giovedì 25 marzo 2021

Hellebore: ricordo di antichi terrori

The Yuletide Special
Ultimamente, vagando senza una precisa meta per siti e blog stranieri, mi capita di incappare in cose davvero interessanti. C'è un intero mondo là oltre i nostri confini, come sapete, e spesso è solo la pigrizia che ci trattiene all'interno delle mura domestiche. Fortunatamente l'ostacolo della lingua inglese è perfettamente sormontabile, e ciò mi consente di spaziare alla grande nel world wide web (altre lingue non ne conosco, ma me ne faccio una ragione) così come spazio tra siti e blog italiani. Il vero problema è la vastità del mondo: pensare di poter seguire migliaia di siti o blog, quando faccio fatica a seguire con costanza quei quattro o cinque connazionali, mi mette l'ansia. Per fortuna non si tratta di un lavoro, e ciò mi permette di uscire dal mio giardino solo quando ne ho voglia e quando mi ricordo. Ed è stato proprio in una delle mie ultime peregrinazioni che sono incappato sul sito di questa "casa editrice" indipendente specializzata nell'horror popolare britannico. Il virgolettato su "casa editrice" è quasi d'obbligo, visto che non ci sono veri indizi che lo sia davvero. Il sito è piuttosto minimale e lascerebbe pensare più che altro a dei fanzinari. In effetti, la loro proposta è un magazine a periodicità variabile il cui tratto distintivo è un forte interesse per uno specifico argomento; realizzata in pratica da appassionati per altri appassionati. HELLEBORE è una rivista in formato A5 a tiratura limitata con articoli, come detto, dedicati all'horror popolare britannico e ai temi che lo ispirano: folclore, mito, storia, archeologia, psicogeografia, streghe e occulto. Il suo nome deriva dalla pianta dell'elleboro, nota anche come pianta dell’inganno o pianta delle streghe in quanto si dice venisse usata ai tempi dell'Inquisizione per provocare effetti purgativi violentissimi nelle donne accusate di stregoneria. Se utilizzata in piccole quantità è invece in grado di provocare stati ipnotici (Paracelso ne fece largo uso), ma nella pratica l'elleboro è una pianta velenosissima, al punto che gli antichi greci la utilizzarono per avvelenare le armi e i pozzi in cui i nemici si approvvigionavano di acqua. 
Nel momento in cui scrivo questo post sono già usciti quattro numeri, tutti piuttosto interessanti a giudicare dalle descrizioni riportate sul sito. Gli autori e i disegnatori che vi contribuiscono sono nomi decisamente importanti ed è raro trovarli in una qualsiasi fanzine. Riconosciamo tra loro Alan Moore, storico autore di capolavori a fumetti targati DC Comics come Watchmen e Swamp Thing e tornato recentemente alla ribalta per la serie lovecraftiana a fumetti Providence, Ronald Hutton, storico britannico e occasionalmente presentatore di documentari BBC. Ma vediamo nel dettaglio i contenuti.

L2R: The Sacrifice Issue; The Wild Gods Issue; The Malefice Issue
Hellebore # 1: The Sacrifice Issue 
Il sacrificio umano è forse la figura retorica più ricorrente nell'orrore popolare, sia che venga praticato dalle comunità rurali, come abbiamo imparato con "The Wicker Man" (Robin Hardy, 1973), sia che faccia parte di un rituale delle Arti Oscure, come quello visto ne "La pelle di Satana" (The Blood on Satan's Claw, 1970) di Piers Haggard. In questo numero esploriamo il suo ruolo in alcune celebri opere di narrativa, le sue associazioni con i megaliti e gli antichi culti pagani nella cultura popolare, il suo potere nel pensiero magico e portiamo alcune possibili prove archeologiche a riguardo. Immergiti in un mondo di stregoneria, monumenti megalitici e credenze pagane sopravvissute in certe campagne inglesi. Testi di Ronald Hutton, Katy Soar, Verity Holloway, David Southwell (Hookland), Dee Dee Chainey, Mercedes Miller, John Reppion e Maria J. Pérez Cuervo. Artwork di Paul Watson e Eli John. 

