lunedì 30 marzo 2020

Making of... Mirror Midnight

Sono trascorsi ormai cinque mesi dal giorno in cui fece la sua première, in esclusiva su questo blog, il cortometraggio di Halloween "Mirror Midnight", diretto da Luigi Parisi sulla base di un soggetto scritto dal sottoscritto qualche anno prima. Come passa il tempo, mi verrebbe ora da dire se fossi un amante dell'ovvio.
Purtroppo le vicende della vita, che nel mio caso furono anche causa di una sospensione temporanea del blog, mi hanno costretto a trascurare faccende che, fino a pochi mesi fa, mi sembravano di importanza vitale. Tra queste, come avrete già capito leggendo il titolo, vi era l'idea di tornare  in tempi brevi sull'argomento "Mirror Midnight" e cercare di svelarne i segreti. Che ci crediate o no, l'idea non l'ho mai del tutto abbandonata, sebbene quei "tempi brevi" si siano inequivocabilmente trasformati in "tempi lunghi", ed eccoci quindi qui oggi per cercare di colmare quella lacuna.
Immagino che, dopo tutto il frantumamento di maroni che vi avevo fatto nelle settimane precedenti, abbiate tutti, chi per amicizia, chi per un sincero interesse, deciso di dedicare cinque minuti alla visione di "Mirror Midnight", vero? Se così non fosse stato, o se state capitando sul qui presente blog solo adesso, è questo il momento migliore per recuperarlo. Fatelo ora.
A questo punto non so voi, ma da parte mia, dopo il primo, naturale entusiasmo nel vedere un sogno realizzarsi, molte domande iniziarono a fare capolino in un angolo della mia testa. Come era riuscito Luigi Parisi a mettere in pratica un progetto che a me sembrava così complesso da realizzare? Quali piccoli trucchi aveva utilizzato per girare certe scene? Il modo più semplice è chiederglielo direttamente.

T.O.M.: Ciao Luigi e bentornato su Obsidian Mirror. Dopo mesi di silenzio, e ti ringrazio per aver pazientato così a lungo, torniamo a parlare di “Mirror Midnight”, quel piccolo progettino che ai tempi aveva (quasi) monopolizzato il blog. Siamo qui oggi per cercare di carpire i segreti di un professionista della macchina da presa, per cui sentiti libero di mantenere il riserbo su quelli di cui sei più geloso…. 

L.P.: Grazie ancora a te e un grande saluto a tutti i tuoi gentili visitatori del blog! In effetti il corto mi ha dato molte soddisfazioni e devo dire che il merito di tutto questo è tuo, perché il racconto che hai scritto mi ha così profondamente ispirato da scatenare la realizzazione di un cortometraggio. Detto questo, i segreti sono semplicemente lo studio e la passione.
Lo studio, parte principalmente da un’idea che, posta inizialmente sulla carta (o file), deve essere trasposta in immagini e suoni. Questo per me è relativamente semplice poiché mentre io lo scrivo, lo immagino già realizzato con le inquadrature, l’atmosfera e le musiche. Quindi, devo soltanto “replicare” quello che la mia mente ha già visto. So che questo procedimento (senza nessun termine di paragone per l’eccelso Maestro) lo faceva anche Alfred Hitchcock tanto dal dichiarare che a volte, si lamentava di dover girare la pellicola poiché per lui, a sceneggiatura terminata il film era già fatto.
La passione invece, mi porta a passare diverso tempo a sperimentare come raggiungere una particolare fotografia o una determinata inquadratura o effetto. Per fare un esempio pratico, la parte in cui la piccola Ginevra accende la seconda volta la candela e, posta di profilo, esce di campo all’indietro, lasciando la macchina da presa in un virtuoso carrello in avanti che supera la finestra arrivando fino alla luna, è realizzata attraverso una tecnica di compositing.

