giovedì 22 marzo 2012

Gli spettri di Aldershot

Chi era Spring Heeled Jack? Il misterioso fantasma dell’epoca vittoriana a cui proprio ieri ho dedicato qualche ora del mio tempo? Una delle ipotesi più fantasiose è legata ai misteriosi fatti avvenuti presso la caserma Aldershot. Detto tra noi, la vicenda che sto per raccontare non ha nulla a che fare con quella del “fantasma saltellante” (sebbene sia ambientata nella stessa zona e negli stessi anni delle ultime apparizioni di SHJ), ed è per questo che scrivo queste righe in un post dedicato.

Gli avvenimenti accaduti in quel lontano inverno di fine Ottocento ci vengono narrati dal Capitano Cecil Norton, che li consegnò ai posteri attraverso il libro “Phantasms of the Living Vol II” (1886) e il periodico “Journal of the Society for Psychical Research” (Maggio 1897).
“Era il periodo di Natale dell’anno 1875 o del 1876”, ricorda Cecil Norton, “e in qualità di ufficiale in servizio, mi ritrovai seduto alla mensa del Quinto Lancieri, presso la caserma “West Cavalry” ad Aldershot. Erano presenti circa 10 o 12 ufficiali, tra cui John Atkinson....

mercoledì 21 marzo 2012

Spring Heeled Jack

Prendo spunto per questo post da una singolare notizia apparsa recentemente sul Guardian: lo scorso 14 febbraio, attorno alle 22:30, Scott Martin stava rientrando a casa con la propria sua famiglia a bordo di un taxi quando, nei dintorni di Ewell (Surrey, UK), fu testimone di un avvenimento inaspettato che fece gelare il sangue nelle vene ai presenti: dal bordo della strada una figura, apparentemente umana, attraversò improvvisamente la strada con un singolo balzo di oltre 3 metri, atterrando sulla vicina massicciata. Tutti i presenti (la moglie di Scott, i loro quattro figli e il taxista) poterono confermare quella che avrebbe potuto essere banalmente archivata come un’allucinazione.
Quella notte nessun componente della famiglia Martin riuscì a dormire, tanto agghiacciante era stata l’esperienza appena vissuta. Lo stesso taxista dovette ammettere di non avere alcuna intenzione di ripercorrere a ritroso lo stesso tragitto da solo. Quella che inevitabilmente stava affollando i pensieri dei testimoni era la possibilità di essere incappati nella leggendaria figura di Spring Heeled Jack, una misteriosa creatura che affonda le sue radici addirittura nell’Inghilterra dell’epoca vittoriana.

martedì 20 marzo 2012

The Human Centipede

Era lì da un po’ tra i titoli da vedere, ma per qualche motivo non mi decidevo a guardarlo. Forse sapevo che la mia fidanzata non avrebbe gradito molto e temevo di dovermelo vedere da solo. Forse avevo paura che fosse una boiata incredibile oppure che, al contrario, ne sarei uscito devastato. Ora posso confermarlo: la visione del film è sicuramente disturbante ma lo trovo meno stupido di quello che potrebbe sembrare.
Diretto dall’olandese Tom Six (autore di boiate quali "Gay in Amsterdam" del 2004), questo "The Human Centipede (First Sequence)" era già considerato un cult prim’ancora della sua uscita, grazie alle anticipazioni e al passaparola mediatico tra gli appassionati.
Protagonista indiscusso del film è l'attore tedesco Dieter Laser che, proprio grazie a questa pellicola, fu meritatamente insignito del premio come miglior attore protagonista nell'edizione 2009 dell'Austin Fantastic Fest. Dieter Laser interpreta qui la parte di un ex chirurgo tedesco di fama internazionale, divenuto famoso in carriera per interventi di separazione sui gemelli siamesi. Il nostro "eroe", oggi in pensione, coltiva un folle e macabro sogno: compiere il processo inverso, unendo insieme i corpi, attraverso gli orifizi bocca-ano, di tre malcapitate vittime, con il fine ultimo di creare un mostruoso centopiedi umano (tecnica che ha già sperimentato sui suoi tre cani, anzi sul suo tricane… ahah). I prescelti sono due turiste americane e, per par condicio, un giapponese.

domenica 4 marzo 2012

Caro amico ti scrivo

..così mi distraggo un po', caro Lucio. Diciamo che non sono mai stato un tuo grande fan. Credo di essere assolutamente all'oscuro di ciò che tu abbia fatto negli ultimi 30 anni, ma di questo immagino che a te non ne te possa fregare di meno. C'è stato comunque un momento della mia vita nel quale la tua musica mi ha fatto da colonna sonora e, ricordo con piacere (oggi ahimè con un pizzico di nostalgia) i momenti di indimenticabile poesia che mi hai regalato.
Erano i primi anni Ottanta. Ero molto giovane, avevo iniziato le scuole superiori. Già in precedenza mi era capitato di ascoltare qualcosa di tuo, come naturalmente era inevitabile visto che la tua allora recente hit "Ma come fanno i marinai" passava alla radio di continuo. Solo molto più tardi avrei scoperto l'album "Banana Republic" per intero, che segnò l'inizio della mia "passione" verso le canzoni del tuo collega cantautore, Francesco De Gregori, che realizzò l'album a quattro mani con te. Lo ammetto, ho sempre preferito la musica di De Gregori. Sarebbe falso sostenere il contrario. E sarebbe patetico dire che rimpiango di non averti seguito di più. Cose che capitano, dai! Ma il bello della musica è che essa sopravvive alle persone e, grazie a questo, posso pensare di aver sempre la possibilità un giorno di poter recuperare qualcosa, anche se poi probabilmente non lo farò perché sono pigro.
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