domenica 4 giugno 2017

Cronache dagli anni Ottanta (Pt.1)

Un weekend post-moderno
Elencare tutto ciò che per noi sono stati gli anni '80, in base ai vari macroargomenti forniti (nota: parlare del vissuto dell'epoca, non di ciò che il decennio rappresenta per noi oggi!). Questo è l'invito che il blogger più pop del web ha lanciato in rete qualche settimana fa, sottovalutando probabilmente l'enorme seguito che un'iniziativa come questa avrebbe presto raccolto. Ho detto "probabilmente" perché mi suona strano che il suo diabolico invito a un tag indiscriminato si sia evoluto in pandemia così casualmente.
Nella rete del Moz ci siamo cascati più o meno tutti, qualcuno prima, qualcuno un bel po' più tardi. Nel mio caso è stato per merito (o per colpa) del vecchio Ivano, untore tra i più scaltri, che mi ha inculcato l'irresistibile desiderio di scavare nella memoria di anni che stavo ormai quasi per dimenticare. Considerato quel che è saltato fuori a seguito della spremitura di meningi al quale mi sono prestato, direi che non posso fare altro che ringraziarlo: ci sono cose che è sempre bello ricordare, perché fanno parte di un'epoca che, segnando nel bene e nel male tutta la mia vita, ha contribuito a plasmare la persona che sono adesso.
Il Moz indica alcune "macrocategorie" alla quali rivolgere i nostri sforzi: musica, cinema, fumetti, videogame, televisione, cibo, libri, moda, lifestyle, immagini. Altri blogger, mi pare, hanno ripreso l'iniziativa aggiungendo o sottraendo argomenti. È quello che farò anch'io, inevitabilmente andando per sottrazione, considerata la mia atavica incapacità di sintesi che mi costringe a spezzare questo post in due parti per non risultare eccessivo.
Gli anni Ottanta. Da che parte cominciare? È passato così tanto tempo che ormai comincio a confondere un decennio con l'altro. Quello che so per certo è che mi iscrissi al primo anno di superiori nell'autunno del 1981. Una buona parte dei miei ricordi relativi a quell'epoca sono, di conseguenza, legati a filo doppio ai ricordi di quei banchi di scuola. Diplomatomi nel 1986, dopo un paio di anni buttati passivamente nel cesso trovai il mio primo lavoro all'inizio del 1988. Da allora non ho mai smesso di lavorare; nemmeno un solo giorno. Questa piccola biografia, riassunta in tre scarne righe, dovrebbe già essere un indizio di quanto siano stati per me cruciali gli anni Ottanta. Ma andiamo per ordine.

LIBRI


Qualcuno potrebbe sorprendersi, ma la letteratura non era la mia priorità in quegli anni. Ero molto più impegnato ad inseguire quella specie di "fantasma-amore-felicità" di cui accennava il vecchio Buck in un suo libro (una citazione che poi è diventata un punto fermo della mia esistenza, e che è presente nella colonna di destra di questo blog sin dal primo giorno). Sono tuttavia certo che, almeno fino al 1985, trascorressi i miei lunghi mesi estivi in compagnia dei gialli di Agatha Christie o di Ellery Queen, di qualche vecchio numero di Urania che per qualche ragione mi ero ritrovato per casa e dei primi Stephen King. Probabilmente furono quelli i primi titoli a entrare nella mia, oggi monumentale, collezione di letture (narrativa scolastica a parte). Non ne sono sicurissimo, ma le milletrecento pagine di "It" potrebbero essere ancora un record personale, così come potrebbe essere un record la rapidità con cui iniziai e portai a termine "Dieci piccoli indiani" (un solo pomeriggio di vacanza).