In sostanza, Ginevra si trova di profilo su Blue-Back (uno sfondo blu) e con la candela spenta. Questo, perché l’alone luminoso della candela accesa avrebbe dato fastidio alla chiave di trasparenza del blue-back. Quindi, la fiamma l’ho girata a parte su sfondo tassativamente nero dato che in termini di luminanza, si riesce a lavorare con maggior precisione attraverso gli operatori di trasparenza sulle immagini. La fiammella, è stata quindi aggiunta sull’inquadratura e “trackata” sullo stoppino, seguendo perfettamente fotogramma per fotogramma, il movimento prodotto da Ginevra. Infine, il vero sfondo è stato girato a parte e unito digitalmente con l’inquadratura finale della luna (anche lei, compositata attraverso l’aggiunta delle nuvole in movimento e il Jack-‘o-lantern). Per completare, il Jack-‘o-lantern è frutto di un bristol nero internamente ritagliato seguendo il disegno di occhi, naso e bocca dentata e, dulcis in fundo, opportunamente retroilluminato ed effettato in post-produzione. Ho spiegato soltanto questo per far capire cosa si nasconde dietro un’inquadratura apparentemente semplice e che invece, richiede attenzione e molte ore di lavoro, se non giornate per via del rendering finale. 

T.O.M.: La volta scorsa, e mi riferisco alla presentazione del cortometraggio che pubblicammo qui a inizio luglio, ci spiegasti i motivi della scelta del bianco e nero (assolutamente azzeccata, se vuoi il mio parere), raccontando al contempo alcune curiosità sul casting. Altre domande mi trattenni dal fartele per evitare spoiler ma, a questo punto, direi che il problema più non si pone, giusto? 

L.P.: Direi di no! Adesso possiamo spifferare tutto, caro T.O.M. !!! 

T.O.M.: Ottimo! Partiamo quindi dalla location. Siamo all’interno di un’abitazione privata, con un normale arredamento e una marea di oggetti che evidenziano un vissuto reale. Non credo di sbagliare scommettendo che quello che vediamo è l’appartamento dove abita la protagonista di "Mirror Midnight", sebbene addobbata con zucche, teschi, candele e pipistrelli di carta per l’occasione. C’è anche una bambola terrificante che potrebbe dar la paga ad Annabelle. Tra i vari oggetti ce ne sono però alcuni evidentemente creati ad hoc, come quel libro di filastrocche (praticamente uno pseudobiblion, né più né meno come il Necronomicon). Guardandolo mi sono immaginato il lavoro (e la passione) necessario per realizzare per un oggetto a prima vista così semplice… 

L.P.: La location che vediamo è in realtà la mia casa-studio che è ormai set di molti corti, nella finzione invece, è l’abitazione della ragazzina che, lasciata sola nella notte di Halloween per motivi che non ci è dato sapere, si aggira indisturbata cercando rogne non di poco conto! Ci sono molti oggetti ovviamente disposti per l’occasione, tirati fuori da posti occulti della casa e stipati a dovere! Altri, come ben intuisci, sono creati per l’occasione come appunto, il libro che è frutto di una meticolosa ricerca di immagini, impaginate e unite a un testo in rima. Prove grafiche con photoshop, controlli di stampa e poi, la ricerca del libro con la copertina della fanciulla (in realtà è un quaderno con fogli bianchi) che tramite Amazon ho acciuffato direttamente dall’America. In merito al quadro della donna del dipinto, chiesto da un lettore sul blog, purtroppo non so dirti molto: è un vecchissimo quadro di cui non conosco l’origine. Il dipinto è a firma (quasi illegibile) di Fiurri e in qualche sito (anche estero) è chiamato semplicemente "Dama in stile barocco" o "Dama Rossa" o peggio ancora, dipinto, senza dare specifiche sull’autore. E’ un mistero fitto! Ma d’altra parte, se non fosse stato un oggetto misterioso non sarebbe finito su "Mirror Midnight"!!! 

T.O.M.: Già che sono in vena di scommesse, proverei anche ad azzardare che quella mano artigliata che si posa sulla spalla della ragazzina pochi istanti prima del travolgente finale, sia la tua. In fondo anche Dario Argento indossava nei suoi film i guanti da assassino in prima persona, no? 

L.P.: Ah, ah! Azzeccato mio caro! In effetti è la mia e devo anche dirti che ho avuto l’occasione persino di sostituire il Maestro Dario Argento calzando il guanto nero -poco prima da lui indossato- in un teaser che ha diretto e nel quale, io ho modestamente collaborato come aiuto e creatore degli effetti speciali. Per chi non ne fosse a conoscenza, il teaser è una sorta di mini-trailer che si realizza prim’ancora di girare il film vero e proprio e che serve generalmente a procacciare fondi, produttori associati e distributori. E’ proprio in quell’occasione che il Maestro, poco prima, mi chiese se io conoscessi una ragazzina brava e fotogenica per il teaser. Capirete che per mostragliela mi sono visto costretto (ahah!) a fargli visionare "Mirror Midnight"! Attraverso un ghigno di compiaciuto divertimento, ha espresso totale approvazione sia per il corto che per Ginevra! E così, la nostra piccola protagonista, è finita sul set con Dario Argento! (Purtroppo non posso mostrarvi il teaser per via di un’esclusiva contrattualizzata con il festival di Sitges)… 

