Come sono finiti 3000 ng/ml di topiramato nel sangue di Kenneka Jenkins? Questo è un gran bel mistero e così, a sensazione (ma potrei sbagliarmi), potrebbe anche essere questa la chiave per arrivare alla verità. Essendo ormai escluso che la ragazza ne facesse uso personale per motivi terapeutici, ci basterebbe teoricamente capire come è finito lì, visto che il Topamax® può uscire dalle farmacie solo dietro presentazione della ricetta medica.
Dicevamo la volta scorsa che si stava aprendo un piccolo spiraglio a un’ipotesi diversa dalla pura morte accidentale. A questo punto lo spiraglio inizia ad allargarsi. Se non Kenneka, sicuramente qualcun altro quella sera se ne andava in giro con delle compresse di Topamax® in tasca; e quelle compresse, per motivi a noi ancora ignoti, sono finite disciolte nel sangue di una ragazza.
Mmmh, mi viene da dire, sta a vedere che siamo di fronte a una “cena con delitto” delle più classiche. Basterebbe, rifletto, capire se qualcuno dei presenti abbia un motivo medico per prendere topiramato e, voilà, ecco trovato uno che ha degli scheletri nell’armadio. Prima di pensare al peggio però, mi sono detto, lasciami controllare un’ultima cosa. Può essere che, nella mia ingenuità, mi sia sfuggito un punto fondamentale, vale a dire l’esistenza di certi individui disagiati che usano mix di alcol e topiramato per sballarsi meglio.
Vado a googlare la questione, ma non trovo nulla. Non ci speravo. Anche perché non riesco proprio a figurarmi l’aspetto di eventuali pusher di topiramato all’opera nelle backstreets di Chicago. Scopro però che, secondo uno studio coordinato da uno psicofarmacologo dell’Università del Maryland, il topiramato ha anche un robusto effetto terapeutico nel trattamento della dipendenza da alcol e cocaina.
Piccola digressione: si tratta di quel fenomeno denominato “drug repositioning” e cioè la scoperta, generalmente casuale, di nuove indicazioni d’uso per sostanze già esistenti. Abbiamo avuto due celebri esempio in passato: 1) il Viagra, pericoloso nei cardiopatici per i quali il farmaco era stato inizialmente pensato, ma che è poi risultato essere provvidenziale per i disturbi di erezione e 2) l’Aspirina, pericolosa in quanto capace di favorire le emorragie, che si è però rivelata preziosa per evitare la formazione di trombi nei vasi sanguigni. Fine della digressione.
A questo punto, al di là di tutte le mie noiosissime parentesi, siamo molto vicini alla certezza che Kenneka Jenkins quella notte non abbia fatto tutto da sola. Qualcuno di sicuro le ha facilitato l’assunzione di un mix devastante di alcol e topiramato. Magari a sua insaputa. E in questo nuovo scenario non sarebbe poi così sbagliato iniziare a parlare di omicidio.
L'interno della famigerata camera #926. Dopo tutto quello che abbiamo detto, voi ci dormireste ancora? |
Occorre quindi riconsiderare le dichiarazioni dei compagni di Kenneka con un occhio un po’ più severo. Secondo quanto era stato riferito dai presenti, mentre tutti si trovavano in corridoio in attesa dell’ascensore Kenneka si era resa conto di aver dimenticato le chiavi della macchina e il telefono. Alcuni erano rientrati nella stanza per cercare gli oggetti dell’amica, e una volta ritornati nel corridoio videro che Kenneka non c’era più. Ho provato a immaginarmi la scena, e di secondo acchito mi pare già più strana. C’è una ragazza che non si regge in piedi (ma che, di contro, ha la lucidità sufficiente per pensare alle chiavi e al telefono) e cosa fanno tutti? La lasciano lì da sola. Begli amici! A completare il curioso siparietto (neanche fossimo in un film di Stanlio e Ollio), nessuno si accorge che l’ascensore arriva al piano, che Kenneka vi si infila dentro tutta sola e che se ne va, ormai dimentica dei suoi effetti personali. Tutto questo nonostante l’ascensore non disti che pochi metri dalla porta della camera #926. Nessuno se ne accorge: anzi, secondo quanto poi testimoniato tutti rimangono a cercare per circa 10-15 minuti.
La camera numero 926 si trova solo a pochi metri dallo sbarco ascensori |
Quanto postato da Shamaya Winder qualche giorno dopo su Facebook sembrerebbe rivedere la questione: "Non siamo mai andati via. Eravamo in piedi vicino alla porta della nostra camera. Mi ha detto di andare a prendere il suo telefono dalla stanza ed è quello che ho fatto.". Se questo è ciò che è successo, allora come ha fatto Kenneka a sparire?
