giovedì 16 ottobre 2014

Ore d'orrore: il vampiro (Pt.2)

Ben ritrovati miei piccoli fifoni. Siamo giunti alla seconda e ultima parte dello speciale "Ore d'orrore" dedicato al principe dei non-morti. Oggi scopriremo se il nostro misterioso guest-blogger (che misterioso ormai non lo è più) riuscirà a vincere lo scontro finale col vampiro. La cruenta battaglia consumatasi solo qualche giorno fa qui sul blog si era conclusa senza vinti né vincitori ma, stavolta, bisognerà assolutamente portare al pettine tutti i nodi. 
Voi cosa dite? Riuscirà il nostro Marco Lazzara, chimico di giorno e cacciatore di mostri la notte, a portare a casa la vittoria?
Ce lo auguriamo tutti. Ce lo auguriamo per lui, visto che ci siamo ormai affezionati al nostro mitico blogger itinerante, e ce lo auguriamo per noi, visto che ben altri mostri, forse ancora più spaventosi, attendono il loro turno. 
Per non saper né leggere né scrivere, il sottoscritto ancora una volta nasconderà la testa sotto la sabbia in attesa che tutto finisca e che il mondo venga liberato da uno dei suoi incubi più atavici. Il mio consiglio, per ora, è quello di non gettare ancora crocifissi e collane d'aglio nella spazzatura perché, nella remota ipotesi Marco Lazzara dovesse fallire nel suo intento, potrebbe tornarci utile ricorrere ai vecchi e classici metodi. Ma basta dilungarsi in pu##anate! Lascio la parola al nostro Van Helsing di fiducia!

Ore d’Orrore, a cura di Marco Lazzara
“Ci sono molte buone ragioni per avere paura del buio”

“Il vampiro continua a vivere e non può morire solo perché gli anni passano. Può acquistare forza quando riesce a ingrassare se stesso con sangue di vivi. Di più, noi abbiamo visto che può addirittura ringiovanire, che le sue facoltà vitali possono aumentare e sembra quasi che si rinnovino quando riesce a trovare in abbondanza il suo particolare nutrimento.” (Bram Stoker, Dracula)

Nella prima parte di questo articolo, abbiamo visto che leggende sul vampirismo sono antiche e presenti nel folklore di tutto il mondo. Oggi vedremo le basi scientifiche che ne spiegano il mito.

L’origine del mito: sepoltura e decomposizione

Non sono stati i pipistrelli vampiro a ispirare le leggende sui vampiri, dato che sono stati scoperti solo nel XVI secolo in Sudamerica. L’animale che potremmo semmai correlare a queste creature è invece la sanguisuga, che come il vampiro è un organismo parassita ematofago.
Contrariamente all’immagine moderna, l’antica tradizione popolare descriveva infatti i vampiri come di aspetto gonfio, dalla carnagione scura o sanguigna: esattamente l’aspetto che ha la mignatta dopo aver succhiato il sangue della sua vittima. Le tradizioni parlano anche di cadaveri che perdono sangue da bocca e naso, a cui crescono capelli e unghie, e trovati con l’occhio sinistro aperto.
Fenomeni del genere non hanno nulla di misterioso spiegati con la scienza moderna, ma nel passato il processo di decomposizione dei cadaveri, che dipende dalla temperatura, dalla composizione chimica del terreno, dal tipo di sepoltura e da altri fattori, non era conosciuto come oggi. Spesso si riteneva che un cadavere si fosse trasformato in vampiro quando non aveva un aspetto ritenuto conforme allo stato di morte.

Il metabolismo degli amminoacidi fa sì che possano perdere anidride carbonica diventando ammine; in particolare, ornitina e lisina si convertono rispettivamente in putrescina e cadaverina, a cui si deve l’odore della decomposizione. Dato che le ammine sono tossiche, finché si è in vita il ciclo metabolico dell’urea fa in modo di convogliare l’ammino-gruppo nel fegato perché venga escreto sotto forma di urea. Dopo la morte, i cicli metabolici si interrompono. I cadaveri si gonfiano allora per l’accumulo di putrescina e cadaverina gassose e la pressione può forzare il sangue a uscire da naso e bocca.
Il divenire scuro della pelle è dovuto alla coagulazione del sangue dopo la morte. La coagulazione è un processo di risposta a traumi e rotture che si basa sull’azione di una proteina, la fibrina, che precipita formando un tappo che arresta la fuoriuscita di sangue. Dopo la morte l’ambiente chimico-fisico del sangue cambia e diverse sostanze precipitano, “ristagnando” e scurendo così il corpo.
La pelle e le gengive perdono liquidi e si contraggono, esponendo alla vista le radici di capelli, unghie e denti. Questo fenomeno fece credere che continuassero a crescere anche dopo la morte, ovvero veniva interpretato come indizio di vampirismo.
Altro fattore che ha contribuito a creare il mito del vampiro è quello della “sepoltura prematura”. Persone che si risvegliavano ancora vive nella tomba destavano forti sospetti di vampirismo. La causa era invece la catalessia, un disturbo psicomotorio caratterizzato da rigidità delle estremità e ridotta sensibilità al dolore. Può essere causato da malattie oggigiorno ben conosciute come schizofrenia, malattia di Parkinson ed epilessia, ma all’epoca ignote ed etichettate come stregoneria o possessione diabolica.

