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lunedì 13 febbraio 2023

Astonishing Fantasy Tales #1
(con un'intervista a Fabio Larcher)

E fu così che una sera di inizio febbraio mi ritrovai a vagare svogliatamente nel social network più noto di tutti i tempi, croce e delizia di qualche miliardo di utenti sulla faccia della terra. Sono perfettamente conscio che quella malefica piattaforma altro non è che un crogiolo di tutte le peggiori meschinità umane, ma ciò non trova riscontro (o perlomeno raramente lo trova) nei pochi gruppi di letteratura "strana" a cui sono iscritto, gruppi in un solitamente trovo spunti di lettura, curiosità che mi permettono in un secondo momento di popolare la rubrica "Traditi dalla fretta" o, non di rado,  nomi o realtà di vario genere che ritengo possa valere la pena seguire. Uno di questi nomi è Fabio Larcher.
Non esattamente uno sconosciuto, visto che frequentare con assiduità un numero ristretto di gruppi consente di guadagnare una reciproca familiarità con buona parte degli iscritti, ma Fabio non era nemmeno uno con cui mi si sono mai intrattenuto più di tanto. Almeno fino a poco tempo fa.
La molla che mi ha spinto a inviargli un messaggio privato è stata la presentazione del primo numero di "Astonishing Fantasy Tales", una nuova rivista la cui copertina potete ammirare qui accanto. Da vecchio amante di letteratura fantastica, quella che per intenderci ha avuto origine un secolo fa in quei vecchi periodici da edicola, non potevo che spalancare gli occhi come in un'estasi mistica e cercare il più in fretta possibile di saperne di più. Indizi ce n'erano pochi, visto che fino a qualche giorno fa questo nuovo progetto era ancora in attesa del varo (oggi invece è disponibile, e lo trovate su Amazon), così mi sono permesso di andare direttamente alla fonte. Ciò che ne è venuto fuori è stato un gustoso scambio di messaggi in chat, dai quali è scaturita l'intervista che vi offro qui di seguito. Buona lettura!

mercoledì 15 gennaio 2014

Intervista a Catherine Fisher

"I'm delighted to have found a blog called The Obsidian Mirror!" (Catherine Fisher)

È arrivato il grande giorno. Come avevo preannunciato qui sul blog solo qualche giorno fa, è venuta a sedersi nel salotto di Obsidian Mirror una delle più importanti scrittrici fantasy contemporanee: Catherine Fisher, autrice di numerosi best sellers quali “Incarceron”, dal quale a breve verrà realizzato un film con protagonista Taylor Lautner (il lupo mannaro di Twilight), e soprattutto “The Obsidian Mirror”, romanzo casualmente omonimo di questo blog che, come potrete immaginare, non poteva mancare di attirare la mia attenzione. 
Catherine, come senz’altro noterete leggendo l’intervista riportata qui di seguito, si è dimostrata una persona brillante e intelligente, e sono davvero felice che abbia accettato così di buon grado il mio invito. Ci racconterà qualcosa di lei, della sua passione per l’Italia e del suo modo di scrivere, ci dirà della genesi di “The Obsidian Mirror” e ci regalerà alcune anticipazioni del sequel appena uscito in Gran Bretagna. 
Vi lascio quindi senza altro indugio all’intervista, che potrete leggere qui di seguito nella sua lingua originale. Per chi avesse qualche incertezza con l’inglese, in basso c'è anche la traduzione in italiano.

venerdì 10 gennaio 2014

L'altro Obsidian Mirror

I have always thought the idea of Time Travel fascinating, full of paradox and speculation and opportunities for adventures. If you had the power to change previous events to bring back someone that you loved, would you do it, even if it changed the world? In Venn, I wanted to invent a man so deep in guilt that he has lost the ability to care about anyone else. Into this dilemma I wanted to mix all the old folklore: the wintry isolated house, the dark wood, the beautiful, deadly Shee and their ageless, changeless land; the eccentric inventor, the opium dens and alleys of Victorian London. I wanted a story full of variety and mistery. And above all, enjoyment. THE OBSIDIAN MIRROR is the first book of THE CHRONOPTIKA. I hope you will journey with us into the next book. Who knows where, or when, we might emerge? (Catherine Fisher)

Cosa fareste se un bel giorno, vagando per gli scaffali di una libreria, il vostro occhio finisse per cadere sulla copertina di un libro che ha lo stesso titolo del vostro blog, della creatura che gestite con tanta cura da tanto tempo? Ne sareste sconvolti? Quale sarebbe la vostra prima reazione? Sgomento? Felicità? Rabbia? Vi verrebbe voglia di urlare “Ehi, questo l’avevo pensato prima io”? Oppure sareste orgogliosi del fatto che la stessa vostra idea sia potuta venire anche ad una delle scrittrici fantasy più prolifiche degli ultimi vent’anni? Qualunque fosse la vostra reazione, non vi resterebbe che una cosa da fare: cercare di capire.

venerdì 13 dicembre 2013

Una gita a Barkerville (Pt.3)

