venerdì 14 dicembre 2018

Orizzonti del reale (Pt.19)

Timothy Francis Leary (1920–1996)
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Il suo primo “viaggio” fu per Leary come morire e poi rinascere. L’esperienza lo sconvolse al punto da convincerlo che l’LSD fosse la cura adatta a malattie che recenti scoperte scientifiche attribuivano ad alterazioni biochimiche, come la schizofrenia, una cura efficace per l’alcolismo, ma anche uno stimolo creativo e un mezzo per progredire nell’esperienza mistica. Occorre tenere a mente una cosa: Leary immaginava la società e i suoi prodotti (economia, politica, religione) come un grande organismo basato su stati di consapevolezza condivisi da tutti i suoi membri, i cui conflitti e difetti derivano da disfunzioni di origine neurologica, pertanto il progresso della società sarebbe stato possibile solo tramite il progresso mentale e spirituale dei singoli. In tal senso, sarebbe stato auspicabile somministrare l’acido a quante più persone possibile per guidarle sui sentieri della pace, dell’amore e dell’illuminazione. 
Si stima che il Progetto Psilocibina, che comprendeva ministri del culto, teologi e psicologi religiosi, tenne circa quattromila sedute con membri della Facoltà e volontari esterni, ma proprio perché aperto a tutti si attirò numerose critiche, in parte anche interne allo stesso movimento psichedelico. Nel tempo si creò una frattura con coloro, Huxley in testa, che pur essendo favorevoli all’uso terapeutico dell’acido come cura biochimica per la schizofrenia, ritenevano che il sentiero dell’illuminazione non potesse essere percorso da tutti, e perciò che l’LSD dovesse essere tenuto fuori dalla portata dalle masse.
Ben presto il centro di ricerca non fu più in grado di soddisfare le richieste di tutti coloro (ed erano ormai moltissimi) che volevano partecipare, e sorse un mercato nero della droga ad Harvard, cosa che inevitabilmente attirò l’attenzione del Federali. A quel punto (era il 1963) Leary aveva però già messo fine al Progetto Psilocibina e si era allontanato da Harvard. 
Con il suo collega Richard Alpert aveva fondato un nuovo gruppo di ricerca, chiamato International Federation for Internal Freedom, o IFIF, in seguito noto come League for Spiritual Discovery, la cui sede si trovava a Zihuatenejo, una piccola città portuale messicana affacciata sul Pacifico che divenne la meta di un pittoresco “pellegrinaggio psichedelico”.

Mentre il decano di Harvard si scagliava pubblicamente contro l’uso di droga e radiava Leary e Alpert, il Dipartimento di Stato impose all’Ambasciata degli Stati Uniti in Messico di fare pressione affinché il governo messicano ponesse fine al loro progetto. I due furono espulsi dal paese e costretti a rientrare in patria. Nessuno dei due poteva sapere che, più che alla questione etica legata al consumo di droga, al governo americano premeva far cessare ogni dibattito e divergere l’attenzione dall’LSD, nel timore che l’opinione pubblica venisse a conoscenza del fatto che la CIA già a partire del 1953 aveva condotto in gran segreto delle ricerche sugli psichedelici; né che molti scienziati, inclusi alcuni colleghi che li avevano osteggiati e denunciati, in realtà lavoravano per la CIA. Il Presidente Kennedy aveva appena ricevuto un rapporto nel quale l’Ispettore generale della CIA lo informava di aver scoperto una cellula segreta dell’Agenzia, l’Mk-Ultra, che effettuava esperimenti su cavie umane nell’ambito di un progetto finalizzato al controllo mentale. 
Sorpresi? Vi ricorda forse la trama di “Alias”, la famosa serie televisiva con Jennifer Garner, futura signora Affleck? Beh, a qualcosa di vero devono pur essersi ispirati gli sceneggiatori… 

Insomma, all’interno dell’Amministrazione Kennedy la polemica infuriava e l’ultima cosa che si voleva era della pubblicità indesiderata che rischiasse di far scoperchiare il classico vaso di Pandora. Intendiamoci, gli Stati Uniti non furono gli unici e probabilmente neanche i primi a sottoporre i militari nemici al lavaggio del cervello in tempo di guerra, ma in questo caso fra i soggetti degli esperimenti c’erano anche dei civili (come detenuti e pazienti di istituti clinici) a cui le droghe erano state somministrate a loro insaputa, talvolta abbinate a trattamenti come l’elettroshock, l’ipnosi o la “terapia del sonno”; inoltre, alcune di queste sostanze erano ben più pericolose dell’LSD, per esempio il famigerato Bz (benzinato di quinuclidinile), dal potere allucinogeno dieci volte maggiore ma che, per contro, non espande la coscienza, e che, soprattutto, a differenza dell’LSD non è troppo pesante e può essere erogato sotto forma di gas (in Vietnam fu usato nelle bombe a grappolo, come arma chimica, e durante gli interrogatori dei militari e dei civili nemici). 
Decisi nonostante tutto a portare avanti le loro idee, grazie all’interessamento degli eredi Mellon – Peggy, Billy e Tommy Hitchcock – Leary e Alpert affittarono a un prezzo simbolico la tenuta di Millbrook, dove già molti dei loro seguaci si erano accampati. Piccola digressione. Furono gli Hitchcock a presentare a Leary quella che sarebbe diventata la sua terza moglie, la modella Birgitte Caroline "Nena" von Schlebrügge. Purtroppo anche questo matrimonio, celebrato nel 1964 proprio a Millbrook, naufragò dopo appena un anno. Due anni dopo Nena si risposò con lo studioso di cultura tibetana ed ex monaco Buddista Robert Thurman ed ebbe da lui due figli (Ganden nel 1967 e la più famosa Uma Thurman nel 1970). Fine della digressione. 