Una vecchia edizione di "Dieci Piccoli Indiani"
Descrivere dieci anni di letture, a distanza di tanto tempo, è complesso e oltremodo riduttivo: in dieci anni molte cose possono cambiare (e cambiano), specialmente quando si cerca di inquadrare il fiume in piena degli anni dell'adolescenza. Sono anni in cui tutto si muove molto in fretta e ciò che può interessare in un determinato momento può perdere completamente di significato nel momento successivo. Ricordo che uno di questi momenti fu segnato dal mio interesse per la politica. Non che mi interessasse veramente, intendiamoci, ma mi attirava il fatto che, al contrario di adesso, era possibile discernere le idee di uno schieramento da quelle di un altro. Era un po' come occuparsi di una partita di calcio, in buona sostanza, con le due squadre abbigliate in colori diversi. Comprai libri e li lessi, per cercare di comprendere le ragioni dell'uno e dell'altro, senza rendermi conto che non sarei mai riuscito ad arrivare al nocciolo della questione. Probabilmente quel mio interesse era semplicemente la voglia di scoprire cosa fosse quel fenomeno che aveva scaldato gli animi dei ragazzi nel decennio precedente, e la cui ultime scintille, quella che si può definire "onda lunga", era arrivata fino a me. Me ne stufai infatti rapidamente.
Appena uscito da scuola, con un diploma di perito elettronico in tasca, arrivò la solitudine, quella dura. Chi sparì tra i corridoi dell'università (pochi), chi tra corridoi differenti (i più). Decisi così di dedicare tutti i miei sforzi e il mio tempo libro (che era tantissimo) al riempimento di quelle lacune che ormai iniziavano a divenire preoccupanti. Faccio fatica a identificare dei titoli precisi, ma sicuramente arrivarono i primi scrittori russi, i primi sudamericani e, anche se non ne sono cronologicamente certo, prima del termine del decennio sopraggiunsero anche Bukowski e John Fante. Venne la fase dei poeti maledetti francesi (ma quella credo che sia arrivata un po' per tutti) e dei novelist di casa nostra, come Pier Vittorio Tondelli, il cui libro che usato per illustrare questa parte dell'articolo (e che negli anni ho letteralmente consumato come una bibbia) potrebbe davvero essere preso ad esempio da chi voglia cimentarsi in un post come questo.
La ragione di quella sopraggiunta "fame letteraria" fu principalmente la necessità di uniformarmi alle nuove compagnie che frequentavo: da una parte coetanei che avevano una formazione classica, e che io un pochino invidiavo, dall'altra la ragazza attraverso la quale, all'epoca, ritenni di aver trovato quel "fantasma-amore-felicità" di cui accennavo prima. Con lei, che aveva quattro anni più di me ed era, come avevo intuito, un fantasma che sparì dalla mia vita tanto improvvisamente quanto ne era entrata, iniziai a capire quanto fosse importante la lettura per la mia crescita individuale. Ma a questo punto stiamo già entrando negli anni Novanta...

FUMETTI

Non serve spendere molte righe per esternare la mia monomaniacale passione per Zagor, iniziata sul finire degli anni Settanta e interrotta, per cause di forza maggiore, solo verso la metà dei Novanta. Quei quattrocento e passa albi, puntualmente acquistati ogni inizio del mese dal giornalaio sotto casa, fanno ancora la loro sporca figura a casa di mia mamma (solo la carenza di spazio mi impedisce di traslocarli in un luogo più sicuro, vale a dire qui con me sotto questo tetto). Potrei stare qui ore a raccontarne, magari approfondendo certi cambiamenti che la lettura di quegli albi ha portato alla mia vita, ma uno spazio come questo, necessariamente ridotto, non me lo consente. Un giorno magari ne parlerò più diffusamente, se il blog dovesse decidersi a svoltare, anche temporaneamente, in quella direzione.
In quegli anni c'era ovviamente spazio anche per altro, questo non si discute: non posso proprio ricordare certi vecchi albi del Comandante Mark o del Piccolo Ranger senza una lacrimuccia di nostalgia. Una ventina di albi del primo ancora li possiedo, danneggiati e impolverati dal tempo, ma del secondo non mi rimangono che piccoli frammenti di avventure che la mia memoria ha ormai in buona parte cancellato. Qualche volta, lo ammetto, mi sono soffermato sulle bancarelle per capire se riuscivo a rintracciare quella particolare storia che ancora mi frulla nella mente, ma senza successo.