Su questa e su tante altre piccole contraddizioni non poteva non soffermarsi l’attenzione degli investigatori i quali, nei giorni immediatamente successivi ai fatti, identificarono e interrogarono numerose persone, molte delle quali presenti al Plaza la fatidica notte della festa.
Le identità di tali persone non sono mai state rese pubbliche, ma alcune si possono facilmente indovinare, un po’ per logica, un po’ andando a leggere i post pubblicati dagli amici di Kenneka sui social nei giorni successivi ai fatti.
Senza ombra di dubbio sono state ascoltate le tre ragazze che avevano accompagnato Kenneka al party, e cioè le già citate Irene Roberts, Monifah Shelton e Shamaya Winder. A questi possiamo presumibilmente aggiungere Kenneth Tart e Herman Toliver, all’epoca fidanzati rispettivamente con Irene e Monifah. Altri possibili nomi che, come vedremo, riceveranno nei giorni successivi un’attenzione speciale dai media, potrebbero essere: Deon Hardimond, Ty Sanders, Cornell Mitchell, Tyrone Thomas, Vonterius Williams, Chalo Anderson, Lerone Bradley, Rene Roberts, Shantika Elem, Abreonna Mays e Tiny Junious.
Alcuni dei protagonisti, diretti o indiretti, della vicenda - Dall'alto a sinistra e in senso orario: Cornell Mitchell, Ty Sanders, Deon Hardimond, Shamaya Winder, Irene Roberts, Monifah Shelton |
Non ci crederete, ma la festa era per il diciannovesimo compleanno di Irene Roberts, una delle tre amiche più strette di Kenneka. Riesce a questo punto difficile credere alla dichiarazione che le ragazze avessero inizialmente intenzione di andare al cinema e poi al bowling. E chi ha pagato il conto? Irene? Il suo fidanzato?
Nessuno, a quanto pare, visto che la polizia è ancora oggi sulle tracce dei due individui (un uomo e una donna) che due giorni prima usarono una carta di credito rubata per affittare la stanza d'albergo.
Una di quelle due persone è stata identificata, grazie alle telecamere poste sulla reception, nella ventiquattrenne Shaniqua Watkins, oggi ancora latitante e ricercata con quattro mandati di arresto a suo carico.
Ecco quindi che, dopo tante illazioni, viene finalmente alla luce un po’ di marciume. Non che non ce lo aspettassimo, no? Non passa poi nemmeno un mese che Herman Toliver, il fidanzato di Monifah, viene arrestato per furto d’auto. La pozza di marciume si allarga sempre di più.
Quella che inizialmente sembrava essere un’allegra brigata inizia pian piano a trasformarsi in qualcos’altro. Si può usare la parola “gang” in un post? Spero di sì, perché è quella che, in questo frangente, mi pare più centrata. Con questo non voglio dire che tutti i partecipanti a quel dannato party fossero dei delinquenti, ma non posso nemmeno credere che la presenza di alcuni di essi nella compagnia non fosse nota a tutti. E a questo punto non posso nemmeno credere che nessuno sappia come sono andate veramente le cose. Qualcuno lo sa e tace. Questa è la mia convinzione.
CONTINUA
La Watkins effettua la prenotazione con due giorni di anticipo. Alle sue spalle un complice mai identificato. |
Sempre più complicato... In teoria la Watkins dovrebbe avere qualcosa a che vedere con la Roberts se gli affitta una stanza d'albergo per regalo di compleanno. Ma cosa?
RispondiEliminaQuesto è decisamente un punto al quale la Roberts dovrebbe dare delle risposte. Non mi risulta però che ce ne siano state.
EliminaE allora mi sa che davvero c'è stato qualcosa che è "andato storto" e la ragazza è stata vittima di qualcosa di imprevisto.
RispondiEliminaQualcosa è decisamente andato storto. A meno di non voler considerare l'ipotesi complottista...
EliminaSicuramente ci troviamo davanti la più classica delle "congiure del silenzio".Durante la festa è capitato qualcosa di poco chiaro la cui conseguenza è stata la morte della povera Kenneka e i partecipanti alla festa (o perlomeno una parte di essi) si stanno coprendo tra loro con bugie ed omissioni reciproche.
RispondiEliminaIl punto è che è ormai passato un anno. Mi chiedo però come sia possibile che la congiura del silenzio possa durare così tanto! Ci vuole un forza di volontà mostruosa per non cedere! Come fanno a dormire la notte considerando anche che gli attacchi sui profili social delle ragazze continuano ininterrottamente da allora?
EliminaCerto che mi fai penare con sta Kenneka ...ma per quanto vai avanti?
RispondiEliminaQuante puntate sono?
Io son impaziente ...ma alla fine ci darai delle risposte?
Se continui altre 10 puntate ...così, vado a cercare su internet 😀;)
Tranquillo, con il post di domani chiudiamo definitivamente questa parentesi ^_^
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