lunedì 17 settembre 2018

La verità sul caso Kenneka (Pt.3)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Occorrono solo venti minuti a Teresa Martin per coprire le 16 miglia che separano la sua abitazione, nel West End, all’Hotel Crown Plaza di Rosemont, giusto adiacente all’aeroporto internazionale O’Hare di Chicago. Solo qualche ora prima le ragazze avevano percorso lo stesso tratto di strada in quarantacinque minuti abbondanti ma, si sa, l’urgenza di arrivare non era per loro la stessa. Teresa entra nella hall dell’albergo poco dopo le 5 del mattino e al suo arrivo chiede aiuto al personale di turno, domandando di poter visionare i video di sorveglianza; riceve però un rifiuto in quanto, come da prassi, l’accesso a simili sistemi di video-sorveglianza necessita di una formale richiesta da parte delle autorità. La donna allora chiama il dipartimento di polizia di Rosemont e si sente rispondere che, a causa dell’elevato numero di falsi allarmi, è necessario attendere alcune ore prima di poter presentare rapporto. Ciò avviene alle 13:15 di sabato pomeriggio.
La polizia prende visione dei video tra le 15 e le 16 dello stesso giorno, senza tuttavia trovare nulla. In preda alla disperazione, Teresa Martin decide di fare a modo suo e, attorno alle 18, si mette a bussare di porta in porta, chiedendo agli ospiti dell’hotel notizie di Kenneka. Una decisione coraggiosa che, forse senza essere sostenuta da un piano preciso, sblocca la situazione.
L’hotel, a seguito delle innumerevoli lamentele, chiama la polizia che, giunta nuovamente sul posto, accetta di prendere nuovamente visione dei filmati. Sono circa le 22 quando emerge dall’ombra la figura barcollante di Kenneka Jenkins, ripresa dalle telecamere alle 3:20 di quella tragica mattina. Tre ore dopo la polizia informa i familiari dell’avvenuto ritrovamento del cadavere della ragazza nella zona cucine dell'hotel, nello specifico in un’area chiusa per lavori di ristrutturazione e di conseguenza non frequentata da nessuno, sebbene il freezer, piuttosto curiosamente, fosse acceso e funzionante (benché vuoto). “Si tratta di un’area interdetta agli ospiti dell’hotel”, afferma il portavoce della struttura alberghiera, Gary Mack. E questo particolare direi che non può essere messo in dubbio. 


Ora che abbiamo tutte le carte in tavola, perlomeno quasi tutte, possiamo provare a tirare alcuni fili e vedere cosa c’è all’altro capo. Kenneka Jenkins, come abbiamo già detto, viene ritrovata all’interno di un congelatore, a faccia in giù, il braccio sinistro sotto il ventre, e con una piccola abrasione a un piede (tra l’altro privo della scarpa, poi trovata un po’ più in là). Il punto che più fa discutere è il seno esposto, particolare a cui molti si sono appellati per supportare l’ipotesi della violenza. Le immagini post-mortem mostrano Kenneka con addosso ancora la giacca di jeans visibile nei video di sorveglianza, gli stessi jeans sdruciti, sebbene abbassati in vita di qualche centimetro di troppo, e il reggiseno sollevato. Ipotesi stupro? Anche no. 
Esiste in medicina un fenomeno denominato “paradoxal undressing”, secondo il quale le persone che congelano a morte finiscono per togliersi di dosso i vestiti. Questa teoria potrebbe spiegare i vestiti rimossi. Come riportato da questo articolo, la spogliazione paradossale riguarda “un’alta percentuale di vittime dell’ipotermia, ma non è supportato da evidenze scientifiche. Sembra che le persone, mentalmente confuse quando entrano in uno stadio di ipotermia piuttosto grave, comincino a togliersi i vestiti che dovrebbero tenerli caldi, aumentando così la perdita di calore. Per questo molto spesso, in città, le vittime di questo fenomeno sono state confuse con vittime di violenza sessuale. Alcuni dicono sia dovuto a malfunzionamento dell’ipotalamo. Altri lo imputano ai muscoli che contraendosi e rilassandosi, porterebbero ad un’improvvisa ondata di sangue alle estremità, facendo provare una falsa sensazione di calore. Altri ancora parlando di paralisi dei nervi nelle pareti dei vasi sanguigni, che porta ad una vasodilatazione e quindi a sensazione di calore. Purtroppo pare che nessuna delle persone che arrivano a questo stadio riesca a sopravvivere se non con aiuti esterni…"

