Viviamo in un periodo strano, uno di quei periodi che mai avremmo immaginato potessero realizzarsi. Costretti agli arresti domiciliari da un nemico invisibile, passiamo le nostre giornate a interrogarci se quanto sta accadendo là fuori sia davvero reale o se, al contrario, sia frutto della nostra immaginazione, o peggio il risultato di un qualche complotto ordito ai nostri danni da improbabili burattinai di regime. Qualunque sia la verità, per la prima volta nel corso della nostra esistenza siamo costretti in massa a fare qualcosa che non vogliamo fare. Tutto ciò non è nemmeno lontanamente paragonabile a ciò che i nostri nonni vissero ottant'anni fa, quando fuori dalle porte di casa fioccavano le bombe, anziché dei semplici starnuti, ma il clima di incertezza è probabilmente identico. Finirà? Non finirà? Quel che è certo è che ce ne stiamo chiusi in casa e, tra un'attività e l'altra, abbiamo la possibilità di recuperare letture che probabilmente sarebbero rimaste per chissà quanto tempo ad accumular polvere sugli scaffali. Molti di noi lavorano da casa, questo è vero, e la maggior parte del tempo i soliti impegni continuano a essere prioritari, ma l'innegabile vantaggio è che siamo riusciti a tagliare i tempi morti dei trasferimenti, che nel mio caso incidono parecchio.
Se il mondo attorno a noi è però cambiato, siamo di certo molto lontani quello distopico di Ikigami, uno dei manga di maggior successo di Motorō Mase. Ci troviamo in un non meglio specificato futuro nel quale lo Stato, al fine di di sviluppare nei suoi cittadini quel senso di attaccamento alla vita che nel tempo è venuto a mancare, ha promulgato la cosiddetta "Legge per la Prosperità Nazionale" che costringe chiunque a vivere i primi 24 anni della propria vita con una spada di Damocle appesa sopra la testa, ovvero il sospetto di far parte di quello 0,001% della popolazione che un giorno si vedrà recapitare a casa un Ikigami (逝紙, lett. annuncio di Morte), ovvero un documento che informa il ricevente del suo prossimo decesso, che avverrà esattamente e inevitabilmente 24 ore più tardi.
Affinché il progetto statale si realizzi, durante le normali vaccinazioni dell'età prescolare, a un bambino su mille viene inoculata, a sua insaputa, una nanocapsula letale, che esploderà dentro di lui in un momento imprecisato tra il suo 18° e il 24° compleanno. Imprecisato per il fanciullo, ma evidentemente ben noto allo Stato che, esattamente un giorno prima dell'evento, si preoccupa di informare l'interessato del suo destino.
Tutto ciò potrebbe sembrare molto crudele (ed effettivamente lo è), ma la "Legge" ritiene corretto che colui che è stato scelto dal destino possa vivere al meglio le sue ultime ore. Che razza di fortuna, eh?
Potremmo certamente stare qui per ore a discutere di quali possano essere i risvolti psicologici che deriverebbero dal conoscere il giorno e l'ora esatta della propria morte ma, fortunatamente, ciò è impossibile. Possiamo tuttavia provare a immaginare i pensieri di chi è rinchiuso nel raggio della morte di qualche carcere statunitense, unico paese occidentale in cui è ancora prevista l'applicazione della pena capitale. La logica non è poi molto diversa da quella immaginata da Motorō Mase, con la sola differenza che, nella realtà americana, invece di godertele al massimo trascorri le ultime 24 ore in faccende burocratiche quali la misurazione della taglia del vestito per la sepoltura e il certificato di morte firmato in anticipo. In tutto questo, l'ultimo pasto rituale è solo una presa per il naso.
In un'intervista, Motorō Mase raccontò di aver preso spunto per il suo manga dalle drammatiche immagini televisive del crollo delle torri gemelle, e se per un attimo provate a riportare la mente a quelle immagini, non credo che serva spiegarne il perché. Fine della digressione.
Superata la fatidica soglia dei 24 anni, il protagonista Kengo Fujimoto inizia la sua carriera come impiegato statale: il suo compito sarà quello di notificare gli Ikigami a ignari cittadini predestinati esattamente nei tempi previsti. Ciò a cui assisteremo nei 20 episodi che compongono l'opera (pubblicata da Panini Comics in 10 tankōbon una decina di anni fa), sarà appunto la consegna degli avvisi ai loro legittimi destinatari e tutto ciò che ne consegue. Viene giusto da domandarsi come sia possibile che le notifiche possano riuscire a raggiungere l'interessato sempre e comunque 24 ore prima (e se uno fosse in vacanza?) ma, si sa, anche in un mondo distopico vale la stessa norma che vale nel nostro mondo reale: se il postino deve consegnarti una multa e non ti trova mai in casa, beh, non è che la multa non la devi pagare...
