martedì 19 febbraio 2019

Traditi dalla fretta #11

Colpa forse della prolungata pausa natalizia, era da diverso tempo che la rubrica di divagazioni "Traditi dalla fretta" non faceva la sua apparizione qui sul blog. Moltissimi dovrebbero quindi essere i contenuti da proporre nel corso dell'appuntamento odierno ma... così non è.
Anch'io, come spero tanti di voi, mi sono affaccendato in tutt'altre faccende. Ho staccato la spina come mai prima d'ora avevo fatto e mi sono goduto una totale disintossicazione dal mondo digitale... ma tutto questo probabilmente ve l'ho già detto.
Nel frattempo gennaio se ne è andato e anche febbraio, ridendo e scherzando, lo sta per seguire. Teoricamente mancherebbe poco più di un mese al tradizionale "Speciale" che, come ormai sanno anche i sassi, è uno dei pochi punti inossidabili e immarcescibili del calendario ossidianico... ma... ma...
Nell'attesa di capire se anche quest'anno sarò costretto a ricorrere a dei sotterfugi per onorare la tradizione, procediamo senza indugio con la presentazione di ciò che, malgrado tutto, ha attirato la mia attenzione.
Prima di farlo lasciatemi però spendere due parole su uno degli avvenimenti più malinconici di questo inizio d'anno, ovvero la chiusura della leggendaria libreria "Miskatonic University"...
Non so quanti di voi se ne sono accorti: solo pochi giorni fa, con un laconico messaggio su Facebook, i due mitici fondatori Andrea e Giulia hanno annunciato la fine della loro avventura libraria, gettando nello sconforto centinaia di appassionati del fantastico (il genere che la libreria di Reggio Emilia aveva scelto come suo cavallo di battaglia). Sui motivi di tale scelta non credo serva aggiungere molto a quanto da loro già dichiarato. Sappiamo bene come sia difficile di questi tempi portare avanti un progetto di questo genere con le proprie forze, specie se il tuo maggior concorrente è un tizio che consegna gratis ovunque nel giro di ventiquattr'ore, chiedendo ai propri clienti solo lo sforzo di un click. Personalmente credo che, come quel famoso visconte, dovrei scindermi in due parti nel commentare questa notizia, visto che una parte di me, di cui non vado orgoglioso, ha il click facile.
La realtà è che ho avuto il piacere di visitare due volte la libreria in questione, e in entrambe le occasioni ho potuto apprezzarne le meraviglie. Senza tuttavia fermarmi troppo a riflettere, per la verità. Avrei forse potuto fare di più, questo oggi è il mio rimpianto. Non dico che avrei dovuto andarci più spesso, visto che abito a centocinquanta chilometri di distanza, ma che forse avrei potuto passare i miei ordini libreschi, anziché ad anonimi giganti neri e gialli, ai ragazzi della Miskatonic, i quali avevano pur sempre fatto del loro meglio per essere competitivi nel mercato (assorbendo le spese di spedizione oltre un certo valore, per esempio, oppure offrendo incentivi fedeltà in formato "bollino" come le grandi catene del food). Oggi però non serve più a molto arrovellarsi con i se e con i ma. Resta la tristezza per un'altra realtà, l'ennesima, che cede le armi.
In tutto questo però il mondo continua a girare e noi umili mortali dobbiamo continuare, finché ce la facciamo, a rimanerci aggrappati. Passiamo oltre...

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali 
CROTA

Sarà per via del fatto che sono cresciuto divorando i fumetti Bonelli, ma era da diverso tempo che tenevo d'occhio l'uscita del romanzo vincitore del Bram Stoker Award 1996, firmato da un nativo americano il cui nome si potrebbe tradurre con "Gufo che torna". Tra l'altro stiamo parlando di una storia che ha affonda le sue radici nel folclore del suo popolo, come ben descrive la sinossi che riporto qui di seguito. Probabilmente i venti euro che Independent Legions richiede superano il budget di molti (incluso il sottoscritto), così come tanta roba sono i cinque e novantanove della versione digitale, ma credo che raschiando bene sul fondo alle tasche qualcosa per quest'opera si potrebbe riuscire a mettere assieme. Non mi sbilancio, per il momento: attenderò di leggere magari qualche recensione e poi deciderò il da farsi.
In una cittadina del Missouri gli abitanti, americani e nativi americani, avranno a che fare con un demone preistorico risvegliatosi dopo un terremoto, uno spietato avatar dell'oscurità dotato di poteri sovrannaturali, una creatura legata alla mitologia dei nativi americani che l'autore, parte del popolo dei Choctaw-Cherokee, conosce assai bene e di prima mano. Il mostro, che somiglia a un enorme orso con la pelle da rettile, è affamato e terrorizzerà la piccola città, tramite brutali assassini e mutilazioni, prima di animali da bestiame, e poi di esseri umani. I proiettili non possono certo fermare un demone, servirà qualcosa di più, come la magia, per evitare la strage. Lo sceriffo della cittadina, Skip Harding, per combattere la creatura avrà dunque bisogno dell'aiuto di un nativo americano, Jay Little Hawk, e delle antiche conoscenze e abilità di un vecchio sciamano. L'autore, che ci consente di avvicinarsi alla mitologia e magia dei nativi americani, tramite una preziosa esperienza diretta, non risparmia scene brutali e gore delle gesta del demone, l'oscuro protagonista di questo romanzo. “Una storia di terrore e suspense tra Clive Barker e Dean Koontz” (Kirkus Reviews). Illustrazione di copertina di Wendy Saber Core, traduzione di Daniele Bonfanti.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
GOMORIA