L’origine del mito: patologie

I sintomi di diverse malattie, in un’epoca in cui la medicina molecolare non esisteva e la psichiatria non era concepibile, hanno fatto da ulteriore base alle leggende sui vampiri.
La rabbia è una malattia virale trasmissibile all’uomo a seguito del morso di animali infetti (tipicamente lupi e pipistrelli, animali spesso associati ai vampiri). In una prima fase i sintomi sono aspecifici (febbre, cefalea, mialgia), poi subentra l’idrofobia (laringospasmo doloroso al tentativo di bere), infine sintomi neurologici quali furia, irascibilità, perdita del senso dell'orientamento, allucinazioni, meningismo, lacrimazione, aumento della salivazione, disturbi del sonno e ipersessualità. Causa anche iperestesia, un aumento della recezione sensoriale, che può tradursi in una maggiore suscettibilità alla luce (fotofobia). Può inoltre portare a perdere sangue dalla bocca e soprattutto a mordere altre persone (e per l’uomo questa è una cosa particolare, dato che in genere non usa i denti per aggredire).
Un altro dei sintomi è l’ipersensibilità: normalmente un organismo reagisce alla presenza di agenti estranei con una risposta immunitaria, ma in alcuni casi dà luogo a reazioni dannose che provocano alterazioni tessutali e causano gravi patologie. La suscettibilità all’aglio potrebbe essere spiegata come una ipersensibilità provocata dai composti dello zolfo in esso contenuti.
Infine, secondo un’antica diceria, se il paziente riusciva a riflettersi nello specchio, allora non era malato di rabbia.

La parte corpuscolare del sangue è costituita dai globuli rossi, cellule senza nucleo prodotte nel midollo osseo costituite da una proteina chiamata emoglobina. Questa ha un raggruppamento di colore rosso, il gruppo eme, composto da un legante organico (porfirina IX) che contiene un atomo di ferro. Il ferro dell’eme ha il compito di legarsi all’ossigeno in modo che l’emoglobina lo trasporti dagli alveoli polmonari alle cellule.
Le anemie sono un gruppo di malattie provocate dalla riduzione patologica dell'emoglobina nel sangue. Si manifestano con astenia, tachicardia e cardiopalmo, svenimento, mancanza di appetito, nausea, dispnea da sforzo, riduzione della capacità di concentrazione e di memoria, splenomegalia (con conseguenti dolori al fianco sinistro), un basso calore corporeo e un caratteristico colorito pallido di pelle e mucose. Un esempio è l'anemia perniciosa, dovuta a carenze di acido folico e vitamina B12, importanti per la sintesi di acidi nucleici nel midollo osseo per la corretta maturazione dei globuli rossi.
Esistono un insieme di rare malattie del sangue, le porfirie, dovute alla mancanza di uno degli specifici enzimi che intervengono nella biosintesi dell’eme. La porfiria cutanea tarda presenta effetti cutanei nelle zone esposte al sole quali fragilità cutanea con formazione di bolle ed erosioni che si trasformano in croste e cisti. La porfiria eritropoietica congenita (morbo di Gunther) causa anemia emolitica (distruzione dei globuli rossi) e fotofobia. Le urine sono rosso scuro per la grande quantità di porfirine eliminate e i soggetti presentano eritrodonzia: illuminando i denti con luce ultravioletta questi appaiono rosso fluorescente per le porfirine che vi si depositano.
Bram Stoker scrisse Dracula proprio mentre studiava questa malattia. I malati di porfiria possono presentare una sintomatologia che comprende sensibilità ai raggi ultravioletti, che possono anche creare ustioni alla pelle, canini sviluppati in conseguenza del difetto enzimatico, pallore legato a forte anemia; la repulsione per l'aglio è spiegabile con un’ipersensibilità. A volte viene colpito il sistema nervoso, creando stati confusionali, addirittura un coma profondo che poteva essere confuso con la morte, facendo sì che il malato venisse posto nelle bare, per poi risvegliarsi improvvisamente dallo stato di morte apparente.

Epidemiologia

La presenza di un vampiro veniva anche segnalata da fattori epidemici come tubercolosi e peste. Ma il vampirismo stesso è una malattia epidemica trasmissibile, in quanto la vittima di un vampiro diviene essa stessa vampiro.
Nel 2006 Costas Efthimiou, professore di fisica alla University of Central Florida, scrisse un saggio in cui spiegò che in base a progressione geometrica è matematicamente impossibile che esistano i vampiri: se il primo vampiro fosse apparso il 1º gennaio del 1600 e si fosse nutrito una volta al mese e tutte le sue vittime fossero divenute vampiri, allora in soli due anni e mezzo tutta la popolazione mondiale sarebbe stata vampirizzata.
Beh, come avete potuto vedere, per uccidere i vampiri non sono serviti paletti, aglio e crocefissi, ma è bastato qualcosa di decisamente più letale... la matematica.