Robert Alexander Farrar Thurman (1941)
Contemporaneamente alle sedute nell’ambito del Progetto Psilocibina, Leary ne aveva sempre tenute altre in casa sua: alcuni degli ospiti erano suoi amici, altri erano artisti e intellettuali calamitati dalla presenza del poeta Allen Ginsberg, uno dei primi a mostrarsi interessati al progetto di Harvard. Ora che la sua casa era Millbrook le cose non cambiarono e anzi s’intensificarono, al punto che per i successivi cinque anni quel luogo venne indicato come la Mecca della Psichedelia
Come già in precedenza, su quelle riunioni si disse e scrisse di tutto: feste orgiastiche dove era disponibile ogni tipo di droga, omosessualità, presenza di persone ambigue e di criminali. 
In seguito, sua figlia Susan avrebbe però ricordato questo periodo con molta serenità. Quando il padre aveva tenuto le prime sedute nella casa di Grant Avenue, nel Massachusetts, lei aveva tredici anni. La casa veniva invasa di continuo da professori di Harvard e universitari, ma anche da poeti, filosofi e sacerdoti, tutti desiderosi di provare l’esperienza psichedelica. Alcuni si fermavano per il fine settimana, altri più a lungo. Le sessioni erano aperte e lei, benché in genere si tenesse a distanza, era libera di curiosare a suo piacimento. Le porte non erano mai chiuse e gli ospiti erano sempre, così li descrisse, “tranquilli e piuttosto angelici”; non erano molto loquaci e sembrava fossero uniti fra loro da una sorta di telepatia. Susan sapeva che le sessioni avevano a che vedere con il lavoro del padre, ma per lungo tempo non seppe in cosa consistesse la sua ricerca.
“Non era una vita familiare normale la mia, ma non dipese certo dal fatto che mio padre era implicato nell’LSD l’inizio della mia vita strana. Mi era venuta a mancare la mamma ancora prima che mio padre fosse coinvolto nell’LSD e viaggiammo molto in Europa e in Messico e vidi tanta parte del mondo e molta gente interessante. […] I miei amici non sapevano che mio padre stesse conducendo esperimenti sull’LSD. Essi pensavano solamente che mio padre avesse molti amici che andavano e venivano ogni momento. Non seppero come stavano effettivamente le cose fino a che non venne data pubblicità all’affare Harvard.” 
Susan si impiccò nel 1990, a 42 anni, dopo essere stata arrestata per aver sparato al suo fidanzato, e nonostante in retrospettiva le sue parole scagionino implicitamente il padre da qualunque responsabilità per l’insorgere della sua fragilità mentale, la tentazione di attribuirgliene almeno in parte la colpa è forte. Del resto non si può negare che, per essere un fautore dell’autoconsapevolezza, Leary ebbe un vissuto un po’ particolare: l’abuso di alcol suo e della prima moglie Marianne, anche lei morta suicida, l’irrequietezza sentimentale (in totale si sposò cinque volte e non fu sempre fedele), il tragico destino della sua primogenita sono tutti fatti con cui i suoi detrattori andarono a nozze. Ma se Leary non rinnegò mai il passato, ammise che la scintilla che aveva acceso dentro di sé a Cuernavaca aveva richiesto un lungo periodo di tempo prima di divampare e divenire un “sacro fuoco”.
CONTINUA

Nota: Tutte le citazioni contenute nel presente articolo, nei due articoli precedenti e in quelli che presumibilmente verranno pubblicati nel nuovo anno, provengono dal testo "Il gran Sacerdote" di Timothy Leary, pubblicato da Shake Edizioni nel 2006 (link)

Richard Alpert (1931) con Timothy Leary 



9 commenti:

  1. Beh, gli andò anche bene. Se avesse provato a portare avanti questo "gruppo di lavoro" basato sull'esperienza allucinogena durante le presidenze Regan e Bush, avrebbe beccato vent'anni di carcere.

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    1. Ehm, non direi che gli andò bene, non proprio… ma ci arriveremo per gradi.

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  2. Gli andò decisamente molto bene, direi...

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    1. Come ho scritto sopra ad Ariano, non andò proprio così, e non potrebbe essere altrimenti perché fu quello il momento storico del giro di vite, quello in cui tutto cambiò. Ma dato che queste vicende non sono arcinote come credevo, dovrete attendere un po’ per conoscere il seguito (sempre se non decidete di curiosare altrove). ^___^

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  3. Che storia! Rimango sempre più dell'idea che con certe sostanze bisogna andarci coi piedi di piombo e avere un autocontrollo pazzesco, altrimenti chi ha potere? Tu o la sostanza?

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    1. Chi ha il potere tra l'individuo e la sostanza? Una bella domanda alla quale non so dare una risposta univoca. Forse il potere è addirittura altrove; o forse il potere non esiste nemmeno.

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  4. Coincidenza, mi sono trovato proprio in questa settimana a leggere di Leary in un libro che non sapevo neanche ne parlasse. Ma si occupa di una fase della sua vita successiva a questa, quindi sono ancor più di prima in attesa di sviluppi...

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    1. Gli sviluppi arriveranno, ma non subito. Prima devo mettere un po' d'ordine, lasciare che passino le festività e, nel frattempo, staccare un po' la spina...

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  5. Grazie Cassidy. So bene che il tempo è tiranno, mi fa piacere che di tanto in tanto tu riesca comunque a trovare il modo di passare di qua.

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