sabato 6 febbraio 2016

U.D.W.F.G. 3

Quasi un anno è passato dal precedente articolo e, non senza un piccolo imbarazzo, giungo a questo terzo appuntamento con U.D.W.F.G. con oltre nove mesi di ritardo sull’uscita del volume che dà il titolo a questo post. Stiamo parlando della graphic novel ammiraglia della casa editrice Hollow Press che, come avrete intuito leggendo il mio post di pochi giorni fa, punta essenzialmente su opere di grande qualità a discapito della frequenza di pubblicazione.
Una scelta, quest’ultima, un po’ controcorrente, ma di cui i cultori di questo genere di opere d’arte (perché di arte in fondo si tratta) non potranno che essere lieti.
Personalmente non avevo mai osato avvicinarmi a questo ambiente sino ad un paio di anni fa ma poi, incuriosito dall’accurata ed entusiastica descrizione che Michele Nitri ne fece nel corso di un’intervista ospitata proprio qui su Obsidian Mirror, ho iniziato a muovere i miei primi passi in questa direzione. 
Sono naturalmente molto lontano dal potermi definire un esperto e, diciamola pure tutta, sono anche ben distante dal poter essere considerato “uno che ne capisce”. Per il momento sono solo uno che prova a fare del suo meglio e questo terzo articolo su U.D.W.F.G. è la prova di quanto ciò sia difficile. A beneficio di chi si fosse perso quei miei due vecchi post in cui parlavo della prima e della seconda uscita dell’opera U.D.W.F.G. (che per la cronaca è l’acronimo di Under Dark Weird Fantasy Ground), cercherò di proporre qui di seguito una breve sintesi.
Come già detto la volta scorsa, U.D.W.F.G. è un prodotto a periodicità sostanzialmente casuale contenente le opere di cinque nomi di rilievo dell’arte grafica: l’americano Mat Brinkman, facente parte della prima guardia del fumetto indipendente americano; il giapponese Tetsunori Tawaraya, musicista e disegnatore apparso su numerose fanzine in tutti gli angoli del mondo; gli italiani Ratigher, apprezzatissimo autore di Trama, e Paolo Massagli, disegnatore di Neromantico e lo spagnolo Miguel Angel Martin, pluripremiato fumettista con alle spalle anche alcune esperienze di scrittura per il cinema. Se quest’ultimo nome non vi è del tutto sconosciuto probabilmente lo dovete all'amico e collega blogger Nick Parisi, che riuscì ad intervistarlo su Nocturnia giusto l’estate scorsa.

The High Bridge (Tetsunori Tawaraya)
La lettura dei primi due volumi, come forse ricorderete, mi aveva lasciato delle sensazioni contrastanti. Se da una parte la mia esperienza di lettore di fumetti mi spingeva a cercare in ciò che avevo tra le mani un significato tradizionale, in termini di logica e intreccio, dall’altra parte rimanevo incantato dalla bellezza delle tavole al punto dal farmi sopraffare dall’irrazionale. Già al termine della lettura del primo volume, cosa che si sarebbe confermata mesi dopo con il secondo, avevo intuito che, se avessi voluto parlarne qui sul blog, non sarebbe stato possibile un approccio tradizionale. Pensare di poter recensire U.D.W.F.G. nello stesso modo con cui si è soliti recensire cinema e letteratura sarebbe completamente folle. La soluzione che ho infine trovato è stata quella di rifugiarmi nella suggestione e, una volta lasciatomene assorbire, permettere alle parole di eruttare incontrollate, così come esse si proponevano. È quello che farò anche stavolta. 

