Image Credits: NY Nat'l Police Gazette 1887 |
LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI
I motivi che portarono all’arresto di Dixon Cowie non furono però le voci che avevano ormai preso a circolare con sempre maggior decisione. Non fu nemmeno il particolare del suo repentino, per alcuni provvidenziale, trasferimento in un'altra città, comportamento che in molti ritennero equivalere a una fuga. Ciò che convinse gli inquirenti fu invece una clamorosa quanto inaspettata confessione.
Lo stesso giorno, comunque, la polizia procedette a un secondo arresto. Questa volta le manette scattarono ai polsi di Thomas B. McQuaid, studente di medicina all’università di New York, ex cittadino di Webster e rampollo di una delle famiglie più potenti della contea.
L’accusa era ovviamente una delle più infamanti: omicidio di primo grado nei confronti della diciannovenne Lillie Hoyle, con la quale McQuaid avrebbe avuto una relazione l’anno precedente.
Come erano giunti i detective alla clamorosa svolta? Alice Hoyle, che per tutti era la povera sorella inconsolabile, decisa a liberarsi dell’insopportabile peso del rimorso si era recata alla stazione di polizia con una nuova, incredibile versione dei fatti. Dimenticate quindi tutto ciò che vi ho raccontato finora: la verità, secondo la nuova versione dettata da Alice Hoyle, era molto diversa. Una verità secondo la quale Lillie Hoyle, la sera dei tragici fatti, non era affatto uscita dalla sua stanza per recarsi in bagno e poi sparire per sempre. Il 1 settembre 1887 è la data in cui un complotto pianificato da tempo ebbe il suo apice e quindi nulla, in base a quanto raccontò Alice Hoyle, accadde per caso (a parte forse il tragico epilogo).