È opportuno precisare che la "Legge" regolamenta anche le fasi successive al trapasso: i familiari del defunto riceveranno un ricco vitalizio a titolo compensativo, a meno che il selezionato non abbia commesso dei reati nelle sue ultime ore. In tal caso, la somma prevista servirà come risarcimento agli eventuali danneggiati e la famiglia dell'impunito criminale verrà perseguita in sua vece. Il tutto a norma di "Legge". Questo perché molti di coloro che ricevono la notifica di morte decidono di reagire violentemente, commettendo crimini o vendicandosi di torti veri o presunti subiti in passato.
Le vicende narrate da Ikigami non si limitano però solo a una sequenza di condanne a morte: se da una parte, come detto, lo scopo ufficiale della legge è suscitare nei giovani l'amore per la vita attraverso il timore della morte, vi è anche il ben più insidioso progetto di infondere nel popolo un pericoloso orgoglio nazionalistico, attraverso il quale i "prescelti" avrebbero in realtà non tanto un'immeritata condanna, quanto il privilegio di morire per la nazione. Orgoglio che, in un paese come quello in cui è ambientato il manga (apparentemente il Giappone), prende rapidamente piede. Ne consegue un lungo substrato di condanna sociale il cui fulcro è proprio il messaggero Fujimoto, nel cui animo si fa largo, episodio dopo episodio, il dubbio sull'efficacia della "Legge". Motorō Mase utilizza il genere come pretesto per sviscerare concetti ben più importanti, utilizza le tavole di un manga per affondare i propri colpi direttamente al cuore della società giapponese e, più in generale, per inviare forti segnali di dissenso alle follie della società moderna.
Nel 2008 uscì nei cinema giapponesi la trasposizione cinematografica di Ikigami, diretta da Tomoyuki Takimoto e al cui soggetto collaborò lo stesso Motorō Mase. In poco più di due ore il film riesce a intrattenere quanto basta e a fornire una seppur minima chiave di lettura. Viene purtroppo a mancare tutta la parte finale, quella in cui la tensione inizia a crescere nell'intero paese, sfociando in proteste e rivolte, fino a trasformarsi in un vero inferno, mentre noi lettori iniziamo a comprendere il vero significato che si nasconde dietro la barbara pratica delle inoculazioni, là in un paese dove la politica si schiera contro il popolo anziché al suo fianco.
Le vicende narrate da Ikigami non si limitano però solo a una sequenza di condanne a morte: se da una parte, come detto, lo scopo ufficiale della legge è suscitare nei giovani l'amore per la vita attraverso il timore della morte, vi è anche il ben più insidioso progetto di infondere nel popolo un pericoloso orgoglio nazionalistico, attraverso il quale i "prescelti" avrebbero in realtà non tanto un'immeritata condanna, quanto il privilegio di morire per la nazione. Orgoglio che, in un paese come quello in cui è ambientato il manga (apparentemente il Giappone), prende rapidamente piede. Ne consegue un lungo substrato di condanna sociale il cui fulcro è proprio il messaggero Fujimoto, nel cui animo si fa largo, episodio dopo episodio, il dubbio sull'efficacia della "Legge". Motorō Mase utilizza il genere come pretesto per sviscerare concetti ben più importanti, utilizza le tavole di un manga per affondare i propri colpi direttamente al cuore della società giapponese e, più in generale, per inviare forti segnali di dissenso alle follie della società moderna.
Nel 2008 uscì nei cinema giapponesi la trasposizione cinematografica di Ikigami, diretta da Tomoyuki Takimoto e al cui soggetto collaborò lo stesso Motorō Mase. In poco più di due ore il film riesce a intrattenere quanto basta e a fornire una seppur minima chiave di lettura. Viene purtroppo a mancare tutta la parte finale, quella in cui la tensione inizia a crescere nell'intero paese, sfociando in proteste e rivolte, fino a trasformarsi in un vero inferno, mentre noi lettori iniziamo a comprendere il vero significato che si nasconde dietro la barbara pratica delle inoculazioni, là in un paese dove la politica si schiera contro il popolo anziché al suo fianco.
Questa opera la ignoravo del tutto. Comunque tempo fa ho visto su Amazon "Babylon", un anime incentrato sul tema del suicidio (fatto abbastanza male peraltro). Ho adorato invece "Colorful" piccolo capolavoro che per motivi ignoti in Italia non è mai stato distribuito. Neppure nomino l'arcinoto "Death note". Noto che, insomma, il suicidio e la morte non naturale sono spesso al centro di manga e anime, è evidente che in Giappone vengono percepiti come un problema tangibile e, evidentemente, diffuso. Da noi resta invece un argomento tabù.
