lunedì 27 giugno 2011

Hanako-san

Sono venuto a conoscenza della leggenda di Hanako (come al solito) guardando un film horror giapponese. Si tratta di “Toire no Hanako-San” (anche conosciuto come “Mistery School”).
L’idea del film è molto semplice: tre amici di infanzia si ritrovano nella stessa classe il primo giorno di scuola delle superiori. Satomi, una tra queste, ha perso una sorella che non ha mai dimenticato, scomparsa proprio tra le mura scolastiche. Contemporaneamente, tra gli studenti, comincia a circolare una leggenda urbana riguardante Hanako, la ragazza fantasma che infesta i bagni della scuola.
Hanako, il fantasma della toilette, è divenuto un fenomeno nazionale in Giappone a partire dagli anni Novanta, quando la notizia di una serie di avvistamenti di spettri cominciò a circolare nelle scuole, tanto che sono parecchi coloro che, ancora oggi, non osano più avventurarsi da soli nei bagni scolastici.
Qualunque studente giapponese voi interpelliate avrà da raccontarvi la sua storia personale. Si dice che sia possibile incontrare il fantasma nella terza cabina della toilette femminile al terzo piano; se si bussa tre volte, pronunciando il suo nome, Hanako risponde "Si, sono io". La porta si apre è appare una bambina con i capelli corti e la gonna rossa che cercherà di trascinarvi all’inferno, attraverso lo scarico del water, che per l’occasione sarà divenuto largo come un pozzo. C’è chi afferma che Hanako sarebbe il fantasma di una bambina morta a scuola a seguito di un incidente o perché vittima di un episodio di bullismo. Un'altra accreditata versione sostiene che è lo spirito di una scolara morta, durante il periodo della guerra mondiale, quando una bomba cadde sulla scuola mentre stava giocando a nascondino e si era nascosta, appunto, nella toilette del terzo piano.

Il film prende spunto da una leggenda urbana circolante in Giappone: tre giovani studentesse erano rimaste nell’edificio scolastico oltre l’orario normale per terminare una di quelle attività di gruppo per la quale solitamente si trova tempo solo nel doposcuola.
Una di queste, presa da una impellente necessità, chiese alle compagne se potevano accompagnarla al bagno. Mentre si recavano al piano di sopra, una delle ragazze decise di sfidare le altre ad una prova di coraggio: l’evocazione della temuta “Hanako-San”. Pur con qualche titubanza le altre acconsentirono. Quando raggiunsero la toilette le luci naturalmente erano spente. La prima ragazza raggiunse l’interruttore e accese le luci: c’erano quattro cabine su un lato, alcuni lavandini con i relativi specchi sull’altro lato.
Le tre ragazze raggiunsero la terza cabina, bussarono alla porta tre volte e recitarono la formula "Hanako-san, Hanako-san. Let's play a game." Attesero un po’ ma nulla accadde. Si guardarono l’un l’altra e si misero a ridere. Come potevano aver veramente creduto a quella storia? Si ricordarono improvvisamente della necessità impellente per la quale erano salite ai bagni. La prima ragazza entrò rapidamente nella prima cabina. Nonostante tutto, nessuna delle altre due se la sentiva di entrare nella terza. La quarta cabina era anch’essa possibilmente da evitare (il numero quattro in Giappone è considerato un numero sfortunato, in quanto la sua pronuncia, shi, significa anche morte), ma piuttosto che entrare nella terza….
Decisero quindi di giocarsi l’accesso alla seconda cabina a Jankepon (l’equivalente del nostro “sasso, carta, forbici”). La ragazza che per prima chiese alle altre di andare in bagno perse e dovette accontentarsi della quarta cabina. L’altra entrò nella seconda. Pochi istanti dopo la ragazza della prima cabina finì e andò ad attendere le altre fuori dai bagni.