Hellebore # 2: The Wild Gods Issue 
La nozione di paganesimo come forza selvaggia e primitiva ha esercitato un'enorme influenza sull'orrore popolare. Nella narrativa, i rituali pagani sono spesso visti come primitivi e barbari, ma anche come antidoto alla repressione e al convenzionalismo. Cosa hanno rappresentato questi Dei Selvaggi, e cosa rappresentano ora? Come hanno fatto queste idee a trovare la loro strada nella Gran Bretagna moderna? Dal culto di Pan nell'Inghilterra edoardiana ai satanisti degli anni '70, dai Baccanali nel Buckinghamshire all'eco dei tamburi vudù in Cornovaglia, dalla follia rituale alla magia sessuale. Nell'idilliaca campagna inglese, i Wild Gods si risvegliano per minacciare tutto ciò che è rispettabile. Testi di Alan Moore, Katy Soar, Melissa Edmundson, Ruth Heholt, John Reppion, Anna Milon e K. A. Laity. Artwork di Occult Party, Joe Gough e Richard Wells. 

The Sacrifice Issue (alternative)
Hellebore # 3 - The Malefice Issue 
Le maledizioni sono un tropo ricorrente nell'horror popolare e nella narrativa occulta. Sono forze attive, invisibili e inarrestabili, che sconvolgono l'ordine sociale e minacciano l'establishment. In The Malefice Issue esploriamo le complesse relazioni tra stregoneria e magia e le strutture di potere e analizziamo la paura del maleficio nel corso della storia. Dove collochiamo l'Altro e perché lo temiamo? Vaga per i paesaggi selvaggi del nord? È nascosto nei verdi prati dell'Arcadia inglese? Vive tra le mura di un'istituzione rispettabile? O ha viaggiato da una terra lontana? Potere e paura, sovversione e repressione, esclusione e appartenenza. Il terzo numero di Hellebore è una storia delle nostre ansie, perché, come ha detto Shirley Jackson, "imparare ciò di cui abbiamo paura è imparare chi siamo". Testi di Catherine Spooner, Rebecca Baumann, Verity Holloway, Thomas Waters, Catherine Winter-Hébert e Finn Robinson, Thérèse Taylor, Maria J. Pérez Cuervo e Colin J. McCracken. Artwork di Paul Watson, Nell Latimer e Nathaniel Winter-Hébert. 

Hellebore # 4: The Yuletide Special 
Midwinter. Il giorno più corto, la morte simbolica e la rinascita del sole. È un tempo di oscurità, ma anche di speranza e di festa. Per questo speciale Midwinter abbiamo raccolto storie che ci verranno in aiuto nei mesi più bui: antiche leggende che possono ancora essere rievocate, racconti di un passato congelato, storie di fantasmi e revenant, streghe e stregoni, storie che portano i brividi nelle nostre case. In questo numero, sinistri rituali si svolgono durante le notti più lunghe dell'anno, spiriti vagano attraverso i paesaggi ghiacciati dell'Artico, chiese che non sono mai rifugi sicuri. Riunisciti intorno al fuoco. Guardiamo le ombre in agguato dietro le luci di Natale. Testi di Katy Soar, Jackie Bates, John Callow, Verity Holloway, John Reppion, Shane McCorristine, Roger Clarke ed Elizabeth Dearnley. Artwork di Blood and Dust, Eli John e Nathaniel Winter-Hébert.

Scrive sul suo blog Maria J. Pérez Cuervo, fondatrice di Hellebore: "L'horror popolare sta riscuotendo molto interesse in questo momento. Il termine rimane associato a tre film dalla fine degli anni '60 all'inizio degli anni '70, la cosiddetta "Unholy Trinity" ("The Wicker Man", "La pelle di Satanae "Il grande inquisitore", ndr), ma le sue radici risalgono al tardo periodo vittoriano ed edoardiano. Perché la storia e l'archeologia sono importanti nell'horror popolare? L'idea che guida il sottogenere è la sopravvivenza di culti antichi, di solito in aree rurali remote, a un passo dal nostro ambiente "civilizzato" [...] Nell'horror popolare, il passato viene portato alla luce, spesso letteralmente, con o senza gli archeologi coinvolti. Oppure non è mai andato via, e rimane catturato nell'ambiente naturale, o registrato sulle pietre, da Pallinghurst Barrow (1892) a The Stone Tape (1972). Come nella narrativa gotica, nell'horror popolare il passato torna sempre a perseguitarci. Ma questo passato è visto attraverso il prisma vittoriano dell'evoluzionismo culturale: è irrazionale, "primitivo" e "barbaro". Le teorie di James Frazer e Margaret Murray hanno avuto un'enorme influenza sul sottogenere, ed entrambi sono spesso citati come fonti autorevoli". Non ci resta che mettere qualche numero di Hellebore nel carrello e portacelo a casa.