È nuovamente Mat Brinkman ad aprire le danze con il suo “Cretin: keep on creep’n creek”. Ora posso dirlo: sembra proprio che mi sia sbagliato quando, inizialmente, tentai di indovinare lo sviluppo della vicenda. Del resto, ho l’impressione che l’imprevedibilità sia la cifra stilistica di questo Autore, oltre al tratto cupo, quasi gotico, e la capacità di condensare le sue idee in poche, serrate tavole. Avevamo lasciato il nostro braccio senziente, butterato e squamato, alle prese con una moltitudine di creature di una mostruosità inaudita. Le ultime in ordine cronologico ne avevano ulteriormente minato la fisicità, riducendo il nostro ad un ammasso indistinguibile di forme. Nuovamente gettato tra i liquami putridi delle fognature giungerà per lui, tutt’altro che imprevista, una nuova forma di dannazione. Un altro minuscolo tassello di questa saga a tinte oscure che nessun autore avrebbe mai osato mettere nero su bianco. 

Ask the sailor! Only the sailor can understand the voice of the sand! Torna anche “The Emanation Machine” di Miguel Angel Martin, che con il suo tratto pulito ed essenziale porta avanti la storia di personaggi alieni in un mondo alieno le cui regole ci sono ancora in gran parte sconosciute, ma che sembra reggersi su diverse forme di schiavitù. L’Autore sembra interessato alla dimensione sessuale e ne dissemina rimandi in tutte le tavole, ma rispetto alle puntate precedenti spinge decisamente l’acceleratore (dopo l'abbozzato gloryhole della seconda parte, eccoci invece servito un blowjob perfettamente esplicito, completo di “gran finale”). La verità sulla misteriosa Emanation Machine è ancora molto lontana dall’essere svelata, ma la direzione è quella giusta: quella che porta al largo dove, tra le onde, sorge il “Peak of the eternal light”, la cui cima si perde oltre le nuvole. 

Hell (Paolo Massagli)
Tetsunori Tawaraya è ancora al timone di “The High Bridge”, la terza storia inclusa in questa raccolta. Nelle puntate precedenti avevamo assistito a epiche battaglie fra mostri subumani, creature anfibie e strani esseri alati. Nemmeno una parola era stata spesa per contestualizzare ciò di cui eravamo testimoni. Sorprendentemente, tutto ciò che non era stato detto prima ci viene scaraventato addosso in questo terzo episodio, dove si narrano le origini di questo mondo innaturale che già decadi prima era scampato alla distruzione. La discendenza di coloro che vennero sconfitti, oggi risorta dalla forma embrionale in cui era stata costretta, torna prepotentemente ad affacciarsi sui destini del mondo. Perché l’esito di questo scontro tra forze opposte sembra essere strettamente collegato con il destino dell’intero universo… 

In “Five Mantles” di Ratigher, avevamo lasciato i nostri eroi (anzi, le nostre eroine) all’affannosa ricerca dei tre mantelli ancora mancanti all’appello. Vagando tra i labirintici corridoi di un luogo apparentemente senza via d’uscita, finiranno per incontrare colui che ritenevano essere il loro padre. Ma la verità non è mai così semplice: lo capiranno a proprie spese, dovendo affrontare una situazione alla quale non erano preparati, mentre gli avvenimenti della loro vita passata restano ancora sepolti nel profondo della mente e non basta l’inattesa rivelazione a sbloccarne la memoria. Alla fine di questo terzo capitolo i principali interrogativi rimangono ancora insoluti, ma la fermezza dei protagonisti nel raggiungere il proprio obiettivo rimane inalterata. Per fortuna, non tutto è perduto e le risorse per togliersi dai guai non mancano. 

L’ultimo racconto, “Hell” di Paolo Massagli, si era già rivelato in assoluto il più entusiasmante dal punto di vista estetico, perlomeno dal mio punto di vista di lettore ormai assuefatto allo “stile manga”. Come suggerisce il titolo, siamo all’inferno. Un inferno tutto al femminile nel quale vita e morte e rinascita si alternano senza soluzione di continuità. Ma non tutto è femmineo nel vero senso della parola, perché laddove vi è un dirompente lato femminile, evidenziato con grande entusiasmo nell’episodio precedente, vi è sempre una faccia nascosta che trasuda di ambiguità. E cosa può esserci di più ambiguo di un… gatto? La storia si rivela un divertissement ben congegnato, nel quale le premesse di una lotta epica si stemperano nella riconferma di un bizzarro status quo: a quanto pare all’inferno, così come in cielo o sulla terra, le regole della vita sono un po’ sempre le stesse. Un finale sorprendente per un’opera memorabile. Ancora una volta è Prepare to lose your soul l’avvertimento che ci giunge dalle pagine di U.D.W.F.G. Un avvertimento che cercheremo di non sottovalutare.