Non c'è molto da dire per introdurre l'ennesimo ripescaggio dei tipi di Cliquot, specialisti nel recupero di autori e opere dimenticate... anzi mi pare che la scheda del libro, che riporto per semplicità qui di seguito, sia già ampiamente esplicativa.
Fragile e malsana cima avvizzita del suo aristocratico albero genealogico, Gaetano Trevi di Montegufo è un dandy d’inizio Novecento, un esteta amato dalle donne più per la munificenza con cui dona i suoi ori e sé stesso che per la prestanza del suo fisico guasto. La noia ha da tempo piantato in lui il seme dell’insoddisfazione, e soltanto una sottile e ben covata meschinità contro gli esseri umani più deboli è in grado di dargli quel fremito che gli alimenta la vita. Così, quando Zimzerla, zingarella di quindici anni, si presenta alla sua porta, lui la accoglie, la accudisce, trasforma la stracciona in una bambola raffinata. E mentre il fiore sboccia, lui si prefigura il gusto che proverà nel carpirlo, deturparlo, e infine gettarlo all’angolo della strada. Zimzerla, però, forse non è chi dice di essere, e il suo piano contro Gaetano si rivela ben più meticoloso, quasi che a ordirlo sia stato Belzebù in persona, o un demone delle sue schiere, il perfido Gomòria, che si palesa sempre sotto il sembiante di donna… 
Ricchissimo nelle forme e nei temi è questo Gomòria, oscuro romanzo del 1921 ristampato oggi per la prima volta. Da un lato è un diretto erede della tradizione decadente: Gaetano Trevi è un Dorian Gray imbruttito e malfatto, un Andrea Sperelli che non trova il piacere bramato. Dall’altro è un romanzo che assume pian piano, e sempre più prepotentemente, un sapore osceno, senza mai appoggiarsi a un modello letterario di riferimento. Carlo H. De’ Medici è stato un colto studioso di esoterismo: dal patto col diavolo alla femme fatale, dal castello maledetto allo pseudobiblion (potentissima è l’invenzione – tre anni prima del Necronomicon di H.P. Lovecraft – di un terribile libro magico, il Sathan dello stregone fiorentino Cosimo Ruggeri), ogni topos della letteratura gotica è affrontato in chiave inedita, certamente ispirata dallo studio di antichi libri di magia, quasi a voler iniziare anche il lettore al mondo dell’alchimia e del sapere proibito.

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali 
ARMA INFERO

"E ora, fratelli, lasciate che vi narri di quei tempi, in cui le nuvole correvano rapide sopra gli aspri calanchi e di quando Lakon combattè per noi". Su Muareb, un remoto pianeta anticamente colonizzato dall'uomo, langue una civiltà che piange sulle ceneri e le macerie di un devastante conflitto. Tra questi v'è Karan, vecchio e malato, che narra in prima persona della sua gioventù, della sua amicizia con colui che fu condottiero, martire e spietato boia in quella guerra apocalittica. Costui è Lakon. Emerso misteriosamente da un passato mitico e distorto, piomba dal cielo, alieno ed estraneo, sulle terre della Falange, il brutale popolo che lo accoglie e che lo forgia prima come schiavo, poi servo e tecnico di guerra, ossia "mastro di forgia", e infine guerriero, cavaliere di zodion, gli arcani veicoli viventi delle milizie coloniali. Ed è subito guerra, giacché l'ascesa di Lakon è il prodromo proprio di quel grande conflitto i cui eventi lui è destinato a cavalcare, verso l'inevitabile distruzione che su tutto incombe.
Mi scrive Fabio Carta, romano, classe 1975, portando alla mia attenzione un'opera colossale che conta sino a oggi tre volumi (quello di cui ho riportato poc'anzi la sinossi è il primo). Arma Infero è una saga fantascientifica che tiene impegnato il Suo autore da almeno cinque anni e che, origliando commenti un po' in giro per la rete, è stata ampiamente apprezzata da chi ha avuto modo di cimentarsi nella lettura. L'occasione è l'annuncio dell'imminente uscita del quarto volume, del quale non sono ancora in grado di proporvi alcuna anticipazione se non che sarà l'ultimo della serie. Fabio Carta ha al suo attivo anche il racconto lungo Megalomachia (Delos Books, 2016), scritto unitamente alla finalista del premio Urania 2016, Emanuela Valentini, e il romanzo cyberpunk Ambrose (Scatole Parlanti, 2017).