RispondiEliminaIl rapporto con certi argomenti è sicuramente diverso dal nostro e, tra l'altro, non si può nemmeno dire che si tratti di cosa recente. Già nei primi anni Settanta, come sai, fece scalpore Devilman di Go Nagai, ispirato ad una precedente serie intitolata Maō Dante, un manga molto cupo che finì per assumere, nel suo procedere, tratti sempre più grotteschi ed estremi.
EliminaDirei molto inquietante questo Manga.
RispondiEliminaAlla consegna della posta invece di rispondere “c’è posta per te” sospettando il contenuto della busta ci sarebbe da toccarsi gli zebedei o ricorrere a qualsiasi altra pratica scaramantica...salva vita.😀
Ma il film è mai uscito in Italia?
Con sottotitoli se non doppiato?
Ultimamente mi torni in mente per tuoi articoli vecchi che si collegano a post recenti di diversi blog.
Ad esempio hanno pubblicato il manga dal titolo 17 ispirato alla triste vicenda di Junko Furuta.
Vicenda che anni fa hai affrontato nel tuo di blog.
Ciao
Il discorso è che non ti cambia nulla se il postino riesce o meno a notificarti l'ikigami: puoi toccarti qualunque parte anatomica ma il conto alla rovescia è ormai già partito. Il film non è mai uscito in Italia, ma si trova tranquillamente in rete anche con i sottotitoli in italiano (se ti interessa scrivimi pure in pvt che ti dico dove).
EliminaIncredibile che tu sia andato a scovare quel vecchio post su Junko Furuta: fu uno dei primi, se non il primissimo, a uscire qui sul blog. ^_^
Non capisco bene il significato della legge... i prescelti per morire sono quelli che hanno combinato qualcosa di male? Pare di no, ma allora non ha senso.
RispondiEliminaAnche se, in effetti, l'idea sarebbe al contrario ottima per eliminare bulli, delinquenti giovanili, fannulloni ecc...
Coloro che dovranno morire vengono scelti in età prescolare praticamente a caso. Il senso della legge, se di senso si può parlare, è fare stare in ansia l'intera popolazione fino al compimento del 25° compleanno, in modo tale che possano apprezzare meglio quella vita che, per alcuni (ma non si sa chi), potrebbe terminare in qualsiasi istante.
EliminaMi piace il tema (abbastanza distopico e forte) e mi piacciono anche i disegni, cercherò di recuperarlo. Mi ricorda le atmosfere malate di Monster, nonostante il tema differente. Approfondirò anche l'autore.
RispondiEliminaMotoro Mase non fatto molto altro, in realtà, per cui il tuo approfondimento ti impegnerà pochissimo tempo. L'unica sua altra cosa che forse vale la pena segnalare è "Demokratia", un manga nel quale un androide avanzatissimo, retto da un sistema di controllo basato sul voto online, dà voce al popolo della Rete.
EliminaUna bella recensione su un manga che non conoscevo e che a quanto pare, risulta anche difficile da reperire. L'idea è davvero affascinante: strano che Hollywood non ne abbia fiutato il potenziale, realizzandone una versione "made in U.S.A."...!
RispondiEliminaNon dovrebbe essere così difficile da recuperare, visto che in Italia è uscito grazie ai tipi di Panini Comics. Il difficile semmai è spendere 70 euro (7 euro a volume) tutti in una volta.
EliminaHollywood? Secondo me è già da diversi anni che non guardano più a Oriente...
Ma se il condannato a morte commette reati senza che sia possibile collegarli con certezza a lui? Me lo son chiesto, leggendo i primi tre capitoli del manga.
RispondiEliminaTre capitoli non bastano per avere un'idea precisa, ma ammetto che trovo un po' forzato il cuore della storia.
Capisco la sovrappopolazione, il voler far vivere alle persone "intensamente" sapendo che a 24 anni potrebbe arrivare la morte..mah..Vero che se avessero scelto i 50 anni avrebbero rischiato di spezzare delle famiglie...
Se ti mancano poche ore da vivere i reati che scegli di compiere non possono passare inosservati, perché in genere si tratta di ammazzare per vendetta il collega, il bullo o il vicino di casa. Certo, potresti anche metterti a rubare galline con la certezza di farla franca, ma per che cosa? Per il brodo?
EliminaL'autore riesce a far danni anche accanendosi sui ventiquattrenni: tipico il caso di quei due ragazzi orfani, lui unico sostegno della sorella cieca... Indovina chi dei due riceve l'ikigami...
ah beh giusto, è facile ricondurre il reato al colpevole, sapendo che la persona deve morire a breve...Beh ovviamente la risposta all'ultima domanda è al ragazzo che assiste la sorella :D
EliminaOvviamente.
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