Un tale fenomeno, alimentato dall’alta percentuale di alcol, che agisce come vasodilatatore, nel sangue, potrebbe facilmente spiegare il reggiseno sollevato e i jeans abbassati in vita: una falsa sensazione di calore avrebbe indotto Kenneka a spogliarsi. 
Il punto più controverso è però un altro: osservando le immagini pubblicate in rete non possiamo fare a meno di notare il sistema di apertura della cella frigorifera. Anche a un profano come me non può sfuggire la relativa complessità del meccanismo esterno; e quando dico “relativa”, intendo dire che ritengo grottesco che una ragazza di diciannove anni, in uno strato di ubriachezza che definire pietoso è niente, possa aver avuto la lucidità di sganciare il fermo, tirare verso di sé una pesante porta di acciaio e infilarvisi dentro. Di contro l’apertura dall’interno è diametralmente semplificata, evidentemente per ragioni di sicurezza: c’è solo un pomello e basta spingerlo. È vero che se uno vede un pomello, di primo acchito gli viene da ruotarlo, ma diamine… è mai possibile che in una situazione di estremo pericolo uno non le provi tutte, per quanto ubriaco? Spingere una porta che poco prima avevi tirato non dovrebbe essere altrettanto naturale di un pomello ruotato? 

Meccanismo di apertura della porta del freezer incriminato. Vista dall'esterno (sopra) e dall'interno (sotto)
Non ci resta quindi che aprire un piccolo spiraglio a un’ipotesi diversa dalla pura morte accidentale. O forse sto esagerando? Si dice che siano i piccoli particolari quelli su cui occorre soffermarsi. Sono le sottili stranezze quelle che alla fine ribaltano la prospettiva, quei dettagli praticamente insignificanti che in genere passano davanti agli occhi senza che uno ci faccia più di tanto caso. Sono anche queste le cose che a volte contribuiscono a mandare in galera gli innocenti. Ma non ditemi che nessuno di voi ha notato nulla di strano in tutto ciò che ho narrato in questi giorni. Non ditemi che non vi sono stati momenti in cui avete pensato “Mmmh, che strana questa cosa”, per poi proseguire sulla fiducia, scacciando immediatamente ogni pensiero che, in quel momento, vi era parso fuori luogo? 
Pensate, anche solo per un istante, alla location: il “Crowne Plaza Chicago O’Hare Hotel & Conference Center” (date un’occhiata al sito web) è un fottutissimo hotel a cinque stelle. Sarà anche che sono americani e che, come tali, sono abituati a fare tutto in grande, ma mio dio, le feste di compleanno a cui partecipavo io se andava bene si facevano in una cantina o, nei rari casi in cui avevamo dei soldi in tasca (e a diciott’anni erano davvero rari), si pigliava e si andava in una discoteca fuori Milano, dove si otteneva il massimo del divertimento con il minimo della spesa. Eppure qui abbiamo una festa per il diciannovesimo compleanno di una persona, con la disponibilità di qualche centinaio di dollari per prendere una camera al Crowne Plaza e pagarci on-top annessi e connessi. Aggiungo che è strano anche che trenta persone possano salire nella stessa camera d’albergo senza che nessuno abbia niente da ridire. Qui da noi, se provi a far salire uno in camera da te, fossi anche nel più fatiscente degli alberghi del più rancido caruggio genovese … beh, col belino che te lo lasciano fare. E come riesci a far casino tutta la notte in un albergo del genere? Nessuno si è lamentato? Eppure il giorno dopo, quando la madre si mette a bussare a tutte le porte, gli ospiti non ci mettono neanche un secondo a chiamare la polizia. Queste “stranezze”, con tutta probabilità insignificanti nel discorso generale, a me danno un attimino da pensare. A voi no? 

Alcune immagini di Kenneka Jenkins riprese dalle telecamere di sorveglianza
Ma la stranezza indubbiamente più grande è rappresentata dallo stato pietoso in cui Kenneka viene vista vagare per i corridoi solo un’ora dopo il video Snapchat nel quale, tutto sommato, appare ancora decisamente lucida. Io non sono uno che si ubriaca spesso, specialmente mai in quella maniera, ma mi chiedo se un crollo così repentino sia nella norma. Se c’è qualcuno che ne sa più di me in proposito, anche per esperienza indiretta, è invitato a farsi avanti. A me pare difficile. Dovrebbe essere molto più graduale la discesa nello sballo, no? E qui veniamo al punto che avevamo lasciato in sospeso qualche giorno fa, vale a dire il topiramato. 