Segnalazioni, divagazioni, varie ed eventuali
ZOTHIQUE #2

Ero quasi rassegnato al fatto che il primo numero della rivista che vedete qui a lato fosse destinato a rimanere unico (e infatti a un certo punto era questa la voce che si era diffusa in rete), invece, contro ogni previsione, ecco apparire magicamente questo nuovo volume antologico (rivista è un termine che in questo caso sta un po' stretto) curato da Pietro Guarriello per la Dagon Press.
Essendo, tra l'altro, questo secondo numero ampiamente incentrato sull'autore de "Il cittadino di Carcosa", non potevo tentennare per un solo istante e mi sono fiondato a ordinarlo.
Inizia con un saggio teorico sulla narrativa dell’orrore questo secondo numero di Zothique, ma il pezzo forte è un ampio ed esclusivo Dossier che fa il punto sullo scrittore Ambrose Bierce, di cui vengono presentati anche cinque racconti weird inediti in Italia, oltre a guide bibliografiche e saggi sulla sua figura e sulla sua narrativa. Si passa poi a Thomas Owen, uno dei padri del fantastico Belga, e dopo un saggio introduttivo seguono quattro sue storie tra il surreale e il fantastico, anch’esse in prima traduzione italiana. Ma anche la narrativa nostrana è ben rappresentata, con un racconto di Francesco Brandoli che si rifà al mito della mater tenebrarum ed è un omaggio a “Suspiria”. Si passa quindi a Robert E. Howard, con la prima parte di un lungo saggio dedicato alla sua poetica. E per la serie “Le donne del weird”, che chiude il numero, questa volta il focus è sulla scrittrice Gertrude Atherton, presente anche con il classico racconto “The Striding Place”.

18 commenti:

  1. Anche io ho “Arma Infero” da leggere, non vedo l’ora di iniziarlo perché mi ispira, dovesse piacermi so già cosa leggerò dopo ;-) Cheers

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    1. Io invece potrei iniziare la scoperta di questo autore da uno dei suoi titoli più brevi....

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  2. La casa editrice Cliquot mi intriga parecchio...

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    1. C'è da davvero da buttarsi a occhi chiusi nel catalogo Cliquot...

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  3. l libro Gomoria mi attira tantissimo!! **
    Comunque, spiace per la realtà di quella libreria, che sparisce.
    Ma i due fondatori possono comunque farla proseguire online, no?

    Moz-

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    1. Non saprei, bisognerebbe chiedere a loro. Qualche cosa sicuramente faranno... spero per loro che quel qualcosa sia altrettanto vicino alle loro passioni....

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    2. Sicuro sapranno continuare nel modo migliore... :)

      Moz-

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  4. Ferma il mondo voglio scendere! Ma purtroppo non si può.

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  5. Anche io mi sento in colpa per quanto riguarda il destino della Miskatonic,credo anzi che dovremmo sentirci in colpa un po tutti noi appassionati del fantastico italiano, sempre pronti a lamentarci che nel nostro paese non ci sono spazi per il nostro genere preferito ma poi nel momento in cui qualcuno fa veramente qualcosa di meritevole non facciamo mai abbastanza per farlo andare avanti.

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    1. Parole sante! Se ognuno di noi avesse speso, non dico tanto, ma anche quei 20-30 euro in più... forse sarebbe andata diversamente... o forse no, perché siamo comunque pochi....

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  6. Zothique mi intriga se non altro per l'omaggio ad un ciclo di racconti di C.A.Smith che lessi lo scorso anno e mi piacque moltissimo.

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    1. Non ho ancora letto l'omonimo ciclo Smithiano (anche se è già lì nella mia libreria che attende il suo momento). Probabilmente il 2019 sarà il suo anno... boh.

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  7. Gomoria e Zothique sembrano proprio roba stellare. Fin dalle copertine...

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    1. Le copertine sono effettivamente spettacolari e, per quanto mi riguarda, giocano sempre un ruolo fondamentale nelle mie scelte...

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  8. Zothique l'ho adocchiato anch'io da un bel po', come Gomoria. Mi spiace un sacco per la Miskatonic - da quando ho smesso di usare Facebook sono tagliata da metà del mondo. Sono riuscita a visitarla (e a svaligiarla) una sola volta, causa distanze siderali, ma Andrea e Giulia ci mettevano passione in quello che facevano. Non so davvero cos'altro aggiungere a quello che hai già scritto tu. :(

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    1. Zothique è una delle riviste di settore che sto apprezzando di più e non riuscivo a farmi una ragione del fatto che si fosse interrotta sopo il primo numero.
      Sulla Miskatonic, beh, non c'è nulla appunto da aggiungere. Magari se fosse stata a Milano o Roma le cose sarebbero andate diversamente... o forse anche no.

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