Il mondo in un tappeto” propone un’incursione in un mondo magico che rimanda alla nostra immagine mentale del Giardino dell'Eden, permeata però di un prominente lato oscuro: il titolo italiano, sicuramente meno poetico dell’originale “Weaveworld”, ha però il pregio di sintetizzare molto bene l’argomento, perché in effetti il tappeto è un giardino pieno di gioia e di pace, o perlomeno questo è ciò che il tappeto da preghiera simboleggia nella cultura islamica e mediorientale: il tappeto come casa, il Paradiso a cui aneliamo ritornare. Il tappeto del titolo è proprio la casa-rifugio di una popolazione in fuga dal nostro mondo, una terra magica che brulica di vita sospesa. Particolarmente interessanti sono i personaggi femminili, quasi creature di una specie a parte, che posseggono un potere soprannaturale, il menstruum, che si scatena come un flusso d'energia devastante. È un potere che non fa distinguo tra bene e male, né tra le caratteristiche morali di chi lo possiede: difatti, lo posseggono sia la “buona” Suzanna che la “cattiva” Immacolata, una creatura dalla strana purezza che nel tempo ha saputo insinuarsi nell'immaginario oscuro dell'umanità con molti nomi (Madonna Nera, Signora dell'Angoscia, Mater Maleficiorum) e che con i fantasmi delle sorelle morte Maddalena e Megera forma un'unità perversa e indissolubile.

lunedì 9 dicembre 2013

Una gita a Barkerville (Pt.2)

Un parossismo di sofferenza che non finisce nemmeno con la morte.  Chissà quante reminescenze cristiane, anche inconsce, ci sono in questa visione? Ce ne devono essere, perché gli orrori di Barker somigliano in tutto e per tutto alle rappresentazioni classiche dell'inferno, da quelle della letteratura religiosa a quelle dantesche, anche se è difficile dire fino a che punto lui stesso ne sia consapevole: da lui, dalle interviste che nel corso degli anni ha rilasciato, sembra trasparire una razionalità di fondo, come se per lui parlare di morte e sofferenza fosse una scelta precisa che serve a portare alla luce, a razionalizzare, aspetti spiacevoli della realtà che altrimenti si tenderebbe a negare oppure a rimuovere. A parte questo egli non ha mai negato di essere stato influenzato, come pittore ed illustratore, dalle opere di Hieronymus Bosch, il suo pittore preferito, così come da quelle di William Blake e di altri famosi artisti.
I suoi mostri sono creature straordinarie, nel senso letterale di “fuori dall'ordinario”. Eppure, non si fa fatica a provare per loro una sorta di empatia, riflesso di quella evidente dell'autore, perché per Barker il concetto di normalità non è e non deve essere basato sull'apparenza estetica: alcuni non sono di per sé cattivi, né peggiori degli altri personaggi, sono mostri perché diversi, ma a volte la loro diversità non è altro che un differente stadio evolutivo.

venerdì 6 dicembre 2013

Una gita a Barkerville (Pt.1)

Di tutti gli autori che hanno deciso di trattare del diverso e del mostruoso, Clive Barker è uno di quelli che hanno saputo farlo con lo sguardo più puro. Non mi sembra però, questo, un sintomo del suo distacco; anche se ammetto che questo giudizio potrebbe dipendere da me: io sono uno di quelli che hanno bisogno della paura per sentirsi vivi, pertanto mi riesce difficile concepire un atteggiamento mentale diverso dal mio.
Non è solo la fruizione delle sue opere (letterarie e non), ma anche le sue stesse parole di commento, le sue interviste, che mi hanno portato a esprimere questo giudizio, all'apparenza così tranchant, che mi sforzerò di spiegare di seguito. Una premessa importante: per il momento non intendo parlare del Barker regista, e questa scelta non deriva certo da disinteresse, ma esclusivamente dal fatto che è il Barker scrittore quello che ho conosciuto per primo, e pertanto è da quello che voglio partire. In futuro… chissà.
Ricordo ancora quando, all'inizio della sua carriera, si sprecavano i giudizi ed i paragoni con il re dell'horror Stephen King: quale miglior biglietto da visita per uno scrittore emergente delle lodi, vere o presunte, dello scrittore di genere più famoso? Solo più tardi ho riconosciuto in questo uno dei primi esempi di marketing da me saggiati quando il marketing non sapevo ancora bene che cosa fosse. Bei tempi, quelli!

martedì 18 settembre 2012

Il Demone di Dio


Curvando intorno ad un’alta montagna al centro della pianura che si stendeva davanti ai loro occhi, scorreva un fiume, le cui acque bianche brillavano come latte; a quel fiume sarebbe stato dato il nome di Acheronte. I fuochi nel cielo lo facevano sembrare un nastro di rame sospeso nella nebbia. Scure sagome di chiatte da carico e il passaggio casuale di qualche Demone Volante di tanto in tanto offuscavano il suo splendore. Se non fossero stati consapevoli che il fiume era pieno di pesanti lacrime lo avrebbero potuto confondere con un fiume di lava, tanto era brillante. Decisamente evocativa è l’immagine con cui Wayne Barlowe, affermato illustratore statunitense, dipinge l’Inferno nel suo esordio letterario intitolato “Il demone di Dio” (God’s Demon). Sembra banale, se non falso, dire che questo libro è capitato tra le mie mani per caso. In effetti dal mio punto di vista è stato un puro caso. Meno casuale è stata forse la scelta di questo libro da parte della mia amica Leggivendola che, giusto un paio di mesi fa, me lo ha spedito. Se vi siete persi il mio post precedente sulla catena di lettura estiva 2012, vi invito ad andare a darci un’occhiata adesso. In caso contrario andate avanti a leggere, perché cercherò oggi di scrivere qualcosa a proposito di questo libro.
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