«Bisogna accontentarsi di estrarre, tra i motivi che esercitano un'azione perturbante, quelli che più spiccano [...]. Questi motivi sono quello del "sosia" in tutte le sue gradazioni e conformazioni, ossia sono la comparsa di personaggi che, avendo uguale aspetto, debbono venire considerati identici». (Sigmumd Freud, Das Unheimliche, 1919).
Non poteva che iniziare con una citazione freudiana questo mio piccolo contributo al tema del "doppio", tema nel quale mi sono visto mio malgrado coinvolto per merito (o per colpa) di Kuku, la Cinecivetta, che a sua volta ha cavalcato l'onda sollevata dall'Etrusco su un prezioso assist di Federica, la cacciatrice di libri.
D'altra parte, una serie di favorevoli coincidenze mi stava già spingendo su questa stessa strada. Tralasciando il nome stesso di questo blog, che con il "doppio" ha sempre avuto molto a che spartire, la coincidenza più incredibile è la lettura, completata di recente, del sacro testo "Der Doppelgänger" (1914), una delle opere più importanti del filosofo austriaco, allievo di Freud, Otto Rank. Curiosamente, anche le coincidenze, al pari dei sosia, sono (psic)analizzate nel "Das Unheimliche" e, quasi come se quel cerchio volesse per forza chiudersi, eccoci catapultati nel post di oggi.
D'altra parte, una serie di favorevoli coincidenze mi stava già spingendo su questa stessa strada. Tralasciando il nome stesso di questo blog, che con il "doppio" ha sempre avuto molto a che spartire, la coincidenza più incredibile è la lettura, completata di recente, del sacro testo "Der Doppelgänger" (1914), una delle opere più importanti del filosofo austriaco, allievo di Freud, Otto Rank. Curiosamente, anche le coincidenze, al pari dei sosia, sono (psic)analizzate nel "Das Unheimliche" e, quasi come se quel cerchio volesse per forza chiudersi, eccoci catapultati nel post di oggi.