Se lo zombi appartiene alla fantascienza e al folclore, il cannibale appartiene invece, oltre che al mito, alla storia e alla cronaca. Accanto a miti come quelli di Crono e di Medea, a fiabe su streghe antropofaghe (per esempio Hansel e Gretel), al racconto allegorico di Dante sul Conte Ugolino della Gherardesca, destinato a divorare in eterno la testa dell'arcivescovo Ruggieri, abbiamo infatti i celebri racconti del conquistatore spagnolo Cortés e dei suoi uomini sulle tradizioni cannibali che degli aztechi. Presso gli aztechi il sacrificio di esseri umani era solitamente seguito dal consumo del corpo delle vittime, spesso prigionieri di guerra o schiavi, o di alcune sue parti: i corpi venivano fatti ruzzolare giù dai gradini delle piramidi, trasportati nei templi, smembrati e suddivisi per essere divorati. Il rituale serviva a uno scopo ben preciso, doveva essere cruento e prevedeva lo spargimento di sangue, che veniva raccolto e bevuto. Naturalmente, il sacrificio di esseri umani, prima del sorgere delle religioni di stato, era praticato in gran parte del mondo, inclusi Egitto e Africa sub-sahariana, Medio Oriente, sudest asiatico, Cina, India e Europa; tuttavia, non ci sono evidenze di feste retributive in queste lande, dove i prigionieri venivano sì sacrificati ritualmente, ma raramente venivano mangiati, se non dagli iniziati ai riti misterici.
lunedì 30 settembre 2024
venerdì 27 settembre 2024
Fuori Speciale: gli zombi tra di noi
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George A. Romero,
Matthias Hoene,
Zombi
“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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Un appassionato di cinema horror degno di questo nome ha certamente un rapporto di odio-amore con gli zombi, nel senso che ogni volta che ne viene presentato uno nuovo si precipita al cinema (o sulla piattaforma) per gustarselo, pur nella consapevolezza che l’entusiasmo iniziale si trasformerà ben presto in una drammatica incazzatura.
Questo perché, diciamocelo, non ci sono più i film di zombi di una volta. O, per meglio dire, il 99% delle nuove proposte non sono altro che riproposizioni di uno schema visto e rivisto, riproposizioni delle quali avremmo potuto benissimo fare a meno se solo non fossimo stati così stupidi da farci calamitare per l’ennesima volta dal fascino che quegli abomini ritornati dalla morte esercitano su di noi. Ed è un fascino che difficilmente altre creature dell’horror moderno sono in grado di generare.
lunedì 23 settembre 2024
La Grande Abbuffata: scorpacciate da paura (Pt.1: zombi)
La gola è il quinto vizio o peccato capitale e per gravità precede l’accidia e la lussuria. E a giudicare da quante favole o fiabe narrano di esseri puniti per la loro ingordigia, ha sempre colpito molto l’immaginazione umana. Nell’horror, è lo zombi la creatura che più di tutte correliamo all’idea di voracità. Nel folclore lo zombi appartiene alla tradizione coloniale haitiana, e indica semplicemente una persona soggetta al controllo mentale del bokor, il sacerdote, che ne detiene il “corpo astrale”, mentre il suo “cadavere” continua a vagare sulla terra per essere sfruttato come schiavo per i lavori più faticosi e degradanti; mentre il termine zombi, esistente in alcuni dialetti del Niger e del Congo, deve la sua diffusione a William Buehler Seabrook, un giornalista vissuto a cavallo fra '800 e '900, che lo utilizzò nel suo libro “The Magic Island” (ne abbiamo parlato qui), uno dei suoi incredibili racconti di viaggio.
I primi film di zombi li rappresentavano proprio così, come vittime del voodoo, inermi davanti a forze aliene incontrastabili e che vengono usate dagli indigeni come forma di vendetta o riscatto sociale.
venerdì 20 settembre 2024
Fuori speciale: Midori-ko
Etichette:
Animazione,
Keita Kurosaka
“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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Il cibo sintetico è stato per lungo tempo appannaggio della fantascienza. Mi vengono alla mente moltissime scene tratte da serie tv più o meno famose in cui i personaggi ordinano il menù preferito a un computer, il quale eroga nel giro di pochi secondi, o al massimo di pochi minuti, pietanze che ricreano nella forma e nel sapore i classici primi, i secondi, i contorni e i dolci; oppure, ai meno fortunati il computer si limita a erogare pillole dall’aspetto molto meno invitante, ma altrettanto complete dal punto di vista nutrizionale.
lunedì 16 settembre 2024
La Grande Abbuffata: oltre l'umano (Pt.2: corpo mutante e cibo sintetico)
Come ebbi già modo di scrivere in passato, la fantascienza prima e la scienza poi hanno a lungo ragionato sul modo di elevare l’uomo dalla sua condizione attuale a una condizione transumana e post-umana.
Inutile sottolineare che siamo già – tutti – transumani, dal momento che utilizziamo abiti, utensili, occhiali, apparecchi acustici, dentiere o protesi, o qualunque altro ausilio esterno che ci consente di sopravvivere, o migliorare (o sostituire) i nostri sensi o parti del nostro corpo: questo è transumanesimo di primo livello.