LtoR: Five Mantles (Ratigher); The Emanation Machine (Miguel Angel Martin); Cretin: keep on creepin' creek (Mat Brinkman)

14 commenti:

  1. Mi fa piacere sentir riparlare su questo blog di U.D.W.F.G. sono felice che l'opera di Nitri continui.In questo caso sei stato tu a farmi scoprire un mondo con questa pubblicazione.

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    1. Tu mi hai fatto scoprire molte più cose. Dovrei fare molto più di questo per pareggiare il conto. ^_^

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  2. Come ho fatto nelle due precedenti occasioni, diffondo un po' la notizia in giro :)

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  3. Eh le tavole son interessantissime *__* La prova del giapponese continua a ispirarmi moltissimo!
    Ciao TOM a presto, buona serata ^_^

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    1. Tetsunori Tawaraya questa volta si è davvero superato. Buona serata anche a te!

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  4. Ho scoperto Massagli per caso su Facebook e mai incontro fu più felice: ogni tavola e illustrazione non solo è un piacere per gli occhi, ma è una micro storia fatta di silenzi e visioni. UDWFG non sono ancora riuscita a leggerlo u_u ma dal suo blog ho avuto la possibilità di scaricare un suo vecchio progetto di rivisitazione delle favole che, se ti capita e non l'hai già fatto, merita sicuramente una lettura ;)

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    1. Avevo già dato un'occhiata al suo blog (che poi è quello che ho linkato sopra nel testo, no?) e ne ero rimasto anch'io incantato. Davvero un fenomeno!

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  5. Autori che ho conosciuto lavorando in fumetteria. Devo dire che sono davvero fantastici, (mi sono persa le tue precedenti puntate purtroppo, vedrò di rimediare), Massagli mi piace moltissimo, rappresenta il fantastico mondo demoniaco, del male unito a una sensualità particolare, che rende il tutto strano e unico, meraviglioso. Non ti credevo interessato a certi fumetti (ovvero pensavo di essere io quella che legge cose strane e particolari, insomma)! :)

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    1. Il mio interesse per questo tipo di arte è tutto sommato abbastanza recente. Chiamarli fumetti in un certo senso è riduttivo ma, in fondo in fondo, è inevitabile che finiscano per essere catalogati in questo modo. Che meraviglia dev'essere lavorare in fumetteria!

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    2. In realtà secondo me non c'è nulla di riduttivo nei fumetti, sono anche loro un'arte con la loro storia :) anzi ci sno fumetti che sono più belli, profondi e interessanti di molti libri e opere d'arte! Si è divertente ma stancante... il lato positivo è avere la possibilità di leggere quello che vuoi!

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    3. Usare il termine riduttivo è stata una scelta infelice, me ne rendo conto. Diciamo che sono due forme di espressione diverse: nei fumetti sono importanti i dialoghi, oltre che i disegni, sono importanti anche altri fattori quali le tematiche e la continuità tra i vari albi. Nei fumetti l'autore ti prende per mano e ti accompagna sino alla fine secondo il percorso che lui aveva in mente. Nelle cosiddette graphic novel sono i disegni ad essere in primo piano mentre tutto il resto è lasciato alla pura sensibilità di chi legge.

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  6. Salve a tutti sono Paolo Massagli , vedo solo ora i commenti e ringrazio tutti per i complimenti che mi avete fatto ;)

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    1. Complimenti tutti meritati, Paolo! Grazie per essere passato di qua ^_^

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