lunedì 27 settembre 2021

Haïta il pastore

La sua vita trascorreva così, ogni giorno identico all'altro, tranne quando la tempesta dava sfogo all'ira di una divinità offesa. Allora Haïta si rifugiava nella sua grotta e, col viso tra le mani, pregava affinché solo lui venisse punito per i suoi peccati e il resto del mondo fosse risparmiato dalla distruzione. Talvolta, quando diluviava e il ruscello usciva dagli argini, costringendolo a spingere il gregge terrorizzato verso la alture, intercedeva presso gli dèi per gli abitanti delle città, che, come gli era stato detto, vivevano nella pianura, al di là delle due colline azzurre che costituivano l'ingresso della sua valle. «Ok Hastur», sei stato molto premuroso" invocava Haïta «nel porre le montagne così vicino alla mia grotta e al mio ovile, in modo tale che io e il mio gregge possiamo sfuggire alla collera dei torrenti; ma devi salvare anche il resto del mondo con mezzi a me ignoti, o altrimenti non ti adorerò più». (Ambrose Bierce, Haïta the Shepherd).

In questo lungo percorso che stiamo compiendo alla ricerca di una risposta sulla vera essenza del Re in Giallo e della perduta Carcosa, c'è un particolare a cui abbiamo accennato vagamente ma che mai abbiamo veramente approfondito, e di ciò mi sono ricordato scrivendo il precedente articolo. Oggi è quindi il caso di rimediare e fare un deciso passo indietro fino alle origini dei Mythos, ovvero fino ad uno dei primissimi racconti che, cronologicamente parlando, Ambrose Bierce consegnò a noi appassionati. 

martedì 21 settembre 2021

L'orgoglio e la paura

"Signori, non prestate attenzione
 a questa piccola manifestazione:
 ha un carattere puramente sportivo".
 Caricatura di Gregor Rabinovitch
 pubblicata sul Nebelspalter, 1935, n. 32
 (Biblioteca nazionale svizzera, Berna).
Nel 1978, proprio nel dicembre dell'anno che sta terminando, si è celebrato il trentennale della dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Orbene, sicuro di non compiere alcuna interferenza, protesto con fermezza perché in molti stati vi sono ancora uomini che vengono perseguitati per le loro idee. Nessuna interferenza da parte mia, ma il diritto di protestare in difesa di questi uomini che intendono vivere liberi. 
Io sono orgoglioso di essere cittadino italiano, ma mi sento anche cittadino del mondo, sicché quando un uomo, in un angolo della terra, lotta per la sua libertà ed è perseguitato perché vuole restare un uomo libero, io sono al suo fianco con tutta la mia solidarietà di cittadino del mondo.
(Sandro Pertini, Presidente della Repubblica, discorso di fine anno alla nazione, 31 dicembre 1978)

mercoledì 15 settembre 2021

White: Melody of Death

Il tema della melodia maledetta non è affatto una novità, e mi viene quasi da dire che è vecchio quanto la musica stessa. Nonostante ciò il lato oscuro della musica è sempre affascinante e non sorprende che, a cadenze regolari, ritorni a entusiasmare tutti gli appassionati del bizzarro e dell’inspiegabile. 
Proviamo a fare un po’ di storia: capostipite di una lunga serie di melodie maledette è stata indiscutibilmente la celebre ballata "Gloomy Sunday" (Szomoru Vasarnap) che il compositore ungherese Rezso Seress scrisse in un momento di grande depressione. Il suo lavoro era in gran parte ignorato dall'industria musicale, la sua carriera era destinata al fallimento e la donna che amava lo aveva abbandonato. E così, seduto al pianoforte, perso nella disperazione, iniziò a pigiare oziosamente sui tasti e inciampò nella melodia che sarebbe diventata il suo capolavoro. Ma poi iniziarono i suicidi. A centinaia. I corpi di molti di essi furono trovati che ancora stringevano lo spartito della canzone, altri furono trovati con la melodia che saltava all'infinito su un giradischi. Tutti, in poche parole, si tolsero la vita lamentando di non riuscire a togliersi la canzone dalla testa. Leggenda metropolitana? Forse. 

giovedì 9 settembre 2021

Oltre il reale

Se siete giunti qui oggi con la speranza (o il timore) di trovarvi di fronte a un nuovo episodio di Orizzonti del reale ne rimarrete immediatamente delusi (o sollevati, a seconda dei punti di vista); ma non preoccupatevi, la serie di post più psichedelica del web tornerà comunque a tormentare le vostre anime prima di quanto possiate immaginare, non avendo ancora esaurita la vena creativa che la tiene in vita da quasi sei anni. Oggi parleremo invece di Oltre il reale che, nonostante la vaga similitudine nel titolo, nulla a che fare con funghi sacri, cristianesimo e sostanze psicotrope. Oltre il reale è un saggio pubblicato dai tipi di Gog Edizioni all'inizio dello scorso anno attraverso il quale un manipolo di appassionati si propone di affrontare cinque tra i più monumentali autori del fantastico del secolo scorso.
Approcciandomi a questo volume i punti di domanda che affollavano la mia testa erano numerosi. Innanzitutto volevo capire capire a quale pubblico quest'opera era rivolta. Sviscerare cinque autori di tale calibro in poco meno di duecento pagine è impresa ardua, a meno che non si stia lavorando su un antologia pensata per le scuole primarie. I nomi dei cinque saggisti coinvolti tuttavia spiazza, perché dubito che qualcuno di essi abbia, nemmeno sotto tortura, mai avuto il desiderio di fare divulgazione popolare (cosa di cui, in questo caso specifico, non si sente affatto il bisogno).

venerdì 3 settembre 2021

Traditi dalla fretta #26

Un altro mese di assenza assoluta dal blog, il secondo quest'anno, è ormai in archivio e non posso negare che mi abbia fatto bene. Mentre là fuori il mondo sta andando a puttane, la sola idea di mettermi davanti ad una tastiera per scrivere pagine e pagine di argomenti inessenziali mi pare una bestialità. Non so come andrà a finire ma è ovvio che presto o tardi, più presto che tardi, il blog dovrà fare i conti anche gli epocali cambiamenti che stanno scuotendo la nostra civiltà, talmente epocali che noi umili perdigiorno del web avremo bisogno di tutto il nostro tempo e di tutte le nostre energie per comprenderli e affrontarli.
Chiudere il blog è un'opzione che comincia seriamente a intravedersi all'orizzonte. Mai come ora tale possibilità era riuscita a materializzarsi come ipotesi, e addirittura oggi la sua presenza su uno dei due piatti della bilancia inizia a farsi prepotentemente sentire. Ho ancora diversi post in bozza che stanno solo aspettando il loro turno (alcuni pronti ormai da mesi), ed è abbastanza probabile che usciranno, ma una volta esauriti quelli sarà necessaria una riflessione. I prossimi mesi saranno decisivi. Nel frattempo provo ancora a illudermi di poter respirare un po' di normalità in questa dimensione virtuale, oggi più che mai rifugio da una realtà che mi terrorizza. Una nuova puntata di "Traditi dalla fretta", seppur concisa rispetto ad altre occasioni, è il miglior modo che mi viene in mente per tentare una ripartenza. 
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