Questo è tutto, creature della notte. Spero che l’articolo vi sia piaciuto, e ci rivedremo presto per il prossimo appuntamento di Ore d’Orrore.

20 commenti:

  1. La porfiria è una malattia inquietantissima, ricordo ancora un film (tra l'altro un film TV se non erro) dove due bimbe ne erano affette e la gente ignorante minacciava di morte loro e la povera madre, additandole come mostri. Si era in tempi moderni, anni '80-'90, quindi non oso immaginare ai tempi di Bram Stoker quanta superstizione e paura davanti ad eventuali malati...
    Articolo molto interessante, complimenti!! :)

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    1. Sì, la porfiria (soprattutto alcuni tipi di porfiria) è una brutta malattia. E' questo che intendo quando dico che quando mancavano le conoscenze scientifiche per spiegare alcuni fenomeni si ricorreva al mito e da qui a bollare come mostri o influsso del diavolo ci voleva poco.

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  2. Grazie Bollicina per aver inaugurato il lato commenti di questa seconda parte di OdO dedicata al vampiro. Visto che la volta scorsa ha funzionato egregiamente lascio al nostro professore di vampirologia l'onere di fare gli onori di casa anche oggi.
    Il vostro Obsidian tornerà alla fine per il recap e i ringbraziamenti

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    1. Dici tu: è uno sporco lavoro ma qualcuno deve pur farlo. In questo caso io. :)
      Manderò poi Nosferatu a fare una capatina a casa tua. ;)

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  3. Un trattato medico, praticamente!! :)
    Secondo me l'avversione per l'aglio è semplicemente spiegabile col fatto che... puzza XD

    Moz-

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    1. MikiMoz che legge un mio articolo scientifico? Ho fatto il colpaccio!

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  4. Ricordo quando (erano gli anni 80, mamma mia quanto sono vecchio) e alcuni ricercatori parlarono della Porfiria come possibile causa della nascita delle leggende sul vampirismo.
    Ovviamente saltarono fuori i soliti parrucconi a parlare di teorie strampalate...

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    1. Dato che le anemie vengono spesso curate con trasfusioni c'era chi teorizzava che il vampirismo fossero malati di porfiria che necessitavano di sangue. Solo che chi è affetto da questa patologia non sente il bisogno di bere sangue e in ogni caso l'assorbimento della componente corpuscolare del sangue non può avvenire dall'apparato digerente, ma come detto per via intravenosa.

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  5. Be', sinceramente dalle premesse introduttive temevo peggio. Ti sei limitato a un'analisi prettamente scientifica. Avvertirò Van Helsing dello scampato pericolo e soprattutto che rinunci a prendere contromisure...

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    1. Cosa vorrebbe dire "dalle premesse temevo peggio"?

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    2. E' un discorso lungo. Ne parlerò comunque a dicembre quando, se tutto va secondo i piani, dedicherò l'intero mese a una serie di post sul mito.

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    3. Invece ne parli qui, grazie. Non te ne esci con un commento del genere per poi fare finta di niente.

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    4. E' lungo sul serio, Marco. E' articolato in più punti e dovrò scomodare anche alcune autorità in materia.

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  6. Mi sarebbe piaciuto leggerne ancora!! :D
    La novità sta proprio nel fatto che anziché dilungarti in una digressione popolar-letteraria hai preferito fare una particolareggiata analisi delle 'origini del mito'.
    Molto interessanti le notizie mediche a riguardo poiché mostrano - almeno a me - sempre come la realtà sia spesso più inquietante della fantasia stessa e come quest'ultima, fondamentalmente, serva ad esorcizzare o sigillare qualcosa di razionalmente incomprensibile in un dato momento storico.

    Maledetti! Mi fate venire voglia di leggere racconti gotici!! :D

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    1. Con questi temi è facile scrivere cose dette e stradette, così ho pensato a un approccio diverso.
      Se vorrai leggerne ancora, ci rivedremo il prossimo mese con un nuovo appuntamento della rubrica e una nuova leggenda da scoprire e analizzare assieme.

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  7. Sei impressionante, hai spiegato il funzionamento dei globuli rossi in quattro righe!
    Avevo sentito parlare della porfiria, ma non avrei mai pensato che i "sintomi" dei vampiri fossero collegati con quelli della rabbia. Molto interessante.

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    1. Beh, in realtà ho molto semplificato con i globuli rossi. Inoltre è solo metà del loro funzionamento, mancherebbe la parte relativa al trasporto dell'anidride carbonica.

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  8. Bella anche questa parte scientifica! ^_^
    Peccato che la matematica non menta, vero? :P

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    1. Non c'è dubbio: la matematica è più spietata di Dracula. :)

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