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martedì 14 novembre 2023

Traditi dalla fretta #38

Ridendo e scherzando siamo già a metà novembre e quello che va in scena oggi è l'ultimo appuntamento dell'anno con l'inossidabile rubrica "Traditi dalla fretta", appuntamento bimestrale con tutto ciò che annoto sulla mia wish-list libraria, e non solo. Inossidabile direi anzi che è proprio la parola giusta, visto che in passato raramente, se non proprio mai, sono riuscito a portare avanti un'iniziativa in modo regolare come questa. Questo mese, nonostante la rubrica giunga con una settimana di ritardo a causa della lunga "coda" riservata ai corti di Halloween,  è come al solito ricca di contenuti che spero e mi auguro possiate apprezzare. Da parte mia, la wish-list libraria si sta allungando a dismisura e temo possa peggiorare anche di molto. 
Qualche mese fa, infatti, mi sono fatto un bell'esame di coscienza e ho rallentato parecchio le mie spese, anche in virtù del fatto che anni di acquisti compulsivi mi hanno messo in una condizione disperata di sovraffollamento cartaceo (di quello digitale non mi preoccupo) e di diradamento monetario. Ho deciso quindi di dare priorità a quello che ho già in casa, in modo da sfoltire la mia lista delle cose da leggere, prima di scatenare di nuovo il dilapidatore che c'è in me. 
Nel frattempo continuo a prendere nota delle cose che mi sembrano più interessanti (tra cui quelle riportate qui sotto) nell'ottica di poterle recuperare più agevolmente quando il borsellino tornerà ad aprirsi. 
Tra l'altro, la mia recente decisione di aprire un profilo Instagram non mi sta aiutando a frenare le mie voglie librarie, e ciò potrebbe diventare un problema, avendo di fatto il social in questione moltiplicato le tentazioni. Come va piuttosto la nuova avventura con Instagram? Credo abbastanza bene. Non che avessi grandi aspirazioni: è un progetto ancora molto giovane, che un giorno forse troverà il suo spazio e la sua ragione di esistere, ma che per il momento sta solo cercando di orientarsi e sopravvivere nel marasma di una rete che sembra anni luce avanti. Faremo meglio i conti più avanti. Ora è il momento di "Traditi dalla fretta".

venerdì 21 giugno 2013

Giugno '73

Sì, avete letto bene. Lo so. Lo so che è il 2013. Volevo proprio scrivere “Giugno ‘73”. Il fatto è che da qualche giorno, così casualmente, suona ininterrottamente nella mia testa (e nel mio lettore CD) quella vecchia canzone di Fabrizio De André. Ho improvvisamente realizzato che sono passati esattamente 40 anni da quel lontano mese di giugno cantato da Faber, e allora mi sono sentito salire dentro l’idea di questo post, di questo ultimo post di giugno (me ne andrò infatti qualche giorno in vacanza sperando di ritrovarvi tutti a luglio)
Fabrizio De André scrisse questa canzone qualche anno dopo, esattamente nel 1975, e la inserì nel suo album Volume VIII”. Io a quei tempi ero piccolino: ci avrei messo molti anni ancora per innamorarmi delle canzoni del Grande Genovese e questa “Giugno ‘73”, in particolare, è una di quelle che ho sempre preferito. Il fatto è che è impossibile non lasciarsi trasportare da quella voce così malinconica, da quelle note di una semplicità quasi imbarazzante e da quelle parole così intense e ricche di significato. Ecco, appunto, l’interpretazione di “Giugno ‘73” è praticamente lo scopo del post di oggi. Non sarà per nulla facile: molte parole sembrano buttate lì a caso, senza uno scopo apparente. Ci sono solo alcuni passaggi abbastanza chiari che lasciano poco spazio al dubbio, ma la maggior parte del testo è davvero criptica. Ho letto in rete diverse opinioni circa il significato di questo testo, che riporterò laddove necessario, ma qui cercherò di  fare qualche passo in più. Perlomeno questo è il mio proposito: non è nemmeno detto che ci riesca.
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