8 commenti:

  1. Non sapevo che quei tre famosi (famosi almeno per noi) vecchi film formassero una Unholy Trinity. In quanto alle riviste, l'unico nome che conosco è in effetti Alan Moore. Belle comunque le copertine.

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    1. Nemmeno io lo sapevo fino a poco tempo fa e, se devo dirla tutta, ce ne sarebbero altri che potrebbero star bene assieme ai tre della "Unholy Trinity". Alan Moore è ovviamente un nome che non passa inosservato... gli altri sono più che altro storici o studiosi di religioni antiche (non esattamente personaggi di cui si sente troppo parlare). Ronald Hutton pensavo di non conoscerlo ma poi mi sono messo a cercare una sua foto in rete e ho realizzato che era una faccia molto più che familiare....

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  2. Ignoravo anche io il discorso della Unholy Trinity. Conoscevo i film, ovviamente, però non il fatto che facessero parte di un unico ciclo.
    In quanto a "Hellebore", dovrei ricominciare a fare come te: spaziare anche all'estero, perché mi sto perdendo tante chicche come questa

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    1. Il vero problema dello spaziare all'estero è che moltiplichi per mille le cose che vorresti comprare. Già così tocca fare una dura selezione per non svenarsi....

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  3. Adoro i tre film citati. Queste riviste/fanzines mi sembrano molto belle e mi chiedo se ne esista un qualche corrispettivo italiano. Mastico l'inglese, ma non so se sono in grado di leggere un'intera rivista nella lingua di Albione. Il numero con Alan Moore ovviamente lo prenderò, poliglottismo o meno (ebbene anch'io sono "fan" di qualcuno). Gli argomenti trattati in queste riviste mi interessano moltissimo nonostante siano incentrati, immagino giustamente, sulla Gran Bretagna. Su alcuni di questi argomenti ho una minuscola biblioteca in casa mia (Frazer, Murray & Co. non possono mancare nelle librerie di chi si diletta di Miti) e mi piacerebbe che venissero trattati anche in modo più "popolare", senza lasciare sempre tutto agli/alle accademici/che. Ma forse la mia è solo invidia :)
    Stra-grazie per l'ottima, ottima segnalazione!

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    1. Riviste/fanzine in italiano sul folklore britannico? Mah, direi proprio di no. Non credo nemmeno esistano riviste sul folklore quello nostrano, per la verità. L'unico che potrebbe darti una risposta certa è Axis Mundi, che affronta spesso questo tipo di tematiche dalle sue parti. Testi come quelli di Frazer sono certo imprescindibili, ma occorre tempo e dedizione per affrontarli.

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    2. No, intendevo un corrispettivo italiano in quanto ai temi generali affrontati da Hellebore. Ma d'altronde qui non abbiamo un Alan Moore e la maggior parte degli/delle accademici/che non si "abbasserebbero" mai a scrivere su una fanzine, credo. In compenso qui in Italia abbiamo avuto delle riviste da edicola a mio parere ridicole (e costose) riempite con sciocchezze assortite (non faccio nomi perché quella è gente che va subito alla querela... ma credo ci siamo capiti).
      Come sai conosco bene Axis Mundi, che è uno dei miei blog di riferimento rispetto a certi argomenti. E' proprio il concetto di fanzine/rivista cartacea tematica, seria, che mi manca...

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    3. Le riviste da edicola sono state stritolate dalla velocità superluminale del web. Ciò che rimane è carta buona per il camino o la sala d'aspetto dei medici di base. Le riviste di cui parli sono tra l'altro imbarazzanti: qualunque blogger sarebbe in grado di fare meglio gratis. Il mondo dei fanzinari è invece talmente vasto che non potrei giurare che nulla sia stato fatto. Certo l'argomento non è proprio di primo piano, ma le fanzine sono fatte soprattutto per quello...

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