La ragazza della cabina quattro, fatto quello che doveva fare, si accorse della mancanza della carta igienica e, ad alta voce, chiese aiuto all’amica della cabina due: “Hey, puoi passarmi un rotolo per piacere?”. “Tieni!” rispose una voce e contemporaneamente un rotolo spuntò da sotto la parete della cabina tre. Non c’èra nessuna nella cabina tre! Com’era possibile? Spaventata uscì silenziosamente dalla porta della propria cabina, dimenticandosi completamente del rotolo, e lentamente spinse la porta della terza cabina. Vide una ragazza, dai lunghi capelli neri, la pelle bianchissima e le labbra di un rosso porpora. Rimase paralizzata dalla paura. Hanako-san cominciò lentamente ad avvicinarsi e, in quel preciso istante, le due ragazze fuori dal bagno la chiamarono per dirle di spicciarsi. In quel momento realizzò che entrambe le sue amiche erano già uscite. Trovò le forze di reagire e si precipitò fuori dai bagni. Le altre la guardarono in volto e capirono che non era uno scherzo. Corsero via tutte insieme.
Vi sono alcune similitudini con la storia di Kashima Reiko, un fantasma femminile privo di gambe che vive anch’essa nei bagni delle scuole. Solitamente la si sente chiedere: “Dove sono le mie gambe?” La risposta corretta da dare sarebbe: Kashima Reiko: KA = Kamen (Maschera), SHI = Shinin (Persona morta), MA=Ma (Demone).
Un’altra versione fa riferimento ad un fantasma maschile, lo “Aoi Manto”, che apparirebbe nell’ultimo gabinetto in fondo dei bagni delle ragazze. Chiunque entri nei bagni sentirà una voce chiedere: “Quale colore preferisci? Rosso o blu? Se la risposta è “Rosso” il malcapitato verrà massacrato di coltellate (sangue ovunque, quindi rosso), se la risposta è “Blu” il malcapitato verrà impiccato (quindi diventerà blu per mancanza di ossigeno).

"Toire no Hanako-san" (新生 トイレの花子さん) di Joji Matsuoka è piacevole e si lascia guardare, sebbene non si possa definire un capolavoro: troppi i tentativi di riallacciarsi alla new-wave dell'horror giapponese, dei quali sono maestri indiscussi Hideo Nakata e Takashi Shimizu. Questo versione è solo una delle innumerevoli trasposizioni cinematografiche relative a questa leggenda, ma probabilmente la migliore. Tenere il conto di tutta la filmografia di hanako è praticamente impossibile. "Toire no Hanako-san" è a sua volta un remake: il capostipite risale a qualche decennio prima, ma se ne sono ormai perse le tracce. Sul finire del anni Novanta sono stati realizzati vari sequel a partire da "Toire no Hanako-san: Kieta Shojou no Himistu - The secret of disappearing girl (Sasaki Misato 1997), "Toire no Hanako-san : Kyoufu kousha - School of Fear (Sasaki Misato 1997), "Shinsei toire no Hanako-san - New student" (Yukihiko Tsutsumi, 1998). Di recente è stato realizzato "Gakko no toshi densetu hanako no toilet" di Yoshida Kôta, 2007. Approfondimenti su alcuni dei altri film della serie si possono trovare su Surudama. Io mi fermo qui.

3 commenti:

  1. Non conoscevo quest'opera, ma si immette di prepotenza nel filone japan horror che ci investì dagli ultimissimi anni '90 fino a metà 200 e oltre.
    E quasi tutte le storie horror giappo partono da un presupposto: le leggende metropolitane. Evidentemente sono così radicate come concetto... che terrorizzano davvero!

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La maggior parte degli horror giapponesi hanno in effetti un origine che scava nella cultura e nel folklore proprio del paese del Sol Levante. Le stesse leggende metropolitane non sono che una derivazione di yokai, yurei e quant'altro, magari aggiornati per meglio adattarsi al contesto metropolitano.

      Elimina
    2. Esatto. Sono archetipi che vengono aggiornati al nuovo contesto, un po' come le religioni: siamo nello stesso campo^^

      Moz-

      Elimina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...