Un "Horror Pocket" anni Settanta
Al di fuori del mondo Bonelli? Il primo nome da citare è sicuramente Diabolik, che quel mio amico d'infanzia collezionava sin dal primo numero e i cui albi non mi lasciava toccare neanche a morire! Ne avevo messi insieme anch'io un discreto numero, mi ricordo, anche se poi sono andati tutti perduti. Solo in tempi piuttosto recenti, incappando in una bancarella fortunata, ho potuto recuperare una decina di albi che appartenevano a quell'epoca e ai quali ero particolarmente legato. Chissà che un giorno non esca un post anche su questo argomento? Conseguenza diretta dei Diabolik furono ovviamente Kriminal e Satanik, ma è incontestabile fossero un ampio gradino sotto le mie preferenze.
Il passaggio ai fumetti erotici fu automatico per me come per un milione di miei coetanei. O mi sbaglio, ragazzi? La loro lettura era oggettivamente più complicata da portare avanti fra le mura casalinghe, a causa del contenuto non del tutto "per famiglie", ma riuscii lo stesso a mantenere una piccola collezione lontana da occhi indiscreti. I titoli che più amavo erano paradossalmente anche quelli dai contenuti meno espliciti. Il caro Oltretomba, tanto per citare uno dei miei preferiti, raramente conteneva scene di nudo, ma nonostante ciò era praticamente impossibile leggerlo apertamente (lo stesso Diabolik, forse per via del formato, era guardato dai miei genitori con estremo sospetto). Credo sia chiaro a questo punto come la mia predilezione per l'horror abbia radici antichissime: il Dylan Dog, che sarebbe arrivato ben più tardi, non sarebbe mai riuscito a eguagliare quelle vecchie, affascinanti pubblicazioni come Horror Pocket ed Eureka Pocket che ancora oggi conservo gelosamente, e che mi fecero intuire come il racconto horror a fumetti avesse delle potenzialità enormi nel formato breve o brevissimo (d'altra parte ce lo aveva già mostrato Stan Lee con quei piccoli gioielli che chiudevano gli albi supereroici della Corno). Non saprei dire se l'avvento dei Lanciostory e degli Skorpio (ma anche de L'Intrepido e de Il Monello) furono una conseguenza di quella mia nascente predilezione per il formato breve e autoconclusivo. Sicuramente non potrebbero mai arrivare oggi, ché di ciò che erano non conservano più nulla.

RIVISTE

Giornali e riviste non sono mai mancate in casa mia e, a parte la stampa spazzatura che mia madre si scambiava con le sue amiche senza spendere una lira (abitudine che ancora non ha perso), dalle mie parti giungevano a vagonate pubblicazioni settimanali o mensili di tutt'altra natura. In primo luogo le riviste musicali, che all'epoca, come certamente ricorderete (se avete più o meno i miei anni), erano davvero fantastiche! Non voglio anticipare la sezione musicale, che ho previsto di inserire nella seconda parte di questo articolo, ma quelle riviste erano tutto ciò che noi piccoli fans (involontaria citazione) potevamo disporre per ammirare le foto dei nostri beniamini, leggere le loro interviste e studiare i testi delle loro canzoni.
Non ricordo da che parte arrivassero quei giornali (di certo io non ne ho mai comprati), ma ricordo benissimo almeno un paio di titoli fondamentali: Boy Music e Ciao 2001, sulle cui coloratissime copertine si alternavano i volti più noti della musica di quel periodo. Sul primo andavano per la maggiore gli artisti italiani: Tozzi, Zero, Baglioni, la Berté e la Rettore; sul secondo c'era ampio spazio alla musica internazionale: Van Halen, Police, Queen o Elton John.
A livello di scarsità di contenuti le due riviste erano tutto sommato equivalenti, anche se il Boy Music, se non ricordo male, aveva anche una sezione a fumetti, mentre il Ciao 2001 vantava una rubrica della posta imperdibile, nella quale i lettori confessavano i loro piccoli problemi sessuali (situazioni ovviamente inventate, ma alle quali all'epoca noi credevamo fermamente). Quelle due riviste, che non credo siano andate avanti molto con l'avanzare del decennio (almeno per quanto mi riguarda), restano nonostante tutto due pietre miliari della mia prima adolescenza. Più avanti, verso la fine del decennio, passai decisamente a un tutt'altro tipo di musica, grazie a pubblicazioni come Il mucchio selvaggio e Buscadero. Fu grazie a quelle riviste che conobbi musicisti che sarebbero davvero diventati la colonna sonora della mia vita. Ma è una storia lunga.
Tra le tante riviste di vario intrattenimento che giravano in quegli anni vale la pena citare Blitz (altrimenti detto Albo Blitz), sulle cui pagine noi ragazzi di allora lasciammo diverse diottrie. Anche il questo caso resta il mistero di chi comprasse quelle riviste. Nessuno le comprava ma tutti ne avevano almeno un paio di copie imboscate in fondo a un cassetto.
Gli anni Ottanta furono memorabili dal punto di vista sportivo: come non citare infatti il trionfo azzurro al mondiale spagnolo che coincise, anno più anno meno, con il mio avvicinamento al calcio tifato? Due erano le riviste che leggevo, rigorosamente gratis dopo che mi venivano passate da un amico: trattasi dell'intramontabile Guerin Sportivo e del mitologico Superbasket, con tutte le notizie, le curiosità e le classifiche dei due campionati per me più attraenti (quello di calcio e quello di basket, rispettivamente).

