Ogni tanto fa bene parlare di cinema italiano, non credete? Ora che ci penso, qui su questo blog se ne è parlato solo in rare occasioni e, tra l’altro, è stato molto tempo fa. Ricordo vagamente alcuni articoli dedicati al cinema cosiddetto “di genere”, quello impreziosito da nomi di elevato spessore quali Giuliano Montaldo, Antonio Margheriti, Brunello Rondi, Mario Bava, Corrado Farina e Alberto De Martino. Tutta gente alla quale dei miei articoli non importa, o non sarebbe importato, nulla. Tutta gente, quella che ho appena citato, che è stata recensita in lungo e in largo, che è stata studiata, esaminata, presa ad esempio e diffusa come le tavole di Mosè. Ma non è quello il cinema italiano di cui parleremo oggi. Oggi parleremo di un cinema, oltre che più recente, un pochino più invisibile, qualcosa che difficilmente un giorno i nostri figli potranno recuperare e apprezzare, sepolti come saranno da migliaia di proposte mainstream dal contenuto discutibile.
Sarebbe facile iniziare questo post con frasi fatte come “c’era una volta il cinema italiano” o “non siamo più bravi come una volta”. In realtà in frasi del genere c’è tanta superficialità se non, in certi casi, un po’ di ipocrisia. Il cinema italiano esiste ancora, forse ancora di più che negli anni dei Bava e dei Margheriti, per non andare a scomodare per forza gli autori neorealisti o i pionieri dell’anteguerra. Magari a prima vista il nostro cinema non è in perfetta salute, questo è vero, ma esiste un sottobosco estremamente fervido che attende soltanto il momento adatto per poter germogliare, crescere e spalancare al mondo tutti i suoi meravigliosi petali. Succederà mai? Bella domanda.
Sarebbe facile iniziare questo post con frasi fatte come “c’era una volta il cinema italiano” o “non siamo più bravi come una volta”. In realtà in frasi del genere c’è tanta superficialità se non, in certi casi, un po’ di ipocrisia. Il cinema italiano esiste ancora, forse ancora di più che negli anni dei Bava e dei Margheriti, per non andare a scomodare per forza gli autori neorealisti o i pionieri dell’anteguerra. Magari a prima vista il nostro cinema non è in perfetta salute, questo è vero, ma esiste un sottobosco estremamente fervido che attende soltanto il momento adatto per poter germogliare, crescere e spalancare al mondo tutti i suoi meravigliosi petali. Succederà mai? Bella domanda.