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giovedì 28 giugno 2018

Orizzonti del reale (Pt.16)

LA PRIMA PARTE SI TROVA QUI

Il progetto Orizzonti del Reale riprenderà presto il suo corso, ma qui, oggi, intendo prima di tutto riannodare il fil rouge che unisce John Allegro a uno degli artisti più visionari di tutti i tempi, Alejandro Jodorowsky. Un fil rouge che, naturalmente, è incarnato da “La montagna sacra” (The Holy Mountain), il film del 1973 che Jodo ha trasformato in esperienza estatica e alchemica. Sì, perché "La montagna sacra" è un esercizio intellettuale di ricerca ontologica, ma anche un’avventura sensoriale cui bisogna consentire di penetrarci sotto la pelle; un'opera che ha resistito alla prova del tempo e ancora oggi conserva intatta la sua vena surreale (uso un termine forse improprio, ma non me ne viene in mente uno migliore) e dissacratoria. È anche un’opera che va affrontata con un minimo di conoscenza del personaggio Jodorowsky e della cultura psichedelica, perché in caso contrario la sua visione rischia di rivelarsi sterile oppure frustrante e scioccante, per via dell’ambientazione in un Messico grottesco, da incubo, dove la religione è soprattutto iconografia, e dell’esibizione di nudità, sesso e violenza.
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