T.O.M.: Oh Gesù! Il solo pensiero che Dario Argento abbiamo dedicato cinque minuti del suo tempo a "Mirror Midnight" mi fa star male! Aspetta che mi riprendo un attimo dall'emozione di questa news sconvolgente... Uno, due, tre, mi sono ripreso! Cosa stavo per dire? Ah, Il finale!
Il finale, come detto travolgente, è quello che mi incuriosisce di più. La ragazzina sembra sollevata di peso da una mano invisibile, trascinata quasi volando all’indietro fino a tuffarsi letteralmente dentro lo specchio (sollevando tra l’altro schizzi d’acqua tutt’attorno). Come diavolo l’hai girata? 

L.P.: Dunque, il finale è stato molto complesso da realizzare. Sono partito da una base di green-screen in cui ho chiesto a Ginevra di gridare e poi di saltare all’indietro con uno speciale movimento che gli ho mostrato. Questo è stato girato sia frontalmente che lateralmente. Poi, sono state girate le relative inquadrature dello sfondo, vale a dire, la parete con lo specchio. Senza entrare troppo nei dettagli che diventerebbero complicati da spiegare, Ginevra è stata sovra-aggiunta attraverso la tecnica del chroma-key e intarsiata in un effetto d’acqua girato in super slow-motion. L’effetto delle gocce che esplodono è il prodotto di una goccia d’acqua che si infrange su una superficie nera traslucida. Questa inquadratura è stata poi ruotata in verticale e inserita sulla composizione di Final Cut. Infine, il braccio scheletrico è un arto di plastica (girato in luma-key su fondo nero) di uno scheletro a grandezza quasi naturale, costato 19 euro! 

T.O.M.: In tal caso, a questo punto, che dovrei forse andare a rivedere i vecchi post, poiché mi pare di aver scritto da qualche parte che il corto fosse a budget zero... cosa che evidentemente non è, considerati quei 19 euro (Ahaha). L’ultima mia curiosità, di cui abbiamo già parlato mille altre volte in privato, riguarda la scena del fiammifero che si vede subito all’inizio, scena che tanto mi ricorda una quasi analoga apparsa in uno dei tuoi primi cortometraggi… 

L.P.: Si infatti, credo tu faccia riferimento ad un mio vecchissimo cortometraggio girato nel 1997: “La Consegna”. La sequenza del fiammifero ha richiesto più di 25 takes poiché è stata girata con un obiettivo Canon Macro100 esaltato da un duplicatore digitale. Purtroppo girando con un macro così spinto, chi ha un minimo di dimestichezza con la fotografia, sa bene quanto sia difficoltosa la messa a fuoco per via della profondità di campo ridotta. Basta spostarsi di due millimetri e l’immagine risulta sfocata. Se poi si calcola che il tutto era in movimento, disposto su un mini-carrello (con la mia mano che guidava sia lo scorrimento della macchina, sia del fiammifero), capite bene che tipo di inferno è stato. Oltretutto, girando in rallenty e con una velocità reale nettamente più lenta del normale, il fiammifero non raggiungeva il necessario attrito per accendersi. Fatto sta, che le scintille e la fiamma, sono state girate a parte e aggiunte poi in compositing al montaggio. Tutto questo per una poverissima manciata di secondi!  

T.O.M.: Ultimissima domanda e poi ti lascio in pace, giuro. Non abbiamo vinto il Leone d’Oro (e diciamo che nemmeno ci speravo) e nemmeno uno dei festival ai quali hai iscritto il corto. Ma, che tu sappia, qualcun altro oltre ai visitatori abituali del blog, tra quelli che hanno visto “Mirror Midnight”, ha espresso un giudizio positivo? 