Il topiramato, come abbiamo visto, è un farmaco noto per il trattamento dell'epilessia e dell'emicrania ed è soggetto a prescrizione medica. Nonostante la famiglia abbia tenuto a precisare che a Kenneka non fosse stato mai prescritto, il livello del farmaco rilevato nel sangue era decisamente troppo alto. Come mai? 
Se proviamo a cercare in rete il foglietto illustrativo di questo farmaco, distribuito con il nome commerciale di Topamax®, notiamo che l’elenco degli effetti collaterali è piuttosto esteso: ne ho contati più di cento, tra cui crisi convulsive, confusione, disorientamento, perdita di coscienza, capogiri, disturbi del linguaggio, tremori involontari o scuotimenti, movimenti del corpo rallentati o diminuiti, movimenti muscolari involontari anormali o ripetitivi, rigidità muscolare, perdita di coordinazione, sensazione di instabilità quando si cammina… per arrivare, in casi estremi, a emorragie, cecità, impotenza. Può addirittura portare ad atti di autolesionismo e a tentativi di suicidio. Uno scenario confortante, no? Ma la parte più interessante è quella in cui si dice che “durante il trattamento con Topamax® è necessario evitare di bere alcol”…

14 commenti:

  1. Forse è capitato qualcosa tra i ragazzi alla festa - una parola fuori posto, una delusione - che ha spinto Kenneka a "sballare" per dimenticare subito questa piccola delusione, poi, una volta sotto l'effetto delle sostanze, ci vuole poco ad andare fuori controllo.
    Resta l'aspetto non da poco della porta del refrigeratore. Sicuramente la ragazza, in quello stato, non era in grado di aprirla. Non so se sia plausibile ipotizzare che quelli dell'albergo l'avevano dimenticata aperta e poi l'hanno richiusa senza accorgersi che c'era una ragazza in stato confusionale al suo interno...

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    1. Mah, pare difficile che qualcuno l'abbia chiusa dentro per sbaglio. Il frezeer, almeno da come appare nelle immagini che ho visto, sembra troppo piccolo per non notare qualcuno al suo interno...

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    2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    3. Esatto, e mi pare di avere anche accennato al Topamax in uno di questi post.

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  2. Perché sembrano esserci dubbi in merito ai dettagli dell'organizzazione della festa? I proprietari dell'albergo non hanno fornito tutti i dettagli alla polizia?

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    1. Quello è un punto che affronteremo a breve. Nulla è semplice come normalmente dovrebbe essere.

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  3. Per motivi che immaginerai avevo scommesso sullo svestimento paradossale ma su tutto il resto, su cosa sia accaduto davvero continuo ad avere dubbi.
    Ad ogni modo ottimo dossier, as usual!

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    1. Si, infatti fu da te che per la prima volta sentii parlare di "svestimento paradossale"... Ne parlasti a proposito del Passo Dyatlov, no? Anche se mi pare di ricordare anche un'altro caso, raccontato sempre da te.

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    2. Fu proprio per Passo Dyatlov,ricordavi bene!

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  4. Ma questo farmaco l’ha assunto assieme all’alcol o no?
    Gli esami toxicologici oltre al farmaco al liquore hanno trovato qualche altra porcheria?
    Metti che qualche suo amico imbriaco anche lui l’abbia spinta dentro il freezer è appurato poi le condizioni climatiche abbia desistito se n’è andato lasciandola chiusa dentro.
    Hanno trovato segni di colluttazione , magari lievi.
    Hanno fatto l’autopsia ..han trovato segni di violenza?

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    1. Nessun segno di violenza. Nessun segno di colluttazione. Solo una brutta abrasione su un piede che potrebbe però essere precedente agli avvenimenti. Oltre al farmaco e al liquore è stata rilevata caffeina, evidentemente riconducibile agli energy drink a cui avevamo già accennato.

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  5. Ma porc'... Ancora nessuna conclusione? Aspettiamo la prossima puntata.

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  6. A me è capitato di ubriacarmi in caserma sotto naia, in preda hai fumi dell'alcol, e ricordo che vagavo , per la caserma in cerca di olio da ingerire, che per sentito dire, avrebbe attenuato gli effetti dell'alcol. Mi domando se lei avesse per caso incontrato quel posto refrigerato per smaltire la sbornia, e ci si sia addormenta

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    1. La ricetta di assumere olio in caso di sbronza è da interpretarsi al contrario: prima ti bevi un cucchiaio d'olio (per preparare lo stomaco) poi ti attacchi agli alcolici. Non mi risulta che il freddo intenso abbia qualche effetto sugli stati alterati ma ammetto che, quando sei fuori, ti vengono in mente le idee più strane. Esperienza dovrebbe insegnare che l'unica soluzione è quella di vomitare (se riesci) e poi infilarti a letto (se nelle vicinanze).

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