lunedì 27 marzo 2023

Nella corte del drago (Pt.2)

Riprendiamo oggi discorso interrotto la scorsa settimana. C'era un particolare significativo nel finale del racconto preso in esame che non poteva non attirare la nostra attenzione. Il riferimento è a una frase apparentemente molto semplice che sentiamo sussurrare dal Re in Giallo in persona: "È una cosa spaventosa cadere nelle mani del Dio vivente!". Si tratta di una frase dal significato piuttosto criptico, ma che i più attenti avranno forse riconosciuto come una citazione del Nuovo Testamento, rintracciabile, per chi volesse andare a verificare, nella “Lettera agli Ebrei” (versetto 10:31). 
L'espressione "Dio vivente" o "Iddio vivente", per quanto possa sembrare bizzarra, ricorre spesso nella Bibbia e ha un significato che ben si desume dal contesto. Nella maggior parte dei casi essa esprime la superiorità del Dio di Israele (vivente, e quindi esistente) nei confronti degli idoli adorati dai pagani (morti, e quindi inesistenti), che sono “dèi di legno e di pietra, i quali non vedono, non odono, non mangiano, non annusano” (Deuteronomio, 4:28) e che, proprio per questo, sono irreali, inesistenti, in poche parole “non vivi”.

lunedì 20 marzo 2023

Nella corte del drago (Pt.1)

Stendi le tenebre e viene la notte: in essa si aggirano tutte le bestie della foresta; ruggiscono i giovani leoni in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo. Sorge il sole: si ritirano e si accovacciano nelle loro tane. (Salmo 104: 20-22)

Infatti, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma soltanto una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i ribelli. Quando qualcuno ha violato la legge di Mosè, viene messo a morte senza pietà sulla parola di due o tre testimoni. Di quanto peggiore castigo pensate che sarà giudicato meritevole chi avrà calpestato il Figlio di Dio e ritenuto profano quel sangue dell'alleanza, dal quale è stato santificato, e avrà disprezzato lo Spirito della grazia? Conosciamo infatti colui che ha detto: A me la vendetta! Io darò la retribuzione! E ancora: Il Signore giudicherà il suo popolo. È terribile cadere nelle mani del Dio vivente! (Ebrei 10: 26-31) 

lunedì 13 marzo 2023

L'isola dei morti e la filosofia mistica della conoscenza. Intervista con Fabrizio Valenza

Solo qualche settimana fa avevamo pubblicato qui sul blog una recensione al romanzo "L'isola dei morti" di Fabrizio Valenza, titolo che, come avevamo sottolineato, rimanda al poema sinfonico che Sergej Rachmaninov compose fra il 1907 e il 1908, e  a sua volta ispirato alla serie di dipinti che Arnold Böcklin, realizzò tra il 1880 e il 1886. 
In tale occasione non esitai a definire il romanzo come "il compimento di un viaggio iniziatico" di 
personaggi sospesi fra il piano naturale e quello soprannaturale, ovvero fra il regno dei vivi e quello dei morti. L'aspetto forse più curioso della questione è che, cosa per me piuttosto atipica, il mio interesse per quel romanzo non è andato scemando dopo la pubblicazione dell'articolo. Anzi, nonostante molti passaggi fossero piuttosto chiari, e nonostante fossi riuscito casualmente a cogliere alcuni elementi, volutamente celati dall'Autore nel testo, che ne tradiscono la genesi, molte sono rimaste le questioni aperte, le domande alle quali non ho saputo rispondere o, molto più banalmente, le curiosità che non ho soddisfatto.
La soluzione che ho trovato a questo piccolo grande problema è la più semplice: andare direttamente alla fonte. Ho scritto quindi a Fabrizio Valenza, il quale si è dimostrato ben disposto a svelare tutte le sue carte. Quello che segue è il testo integrale della mia intervista a Fabrizio che, come vedrete, non è assolutamente priva di sorprese. Buona lettura!

lunedì 6 marzo 2023

Traditi dalla fretta #34

Siamo già a marzo ed è tempo di una nuova puntata di "Traditi dalla fretta" , appuntamento bimestrale con le ultime novità letterarie (non solo letterarie, nell'idea che mi ero fatto all'inizio, ma nella pratica siamo finiti per parlare solo di quelle).
Il blog, come avete notato, continua per la sua strada e la soluzione di pubblicare un solo post alla settimana, il lunedì mattina, mi consente di respirare un po' di più. Tornare a frequenze più alte, come d'altra parte accadeva in un passato non troppo remoto, oggi mi sembra un'ipotesi delirante e non penso di cambiare idea, almeno fino al giorno in cui andrò in pensione, evento che, salute permettendo, mi permetterebbe di tornare a pigiare con forza sull'acceleratore. Purtroppo (o per fortuna) la pensione è ancora piuttosto lontana e, inter nos, non è nemmeno così certa, perlomeno dal punto di vista economico. Ci stavo pensando proprio nei giorni scorsi, quando ho realizzato che tra poco, esattamente a metà aprile, avrò completato il mio trentacinquesimo anno di lavoro dipendente "a libri". Un traguardo che, quando iniziai, mi sembrava irraggiungibile e che, anzi, immaginavo rappresentare la conclusione definitiva delle mie fatiche. Ovviamente le cose sono andate diversamente e i vari governi che si sono succeduti in questi 35 anni, un poco alla volta, hanno spostato il traguardo sempre più in là. Oggi la simulazione che, malauguratamente, ho fatto sul sito dell'INPS mi avverte che devo "impazzire" per altri tredici anni (qualcosa in meno se, come è probabile, deciderò di farmi andar bene l'anticipata) e ciò non mi rende affatto allegro, anche perché da qui al 2036 può succedere ancora di tutto. Meglio non pensarci, o forse è addirittura meglio fare finta che non esista un traguardo da raggiungere. Ancora meglio evitare di illudersi che una vita di contributi possano un giorno generare qualcosa di vagamente simile a un assegno mensile, perché quella è proprio fantascienza pura. 
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