Il numero del GdM del gennaio 1981
Ma passiamo alle cose serie. Ho già detto che avevo studiato da perito elettronico? Al di là della noia che mi provocava lo studio forzato, l'elettronica era davvero la mia passione e fu attraverso le riviste dell'epoca (Nuova Elettronica in primis) che imparai a smanettare con diodi e transistor. Mi ero costruito diverse cosettine simpatiche, come l'impianto per le luci di emergenza che poi installai sulla mia Fiat 127 nuova fiammante (notizia per i più giovani: una volta le "quattro frecce" non le trovavi di serie sulle automobili) o come la centralina per le luci psichedeliche che collegai al mio impianto stereo (e di cui vado ancora orgoglioso). Le riviste di elettronica le compravo ovviamente coi miei risparmi: d'altra parte, a chi altri sarebbero potute mai interessare quelle cose da nerd?
Ultima, ma non per questo meno importante, è la rivista dalla quale per certi versi nacque la mia passione per quegli argomenti che, in seguito, sarebbero divenuti la spina dorsale di questo blog. Il Giornale dei Misteri negli anni Ottanta era edito dalla Corrado Tedeschi, la stessa casa editrice che ancora oggi invade le edicole con tonnellate di pubblicazioni di cruciverba. Iniziai a comprarla, se non ricordo male, nel gennaio 1981 e andai avanti tutti i mesi, ininterrottamente, per almeno dieci o undici anni. Oggi una buona metà di quelle riviste giacciono indisturbate a casa di mia mamma. L'altra metà è ancora alla ricerca di un posto stabile nella casa in cui vivo e, tra queste, alcune copie hanno trovato la pace fra le unghie della mia gatta.
Furono risparmi ben spesi, quelli che tiravo fuori ogni mese per il GdM: ne ero certo allora e lo posso confermare adesso. Mondi inimmaginabili emergevano da quelle pagine e il mio entusiasmo cresceva di numero in numero. Non so per quale motivo smisi di acquistarla. Credo fosse perché la rivista stessa negli anni era cambiata, imbruttendosi, probabilmente a causa della crisi di vendite in cui era piombata. Qualche anno fa, con mia grande meraviglia, scoprì che il GdM era ancora vivo: oggi ha un nuovo editore, una nuova redazione (qualcuno dei nomi storici è però rimasto), una nuova distribuzione (non si trova in edicola, se è questo che vi state chiedendo), ma non è nemmeno la pallida copia di ciò che era allora; e l'unica copia che comprai, più per nostalgia che per altro, finì rapidamente nel bidone della carta giù in strada. Davvero un peccato.

27 commenti:

  1. Grande articolo.
    Devi essere più grande di me o semplicemente hai gusti molto più elitari dei miei.
    Io negli anni '80 complice l'età avevo gusti ben più infantili in ogni aspetto.

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    1. Non vedo nulla di elitario nelle cose che ho citato, per cui non resta che l'ipotesi anagrafica.
      PS: Io sono nato nel '67, l'anno di Sgt. Pepper!

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    2. Il che significa che è prossima la messa in onda di The Terrible Old Man...

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    3. Speravo ve ne foste dimenticati... :(

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  2. Che ricordi sei andato a risvegliare! In effetti è vero, ormai siamo talmente abituati al web da aver quasi dimenticato che prima le piccole trasgressioni sexy e horror passavano quasi tutte per la carta stampata...

