venerdì 26 aprile 2024

Fuori speciale: la dieta del marinaio

“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che uscirà invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o rimandata, a vostro piacimento. 

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Il cibo consolida il senso di appartenenza a una comunità, ristretta o allargata che sia: è come una carta d’identità che ci dice chi siamo e da dove veniamo”. Più o meno con queste parole avevo iniziato il post pubblicato lunedì scorso. Qui il discorso davvero potrebbe allungarsi a dismisura, e non è detto che prima del termine dello speciale ciò non succeda. Trovandomi a riflettere su quanto scritto mi sono chiesto se davvero ciò che mangiamo sia la cartina di tornasole di ciò che siamo o se lo sia, viceversa, di ciò che vogliamo (fingiamo) di essere. Non è forse vero che tutto quel proliferare di foto di piatti ricercati sui profili social non ha che l’unica finalità di fingere che l’eccezionale sia per noi la normalità?

lunedì 22 aprile 2024

La Grande Abbuffata: le grandi tavolate della tradizione (Pt.1)

Come già chiarito in precedenza, un cibo può essere definito tradizionale perché preparato secondo criteri religiosi, significando l’adesione a un codice di comportamento, che possiamo definire morale, che esprime la fede nel proprio Dio. Oggi, tuttavia, quando si parla di cibo tradizionale si intende di solito che per prepararlo si sono utilizzati solo ingredienti provenienti dal territorio di origine, che danno un gusto e una consistenza ben definiti, unici. 
Da bambini, il momento dei pasti rappresenta il modo di cementare i rapporti familiari, cosicché il cibo resta poi per tutta la vita un legame tangibile con il nostro vissuto: non solo con la famiglia, ma anche con il luogo di nascita e la storia personale; da adulti, la cena a due, magari in un costoso ristorante di grido, è spesso il preludio a un convegno amoroso. Per tutte queste ragioni, il cibo consolida il senso di appartenenza a una comunità, ristretta o allargata che sia: è come una carta d’identità che ci dice chi siamo e da dove veniamo. 

venerdì 19 aprile 2024

Fuori speciale: tutto è iniziato tanto tempo fa con la guerra del fuoco

“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che uscirà invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o rimandata, a vostro piacimento. 

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Il pezzo di oggi è da considerarsi una piccola digressione su quanto scritto en passant nell’articolo pubblicato lunedì scorso. Accennando al lavoro dell’antropologo francese Claude Lévi-Strauss, scrissi che l’atto di cuocere il cibo, di provenienza animale o vegetale che fosse, aveva affrancato l’uomo dalla natura e che la cottura aveva creato il solco tra la società primitiva a quella moderna
Occorre però sottolineare che l’uomo moderno è andato ben oltre il semplice affrancamento dalle rigide leggi della natura: oggi è in grado di poter disporre a piacimento sia del cibo necessario al suo sostentamento sia di quello in grado di soddisfare un piacere decisamente effimero come quello della gola. Tutto ciò grazie a un sistema che di naturale ha evidentemente ben poco. 
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