretazione del mondo completamente diverse, Marco, e possono intersecarsi tra loro solo a un livello molto superficiale. Per esempio l'astronomia ha adottato l'antica nomenclatura delle costellazioni, ma solo per praticità d'uso senza sospettare né tanto meno comprendere cosa questa sottintendeva veramente. Per questo motivo i tentativi di razionalizzare il mito, che venivano fatti già al tempo Platone non possono intaccarne minimamente l'edificio.

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    3. Scienza e mito nascono dall'esigenza di spiegare il mondo. Di fronte a fenomeni inspiegabili nascono i miti, ma cui dietro c'è una spiegazione scientifica. Anche nel caso dei vampiri vedremo quali fenomeni (oggigiorno facilmente spiegabili) abbiano portato allo sviluppo della leggenda.

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    4. Potrà essere uguale l'ambito di ricerca come giustamente dici, ma sono diversi assunti, metodologia e strumenti di indagine. Spiegare il mito con la scienza è come cercare di tradurre un libro dall'italiano al cinese senza sapere il cinese. Tale e quale.

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    5. Vedremo, Ivano. Non tento di spiegare il mito con la scienza, bensì l'origine del mito, e di razionalizzarlo.

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  4. P.S. I racconti li avevo già letti. Li avevi già proposti altrove se non sbaglio...

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  5. Complimenti a Marco che dimostra ancora una volta la sua cultura enciclopedica che a TOM per aver ospitato questa rubrica.

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    1. Grazie! Dietro c'è anche stato un fruttuoso lavoro di ricerca. :)

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  6. Ehehe, tra tutte le creature, il vampiro se la batte con gli zombi tra quelle che mi stanno più sui maroni :)
    Però ho letto questo bel post di Marcolino, interessante. Ho trovato interessante anche i vampiri delle altre culture... evidentemente è un archetipo vero e proprio^^

    Moz-

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    1. Diciamo che è un mito molto antico. Esistono folklori che parlano di vampiri che succhiano il latte invece che il sangue, ma ho preferito non citarli in modo da ricondurmi alla visione moderna.

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  7. Ottimo articolo,sono in dubbio riguardo però l'efficacia della luce solare poichè da quello che mi risulta non viene citata nè dal folklore nè dalla letteratura pre novecentesca ma nasce con il cinema con il Nosferatu di Murnau.

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  8. Secondo il folklore di diverse parti del mondo i vampiri sono creature unicamente notturne, e col tempo si è poi aggiunto che la luce solare avesse su di loro effetti nocivi, a cui si è sovrapposta la credenza cristiana, in particolare nell'Europa centrale. Ma è vero che è stato più il cinema a sviluppare e diffondere questo aspetto della mitologia.

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  9. Finalmente ho il piacere di leggere un articolo scritto di pugno da Marco Lazzara, un modo per imparare a capire che persona è e quali tipi di interessi può avere! :D

    Comincio con il dire che anche io diversi anni fa ero molto interessata a questo tipo di mitologia e, infatti, andavo a curiosare su Focus Storia i diversi articoli riguardanti la leggenda del conte Vlad e simili, ma onestamente non conoscevo gli altri riferimenti cui hai accennato in questo articolo, anzi ero convinta fosse una questione 'tutta slava' quella dei vampiri, dato che le mie informazioni erano per lo più basate sull'Europa dell'est.

    Sapevo anche che all'epoca c'era una determinata malattia (adesso non ricordo minimamente quale sia, forse una cura per l'anemia) che costringeva alcune persone a dover girare con delle boccette di sangue e che quindi contribuiva alla leggenda dei succhia sangue!

    Seguirò questo ciclo si articoli perché ripeto: mi interessa moltissimo!
    E faccio i miei complimenti ad Obsidian e Lazzara per l'iniziativa!

    A presto! :)

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    1. Diciamo che hai in parte anticipato il tema della seconda parte. È vero che in alcuni casi chi soffre di anemia ricorre a trasfusioni, ma di recente si è dimostrata l'inefficacia dell'Assunzione orale.
      Grazie per i complimenti e ci rivediamo nella seconda parte dell'articolo. :)

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  10. Accidenti! Mi sono distratto un attimo e ritrovo il post che avevo messo on-line appena ieri già sommerso di commenti!
    Che dire? Grazie a tutti per essere intervenuti e aver popolato il post di interventi così stimolanti!
    Marco Lazzara non solo è un abile ammazzavampiri, ma in mia assenza si è dimostrato anche bravissimo nel fare gli onori di casa!

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  11. Ma io volevo la parte scientifica! :(
    Va bene dai, aspetterò... Intanto anche questa era interessante... ;)

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    1. Se la parte dedicata al folklore ha sollevato tutto questo putiferio non oso immaginare cosa accadrà a partire da domattina quando sarà online la seconda parte. Sii paziente, mia regina. Solo poche ore ancora :D

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    2. Vedrai Elisa che con la parte di domani avrai pane per i tuoi denti. I canini, a occhio e croce. V--V

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  12. Ho appena finito di leggere il post! ^_^
    In ritardo, colpa mia: e dire che lo aspettavo con tanta curiosità :P
    Qui ho avuto un leggero sussulto:
    "l’aritmomania, ovvero il bisogno compulsivo di contare le cose."
    Ehm... sorvolo, che è meglio! :D
    Da quel che ho capito, domani arriverà la parte scientifica: non vedo l'ora!
    Complimenti per questa analisi, mi è piaciuta assai!

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  13. Grazie Gli, te l'avevo detto che presto ci saremmo incrociati ancora. :)
    E complimenti per l'ora a cui hai letto il post, è davvero in tema. ;)

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