lunedì 24 aprile 2023

Under the Silver Lake

"Gli antichi egizi si limitavano a seppellire i morti nelle loro piramidi. Noi ci abitiamo". (Thibaut De Castries) 

Ecco un altro film scoperto abbastanza per caso lo scorso weekend, mentre cercavamo, io e la mia signora, qualcosa di diverso dai soliti generi che vanno per la maggiore qui a casa nostra. In realtà non sono sicuro che sia stata una scelta totalmente casuale, visto che quella sera, quando ho finito di fare le mie cose e mi sono buttato sul divano, stavano già scorrendo i titoli di testa. C’è sempre, voglio dire, la possibilità che la scelta di mia moglie sia stata molto più consapevole di quanto io creda, ma si tratta una sottigliezza sulla quale non ho perso tempo a indagare.
Complice, come dicevo, il weekend, mi stavo così accingendo ad affrontare un minutaggio non convenzionale (139 minuti) e, devo essere sincero, avevo già in prospettiva una ronfata epocale. Non è andata così, perché mi sono trovato ad assistere a un film tra i più incredibili di questa prima metà dell'anno. Ma meglio partire dall’inizio. 

lunedì 17 aprile 2023

Un trittico in giallo

“O! My Jaunetic Muse! Bring me the words to describe Your majesty!” (Yellow Death, DS Davidson) 

Dopo solo poche settimane dall’articolo in due parti dedicato a uno dei racconti più inquietanti del ciclo canonico chambersiano, ovvero “Nella corte del drago” (vedere qui e qui), ritorniamo a bomba sulla sibillina frase “È una cosa spaventosa cadere nelle mani del Dio vivente!" in esso riportata, che avevamo riconosciuto come una citazione del Nuovo Testamento, e più precisamente della “Lettera agli Ebrei” (versetto 10:31).
Ho dato subito per scontato che una frase di tale impatto sarebbe stata sicuramente rintracciabile anche negli scritti di altri autori, e così, senza perder troppo tempo, mi sono gettato alla ricerca di nuovo materiale. Non è stato facile, ma alla fine qualcosa è saltato fuori ed eccomi qui a relazionarvi.
Nell’ormai lontano 2007 fu presentata una pubblicazione indipendente, ormai abbondantemente esaurita e pertanto non più ordinabile, dal titolo “The King in Yellow: an anthology”, a cura di DJ Tyrer (che abbiamo già conosciuto qui). L’opera, dall’aspetto piuttosto casalingo e composta da una cinquantina di pagine in formato A4 tenute insieme da un semplice dorsino di plastica, includeva brevi racconti, poesie e illustrazioni ispirate ai miti di Hastur. Impreziosita da un racconto di Robert W. Chambers (“Il paradiso del profeta”, ndr) e da una poesia senza titolo di Lin Carter, l’antologia includeva opere provenienti da un vasto sottobosco di noti e meno noti scrittori del fantastico, tra cui un certo DS Davidson, l’autore sul quale ci concentriamo oggi.

lunedì 10 aprile 2023

Un giorno questo dolore ti sarà utile

“Volevo solo un posto dove stare solo. Per me è un bisogno primario, come l’acqua e il cibo, ma ho capito che non lo è per tutti. […] Io mi sento me stesso solamente quando sono solo. Il rapporto con gli altri non mi viene naturale, mi richiede uno sforzo.” (Peter Cameron, Someday This Pain Will Be Useful to You)

Ritorniamo a parlare di Peter Cameron a solo pochi mesi dalla recensione, qui sul blog, di “Cose che succedono la notte”, romanzo del 2020 che avevo letto più che altro, e non faccio fatica ad ammetterlo, perché ipnotizzato dal titolo.
Sapevo benissimo, mentre lo leggevo con rara avidità, che il mio destino di lettore si sarebbe presto incrociato con quello che universalmente è acclamato come il suo capolavoro. Sto parlando di “Someday This Pain Will Be Useful to You”, che Adelphi ha tradotto, in maniera indiscutibilmente letterale, come “Un giorno questo dolore ti sarà utile”.
Molti autori, inclusi i contemporanei, si sono posti il problema di confrontarsi con protagonisti alienati. L'alienazione totale è sempre difficile da descrivere, anche se Beckett ci era andato piuttosto vicino, e il giovane James Sveck, protagonista di questo classico di Cameron, non fa eccezione.

lunedì 3 aprile 2023

Si torna a parlare di riti, magie nere e segrete orge nel Trecento

ARTICOLO PUBBLICATO SU
IL 12 LUGLIO 2015

Anche oggi, come era successo altre volte in passato, mi è venuta voglia di rituffarmi in  quel passato glorioso che vedeva il sottoscritto fare la spola tra due blog, questo e il mitologico Obspolitation, creatura dalla vita breve ma in grado di regalarmi parecchie soddisfazioni. L'ipotesi di gestire due blog oggi è lontana millenni luce e davvero non riesco a capacitarmi di cosa mi avesse spinto allora in quella coraggiosa direzione. 
Frugando tra le pagine virtuali di Obsploitation ho ripescato una mia vecchia recensione di un film pazzesco, talmente pazzesco, brutto, mal girato e mal recitato da farmi quasi venir voglia di riguardarmelo, per puro spirito masochistico.
Certo, direte voi, su questo blog non sono mai mancate recensioni di film assurdi, ma in quasi tutti quei casi era sempre la noia a farla da padrona. Al contrario, questo “Riti, magie nere e segrete orge nel Trecento”, il cui titolo nulla a che fare con il suo contenuto, se guardato con lo spirito giusto, può diventare quasi divertente. Divertente perché stupido in ogni suo fotogramma, come leggerete tra breve qui di seguito o, ancora meglio, come leggerete (e ve lo consiglio) nella brillante analisi che di questo film fece anni fa la buona Erica de Il Bollalmanacco di cinema, che con grande entusiasmo colse il mio suggerimento, si avventurò nella visione e dedicò al film una delle sue più taglienti recensioni.
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