sabato 1 aprile 2017

Un tuffo nelle ombre tailandesi

Negli ultimi tre anni, l’appuntamento con lo speciale di aprile è divenuto per me irrinunciabile. Nelle mie intenzioni, lo speciale doveva riunire due di quelle che sono le mie più grandi passioni, ovvero il cinema e l’horror. E così, nel 2014 questo blog si è occupato della saga di Phantasm del regista Don Coscarelli, famosa soprattutto fra uno zoccolo duro di appassionati e appena conclusa; nel 2015 dei film coreani della serie Whispering Corridors, uniti dal filo conduttore del corridoio, indubbiamente uno dei più disturbanti topos del cinema di paura; nel 2016, infine, della famosissima saga giapponese di Ring, con il suo pozzo-icona e l'agghiacciante figura di Sadako che, avvolta nei suoi fluttuanti capelli neri, ci minaccia dallo schermo del televisore.
Proprio quest’ultimo speciale ha però rappresentato una svolta, perché non sono riuscito a pubblicare tutti gli articoli entro la fine del mese di aprile, finendo per monopolizzare il blog con le vicende di Sadako per un altro mese intero, quello di settembre. Non solo: per la prima volta ho avuto l’impressione che l’aspetto cinematografico divenisse sempre meno rilevante man mano che procedevo.
È vero che la saga di Ring, nata come saga libresca che affonda le radici nel folclore giapponese ed evolutasi in fenomeno cross-mediale di portata mondiale, ben si presta a essere sviscerata dalle più diverse angolature, ma è indubbio che la causa maggiore sia proprio il mio modo di recensire i film. Diciamolo, la parola “recensire” abbinata alla mia persona fa ridere: come ho già avuto modo di dire più volte, non sono in grado di recensire un film con cognizione di causa, e se non in casi molto rari non mi leggerete mai descrivere i movimenti di macchina, o le inquadrature o altre scelte e tecniche registiche. A me interessa quello che un film mi può trasmettere a livello estetico, certo, ma soprattutto emozionale. Amo imparare, arricchirmi attraverso la visione di un film. Mi interessano le ossessioni e le curiosità che un film sa suscitare o incanalare. Per me, spesso, parlare di un film è più che altro un pretesto per parlare di qualcos’altro. 

Questa lunga introduzione per dirvi che quest’anno, per il mese di aprile, ci trasferiamo nella lontana Tailandia per un bel tuffo nel folclore locale. Senza voler passare a tutti i costi per esperto, nonostante la mia frequentazione (solo virtuale, purtroppo) con questo paese sia ormai di lungo corso, parlerò di film ma più che mai mi concentrerò su quel sostrato di miti e leggende che costituisce l’ossatura della cinematografia nazionale, forse la più permeata di creature sovrannaturali nella quale finora mi sia mai capitato d’imbattermi; il discorso cinematografico sarà, per motivi che saranno presto ovvi, quanto mai frammentario, ma spero almeno di offrire qualche informazione in più a chi ne fosse totalmente a digiuno. 
Non ho deciso a tavolino che questo “speciale tailandese” dovesse allontanarsi ulteriormente dall’idea che ne avevo all’inizio, ma questa è una logica conseguenza dalla oggettiva mancanza di una saga cinematografica horror adeguata a reggere il numero di articoli richiesti da uno speciale. In Tailandia le creature sovrannaturali di cui sopra sono faccenda serissima, permeano di fatto l’esistenza dei tailandesi in tutti i suoi aspetti dalla nascita alla morte, pertanto l’intrecciarsi di storie che li riguardano con il dramma, la commedia o il romance è la norma, e non l’eccezione. In altre parole, vampiri, spiriti e mostri per i tailandesi sono reali almeno quanto me e voi, pertanto non tutti i film di vampiri, spiriti e mostri sono classificati come film horror o soprannaturali: lo scoglio rappresentato dalla lingua, che non conosco affatto, e dalla non facile reperibilità di molti titoli, soprattutto i più datati, rendono difficile un approccio didascalico o anche solo omogeneo ad essi.
Essendo tuttavia l’aspetto cinematografico il denominatore comune di questi miei “speciali di aprile”, cercherò sin dal prossimo articolo di fare un piccolo inventario dei titoli che abbiamo a disposizione, non senza iniziare a fare una prima grossolana scrematura tra ciò che è essenziale al nostro scopo e ciò che è tutto sommato trascurabile.


17 commenti:

  1. Come ti ho risposto su FB, se lo organizzi al FICA auguri, l'ultimo è stato un disastro. Ma magari a te andrà meglio!

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    1. Se qualcuno finisce qui per caso e legge il tuo commento potrebbe pensare a chissà quale messaggio segreto celato nelle tue parole. ^_^
      Sul Fica aveva funzionato poco anche l'appello di tre anni fa quando scrissi lo speciale Phantasm (tu fosti l'unica a partecipare, ricordi?). E se ci riprovassimo?

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  2. Miti, leggende e Thailandia: io son qui *_*

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    1. Sarà una maratona. Sei pronta?

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    2. Oh sì ^_^ Non vedo l'ora, sai che con la "roba" asiatica son fissata! *_*

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  3. Qui ho tutto da scoprire. Più che un orientalista sono un nipponista, quindi basta allontanarsi dall'impero del sole levante e la mia cultura riguardo i paesi del far east diventa alquanto superficiale.

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    1. L'idea era appunto quella di fare qualcosa di diverso, visto che del Giappone parlano già in tanti. La Thailandia offre una marea di spunti e mi è sembrata un'ottima idea. Lo vedremo comunque quando tireremo le somme a fine mese.

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  4. Ottimo! Ho letto e visto giapponesi e cinesi ma soltanto un (1) film thai - niente male, peraltro. Rimango sintonizzato.

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    1. Invece io con i cinesi sono messo piuttosto male. Ho letto poco e visto ancora meno (a meno di non voler includere nel discorso Hong Kong e Taiwan, dove sono un pochino più preparato).

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  5. Questa sorta di Prologo promette bene. Ho una forte attrazione-paura per le creature sovrannaturali, e di Thailandia sono totalmente digiuna! Un connubio per me interessante. :-)

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    1. Ottimo! Allora a questo punto possiamo davvero cominciare a fare sul serio!

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  6. Ci sono! Se si parla di folklore locale, di qualsiasi parte del mondo si voglia, io ci sono!

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  7. Applaudo e ballo: splendida iniziativa!
    Ho visto diversi thai "fantasmosi", compreso quello rifatto (male) dagli americani. Sicuramente è un'altra cinematografia ed è qui il bello: è abbastanza diversa ma simile per poterla amare. A conservare ho solo i titoli thai marziali, ma a vedere sono più aperto di vedute :-P
    Leggerò con gran piacere.

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    1. Immagino che il thai rifatto male sia "Shutter", giusto? Niente di cui sorprendersi...

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    2. Azzeccato alla prima botta :-P Quanto mi ha intrigato l'originale per quanto mi ha deluso il remake...

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    3. Azzeccarlo non era difficile... _^

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