martedì 23 febbraio 2021

Anton Zarnak: supernatural sleuths

Avevamo assistito la volta scorsa al debutto di Anton Zarnak, l’investigatore dell’occulto forse più trascurato della sua categoria. Sul suo conto nulla è praticamente mai affiorato, a eccezione di una misera antologia dal titolo “Anton Zarnak: Supernatural Sleuth” pubblicata nel 2002 dall’ormai defunta casa editrice Marietta Publishing. Tale antologia, ovviamente introvabile se non a prezzi stratosferici nel mercato dell’usato, include i racconti “ufficiali” usciti dalla penna di Lin Carter e vari contributi portati alla causa di Anton Zarnak da autori diversi (tra cui CJ Henderson, Joseph S. Pulver, Sr. e molti altri). Fortunatamente, alcuni di questi racconti sono riuscito a recuperarli con metodi nettamente più economici (ovviamente restando nell’ambito della legalità).
Purtroppo, a contribuire all’oblio ha pensato anche la scarsa vena creativa dello stesso autore che, oltre al già citato “Curse of the Black Pharaoh”, ci ha regalato solo altri due episodi che, oltre ad essere molto brevi, sono stati realizzati, diciamo così, “in parallelo”. I due racconti si sviluppano in maniera pressoché identica, usando spesso anche le stesse parole: entrambi introducono il protagonista (il cliente di Zarnak) che si reca in taxi presso l’abitazione dell’investigatore, viene accolto dal servo induista di quest’ultimo e fatto accomodare nella biblioteca nella quale, in attesa di essere ricevuto dal suo ospite, si diletta a curiosare tra gli scaffali.

mercoledì 17 febbraio 2021

Curse of the Black Pharaoh

C'è un passaggio cupo e inquietante nel papiro Ku-Naphest che parla di lui: come Akhenaten secoli dopo, Kethep era un eretico, che si era allontanato dagli dei del Nilo per rendere omaggio ai messaggeri oscuri di coloro, ancora più antichi, di cui non ci azzardiamo pronunciare ad alta voce i nomi. Kethep era alla perenne ricerca di misteri proibiti, di quella saggezza arcana che, pare, non sia mai del tutto morta. A differenza di Akhenaton, che si accontentava di adorare il proprio Dio mentre l'Egitto seguiva le sue antiche vie, Khotep sigillò i templi, portò alla perversione il sacerdozio nel suo culto osceno. Il suo regno fu un periodo oscuro; migliaia morirono sugli altari scarlatti delle forze infernali che egli cercava di evocare. Il Papiro Ku-Naphest sussurra di aver sancito un patto empio con "Quelli che non dormono", barattando l’immortalità nella carne; così, almeno, la leggenda sostiene. Egli aveva ricevuto una sorta di talismano magico che gli conferiva grande autorità e potere: la "Stella di Seth", la chiamano le leggende, in onore del nome del dio traditore. Con quel talismano il suo potere fu immenso, ma per la sua supoerbia i suoi dèi infine si rivoltarono contro di lui; morì e il suo corpo fu preparato secondo gli antichi riti e sepolto dai suoi seguaci nella Valle Segreta. Ma le leggende dicono di più, dicono che il suo spirito sia in qualche modo legato alla terra - "…e il suo Ka non andò mai a Karneter, la terra divina, ma ancora oggi indugia nella sua tomba". (Lin Carter, Curse of the Black Pharaoh, 1953)

giovedì 11 febbraio 2021

Tales of the Black Pharaoh

Ma torniamo al punto in cui eravamo rimasti prima di interromperci. Nephren-Ka, secondo Robert Bloch, fu un sacerdote che riuscì a usurpare il trono d’Egitto. Le teorie più comuni, che pongono il suo regno in tempi quasi biblici, sostengono che fosse l'ultimo (e il più grande) sacerdote-stregone di un culto misterioso che, per un determinato periodo, trasformò la religione canonica in qualcosa di oscuro e terribile. La “storia” narra che Nephren-Ka, una volta sul trono, fece bandire tutti i culti tranne quello di un’entità abominevole chiamata Nyarlathotep. Egli reclamò sacrifici umani sempre più sanguinosi e trasformò l’Egitto nel regno del caos. Quando il popolo ne ebbe abbastanza di tali atrocità scatenò una rivolta, e il famigerato Faraone fu finalmente detronizzato. Secondo questo racconto, il nuovo sovrano e il suo popolo distrussero immediatamente tutte le vestigia dell'ex regno, demolendo tutti i templi e gli idoli di Nyarlathotep, e cacciarono i sacerdoti malvagi. Il Libro dei Morti fu quindi modificato in modo da eliminare tutti i riferimenti al Faraone Nero e ai suoi culti maledetti. Ancora una volta, qui la storia si confonde con la leggenda: secondo i più informati, il culto considerava la loro divinità come rappresentante di mostruosi uomini-bestia che avrebbero abitato la Terra in tempi primordiali.

venerdì 5 febbraio 2021

Fane of the Black Pharaoh

“Il faraone Nephren-Ka le dedicò un tempio con un cripta senza aperture, e con l'ausilio della pietra fece cose tali per cui il suo nome fu cancellato da ogni monumento e da tutti i documenti. Fra le rovine del tempio maligno, distrutto dai sacerdoti e dal nuovo faraone, esso rimase celato finché il badile d'un archeologo non lo disseppellì per la dannazione del genere umano.”. (The Haunter in the Dark, HPL, 1935) 

In chiusura del precedente articolo avevamo accennato al fatto che l’idea lovecraftiana di "Under the Pyramids" avrebbe avuto in seguito modo di influenzare gli scritti di vari autori, tra cui Robert Bloch. Non posso quindi esimermi dal citare “Fane of the Black Pharaoh” (Weird Tales, dicembre 1937), un racconto che l’autore di Psycho scrisse prelevando, in maniera abbastanza spudorata, il soggetto di "Under the Pyramids" e mescolandolo con un paio di spunti provenienti da “The Haunter in the Dark”, racconto, quest'ultimo, uscito sempre su Weird Tales nel dicembre dell’anno precedente.
Non si tratta di plagio, e su questo punto credo non ci piova, quanto dell’ennesimo omaggio all’amico-rivale che già aveva battezzato il protagonista del suo “The Haunter in the Dark” con l’inequivocabile nome di Robert Blake.
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