L.P.: I festival di Halloween sono altamente competitivi perché i corti che arrivano per l’occasione, sono una quantità inimmaginabile e provengono da tutto il mondo. Pertanto, essere entrato in finale e nelle official selections di alcuni tra i festival esteri più importanti dedicati a questa tradizione, è già una forma di vittoria. Direi che sono molto soddisfatto dei risultati di “Mirror Midnight” che ha ricevuto anche moltissimi consensi tra molti addetti ai lavori e non. Argento l’abbiamo già citato. E’ stato visto dal produttore Alberto Tarallo che, ben sapendo il budget con il quale è stato realizzato, l’ha giudicato spettacolare. Patrizio Vanni dello staff del cantante Eros Ramazzotti l’ha esaltato come “meraviglioso affresco in bianco e nero”, il numero uno degli uffici stampa Enrico Lucherini, l’ha elogiato abbondantemente. Ovviamente, sono stati tutti lautamente pagati, cosa credete? (ah,ah,ah!)


Ma c’è un’ultima gradita novità per coloro che hanno amato il buon “Mirror Midnight”! Ebbene, il corto è finito anche nelle mani di Adam Kadmon, il misterioso uomo con la maschera che molti di voi ricorderanno nelle puntate di Mistero su Italia 1 e autore di numerosi libri sul tema della cospirazione.
Vi riporto le sue parole: “Intriganti inquadrature e azzeccatissima la scelta delle luci e degli ambienti. Dal bianco e nero e gli effetti speciali retrò degli horror anni 50 con un ammiccamento negli interni al Romero degli anni 60. Il tutto permeato dalla magia fiabesca dove sulla fanciullina ingenua curiosità, incomba fin dall'inizio, la presenza dello spirito del signore della morte Sahmain (il dio celtico cui venivano tributati sacrifici umani, fra cui spesso i giovani del villaggio, nella notte dell'anno in cui il confine fra i vivi e i morti più si assottiglia), da cui poi si originò la celebrazione dell'Halloween statunitense mescolandolo alla leggenda dello smarrito Jack-ò-lantern da cui ebbe origine il simbolo della zucca illuminata poi importata negli USA, da apporre dinanzi alle case nella vigilia di Ognissanti). Il mito del girarsi dinanzi allo specchio mi ha ricordato il primo Candy Man degli anni 90 (a sua volta ispirato ad una nota terribile reale leggenda). L'essere afferrata e trascinata nello specchio richiama il Nightmare degli anni 80. Anche la scelta dell'attrice e la sua espressività sono perfette per la trama narrata. Una moderna Alice (letteramente) oltre lo specchio…” firmato: Adam Kadmon

Ed ora Ladies and Gentlemen, è arrivato il momento di congedarsi! Ringrazio come sempre tutti coloro che hanno avuto la pazienza e l’attenzione nel seguirci e vi annuncio già che -se T.O.M. vorrà- non tarderò ad allietarvi prossimamente con altri due piccoli cortometraggi di stampo horror, destinati a insinuarsi nelle vostre notti insonni! 
A presto! 
Luigi Parisi.


10 commenti:

  1. Sembra una cosa facile, ma non lo è, ora lo capisco ;)

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    1. Non ho mai pensato fosse una cosa facile. E se penso che il risultato finale è stato un corto di cinque minuti, mi chiedo quanto ci voglia per girare un kolossal di tre ore...

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  2. Grandissimo lavoro. Ti ringrazio ancora per il privilegio di averlo potuto recensire in anteprima... complimenti!

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  3. Beh, c'è un motivo se non ci si può improvvisare regista. Parisi è un regista e sa come gestire immagini, montaggio, inquadrature... Se mi avessero dato un budget di cinquantamila euro e mi avessero detto: giralo tu un cortometraggio tratto dal racconto, sarebbe venuta fuori una schifezza. O forse no: avrei usato i cinquantamila per pagare Parisi e farlo girare a lui :-D

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    1. A Parisi sono bastati diciannove euro, il costo di uno scheletro di plastica. Avresti potuto trattenere €49.981!!!

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  4. Io son sincero a me il corto non è piaciuto.
    Però siccome volevo sapere se fosse solo una mia impressione ieri l’ho rivisto con la figlia di undici anni e la moglie.
    La figlia ha detto : È brutto ma alla fine fa paura.
    La moglie: mi piace fa suspense.
    Quindi sarà solo un problema mio.
    Ciao

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    1. Pur conoscendo già la storia, a me il corto ha messo ansia fino all'ultimo. Il finale con lo scheletro invece mi ha strappato una risata.
      Come vedi siamo tutti diversi ^_^

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