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    1. Le trasgressioni sulla carta stampata erano le migliori, anche perché erano molto più adrenaliniche di quelle digitali. In emergenza, a quel tempo, mica te la cavavi con un semplice "ALT+TAB".

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  3. Applausi a scena aperta!!! Solo che adesso per me cominciano i guai... per commentare questo post dovrei scrivere un apposito post sul mio blog. Ma ti immagini il titolo? "Gli anni '80 di The Obsidian Mirror"! Farebbe un po' ridere, credo.
    Dirò perciò il meno che posso, in attesa che arrivi il tag degli anni '70. Perché, ebbene sì, tutto ciò per me (e ormai ho perso il conto di quante volte l'ho scritto) è ancora una volta spostato di un decennio circa: poeti maledetti, Bukowski, Diabolik, Kriminal, Satanik, fumetti erotici (che mi arrivavano da quella cultrice del genere che era una delle mie zie), riviste musicali, Horror Pocket, ecc. ecc.... tutto questo, insieme a molto altro, è stato materia dei miei intensissimi anni '70.
    Inutile dire che a questo punto aspetto a gloria il capitolo cinema, visto che per la musica abbiamo gusti alquanto diversi.

    P.S. Del mitico "Il giornale dei Misteri" ne avevo molti anch'io, ma sono andati tutti perduti, insieme a tutte le altre riviste di quei decenni lontani.
    Toglimi però una curiosità: l'immagine di "Metti... un licantropo a cena!" proviene dal mio blog o l'hai reperita altrove?

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    1. Un post sulla mitica zia però potresti regalarcelo, no? Avessi avuto io qualcuno un po' più adulto che mi spalleggiasse in certe situazioni! Il post sugli anni Settanta potrei tentarlo anch'io ma dubito possa uscirne qualcosa di interessante. Curioso però di come certe cose prescindano dal decennio: certi libri, fumetti, riviste (ma anche dischi e film), se validi, superano le barriere generazionali.
      L'immagine? Ho semplicemente fatto una ricerca inserendo la keyword "Horror Pocket" e ho trovato quella. Non ho nemmeno fatto caso alla fonte.
      Adesso che me lo dici però mi ricordo di quel tuo post, soprattutto per via del "Corriere della Paura", che avevo rimosso completamente.

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    2. Ho provato a digitare anch'io "Horror Pocket" e mi sa che abbiamo pescato entrambi dalla stessa fonte: fumetto-online di Alessandro Distribuzioni, la famosa fumetteria-casa editrice di Bologna.

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  4. TOM, eccomi!
    Innanzitutto grazie per aver continuato il gioco!

    Dunque, sicuramente molto diversi i miei anni '80 rispetto ai tuoi, e ci sta.
    Mi ha colpito che molte cose che tu hai fatto/letto ecc negli anni '80 io le ho fatte nel decennio successivo.
    Il Giornale dei Misteri, grande pubblicazione molto completa (ma io ho preferito I Misteri).
    Diabolik lo leggo tuttora e poi recuperai Oltretomba e tutto il resto! :)

    Moz-

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    1. Come dicevo prima a Ivano, è curioso come certe cose prescindano dai decenni. Settanta, Ottanta, Novanta... in fondo sono la stessa cosa.

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  5. Quanto ti invidio le riviste "a gratis"! A me non passava niente nessuno, né parenti né amici, e le riviste che compravano i miei non mi interessavano di certo. (Da bravi comunisti mangia-bambini, compravano roba tipo "Realtà sovietica", che mi dava il mal di testa già solo a guardare la copertina!)
    Pensa che i fumetti erotici li ho scoperti qualche anno fa, quando ho aperto il mio blog fumettaro. All'epoca non ho mai pensato a "tramare" per leggerli: se dovevo mettere in atto un'azione eversiva, preferivo riviste come Blitz e similari!
    Le storie horror autoconclusive erano deliziose, ricordo quanto le cercassi come un drogato: purtroppo i fumettari che frequentavo all'epoca non avevano quelle delizie che avrei scoperto solo molti anni dopo...
    Grandissimo pezzo e aspetto con ansia il seguito ^_^