Il livello superiore è quello costituito dal telefono cellulare e da internet, e quello ancora superiore dalle cosiddette “tecnologie immersive”. La realtà virtuale, come sapete, prevede che ogni persona abbia un avatar per interagire in un mondo fittizio alternativo a quello vero, dove sono possibili non solo nuove forme di interazione sociale (con tutte le derive del caso, come lo stupro nel metaverso denunciato da un’adolescente inglese), ma anche l’emergere di una economia virtuale; è legata soprattutto al mondo dei videogiochi (dove andrebbe più correttamente definita come “realtà aumentata”), ma ci sono già stati tentativi di renderla universale, e appetibile a tutti, con progetti come Second Life della società americana Linden Lab e con il Metaverso di Meta (Meta Platforms, Inc.), che controlla tra gli altri Facebook e Instagram.
venerdì 13 settembre 2024
Fuori speciale: l'entomofagia come volontà e rappresentazione
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Cinema,
Emergenza democratica,
Insetti,
Joseph Paul Overton,
Just Philippot
“Fuori speciale” è una serie di articoli che vengono scritti di getto nel periodo di pubblicazione dello
speciale “La grande abbuffata”. Pur non essendone parte integrante, ciò che viene qui trattato
ruota intorno all’argomento principale senza spezzarne il filo logico. Si tratta, in estrema sintesi, di
piccoli approfondimenti che non hanno trovato posto nella struttura principale. “Fuori speciale”, in
uscita tutti i venerdì, non è una lettura necessaria alla comprensione degli articoli de “La grande abbuffata” (che usciranno invece il lunedì), è viceversa una lettura che può essere ignorata o
rimandata, a vostro piacimento.
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Giovanni portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano locuste e miele selvatico. (Matteo 3:4)
Perciò potrete mangiare i seguenti: ogni specie di cavalletta, ogni specie di locusta, ogni specie di acrìdi e ogni specie di grillo. (Levitico 11:22)
Alcuni preferiscono chiamarla distopia, che è un’etichetta ultimamente sin troppo abusata, ma io preferisco utilizzare le parole “narrativa (o cinema) di anticipazione” (*), che per certi versi è simile alla distopia ma porta con sé la capacità di prevedere con esattezza situazioni che avranno, in un futuro più o meno remoto, un preciso riscontro nella realtà.
lunedì 9 settembre 2024
La Grande Abbuffata: oltre l'umano (Pt.1: mangiare insetti)
Il cinema ha già da tempo tentato di avvertirci di quale sarà il cibo del futuro: gli insetti. O meglio, lo ha fatto il fumetto, dato che il film che ci apprestiamo ad analizzare è tratto da una graphic novel francese, ma non sottilizziamo. “Snowpiercer” (2013) del regista coreano BongJoon-ho ha un antefatto di bizzarra attualità: un'era glaciale artificiale scatenata per combattere il surriscaldamento globale ha invece distrutto la civiltà e i pochi sopravvissuti vivono da anni su un treno chiamato Snowpiercer, una sorta di nastro di Moebious in moto perpetuo sul globo terrestre.
In una straordinaria allegoria della società moderna, dove la prima classe è destinata a chi può permettersi il biglietto più caro e i pendolari stanno sul fondo, la popolazione è distribuita nel treno in base alla classe sociale: i poveri sul fondo, ammassati come animali, e i ricchi nella parte anteriore, con una milizia armata deputata al controllo orwelliano, affinché nessuno possa sconfinare nella parte che non gli compete. Va da sé che per i primi lo Snowpiercer è un girone infernale, per i secondi una seconda arca di Noè che permette il sopravvivere dell'umanità.
lunedì 2 settembre 2024
Traditi dalla fretta #42
L'estate è quasi finita ed è ormai tempo di tornare a bloggare. Non che abbia davvero smesso, lo avete visto. Una volta tanto, nei caldi mesi di luglio e agosto il blog è rimasto aperto, complice l'ennesima estate senza ferie e non ultimo quel piccolo progetto che avevo interrotto a fine giugno e sul quale avrei dovuto rimettere mano in vista della sua ripartenza.
In realtà, oltre ai post che avete visto uscire in queste ultime settimane, non ho fatto molto altro. Quella dannata aria condizionata non funzionante mi ha impedito di fare qualsiasi cosa che non fosse boccheggiare, e la semplice idea di accendere un computer che in pochi istanti diventa rovente mi faceva diventar matto. Perché non l'hai fatta sistemare, direte voi. La risposta è che i tempi sono cambiati e certi lussi preferisco metterli da parte per altre cose. D'altra parte è anche vero che ho passato la maggior parte del tempo in ufficio dove, guarda un po', l'aria condizionata è anche lì rotta. Perché non la fanno sistemare, direte voi. La risposta è che tra un paio di mesi l'ufficio si sposta e certe spese vengono ritenute ormai superflue. Con buona pace della gente che ad agosto è rimasta lì, quasi impossibilitata a lavorare per via del caldo soffocante. Accolgo quindi con grande piacere questo settembre, con i suoi cieli coperti che mi restituiscono la voglia di vivere. E restituiscono al blog il suo Speciale di cui parliamo meglio qui sotto, in questo piccolo contenitore bimestrale che ho chiamato "Traditi dalla fretta".
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