“Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo, io lo chiamo ukiyo”. - Asai Ryōi, Racconti del mondo fluttuante (Ukiyo monogatari, 浮世物語, 1661).
Le storie di fantasmi erano già un soggetto molto popolare nel folclore, nel romanzo e nel teatro giapponesi, ma fu solo durante l’epoca Tokugawa (1603-1868) che esse conobbero una nuova ripresa, emergendo come un genere letterario ben definito e ispirandosi alla letteratura popolare cinese di epoca Ming sullo stesso argomento, importata e tradotta in Giappone. L’epoca Tokugawa, che aveva segnato l’inizio di un lungo periodo di pace dopo più di un secolo di guerre feudali, fu particolarmente fertile per la vita culturale del paese e i suoi centri nevralgici, Ōsaka prima e, in seguito, Edo (oggi Tōkyō), prosperavano nel rinnovato entusiasmo per le arti e per le lettere.