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    1. Sono andato a controlla su Google per vedere se è davvero esistita una rivista dal titolo "Realtà Sovietica"! Porca miseria! C'era davvero! Mi immagino l'infanzia travagliata di un ragazzino tenuto lontano da pubblicazioni sane (come il Lando o il Montatore) e lasciato in balia di certe pubblicazioni... che magari erano anche interessanti, eh, ma decisamente poco trasgressive.
      Il Blitz come strumento eversivo però non è male... ^_^

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    2. Non scherzo mai sull'editoria! :-D
      Nei primi anni Ottanta i miei erano iscritti all'associazione Italia-URSS e questo voleva dire che arrivavano le peggio cose a casa. Da opuscoli di quanto fosse meravigliosa l'Unione Sovietica e la grande metro di Mosca a 45 giri di gomma (giuro!) con canzoni popolari. Sono cresciuto con "Oci ciornie" e a 10 anni sapevo a memoria "Katiuscia" in russo: ovviamente mi limitavo ad imitarne la pronuncia, non sapevo le parole, ma capisci che la mia è stata un'infanzia "diversa" :-P
      Ricordo che da bambino adoravo sfogliare un dizionarietto di modi di dire sovietici: era tutto in cirillico quindi non capivo una mazza, ma ricordo che adoravo le illustrazioni. Immagina un dizionario di modi di dire italiani illustrati: le scenette sarebbero parimenti divertentissime. (Mia madre ce l'ha ancora, mi sa che presento qualche scansione dal mio blog ^_^)

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    3. Ti credo sul 45 giri di gomma... ne avevo uno anch'io! Non ho alcune memoria del suo contenuto, ma ricordo che i solchi erano su un solo lato (l'altro era perfettamente liscio).
      Le illustrazioni provenienti dal URSS erano stupende, hai ragione. Attendo scansione impazientemente!

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  6. I libri li leggevo a scuola, l'unico fumetto era Topolino e le riviste quelle di mia nonna che trovavo, praticamente agli antipodi, in ogni caso interessante questa tua variazione e aspetto perciò la continua ;)

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    1. Le riviste delle nonne erano micidiali. Ti capisco perfettamente.

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  7. Sì, sei decisamente sintetico 😉 potevi spiegarti un po' di più 😂😂😂😂
    Tu pensa che io nell'81 avevo vent'anni! Già lavoravo.
    Interessante questo post.in comune Marquez e Allende ma forse negli anni successivi.

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    1. Immagino che non sia stato così male avere vent'anni nel 1981: significa aver vissuto i Settanta con una certa consapevolezza... e magari te la sei spassata anche parecchio... o no? ^__^

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    2. Obs... cantava Milly
      "Si fa ma non si dice, si fa e si rifà...."
      ahhahhaahhaahhahaahah

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    3. Non pensavo che il Quartetto Cetra fosse così rivoluzionario!

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  8. Quella rubrica con domande e risposte dell'esperto in materia sessuale io la leggevo nel "ragazza in", altra immancabile rivista di quell'epoca. Sei di poco poco più grande di me, ma abbiamo attraversato le stesse passioni legate a quel periodo. La fascia fumetti mi vede un po' più inesperta: mio fratello ne leggeva molti, ma la mia prima vera attrazione per il genere (a parte la parentesi Topolino dell'infanzia) risale a Dylan Dog dell'epoca universitaria.

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    1. Ti rivelerò una verità che non ho mai rivelato a nessuno: la rubrica della posta di "Ragazza in" la sbirciavo anch'io... Cavolo, dovevo pur scoprire in qualche modo se anche le ragazze si.... ehm.... hai capito.

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    2. ...che poi la verità alla fine c'è l'ha raccontata Vasco Rossi in "Albachiara".

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  9. Io li leggo, questi vostri post sugli anni '80, però mi sento esclusa e non so mai che cosa commentare... Cioè, alcune opere le conosco, ma le ho scoperte molto dopo (perché ovviamente negli anni '80 non ero ancora stata nemmeno pensata) ed era un periodo diverso...

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    1. Il bello è che oggi le distanze, rispetto al passato, si sono ridotte. Tu hai avuto modo di conoscere qualcosa risalente alla mia epoca... io, per esempio, non so praticamente nulla di ciò che ha appassionato chi ha venticinque anni più di me.

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